Io comincio a pensare che bisogna rispondere a parole a muso duro e in pratica non fare nulla dal punto di vista ritorsivo almeno subito.
Anche se, come ho già scritto, politicamente parlando non si può fare finta proprio di nulla.
Chi ha le spalle larghe come la Cina può mettere i contro-dazi seduta stante.
Dal punto di vista numerico potremmo forse farlo anche noi, ma probabilmente è meglio guardare cosa succede.
L'ideale sarebbe che il resto del mondo tagliasse i dazi reciproci tranne con gli USA, ma questa è utopia.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Essendo nel settore però posso dire che non è bianco o nero. Il libero scambio non è certo IL problema, ma è soprattutto il modo (e i relativi costi) con cui i prodotti vengono fatti.
Nell’UE infatti le norme igienico-sanitarie giustamente) sono molto stringenti, e per le coltivazioni anche l’utilizzo di prodotti fitosanitari, cosa che fa aumentare notevolmente il costo di produzione.
Nei prodotti importati per la maggior parte non è così, una volta che rispettano certi parametri di qualità sanitaria a fine produzione sono a posto ma alle spalle viene utilizzato di tutto e di più magari in strutture non proprio negli standard nostri. Questa è concorrenza sleale, secondo me per vendere in europa tu produttore americano/russo/nordafricano o chi sia devi seguire i nostri protocolli, ma minimo. Poi ci sarebbe da parlare del trattamento della manodopera ma qui è utopia.
Sull’agroalimentare poi c’è una grossa pecca normativa: ovvero che per scriverci “made in italy” basta che ci sia un processo dj lavorazione in italia, che può essere anche solo il confezionamento. Questo è raggirare il consumatore, poi per carità i grossi produttori sono i primi a beneficiarne ma se si vuole veramente tutelare le nostre produzioni su tutta la filiera questa sarebbe la prima cosa da eliminare.
prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....
Musk continua a dire idiozie, tranquillo
“Vediamo un aumento enorme nel numero di attacchi in Italia e in Europa in generale e i media cercano di ridurre l’impatto di questi attacchi, ma questi attacchi che sono terroristici, l’uccisione di persone è sempre più frequente e alla fine vedremo uccisioni di massa in Europa, dei massacri veri e propri. Perchè questa è la tendenza e se vediamo il futuro e analizziamo la tendenza qual è il tasso di attacchi terroristici in Europa adesso? Perchè abbiamo gli attacchi con vittime, e viviamo un tempo in cui tali attacchi si verificano. Questo porterà piano piano a un vero e proprio massacro in Europa. I vostri amici, le vostre famiglie, i vostri figli saranno tutti a rischio”. Lo ha detto l’imprenditore Elon Musk intervenendo in collegamento streaming al congresso della Lega in svolgimento a Firenze.
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Così per curiosità e da esterno, se è rispettata la qualità sanitaria imposta dalle norme europee perchè interessarsi più di tanto di come ci si arriva?
Secondo me il problema grosso è un altro: stare a discutere per ore, giorni, settimane, mesi, anni uomo su un settore che rappresenta una percentuale infima di valore aggiunto... Settore che, peraltro, è in assoluto il più sussidiato (e mica solo in Italia; in Francia forse è peggio). Se cominciasse pure lui a camminare con le sue gambe?
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Da consumatore capisco che alla fine quello che interessa veramente sia il rispetto dei parametri igienico-sanitari alla vendita. Però appunto per come ci si arriva ci sono delle differenze, faccio un esempio: da noi sono consentiti alcuni prodotti fitosanitari e vietati altri per motivi di accumulo nell’ambiente e inquinamento. Il divieto di utilizzo di questi prodotti obbliga a utilizzare alternative certamente più compatibile con l’ambiente ma che sono molto più mirati verso la singola patologia e dall’efficacia più breve, per cui alla fine fai più trattamenti e con diversi prodotti invece di uno solo, e magari che ti coprono una settimana invece di 15/20 giorni. Questo aumenta i costi di produzione.
Quindi io per accedere al mercato europeo devo rispettare questi disciplinari di produzione, con costo X, poi però chi produce fuori dall’unione spesso e volentieri queste norme non è obbligato a rispettarle quindi hai un costo molto minore, e in alcuni casi utilizzano prodotti (sempre legandomi all’esempio dei fitosanitari) che da noi sono banditi da 30/40 anni, che però magari al prodotto finito non li ritrovi perché hanno comunque dei tempi di carenza (ossia il periodo da quando applichi il trattamento sulla pianta a quando viene smaltito dalla pianta stessa senza lasciare residui, che può essere da una settimana ad alcuni mesi). Quindi sì dico che se io sono obbligato a rispettare le norme di produzione europee stabilite mi va benissimo (dopotutto si parla di tutela ambientale e quindi sanitaria a ricadere) ma se vuoi importare lo stesso prodotto da fuori devi far rispettare le stesse regole anche agli importatori extra ue.
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Intanto la Cina insiste: dopo dazi e divieti di import adesso vieta l'export verso gli USA di materiali critici.
A brigante brigante e mezzo...
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Personalmente non sono troppo preoccupato per l'economia europea.
I dazi USA sono chiaramente pesanti, ma parliamo di esportazioni che per l'Italia valgono circa il 3% del PIL, non sono tantissimo e una quota significativa del costo dei dazi ricadrà sui consumatori USA. Le importazioni di combustibili fossili hanno un valore simile, se si confermasse il calo del 15% di questi giorni il beneficio complessivo sarebbe superiore al costo dei dazi. Anche il mercato del gas naturale, che prima era molto chiuso, adesso risente maggiormente dell'andamento economico globale, visto che l'Asia compete direttamente con noi per il GNL.
Alcuni settori verranno colpiti pesantemente (tipo quello vinicolo), ma gli altri potranno beneficiare del calo dei costi dell'energia e il commercio verso il resto del mondo non verrà influenzato più di tanto, anzi potremmo avere un ulteriore approfondimento dei rapporti commerciali. Ci sono tanti rischi, non lo metto in dubbio, incluso quello che i cinesi cerchino di scaricare sul resto del mondo le merci che non riescono più a vendere altrove, ma non sembra che sia questa la loro intenzione.
Tutto sommato, mi sembra che questa crisi possa essere in qualche modo simmetrica rispetto a quella del 2022, in cui l'Europa fu di gran lunga la più colpita mentre il resto del mondo dopo un primo momento di panico anche sui mercati finanziari andò avanti con pochi scossoni. In questo caso l'epicentro sarebbero gli USA mentre noi saremmo ai margini.
Ultima modifica di snowaholic; 07/04/2025 alle 14:37
Intanto segnalo un'altra chicca: il teorico dell'attuale politica economica, Mr. Navarro, ha ripetutamente citato il super esperto Ron Nava per giustificare le sue posizioni.
Fare attenzione al nome dell'esperto... Navarro... Ron Vara...
Ovviamente è stato sgamato.
Siamo a questi livelli.
Ultima modifica di FunMBnel; 07/04/2025 alle 15:52
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