Io ho cominciato ad utilizzare la AI 3 anni fa.
Devo ammettere che all'inizio credevo nella crescita esponenziale indefinita prima di capire con cosa avevo a che fare.
Ciò non toglie che per me è diventato uno strumento imprescindibile anche nella comprensione di testi complessi; sottolineo che non lo uso per farmi fare i riassunti ma studio come facevo prima e rielaboro le parti che non mi sono chiare, passo passo, servendomi di Claude.
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economia, modelli, mercato, finanza
Io continuo a non usare l'AI, l'unico uso indiretto è su Google e devo dire che mi è e mi è stata estremamente utile per cercare immediatamente cose che prima mi richiedevano tempo per aprire diverse pagine alla ricerca di quel che volevo.
Un uso proficuo dell'AI, in questo caso parlo dal punto di vista professionale, richiede un drastico cambio di approccio proprio a livello di pensiero su come giungere al risultato.
Io vedo che utilizzo un approccio da tecnico, quale sono sempre stato, del tipo: devo fare una certa roba, penso che mi serva un determinato pezzo di codice (di più o meno alto livello) e chiedo all'IA di generarmi la soluzione di massima.
Il "core" ovviamente lo devo rivedere varie volte (e varie altre mi rompo le balle e me lo scrivo da solo), ma il tempo lo risparmi comunque.
Ma questo approccio è superato, molto superato.
Perchè un utente finale "del mestiere", ma pure non tecnico la può usare in modo diverso, per esempio facendo così: ho un set di dati grezzi, lo passo all'AI e mi chiedo di tirar fuori una bozza di dashboard che metta in evidente certe metriche. E l'IA una roba del genere te la dà in autonomia. Magari imprecisa, certamente non da presentare al CEO, ma ce l'hai letteralmente in un amen.
L'utente finale riesce così ad avere subito un'idea di quel che si aspetta bypassando lo strato dei tecnici.
Ovviamente non puoi adottare un approccio del genere se devi raccogliere dati da tutti i dispositivi IOT che hai installato nel mondo, ma sarebbe già in grado di soddisfare un primo livello di analisi.
Il focus ovviamente si sposta sulla raccolta di dati decenti e lì temo che siamo ancora indietrissimo e l'IA centra poco (almeno per ora).
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Sono uno strumento utile in alcuni ambiti e un avanzamento tecnologico scientificamente interessante, ma hanno dei costi elevati e un mercato limitato, che li rendono essenzialmente antieconomici allo stato attuale, tanto che anche sugli abbonamenti a pagamento lavorano in perdita.
In risposta, anziché concentrarsi sulla specializzazione e la riduzione di costi (cosa che ha fatto almeno in parte solo Anthropic) c'è stata una esplosione di investimenti per inseguire il miraggio dell'AGI, una tecnologia talmente pervasiva da creare ricavi di migliaia di miliardi annui che avrebbero giustificato gli investimenti colossali degli ultimi anni e quelli ancora più colossali previsti entro fine decennio. Dopo aver rilanciato fino a questo punto diventa difficilissimo fermarsi.
Se i colossi che hanno finanziato gli investimenti prevalentemente con flussi di cassa liberi al massimo subiranno una compressione dei profitti futuri e un rientro degli assurdi rapporti p/e attuali, per gli altri l'esito di questo azzardo diventa una questione esistenziale.
Ultima modifica di snowaholic; 01/12/2025 alle 10:47
nytimes.com
Letto su internazionale tradotto, abbastanza creepy
"Intelligenze artificiali" tra virgolette - Wittgenstein
Qui invece un interessante flusso di pensieri sul tema AI da parte di Luca Sofri de Il Post
A corredo, c'è anche la risposta di ChatGpt all'articolo stesso:
Cosa dice ChatGPT dei miei pensieri sulle "intelligenze artificiali" - Wittgenstein
Ecco, questo è l'unico uso dell'AI che non riesco a capire/tollerare, vista l'infima qualità dei risultati restituiti da AI Overwiew di Google ogni volta che si fa una ricerca un minimo complessa/specialistica...Addirittura ho installato un'estensione per bloccarla quando sono "costretto" a usare Google. In compenso utilizzo ChatGpt e altre AI per semplificarmi il lavoro redazionale di determinati testi, ma il tempo che poi impiego per verifiche e correzioni (e anche per formulare le query) è significativo, anche se usare le AI lo accorcia notevolmente.
L'unica volta in cui mi sono affidato completamente all'AI per redigere un testo complesso, contenente molti dati, quella stessa AI (ChatGpt) ha restituito dati presi da fonti disomogenee/inattendibili e in un caso addirittura inventate... ho dovuto rivedere 20 tabelle inserite in quell'articolo a anche una manciata di grafici andando a leggermi tutte le fonti e riscrivere una buona parte dei paragrafi perché le considerazioni erano viziate dagli errori nei dati... "spannometricamente" l'intero lavoro di revisione mi ha richiesto (quasi) lo stesso tempo che mi avrebbe richiesto scrivere l'articolo se ne fossi stato il redattore al 100%...
Da allora in poi ho usato l'AI solo per "imbastire" l'eventuale struttura dei testi o per farmi redigere una bibliografia APA (ma i testi citati li scelgo io) o al limite, anche se non sono un informatico e ne capisco il poco che mi è necessario, se devo scrivere pezzi di codice.
P.S. vi garantisco che le query che avevo usato erano precisissime ma l'AI ha provato a chiudere dei "buchi" informativi perché probabilmente non aveva individuato una fonte per un determinato dato, inventandosene una di sana pianta, o almeno questo è il sospetto che ho avuto...
Ultima modifica di galinsog#; Ieri alle 08:34
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