Sabato pomeriggio, ad un incontro pubblico tenutosi qui a Lucca, hanno partecipato un gruppo di liceali israeliani diciottenni, che tra due mesi saranno chiamati alle armi. Questi ragazzi si rifiutano di prestare servizio militare ed hanno scritto una bellissima lettera, che vi posto sotto, per motivare la loro obiezione di coscienza. Andranno sotto processo, sono pronti a subire le conseguenze del loro gesto. Se sarÃ*, per così dire, accertato, che la loro obiezione è causata da motivazioni politiche (come è), ovvero dall'opposizione alla politica israeliana nei territori palestinesi, potranno anche finire in carcere.
Tanto di cappello a queste persone.

ciao

nicola

Noi, ragazze e ragazzi, cittadini israeliani che crediamo nel valore della democrazia, dell’umanesimo, e del pluralismo, annunciamo che rifiuteremo di prendere parte alla politica di occupazione e di oppressione decisa dal Governo israeliano.
Le nostre origini sociali sono diverse, ma siamo tutti d’accordo che questi valori siano la base per l’esistenza di una societÃ* giusta. Ogni persona ha il diritto alla vita, all’uguaglianza, all’onore, alla libertÃ*, che sono i diritti fondamentali dell’uomo. Il nostro obbligo civile e morale è operare in favore di questi diritti, rifiutando di partecipare alla politica di occupazione e oppressione.
L’occupazione porta alla perdita dell’umanitÃ* e di molte vite umane. Colpisce i diritti fondamentali di milioni di persone e causa ogni giorno sofferenza e morte. Porta alla confisca di terre, alla distruzione massiccia di case e di edifici pubblici, ad arresti e condanne a morte senza processo, alla tortura e uccisione di persone innocenti, produce fame, mancanza di cure mediche adeguate, punizioni collettive, costruzione e ingrandimento di insediamenti, e, in una parola, la negazione di ogni vita normale nei territori occupati e in Israele.
Questa flagrante violazione dei diritti umani va contro la nostra visione del mondo ed è contraria alle convenzioni internazionali firmate e ratificate dallo Stato d’Israele.
L’occupazione non contribuisce alla sicurezza dello Stato e dei suoi cittadini, ma all’opposto, la pregiudica. Fa crescere la disperazione e l’odio fra i palestinesi, incoraggia il terrorismo e fa continuare lo spargimento di sangue.
Una vera sicurezza sarÃ* raggiunta solo con la fine dell’occupazione, con l’abbattimento del muro dell’Apartheid, e con un accordo di Pace fra lo Stato d’Israele e il popolo palestinese e il mondo arabo.
L’attuale politica dello Stato non deriva da una necessitÃ* militare ma da una visione nazionalista e messianica.
L’occupazione corrompe la societÃ* israeliana rendendola una societÃ* militarista, razzista, sciovinista e violenta.
Israele spreca le sue risorse per perpetuare l’occupazione e la repressione nei territori occupati, quando molte centinaia di migliaia di cittadini israeliani vivono in una povertÃ* vergognosa.
Gli israeliani hanno subito negli ultimi anni un degrado di tutti i sistemi pubblici. Educazione, sanitÃ*, infrastrutture, pensioni, servizi sociali – tutto quello che riguarda il benessere dei cittadini israeliani – è trascurato per il mantenimento degli insediamenti, quando la maggior parte della popolazione è contraria ad essi.
Non possiamo guardare senza fare qualcosa per quanto riguarda questa situazione che è una “liquidazione mirata” dell’uguaglianza. Speriamo di vivere in una societÃ* giusta dove regni l’uguaglianza fra tutti i cittadini.
La politica dell’occupazione e dell’oppressione impedisce questa visione e noi rifiutiamo di farne parte. Chiediamo di contribuire alla societÃ* per mezzo di una via alternativa che non colpisca gli esseri umani.
Chiamiamo tutti i giovani prossimi all’arruolamento e tutti i soldati nell’esercito israeliano a chiedersi se vogliano far parte della politica di distruzione rischiando la propria vita.
Crediamo che ci sia una via alternativa.