Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
    Natale2000
    Ospite

    Predefinito Universo olografico e coscienza

    A me questi argomenti interessano molto.

    Premetto che non parlo in un'ottica religiosa, e non vorrei che il discorso finisse nella solita diatriba duale tra atei e credenti. Non mi professo nè uno nè l'altro, ma mi limito a pormi domande cercando di raccogliere spunti interessanti da osservatore e appassionato di domande esistenziali.

    Personalmente mi rifaccio a quattro grandi fisici, di cui uno straordinariamente famoso (Stephen Hawking) e gli altri tre un po' meno: Roger Penrose (nobel per la fisica), Stuart Hameroff, Juan Martin Maldacena.

    Perdonatemi se non metto gli estratti dei lavori, ma semplicemente degli articoli di giornale
    Penrose e Hameroff si occupano da anni di coscienza e hanno teorizzato come la coscienza (ovvero la consapevolezza di esistere e di essere "io", organismo vivo e pensante) sia NON un epifenomeno apparente bensì una realtà fondamentale.
    Orch-Or - Wikipedia
    Il premio Nobel Roger Penrose, il teorico ateo dell'esistenza di Dio


    Juan Martin Maldacena invece ha teorizzato (non l'unico, perchè questa idea è molto antica) che la realtà sia olografica. Un ologramma ovviamente non nell'accezione "tecnologica" (proiezione in 3d) ma un'estrusione dotata di spazio e tempo laddove questi non esistono in senso assoluto. Lo stesso Hawking, ateo, parla comunque di una matrice centrale in cui sono contenute tutte le informazioni dell'esistenza (tempo eterno e ciclico) in cui comunque nulla muore veramente. Tutto accade in modo puntiforme, nello stesso luogo, nello stesso istante. Il tempo ha senso solo a livello macroscopico.
    https://www.ilsuperuovo.it/e-se-luniverso-fosse-un-ologramma/

    Io personalmente sono convinto di una cosa. La fisica quantistica si sta sempre più avvicinando all'idea che l'universo che vediamo è un fenomeno coscienziale, e che noi, in quanto fenomeni coscienziali siamo i co-creatori dell'universo, e ne abbiamo stabilito le regole (ricordate il famoso esperimento delle due fenditure?). Noi stessi creiamo l'esperimento in cui viviamo.
    Io sono sempre più convinto che viviamo in un universo che è un fenomeno coscienziale, che la realtà ha senso perchè noi diamo una soluzione alle funzioni d'onda, che tutte le probabilità siano contenute in una sorta di "matrice centrale", e che sostanzialmente la morte non esista a livello di coscienza. Cioè, quando il nostro corpo va incontro a disgregazione, ciò non succeda alla coscienza, che semplicemente vedrà nuovamente l'universo da un altro "punto di vista" di un'altra vita, dando una nuova soluzione alle funzioni d'onda.


    Personalmente sono sempre stato convinto, anche se non riuscivo ad esprimermi, di un'esistenza centralizzata e coordinata armonicamente (teoria del tutto). Per me la fisica si sta sempre più avvicinando a quell'idea

  2. #2
    Vento moderato L'avatar di Gianni78ba
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    Predefinito Re: Universo olografico e coscienza

    Citazione Originariamente Scritto da Natale2000 Visualizza Messaggio
    A me questi argomenti interessano molto.

    Premetto che non parlo in un'ottica religiosa, e non vorrei che il discorso finisse nella solita diatriba duale tra atei e credenti. Non mi professo nè uno nè l'altro, ma mi limito a pormi domande cercando di raccogliere spunti interessanti da osservatore e appassionato di domande esistenziali.

    Personalmente mi rifaccio a quattro grandi fisici, di cui uno straordinariamente famoso (Stephen Hawking) e gli altri tre un po' meno: Roger Penrose (nobel per la fisica), Stuart Hameroff, Juan Martin Maldacena.

