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  1. #1
    Burrasca L'avatar di inocs
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    Predefinito Travaglio e le elezioni 2006

    IL CAIMANO E LE MOZZARELLE
    di Marco Travaglio
    Il Caimano c'è: è una brutta bestia, ha sette vite, è risorto un'altra volta dalle sue ceneri. Non c'è la Mortadella, che s'è rivelata una Mozzarella ed è riuscita a resuscitarlo per l'ennesima volta. Quando si vince per meno di 30 mila voti su 30 milioni dopo aver condotto per mesi la campagna elettorale con molti punti di vantaggio, c'è poco da appigliarsi al premio di maggioranza scattato per la Camera. Quando si pareggia contro un centrodestra che ha portato il Paese al più grave disastro della sua storia, c'è poco da recriminare sulla legge elettorale, alias "porcata". Quando al Senato si resta indietro di 300 mila voti e si è costretti a mendicare un voto da un Andreotti e da un Cossiga, c'è poco da sperare in un governo solido e duraturo. Quale che sia la conseguenza tecnico-istituzionale che questo pareggio sortirÃ* nei prossimi giorni e che al momento non possiamo prevedere (questo giornale chiude nella notte tra lunedì 10 e martedì 11 aprile), bisogna onestamente riconoscere che, se il centrodestra è stato bocciato, il centrosinistra non è stato promosso. E farebbe bene a non nascondersi dietro i numeretti e i tecnicismi, ma ad aprire immediatamente un severo e impietoso esame di coscienza. Un governo così indecente, catastrofico e impopolare, dunque così facile da battere, non era mai capitato ad alcuna coalizione in Europa, né probabilmente capiterÃ* mai più. Superarlo di poche migliaia di voti alla Camera e farsene addirittura battere al Senato non è un successo esaltante. E' una magra consolazione, la consolazione dei dannati. L'unico elemento positivo è che Silvio Berlusconi non tornerÃ* a Palazzo Chigi. Per il resto, c'è solo da sperare che il governicchio di Prodi duri il più a lungo possibile. Concentrandosi su pochi obiettivi urgenti, quelli che accomunano le varie anime dell'Unione, e accantonando i temi meno centrali, che la dividono. Circondando Prodi di una scorta umana che lo protegga dalle mire ricattatorie di questo o quel partito. Respingendo le tentazioni di inciucio con l'Udc (il partito di Cuffaro) o addirittura con Berlusconi, il quale non chiede di meglio che sedersi intorno a un tavolo purchessia per "dialogare" e mercanteggiare su qualunque favore in cambio delle solite contropartite giudiziarie e affaristiche. E soprattutto, visto che le prossime elezioni non saranno fra cinque anni ma -temiamo- molto prima, concentrare le energie per una draconiana legge sul conflitto d'interessi. Per evitare di ritrovarci, la prossima volta, il solito uomo solo al telecomando. Intanto, recitare il mea culpa e trarne le conclusioni del caso. Il capitolo delle colpe infatti è piuttosto lungo, quasi quanto le 281 pagine del programma dell'Unione.
    1) Mentre il Caimano imperversava in tutt'Italia, su tutti i giornali, su tutte le tv, andando a strappare i voti uno per uno negli angoli più reconditi del Paese, le Mozzarelle si cullavano nella certezza di una vittoria schiacciante (illusi da soloni come il professor Ceccanti, il quale giudicava "matematicamente impossibile" quel pareggio al Senato che puntualmente s'è verificato). Complice il suo monopolio illegale sulle televisioni, la campagna elettorale l'ha fatta il Cavaliere solitario, da solo. Gli altri pensavano ai posti da spartire, alle poltrone da assicurare a mogli, parenti, famigli, amici degli amici.
