se vi puo' interessare...magari alcuni di voi ne fanno uso

da miaeconomia.com
Prestito sì, ma solo con lavoro stabile

(15/03/2006)

Giovane, con contratto a tempo indeterminato e residente nel Nord Italia: queste alcune delle caratteristiche del richiedente-tipo un prestito per l’acquisto di beni o, soprattutto, per la ristrutturazione della casa.
PrestitiOnline, l’operatore online che studia le migliori offerte di finanziamento, ha analizzato il mercato tra il 2002 e il primo bimestre 2006 anche dal punto di vista delle tipologie di beni per i quali il prestito viene richiesto.
Gli italiani chiedono finanziamenti soprattutto per ristrutturare l’abitazione (16,6%), nonché per pagare le spese di matrimonio e altre celebrazioni, ma solo nel 2,2% dei casi. La maggior fetta dei prestiti serve poi per coprire l’acquisto di mobili (13,7%); per comprare l’auto a chilometraggio zero o usata (11,2% e 10,7% rispettivamente). Meno frequenti le richieste di prestiti per le vacanze e le spese mediche (4% e 3,4%). Molti infine si indebitano per prestiti non finalizzati (il 15,3%).
Quanto alla durata dei prestiti, i più richiesti sono quelli a medio-termine: 4 e 5 anni (rispettivamente nel 20,9% e nel 25,3% dei casi). Poco appeal sembrano avere invece i finanziamenti a breve, che prevedono rate più pesanti, ma sono alla fine più costosi, perché appesantiti da maggiori interessi. Quelli a 18 mesi rappresentano infatti solo il 4,7% del totale.

Quanto alla distribuzione territoriale, le domande maggiori arrivano dal Nord d’Italia (42,6% sul totale), segue il Sud e le Isole (34,8%), mentre fanalino di coda risulta essere il Centro della Penisola (22,6%).
L’ammontare richiesto si aggira mediamente tra i 5.000 e i 10.000 euro (32,7%del totale), mentre nel 5% dei casi la somma non supera i 2.500 euro e nell’8,6% è di oltre 25.000 euro.
Dal 2002 a oggi, si legge nell’analisi condotta da PrestitiOnline, le somme chieste a prestito sono aumentate, passando da 9.700 a 11.800 euro.
E se una gran fetta di richiedenti ha tra i 26 e i 35 anni (34%), gli adulti ultra cinquantenni rappresentano appena il 7,9%.
Il dato più evidente è che nel 65,2% dei casi chi richiede ha un contratto a tempo indeterminato e un reddito compreso tra i 10.000 e i 20.000 euro (57,6%), mentre solo nel 3,4% dei casi supera i 50.000 euro.

Ad analizzare questi due dati emerge quindi che la maggioranza di chi si indebita preferisce avere una situazione lavorativa stabile, mentre chi ha disponibilitÃ* economica preferisce pagare gli acquisti un’unica soluzione


Gli italiani continuano ad indebitarsi

(16/03/2006)

Cresce al ritmo del 18,5% il credito al consumo in Italia. Da settembre 2004 allo stesso mese del 2005 - secondo i dati illustrati al Convegno “Consumer credit 2006” organizzato dall’Associazione bancaria e da Assofin - le consistenze di questo tipo di finanziamento sono passate da 57,9 a 68,7 miliardi di euro.
Dati che fotografano una situazione chiara: sta cambiando l’approccio degli italiani al credito al consumo e, di conseguenza variano anche le abitudini di spesa. I cittadini ora puntano di più ai cosiddetti consumi di cittadinanza: salute, casa, istruzione e qualitÃ* della vita. Un tipo di prestiti che - spiega l’Abi - viene sempre più inteso come forma di pagamento capace di soddisfare immediatamente le proprie esigenze e consente poi di ottimizzare la gestione del budget familiare. In altre parole, dopo i crack finanziari sono ancore vivi nei cittadini angosce e timori che impediscono di tornare ad investire. Blocco a cui si aggiunge anche un altro fattore: per salvaguardare la ricchezza investita in attivitÃ* finanziarie, i consumatori preferiscono non smobilizzare i capitali: una scelta che potrebbe infatti rendersi poco conveniente.
I prestiti alle famiglie sono diventati inoltre anche strategici perché - ha spiegato il Direttore centrale dell’Abi, Domenico Santececca - spingono i consumi e aiutano la ripresa dell’economia. Il mercato italiano dei finanziamenti sta riducendo il gap con il resto d’Europa, dove ci sono mercati più maturi.
Le distanze sono però ancora ampie: la quota dell’ammontare dei finanziamenti italiani rispetto all’aerea euro si colloca infatti su valori contenuti: a fine 2004 questo valore era al 6,8%, inferiore a quello della Gran Bretagna (30,1%), della Germania (26,4%) della Francia (14,9%).
Esistono dunque ampi margini di miglioramento e ciò è dimostrato dal rapporto tra il credito al consumo e il Pil che in Italia è appena al 4,5 %, contro il 7,5% della Spagna, circa l’8% della Francia, l’11% della Germania e quasi il 16% del Regno Unito.
L’Europa orientale resta, comunque, la nuova frontiera di sviluppo per le banche italiane nel settore del credito al consumo. Nei dieci paesi che si apprestano a fare il loro ingresso nell’Unione europea, in particolare, il rapporto delle consistenze di prestiti alle famiglie rispetto al prodotto interno lordo è ancora particolarmente basso. Con l’eccezione della Polonia (6,1%) questa percentuale è ovunque inferiore al 3%.
Ma, conclude il Direttore centrale dell’Abi, la cessione del quinto dello stipendio rappresenta un’ulteriore opportunitÃ* di sviluppo per il credito al consumo dal momento che proprio in questi mesi il ricorso ai prestiti si sta aprendo anche ai lavoratori atipici e agli immigrati.