Paolo Onofri è stato sputtanato in tutto e per tutto, è vero.Originariamente Scritto da Adriano 60
Credo che sia impossibile immaginare cosa possa provare un genitore che si vede rapire (e uccidere) un figlio e che viene sospettato di esserne il colpevole. Per di più mettendo in piazza ogni singolo punto d'ombra della sua vita.
Ma l'errore non è stato della magistratura, penso sia corretto vagliare tutte le possibilitÃ*, ed evidentemente quella era una pista plausibile.
Per la magistratura si è trattata di un'indagine, per i media direttamente di accuse. Sta qui la differenza. Ma credo che a quel padre, oggi, non gli importi nulla dello sputtanamanto mediatico. D'altra parte la TV accusa (e condanna) rapidamente ma altrettanto rapidamente riabilita (se vuole..). Il problema è che a quel padre è stato ucciso un figlio piccolo, non ci può essere nulla di peggio e nulla che possa dare conforto.
Un articolo dal Corriere:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/C...imarisio.shtml
Paolo Onofri, un uomo sommerso di sospetti per un mese
L’urlo al cielo del padre di Tommy
«Ho accolto Alessi in casa. La compagna si offrì come baby sitter»
Paolo Onofri confortato da don Giacomo Spini (a destra), il sacerdote che aveva battezzato Tommaso (Ansa)
«Sento tanto freddo, sto rabbrividendo». Paola Pellinghelli cammina nel giardino della casa di sua sorella a Martorano, rifugio e prigione di questo mese infinito e atroce. La televisione è accesa, il volume alto, si sente anche dal vialetto in giardino, suo marito Paolo cambia canale in continuazione, vuole sapere. «A me non interessa. Non provo niente verso queste persone che hanno arrestato. È gente a cui abbiamo aperto la porta, di cui ci siamo fidati. E loro ci hanno tradito nel modo più ignobile, portandoci via Tommaso. Ma a me interessa soltanto mio figlio». Sono le otto di sera. Paola non lo sa, ma dalla questura sono giÃ* partite le auto della Polizia. Senza sirene, perché ormai non c’è più fretta.
Oggi è il due aprile. Era la giornata che Paola aspettava più di ogni altra perché in questa ovatta senza notizie ci si aggrappava a tutto, isolati dal resto del mondo. «L’anno scorso fu una giornata terribile, ma anche bella. Al mattino Tommaso ebbe una crisi violentissima, eravamo pronti al ricovero in ospedale. Poi passò, e decidemmo di battezzarlo comunque. A sera arrivò la notizia della morte di Giovanni Paolo II, il mio Papa, l’uomo che più ho ammirato. Io ci credo a queste ricorrenze, sento che succederÃ* qualcosa di bello». La mamma di Tommaso parlava così, e nella sua voce sentivi che era tutto vero, che ci credeva. Pur di non far scendere l'oblio su suo figlio si era prestata a parlare con noi giornalisti, in fondo un mese è un mese, è una ricorrenza, e lei sapeva di essere l’ultimo spicciolo da spendere per far sì che si parlasse ancora di Tommaso, che la sua storia non finisse tra le brevi in cronaca.
SpunterÃ* fuori qualcuno, a dire che gli Onofri se lo sentivano, che avevano un presagio. Ma non è vero niente. Alle otto di ieri sera ci credevano, la parola svolta significava soltanto che Tommaso tornava a casa. Paola aveva concluso la sua telefonata dicendo che non voleva aggiungere altro, «perché sento che ci siamo, che mi riportano il mio bambino». Diceva che aveva freddo e voleva rientrare in salotto: «Magari alla donna che hanno arrestato vorrei dire soltanto: se sei stata tu, e sei hai dignitÃ* di essere umano, ti prego, rimandamelo a casa. Null’altro». La madre di Tommaso è una donna che dice frasi così. «Perché io sono una persona semplice. Nella vita ho sempre voluto fare una cosa soltanto: la mamma».
Questa giornata passata davanti a due elettrodomestici come fossero oracoli, radio e televisione che rimbombavano, per lei era soltanto un interludio tra lei e Tommaso di nuovo insieme. Alla stessa ora, Paolo Onofri era il negativo della foto calma di sua moglie. Il padre di Tommaso sacramentava e sprizzava furore al telefono, ogni suo gesto trasudava rabbia. «Non solo Alessi, ma anche sua moglie. È mostruoso. Quell’uomo è sempre stato irreprensibile con me. E adesso scopro che era il suo modo di fottermi, di conquistare la fiducia di una persona per raccogliere le informazioni che gli servivano. È pazzesco».