    Perdonatemi se non metto gli estratti dei lavori, ma semplicemente degli articoli di giornale
    Penrose e Hameroff si occupano da anni di coscienza e hanno teorizzato come la coscienza (ovvero la consapevolezza di esistere e di essere "io", organismo vivo e pensante) sia NON un epifenomeno apparente bensì una realtà fondamentale.
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    Juan Martin Maldacena invece ha teorizzato (non l'unico, perchè questa idea è molto antica) che la realtà sia olografica. Un ologramma ovviamente non nell'accezione "tecnologica" (proiezione in 3d) ma un'estrusione dotata di spazio e tempo laddove questi non esistono in senso assoluto. Lo stesso Hawking, ateo, parla comunque di una matrice centrale in cui sono contenute tutte le informazioni dell'esistenza (tempo eterno e ciclico) in cui comunque nulla muore veramente. Tutto accade in modo puntiforme, nello stesso luogo, nello stesso istante. Il tempo ha senso solo a livello macroscopico.
    https://www.ilsuperuovo.it/e-se-luniverso-fosse-un-ologramma/

    Io personalmente sono convinto di una cosa. La fisica quantistica si sta sempre più avvicinando all'idea che l'universo che vediamo è un fenomeno coscienziale, e che noi, in quanto fenomeni coscienziali siamo i co-creatori dell'universo, e ne abbiamo stabilito le regole (ricordate il famoso esperimento delle due fenditure?). Noi stessi creiamo l'esperimento in cui viviamo.
    Io sono sempre più convinto che viviamo in un universo che è un fenomeno coscienziale, che la realtà ha senso perchè noi diamo una soluzione alle funzioni d'onda, che tutte le probabilità siano contenute in una sorta di "matrice centrale", e che sostanzialmente la morte non esista a livello di coscienza. Cioè, quando il nostro corpo va incontro a disgregazione, ciò non succeda alla coscienza, che semplicemente vedrà nuovamente l'universo da un altro "punto di vista" di un'altra vita, dando una nuova soluzione alle funzioni d'onda.


    Personalmente sono sempre stato convinto, anche se non riuscivo ad esprimermi, di un'esistenza centralizzata e coordinata armonicamente (teoria del tutto). Per me la fisica si sta sempre più avvicinando a quell'idea
    E' un argomento che mi interessa molto. Penrose lo conoscevo dai miei giri alla Feltrinelli quando non avevo figli
    La domanda che mi sono sempre posto è la seguente: la coscienza è riproducibile in modo artificiale?
    Il film "Her" mi ha fatto pensare molto sul fatto che nel momento in cui si realizza che la coscienza è il prodotto della trasmissione di informazione tramite un mezzo che dal subatomico all'organico diventa sempre più complesso fino a materializzarsi nel sistema nervoso centrale allora questo stesso sistema diventa riproducibile cristallizzandosi quindi in una conoscenza che è esogena all'uomo stesso ma da esso stesso ricostruita; ed alla fine che questa derivi da una matrice centrale oppure no, sarebbe irrilevante perchè ciò che è riproducibile non è unico e se non è unico, la stessa definizione di coscienza viene a mancare.
    A rileggerlo dubito di essermi spiegato
    https://themarketjourney.substack.com :
    economia, modelli, mercato, finanza

  3. #3
    Natale2000
    Ospite

    Predefinito Re: Universo olografico e coscienza

    Fino a oggi l'uomo è riuscito a costruire robot incredibili, che riescono a conversare, e perfino in alcuni casi a simulare espressioni umane. Ma sono sempre robot, per quanto funzionanti con algoritmi complessissimi. Ovviamente, a vederne uno resteremmo tutti a bocca aperta, senza dubbio.
    Non credo tuttavia che la coscienza si riesca a riprodurre collegando dei processori che funzionano con impulsi elettrici. Dello stesso avviso è Federico Faggin, uno dei padri dell'intelligenza artificiale.

