Hai risposto saltando però la seconda parte del mio intervento che ti spiegava il meccanismo conclamato e conosciuto in medicina per il quale una polmonite interstiziale (e il Covid causa questo tipo di polmonite, è una classificazione patologica si dice, cioè tenendo conto delle alterazioni visibili sulle strutture e indipendente dall'agente patogeno; altre cause di polmoniti interstiziali sono batteri atipici e altri virus) può degenerare in cuore polmonare cronico (e da questo a scompenso cardiaco destro).
Questo è qualcosa che avverrà certamente in una percentuale (sconosciuta) di persone che hanno avuto la polmonite da Covid, polmonite che non sempre è sintomaticamente manifesta in maniera eclatante (uno può anche avere semplice febbricola e un po' di tosse ma avere problemi notevoli all'interstizio polmonare, questo perchè l'interstizio è la parte esterna ai bronchi che non è innervata e dunque non causa nè dolore nè determina reazioni come la tosse), dunque anche l'asserzione per cui chi ha sintomi lievi è sicuramente salvo da complicanze è intrinsecamente falsa.
Quanto ti ho appena esposto è un effetto a lungo termine che sicuramente si vedrà nei prossimi decenni.
Il vaccino invece non può razionalmente e biologicamente causare effetti a lungo termine visibili tra tanti anni. Si tratta di tre punturine che iniettano una molecola, l'mRNA, presente nelle nostre cellule. Non si può insinuare nel DNA, inoltre anche il virus del Covid è composto da RNA e molto più pesante, questo per dire che la logica "virus sì, vaccino no" non ha alcun senso anche perchè col vaccino ti inietti una porzione minuscola di quel che è il virus.
Il rapporto rischi/benefici dei vaccini in soggetti giovani, di conseguenza, è sbilanciato verso i benefici. I rischi del Covid, come ben dici, sono in parte noti, i suoi effetti a lungo termine non del tutto ma almeno uno (quello che ho sopra esposto) si vedrà in una percentuale; i rischi dei vaccini sono ormai noti a breve termine, quelli a lungo termine sono impossibili (ci tengo a ribadirlo).
Il tuo discorso funziona, non lo metto in dubbio, ma secondo me parte da premesse sbagliate e sono queste che ti portano a conclusioni errate. Il meccanismo di ragionamento però è efficace e sensato.
Le premesse sbagliate sono il fatto che ritieni i rischi a lungo termine del vaccino possibili (questo ti porta ad aumentare i rischi del vaccino e ad alterare il rapporto rischio/beneficio del vaccino) e in secundis il fatto che ritieni trascurabili gli effetti del Covid nella fascia giovanile, cosa non vera per i non vaccinati, sicuramente vera per chi ha fatto già almeno due dosi e che dunque potrebbe portare a posticipare eventuali richiami futuri, per chi ha meno di 40 anni, magari anche di anni (ma come sempre bisogna valutare di mese in mese la situazione in questa fase di "conoscenza" con questo patogeno e la sua malattia).
Prova a riformulare, con lo stesso ragionamento, le tue conclusioni ponendo queste nuove premesse, sono sicuro che giungerai a dire che è sempre e solo conveniente fare il vaccino anche a livello sociale, almeno per i non vaccinati.
Abrignani cita un fenomeno che è puramente ipotetico dato che non sappiamo anzitutto se mai si realizzerà nè dopo quante dosi nè ogni quanto ravvicinate.
In secondo luogo il fenomeno (immune exhaustion) varrebbe solo contro il vaccino, mica il sistema immunitario non funzionerebbe più! A dimostrazione tipiche malattie in cui si verifica questo fenomeno sono i tumori, eppure i malati di tumore, se non sottoposti a chemioterapia e se in stadi non troppo avanzati (ma in quest'ultimo caso l'indebolimento immunitario è indotto dalla cachessia e dalle sostanze prodotte dal tumore), hanno una risposta immunitaria perfettamente funzionante ed efficiente.
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Il ragionamento scientifico non fa una grinza, ma il fatto è che il mondo e la società non possono funzionare e non seguono solo approcci scientifici e sanitari.
Bisogna riconoscere che c’è dell’altro, anzi tantissimo, e va rispettata in questo senso anche la realtà, significa essere in grado di ponderare e raggiungere una situazione di compromesso che non penalizzerà nessuno.
Poi se si vuole parlare solo di ambito scientifico assolutamente non c’è problema a teorizzare quello che si vuole, anche ipotesi irrealistiche, ma nella realtà non si può imporre questo come un principio universale, perché troverai sempre pro e contro, anche se apparentemente “non esiste alcun motivo per non farlo, quindi va fatto” (in se esposto così non è un’argomentazione efficace).
Mi trovo costretto ad intervenire.
Tu non ti puoi permettere di fare certe affermazioni sulla popolazione che tu definisci "giovane e sana".
Siccome io rientro in questa che fascia, ma come la definisci te é fortemente discriminatorio e fuorviante, mi sento chiamato in causa e ti rispondo per le rime.
Io ho consapevolmente e soprattutto convintamente preso parte a ben 4 sottolineo QUATTRO vaccinazioni nel corso del 2021, le 3 della SARS e quella del tetano.
Ok? Ti é chiaro?
Se non esistessero i vaccini saremo letteralmente sommersi dalle malattie, alcune ben peggiori della SARS tipo il morbillo tanto per dire.
Ma veniamo al discorso principale: tu come ti puoi permettere di distinguere fra popolazione sana e non o giovane e non?
Ma lo sai che una società é formata dal miscuglio di piú persone, in continuo contatto fra di loro, le cui situazioni vaccinali INTERDIPENDONO tra di loro.
Se io mi son vaccinato per la SARS l'ho fatto PER ME ma ANCHE PER CHI MI STA INTORNO.
I tuoi discorsi non hanno alcun senso perché con le tue distinzioni discrimini alcuni soggetti della società (giovani e non) e che non sono frutto di un ragionamento coerente e sensato.
Non mi pare di aver usato toni eccessivi, ma é fastidioso esser continuamente chiamato in causa.
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