Sul nome di Onofri da tre settimane è come si ci fosse sempre stato un asterisco, una nota a piè di pagina che elencava i suoi peccati di uomo imperfetto. La polizia, i magistrati, noi giornalisti lo abbiamo sommerso di sospetti. Per via di quelle foto, dei suoi silenzi che significavano soltanto che non sapeva darsi una spiegazione, che qualunque suo peccato era niente in confronto a un figlio malato che ti viene portato via davanti agli occhi. Aveva capito, e aveva anche perdonato. Il suo furore di ieri sera non era rivolto ai sospetti che lo avevano avvolto, le rivelazioni sulla sua vita privata, quello che lui chiamava «lo sputtanamento totale». Era furore rivolto a se stesso, un padre che non aveva capito. «Una domenica di novembre cominciò a piovermi in casa - raccontava ieri all’ora di cena -, e non sapevo dove sbattere la testa. Chiamai Alessi, anzi, Mario, perché ormai eravamo passati al tu. Gli chiesi cosa potevo fare, non pretendevo certo che venisse. Lui mise giù il telefono e dopo mezz’ora era in solaio che rattoppava i buchi del soffitto. Fu un gesto che mi colpì molto, pensai addirittura che era una bella persona, questo bastardo».
Onofri aveva capito che Alessi c’entrava. Ne era sicuro, era due settimane che lo ripeteva. Da quando lo aveva visto intervistato a Matrix. «A un certo punto ha detto questa frase: "Io ho una faccia sola, speriamo che altri non ne abbiano due". Mi si è raggelato il sangue, sai quando all’improvviso ti illumini? Questo sta lanciando un messaggio, mi sono detto, ma allora è stato davvero lui». Il padre di Tommaso l’aveva capito prima di tutti noi, che stavamo ancora lì a gingillarci con il riciclaggio, con i bollettini dei detenuti, con tutte queste briciole raccolte dal silenzio di investigatori che giravano impotenti come falene attorno ad una lampada. L’appestato, il pedofilo, «l’uomo intorno a cui ruota tutta l’indagine», e questa frase l’abbiamo scritta tutti, l’unico padre al mondo a cui hanno portato via un figlio e deve attaccarsi al Televideo per avere notizie fresche, perché lui è «oggetto di indagini».
Passava le sue notti in macchina, nel parcheggio di Martorano, per non disturbare sua moglie con le sigarette, per non farle sentire la sua testa che ronzava. Ieri alle otto di sera Paolo Onofri urlava al telefono, si sentiva ancora pieno di energia: «E guarda, c’è una cosa che mi fa incazzare più di tutto. Io conosco anche la sua compagna, la donna di Alessi. Divento matto se ci penso. Una domenica è venuta da noi con suo figlio, si è messa a spazzare il cortile. Tommaso le girava intorno, giocava con la macchinina, e si era anche offerta, ci aveva chiesto se poteva fargli da baby-sitter. Sono furioso, fuori di me. Ma guarda, in fondo ha ragione mia moglie, non me ne frega davvero nulla, perché adesso davvero me lo devono trovare, Tommaso a questo punto me lo devono riportare».
In queste settimane Onofri stava in piedi a tranquillanti che calmavano il vulcano che aveva dentro, ma non aveva mai smesso di sperare: «Io sono un ottimista, sempre e comunque. Penso che il mondo sia meno peggio di come ce lo raccontate voi». Si aggrappava a questo due aprile, al ricordo del Papa e alla maga del lago, quella Busi che si era giocata il suo gettone di notorietÃ* tranquillizzando la famiglia. Ancora ieri sera il padre di Tommaso ne parlava dicendo «che quella donna ci ha preso su tutto». Ha sbagliato soltanto il finale, che è andato così, un finale dove gli innocenti muoiono uccisi a bastonate, e a pensarci bene non c’è neppure un perché. Alle nove di ieri sera Paolo Onofri ha saputo ed è uscito in cortile e si messo a urlare «no» al cielo, cos’altro poteva fare. Oggi è il due aprile, l’anniversario del battesimo di un bambino che aveva 18 mesi, della scomparsa del Papa. Ed è una giornata senza senso, senza niente da dire, una giornata che avresti voglia soltanto di andare a casa ad abbracciare le persone che ami.
Marco Imarisio
02 aprile 2006
Mi dispiace ma l'errore E' stato anche della magistratura nel voler mettere in piazza scampoli di indagini sul sequestro del piccolo.Originariamente Scritto da belli83
La magistratura, in quanto tale dovrebbe essere tenuta al più stretto riserbo, sia a protezione dell'indagato, sia per la buona riuscita delle indagini stesse.
Faccia poi tutte le indagini che ritiene opportune, in tutte le direzioni, ci mancherebbe.
Io mi vergognerei, fossi un magistrato che ha lasciato trapelare certi filoni d'indagine o fossi un giornalista che ci ha ricamato sopra!
E questo è solo uno dei moltissimi casi a cui quotidianamente abbiamo la sventura di assistere, ovvero: il processo in piazza prima che si sia tenuto regolarmente in un tribunale.
La cosa più bella della neve? Il silenzio che l'accompagna nella caduta. Un silenzio non imposto, che dovrebbe essere la norma e invece è l'eccezione, tanto da gridare alla "calamità naturale". Forse non è la neve, ma il silenzio ad essere visto con sospetto. Nel silenzio si ascolta, nel silenzio si ragiona. Il silenzio, come la neve, non è noia, è gioia. Dovrebbe nevicare più spesso.