    2) Si sono gettati via molti voti utili, impedendo all'unico valore aggiunto dell'Unione, Romano Prodi, di far fruttare il suo contributo. Al Senato s'è gettata la maggioranza alle ortiche perché il signorino Rutelli ha impedito che anche lì, come alla Camera, si presentasse la lista dell'Ulivo, che alla Camera ha totalizzato molti più consensi della misera sommatoria dei Ds e della Margherita. In entrambe le Camere si sono buttati dalla finestra altre migliaia di voti, sbattendo la porta in faccia alle tante liste civiche che chiedevano soltanto di potersi apparentare alla coalizione: il tutto perché Prodi non ha avuto il coraggio di imporsi e perché i maggiori azionisti della sua alleanza, Ds e Margherita, non volevano rischiare qualche centimetro quadrato del proprio orticello.
    3) Si sono pagati prezzi altissimi per inseguire i Pannella e i Capezzone nelle loro bizzarrie, in cambio del modesto 2 e qualcosa per cento della Rosa nel Pugno, il partito tutto mediatico che ha raccolto poco più di quel che avrebbe totalizzato lo Sdi. Si è addirittura corso dietro a nullitÃ* come i socialisti di Bobo Craxi, neutralizzando segnali importanti come le candidature di Gerardo D'Ambrosio e Furio Colombo, ignorando offerte di collaborazione di un pezzo importante di intellettualitÃ* e societÃ* civile, come quello rappresentato da Paolo Sylos Labini, Elio Veltri e Giulietto Chiesa.
    4) Ci si è attardati appresso a polemiche ormai sterili sulla legge elettorale-porcata anziché sfruttarla come un'occasione imperdibile per chiamare gli elettori a scegliere i candidati con una grande campagna di primarie, che avrebbe valorizzato e galvanizzato i 4 milioni e mezzo di italiani che erano corsi ai gazebo per "investire" l'aspirante premier.
    5 )Si sono così presentate liste a tratti deludenti, a tratti imbarazzanti, con capilista giurassici come Ciriaco De Mita, personaggi inquisiti come Crisafulli in Sicilia e De Luca in Campania, o condannati come Carra della Margherita, o prescritti come De Piccoli della Quercia, escludendo nomi forti come Nando Dalla Chiesa ed esiliando in zone grigie combattenti come Beppe Giulietti.
    6) Si è ceduto alla vanitÃ* televisiva, assecondando così (con l'eccezione di Prodi) l'ansia di presenzialismo del Cavaliere. Mentre il Professore, giustamente, limitava al minimo le presenze in video per contestare anche visivamente lo scandalo del monopolio in mano al suo avversario, disertando gli studi di Mediaset, gli altri vanesii leader e leaderini facevano a gara a sfidare a duello il Cavaliere, consentendogli di realizzare quel giudizio di Dio, quel referendum pro o contro se stesso che è stato fin dall'inizio lo scopo della sua campagna solitaria.
    7) Una tragica sottovalutazione del fattore-tv come vettore di voti, frutto di una vecchia arretratezza culturale e di un'annosa "sindrome da puzza sotto il naso" che porta la sinistra a non comprendere, e dunque a rifiutare uno studio attento delle tecniche di comunicazione televisiva più efficaci. Si pensa che la tv sia un posto da occupare, si piange quando lo occupa il Cavaliere, ma non ci si domanda mai come usarlo quando - sia pure in condizioni di minoritÃ* e di impar condicio - se ne dispone. E, soprattutto, si trascura l'effetto devastante della scomparsa dei fatti dalla tv berlusconiana, dell'asservimento dell'informazione con l'espulsione di tutte le voci libere, della sterilizzazione delle notizie e dei temi scomodi. Col risultato di sottoporsi alla demonizzazione berlusconiana a base di accuse false, rinunciando a priori a rispondere con una demonizzazione a base di notizie vere.