    Secondo me anche alla macchina più perfetta, manca comunque l'idea di esistere, di ragionare in modo consapevole e identitario

    Se ho capito la domanda/osservazione, ovviamente

  4. #4
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    Predefinito Re: Universo olografico e coscienza

    Citazione Originariamente Scritto da Natale2000 Visualizza Messaggio
    Fino a oggi l'uomo è riuscito a costruire robot incredibili, che riescono a conversare, e perfino in alcuni casi a simulare espressioni umane. Ma sono sempre robot, per quanto funzionanti con algoritmi complessissimi. Ovviamente, a vederne uno resteremmo tutti a bocca aperta, senza dubbio.
    Non credo tuttavia che la coscienza si riesca a riprodurre collegando dei processori che funzionano con impulsi elettrici. Dello stesso avviso è Federico Faggin, uno dei padri dell'intelligenza artificiale.

    Secondo me anche alla macchina più perfetta, manca comunque l'idea di esistere, di ragionare in modo consapevole e identitario

    Se ho capito la domanda/osservazione, ovviamente
    Il mio ragionamento parte dal fatto che quello che abbiamo ora in termini di "simulazione" dell'intelligenza umana è solo una finestra su ciò che potrebbe in ultima analisi rivelarsi evidente e cioè che ogni singolo elemento del sensibile è frutto della trasmissione di informazione, indipendente dal trasmittente, tramite un mezzo che dal subatomico all'organico diventa sempre più complesso. L'ipotesi è che la nostra coscienza è fondamentalmente frutto del linguaggio che usiamo. Un linguaggio figlio dell'adattamento a quei meccanismi di trasmissione a loro volta conseguenza di caso che diventa necessità nel momento in cui si verifica, che sia predeterminato o no, poco cambia (cfr. Sapir-Whor Ipotesi di Sapir-Whorf - Wikipedia, linguistica, e Monod, Il caso e la necessità, biologia). In questo senso dal linguaggio potrebbe essere possibile andare a ritroso fino alla coscienza.
    La nostra coscienza potrebbe essere semplicemente frutto di un LLM maturo. Il fatto di non riconoscere questa possibilità si potrebbe ricondurre ad una sorta di effetto Dunning-Kruger dal quale, quando si parla del senso stesso dell'esistenza, non è esente nessuno.
    Ciò escluderebbe qualsiasi idea di metafisica dell'umano.

    Chiaramente questa è solo la mia idea, che vale per quello che è, come evidente dal numero dei "potrebbe" utilizzato

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  5. #5
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Universo olografico e coscienza

    La fisica quantistica dice che la realtà si costruisce nel momento in cui noi la osserviamo perché il nostro stesso atto di osservazione è un atto di fisica che induce uno stato in una particella. In sintesi, è impossibile sapere lo stato della particella allo stato brado, perché non c’è un modo che non contempli il perturbarla per conoscerla.
    Da qui però ad arrivare a dire che ce la costruiamo in senso lato mi sembra eccessivo, personalmente.


    Quanto alla coscienza, io sospendo il giudizio. Potrebbe essere un epifenomeno della materia, ma anche no. Io al momento mi oriento su questa seconda ipotesi, mi piace più l’idea che non sia possibile creare una coscienza dalla materia, quindi ad esempio che non sarà mai possibile creare un robot cosciente per quanto complessi siano i suoi meccanismi, per quanto possa emulare un cervello umano.
    Non condivido però che scoprire che la coscienza sia un epifenomeno cancellerebbe ogni forma di metafisica. Non cancellerebbe nemmeno il concetto di anima, e lo faccio capire con un esempio: se anche riproducessi la mia coscienza creando un cervello esattamente identico al mio in tutte le molecole, in tutte le connessioni neurali, persino copiando tutti gli stati delle particelle subatomiche che lo compongono, e anche ammettendo che quel cervello venga impiantato in un altro corpo, io sarei comunque in questo corpo, e quel cervello in un altro. Nel momento in cui io cesserei di esistere la mia coscienza cesserebbe di esistere con il corpo, non continuerebbe ad esistere in quell’altro cervello.
    Ecco cos’è l’anima secondo me, quel qualcosa di non trasferibile che siamo noi. È copiabile, forse, ma non saremo comunque noi. Ecco perché rido di fronte a chi si illude di proseguire la sua esistenza impiantando magari la sua coscienza in un computer.

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