Assolutamente d'accordo. Trovo disgustosa questa continua fuga di notizie durante le indagini.Originariamente Scritto da Adriano 60
io ho vomitato sul sedile di un 737 AF (per chi non è pratico af=air france). figo, no? (Fedex dixit)
giÃ*.Originariamente Scritto da strauch67
come anche il venire a sapere dalla TV che il proprio figlioletto è stato ammazzato![]()
Villar Perosa, B.ta Casavecchia (TO) 630 m
Villanova C.se (TO) 376 m slm
Riporto su questo thread per puntualizzare alcune cose.Originariamente Scritto da Adriano 60
Ho giÃ* detto che Paolo Onofri è stato sputtanato, e ciò non è giusto. C'è però da dire che l'obiettivo dichiarato e assolutamente primario di tutti gli inquirenti era quello di ritrovare in vita il piccolo Tommaso. In virtù di questo, sono disposto ad accettare che avvengano delle fughe di notizie. Bisogna anche tener conto che a questo caso hanno necessariamente dovuto lavorare una quantitÃ* enorme di persone e di istituzioni, mi sembra normale (e dico normale, non giustificabile) che le notizie sfuggano, vista anche la pressione mediatica e dell'opinione pubblica tutta su questa vicenda.
Comunque si dovranno tirare le somme su tutta la vicenda, una volta arrivati alla fine dell'inchiesta, visto che allo stato attuale molte cose non sembrano essere credibili, a partire dalle circostanze e dalle motivazioni dell'uccisione del piccolo.
Di certo i media dovrebbero stare attenti a ciò che diffondono, senza ricercare i sensazionalismi a tutti i costi, difetto che grava sulla gran parte delle testate nazionali. Per fortuna io riesco a farmi un'idea completa e obiettiva della vicenda grazie alle tv locali che stanno facendo un buon lavoro..
Vero. Questa è stata la colpa più grave di magistratura e tv. Dei primi che dovevano prima di tutto informare la famiglia degli sviluppi, dei secondi perchè prima di diffondere la notizia, anche se trapelata, dovevano informarsi se la famiglia era giÃ* stata avvisata.Originariamente Scritto da roby4061
Mi dispiace ma non concordo proprio per nulla!Originariamente Scritto da belli83
Il fatto di ritrovare in vita il piccolo Tommasso doveva avvenire a prescindere dall'accusare ingiustamente chicchessia, dandolo per giunta in pasto all'opinione pubblica.
La cosa più bella della neve? Il silenzio che l'accompagna nella caduta. Un silenzio non imposto, che dovrebbe essere la norma e invece è l'eccezione, tanto da gridare alla "calamità naturale". Forse non è la neve, ma il silenzio ad essere visto con sospetto. Nel silenzio si ascolta, nel silenzio si ragiona. Il silenzio, come la neve, non è noia, è gioia. Dovrebbe nevicare più spesso.
Attenzione, cerca di capire bene il senso del mio messaggio, onde evitare fraintendimenti spiacevoli.Originariamente Scritto da belli83
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Cosa avresti fatto tu nei panni di quella persona?
TI portano via un figlio, malato.
Non sai niente, i rapitori non si fanno sentire.
Ad un certo punto, a causa di alcune negligenze passate, vieni improvvisamente trasformato (di fronte a una nazione intera con il fiato sospeso) da vittima a presunto carnefice.
Doveva forse evitare di scaricare certe foto?
Domanda: sempre mettendoci nei panni del padre, saremmo sicuri che ad un eventuale controllo da parte della polizia i nostri PC risulterebbero immacolati(non sto parlando nello specifico di immagini pedo*****grafiche, ma di qualsiasi cosa sia illegalmente scaricabile da internet)?
Ripeto, fossi nei panni del padre, farei partire una serie di denunce e di querele che mi terrebbe occupato da qui al 2020.
Stefano Giorgetti
always looking at the sky
Miiinchia se quoto!!!Originariamente Scritto da djordj
Particolarmente la frase in neretto!![]()
La cosa più bella della neve? Il silenzio che l'accompagna nella caduta. Un silenzio non imposto, che dovrebbe essere la norma e invece è l'eccezione, tanto da gridare alla "calamità naturale". Forse non è la neve, ma il silenzio ad essere visto con sospetto. Nel silenzio si ascolta, nel silenzio si ragiona. Il silenzio, come la neve, non è noia, è gioia. Dovrebbe nevicare più spesso.
Siamo d'accordo... ovviamente tutti hanno i propri scheletri, piccoli o grossi, nell'armadio (o nell'hard diskOriginariamente Scritto da djordj
)
Non sto dicendo che l'Onofri sia stato sputtanato giustamente e nemmeno che quanto è successo sia stato giusto. Dico solamente che è comprensibile, per i motivi citati nei post precedenti, che vi siano state fughe di notizie.
SarÃ* che ho seguito la vicenda in maniera molto poco gossipara e con fonti più dirette rispetto a quanto offerto dai tg nazionali.
Poi ognuno la pensa come crede, ci mancherebbe... Rispetto e comprendo la tua opinione e quella di Adriano, che comunque non sono molto distanti dalla mia.
E poi l'inchiesta è lontana dalla sua vera conclusione. La storia, a parte la certezza del tragico epilogo, non è ancora stata chiarita... vedremo!
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