    8) Gli errori di comunicazione del centrosinistra sono noti, ma solo ora se ne possono apprezzare le devastanti conseguenze nel consentire la rimonta del Cavaliere e nel disperdere il cospicuo vantaggio accumulato per cinque anni fino a due mesi dal voto. Un programma interminabile, verboso e illeggibile. Un messaggio confuso, contraddittorio e cacofonico sul tema cruciale delle tasse, al quale il premier rispondeva regolarmente con un messaggio netto e univoco: il suo. Una squadra di consiglieri e "spin doctor" a dir poco dilettantesca, che non è riuscita a escogitare un solo slogan efficace per dare l'idea del progetto di governo dell'Unione (l'unico messaggio a bucare il video, quello del "cuneo fiscale", non l'ha capito nessuno) o per far sognare la gente. Nemmeno quando è partita la campagna delinquenziale del centrodestra per gabellare il centrosinistra come il governo delle tasse. Il risultato è che Berlusconi era sempre all'attacco, e l'Unione sempre in difesa. Lui la lepre, gli altri gli inseguitori. Lui accusava, loro rispondevano che non era vero. Ma l'agenda la dettava lui per tutti, anche per i suoi trafelati avversari. I quali avrebbero potuto impugnare le bandiere della legalitÃ*, della pulizia, della libertÃ* d'informazione, dell'ambiente, insomma di una rivoluzione liberale, invece hanno sprecato il loro tempo a rincorrere la lepre, promettendo moderatismo e continuitÃ* a un elettorato ansioso di novitÃ* e radicalitÃ*.
    9) Mentre il Cavaliere s'è concentrato su poche parole d'ordine, rinviando a dopo il voto le fumisterie del partito unico del centrodestra, a sinistra si perdevano energie e tempo prezioso a discettare di Partito Democratico. Un progetto che ricorda sempre più le tragicomiche vicende della "Cosa 2" di dalemiana memoria, visto oltretutto il misero risultato raccolto dai suoi aspiranti fondatori: il deprimente 18 per cento dei Ds, come l'imbarazzante 10 per cento della Margherita, è un ottimo motivo per non riparlarne mai più. E per inventare qualcosa di più appetibile per gli elettori. Magari ripescando l'idea del Grande Ulivo che tante ironie aveva suscitato fra gli strateghi del riformismo senza riforme quando Romano Prodi l'aveva lanciata. Quanti altri fallimenti dovranno collezionare i Fassino e i Rutelli, cioè i grandi sconfitti del 2001, per cedere il passo a qualcuno più vincente di loro? Non dev'essere poi così difficile trovarlo: si parte quasi da zero.
    Alla fine dei conti, si ritorna sempre lì: non in piazza Santi Apostoli, ma in piazza Navona. La piazza Navona del febbraio 2002, quando Nanni Moretti, prima di occuparsi dei Caimano, si occupò molto opportunamente delle Mozzarelle. E urlò: "Con questi dirigenti non vinceremo mai". SarÃ* il caso di replicarlo in tutti i cinema d'Italia, quel film. "Con questi dirigenti non vinceremo mai". Presto o tardi, più presto che tardi, è ora che vadano a casa.
    Moltissime cose sono condivisibili a mio parere
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  2. #2
    Vento fresco L'avatar di tifernate
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    Predefinito Re: Travaglio e le elezioni 2006

    .......riassunto, metteno tristezza entrambi gli schieramenti, uno per quello che è l'altro per quello che non è.
    Citta' di Castello(PG):
    http://www.tifernometeo.tk/

  3. #3
    Burrasca L'avatar di inocs
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    Predefinito Re: Travaglio e le elezioni 2006

    Par condicio, messa più sul ridere però, dalla rubrica "bananas" sempre di Marco Travaglio

    Prima di sciogliersi nell'acido, questa rubrica intende tributare tutta la solidarietÃ* di cui è capace a Bellachioma.

    Troppo impegnato a cercare ******** e complotti nel campo avversario, non s'è accorto dei ******** e dei complotti tutt'intorno a lui.
    Un autentico complotto dei ******** che gli è costato la sconfitta e ora lo costringe a mendicare un governissimo per salvare un'altra volta la sua roba dalle mire dei terribili comunisti.

    Il fattore C.
    Che la legge elettorale fosse una porcata l'aveva riconosciuto, col giusto orgoglio, il suo autore Roberto Calderoli.
    Solo che l'odontoiatra di Bergamo, l'uomo che ha riattizzato i fuochi di guerra fra l'Italia e la Libia a 96 anni dalla campagna di Tripoli, pensava di aver fatto una porcata contro la sinistra. Non poteva immaginare di averla fatta contro la destra, cioè contro se stesso. Un'autotrappola degna del Wile Coyote.
    Grazie al Wile Coyone padano, l'Unione perde dell'1,3 per cento al Senato ma pareggia i senatori e, quel che è peggio, con lo 0,07 per cento di vantaggio alla Camera (25 mila voti: poco meno dei pazienti di Calderoli) incassa un favoloso premio di maggioranza di 70 deputati (uno ogni 350 voti).
    Un vero genio.
    Vista la sua passione per le t-shirt, un gruppo di giovani ulivisti gliene ha preparata una nuova, rigorosamente verde: al posto di Maometto c'è la sua faccia, con la scritta: «Sono un coglione».

    Il fattore T.
    ChissÃ* quanto ha speso di aerei, negli ultimi dieci anni, il camerata Mirko Tremaglia. Svolazzava leggiadro fra Little Italy e la Terra del Fuoco, da Broccolino alle foreste aborigene, senza dimenticare il decisivo collegio dell'Antartide, a coccolarsi gl'italiani all'estero. E quando finalmente ottenne la legge per farli votare, si sciolse in lacrime come un bambino.
    Sembravano tutti con lui, gl'italiani all'estero. Lo baciavano, lo festeggiavano, lo pavesavano di bandiere tricolori, gli offrivano gli spaghetti al sugo e le torte della mamma. Poi però, appena ripartiva, leggevano i giornali stranieri, non avevano la fortuna di vedere "Porta a Porta" e "Otto e mezzo", e venivano spesso presi in giro nei rispettivi paesi per il fatto di essere rappresentati da quella barzelletta vivente di Bellachioma. Insomma, si vergognavano.
    Così, appena ricevuta la scheda per posta, han provveduto a liberarsene votando in massa Unione.
    Intanto il vecchio ragazzo di Salò, ignaro di tutto, candidava financo Rita Pavone e giurava al Caimòna:
    «Su 6 seggi al Senato degl'italiani all'estero, 4 ce li prendiamo noi»
    (La Stampa, 9-4-2006).
    Si sa poi com'è andata: 5 a Prodi, 1 alla Cdl.
    Grazie di cuore, camerata.

    Il fattore Psdi.
    Bellachioma batteva gli studi televisivi di tutt'Italia, palmo a palmo, giorno e notte, senza un attimo di respiro. Ma chi gli stava intorno dormiva.Compresi gli splendidi Legionari Azzurri di Previti e i Dell'Utri Boys. Nessuno s'è accorto dell'esistenza di un redivivo Partito socialdemocratico. E dire che Lui si era tanto raccomandato: «Non si butta via niente». Tant'è che aveva reclutato la nuova Dc di Gianfranco Rotondi, il nuovo Psi di Stefania Craxi, da non confondere con il nuovo Psi di Gianni De Michelis, il nuovo Pli di Altissimo, il nuovo Pri di La Malfa, il nuovo Psdi di Luigi Preti.Aveva messo in piedi un Pentapartito Bonsai, una specie di Minitalia del Caf, allargato per l'occasione ai neofascisti e ai neonazisti.
    Purtroppo il ricordo dei bei tempi di Tangentopoli non ha granchè appassionato gli elettori, sventuratamente insensibili anche al richiamo dei saluti romani, delle svastiche e delle croci runiche. Intanto, zitto zitto, s'avanzava il secondo Psdi-bis, con il suo segretario nazionale, l'ottuagenario Giorgio Carta, giÃ* al fianco dei mitici Tanassi e Nicolazzi. Il quale, ingiustamente ignorato dalla Casa delle LibertÃ*, s'è schierato col centrosinistra e gli ha portato in dote qualche migliaio di preziosi voti. Fortebraccio, se fosse qui, sarebbe orgoglioso dei compagni socialdemocratici.

    Il fattore P.
    Si chiama Giorgio Panto, è di Treviso, porta gli occhiali con le alette ai lati e la dolcevita come "il Perego", immortale personaggio di Antonio Albanese. Ma, diversamente dal Perego, non produce Eternit: costruisce infissi per porte e finestre e possiede tre televisioni.
    Quelli della Cdl, spiritosi, han tentato di oscurarlo per conflitto d'interessi.
    Lui ha resistito.
    Ha presentato la sua lista, Progetto NordEst, contro destra e sinistra: 90 mila voti.
    Ne bastava un terzo, al Caimona.
    Pazienza.

    Il Fattore M.
    In Sicilia, almeno lì, non s'è perso un voto.
    Nell' ultimo casolare di Binnu Provenzano, la polizia ha trovato i volantini elettorali di Totò Cuffaro.
    Ecco perché hanno atteso martedì, per arrestarlo: per dargli il tempo di votare.

    Greetings from Mars ...
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  4. #4
    Uragano
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    Predefinito Re: Travaglio e le elezioni 2006

    Da applausi entrambi i "pezzi".
    Ciao.
    Max
    "We are all star people, from the dust we came and to the dust we shall return. So let's celebrate Love. Ciao Mamma.

  5. #5
    Uragano L'avatar di roby4061
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    Predefinito Re: Travaglio e le elezioni 2006

    grandioso!!

    e po mi vengono a dire che travaglio è un comunista
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  6. #6
    Uragano L'avatar di FunMBnel
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    Predefinito Re: Travaglio e le elezioni 2006

    Condivisibile al 98% il primo pezzo del quale abbraccio virtualmente i punti 7 e 8 che potrei averli scritti direttamente io (non bene come lui, ovviamente).

    Il secondo invece è in chiave comica sulle scelte del cdx per queste elezioni. Comica, ma vera, quindi da scompisciarsi.

  7. #7
    Vento fresco L'avatar di Pietro Calabrese
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    Predefinito Re: Travaglio e le elezioni 2006

    Citazione Originariamente Scritto da inocs
    Moltissime cose sono condivisibili a mio parere
    Per me tutto. Rispecchia fedelmente il mio pensiero espresso in diversi Thread, tanto da sembrare, per qualcuno, un "destrino"

  8. #8
    Uragano L'avatar di roby4061
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    Predefinito Re: Travaglio e le elezioni 2006

    Citazione Originariamente Scritto da Pietro Calabrese
    per qualcuno, un "destrino"
    lo è.

    travaglio è di destra.
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  9. #9
    Vento fresco L'avatar di Pietro Calabrese
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    Predefinito Re: Travaglio e le elezioni 2006

    Citazione Originariamente Scritto da roby4061
    lo è.

    travaglio è di destra.
    Scusa, parlavo di me

  10. #10
    Tempesta L'avatar di StefanoBs
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    Predefinito Re: Travaglio e le elezioni 2006

    Citazione Originariamente Scritto da Pietro Calabrese
    Per me tutto. Rispecchia fedelmente il mio pensiero espresso in diversi Thread, tanto da sembrare, per qualcuno, un "destrino"
    Travaglio è sempre stato di destra. Almeno da quanto ne so io ...
    L'alba del 29 Dicembre 2005...
    ...questa meraviglia della natura, colori che sembrano dipinti da una mano divina...questa alba è un soffio che ti entra nell'anima e non può che farti respirare felicità.

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