La parola cocaina mi fa paura. Il primo pensiero è per mia madre, se la storia fosse vera sarebbe una pena per lei. Non sono un cocainomane, sono solo andato dal dentista". Dopo Stefano Garzelli, Gilberto Simoni. Questa volta tocca a lui cercare di discolparsi dall'accusa più infamante per uno sportivo: doping, positivitÃ* alla cocaina nei test al giro del Trentino. "Non mi sento un cocainomane - dice Simoni - non ne ho mai fatto uso. Se lo volevo fare lo facevo per divertirmi, ma certo non alla vigilia del giro del Trentino. E so che la cocaina non serve per andare forte. Nel ciclismo essere dopato è una cosa, essere drogato è un' altra".Originariamente Scritto da grigna
Simoni è partito regolarmente
Alla conferenza stampa organizzata in tutta fretta nell' hotel Holiday Inn di Castelvolturno, Simoni si presenta in tenuta da corsa e sorridente, sereno. Al suo fianco Claudio Corti, team-manager della Saeco: Simoni continuerÃ* il Giro, almeno per ora. Ma molto dipende anche dalla reazione dei media e del gruppo.
Perché 'non negativo' ?
"Quel giorno sono stato dal dentista per due ore, sono arrivato all' albergo della squadra poi sono andato a cena da mia zia ad Arco di Trento e al ritorno ho trovato due controllori - racconta Simoni ricostruendo il giorno del test antidoping al giro del Trentino - Non potevamo parlarci perché io non so né l'inglese, né il francese e loro non sapevano l' italiano. Non li capivo, ma mi sono sottoposto tranquillamente al controllo. Non mi sono preoccupato di quello che aveva fatto il dentista, che è un professionista e ha fatto il suo lavoro".
La posizione della Saeco
La societÃ* crede alla versione di Simoni. "Se credete in noi e in Simoni - dice Corti - forse riuscite a capire che è stato un incidente. Semmai può essere stato Simoni a essere un imbecille, anzi un ingenuo, a non rendersi conto che doveva ricordarsi subito di essere stato dal dentista". Ma cosa ha fatto dal dentista? "Mi è stata fatta un' iniezione. Mi ha ricostruito un dente. Me ne ha allungato un altro e aggiustato un altro ancora, e tutta la pulizia dentale - spiega Simoni -. Volevo avere i denti a posto perché il giorno dopo dovevo fare il servizio per Sportweek. Ci tenevo a fare bella figura". Ma chi è il dentista? "Non lo dico, rischierei una denuncia...".
E ora?
Ieri è stata informata la Uci e nel referto del laboratorio di Losanna che ha effettuato le analisi si legge positivitÃ* a "cocaina e taboliti" (benzoilecgonina e metilecgonina). "Spero di poter fornire una dichiarazione del dentista in giornata - dice Corti - Siamo tranquilli, perché sappiamo che Simoni non è un cocainomane e che la cocaina è un anestetico locale che non migliora le prestazioni".
UCI possibilista
L'Unione ciclistica internazionale ha tenuto aperto uno spiraglio: "L' analisi delle urine ha rivelato tracce di cocaina, sostanza talvolta utilizzata come anestetico locale (da dentisti e odontoiatri) - si legge in un comunicato diffuso oggi pomeriggio - ancorché proibita dal regolamento antidoping dell' Uci". Ma l'Uci aggiunge che "questa informazione è stata trasmessa alla Fci affinche' il corridore possa essere ascoltato e affinché una decisione possa essere espressa in tempo utile. Il prodotto in questione non ha alcuna influenza sulla prestazione di Simoni nel Giro d' Italia 2002. Per questa ragione l' informazione è stata inoltrata alla Fci e non all' ispettore antidoping presente al Giro".
![]()
simoni stesso ritrattando tutto,rieleva la qualita'di basso acneh come uomo oltre che come corridore. grande la classe di basso nelle rsposte a caldo, umile e fine
fossi un tifoso di simoni, mi sentirei preso in giro
indurain era un signore come uomo e fine,ma non lasciava vincere nessuno,non faceva regali infatti perdeva sempre in volata era negato,non ha mai vinto un mondiale per quello
2 crono di 65km, e vinceva cosi'i grandi giri. idem i mondiali a crono,l'olimpiade a crono.
non ci son roubaix,vallonia,fiandre nel suo palmares, solo la calssica di san sebastiano a casa sua,l'unica per distacco in discesa,fu l'eccezione che conferma la regola
era al pari di Armstrong una macchina costruita solo per un mese di corsa in un anno.indurain era un signore come uomo e fine,ma non lasciava vincere nessuno,non faceva regali infatti perdeva sempre in volata era negato,non ha mai vinto un mondiale per quello
2 crono di 65km, e vinceva cosi'i grandi giri. idem i mondiali a crono,l'olimpiade a crono.
non ci son roubaix,vallonia,fiandre nel suo palmares, solo la calssica di san sebastiano a casa sua,l'unica per distacco in discesa,fu l'eccezione che conferma la regola
Per fortuna pare che di corridori così non ce ne siano piu in circolazione, a meno che Basso, se dovesse perdere il Tour quest'anno, non si metta anche lui a specializzarsi solo su una corsa.
basso e'piu umano,cmq indurain vinse almeno 2 giri,non difficili,ma venne almeno, il texano manco ha provato a venire qui. indurain avra' pure fatto la figura (relativa arrivo'4°mica ultimo)ad aprica 1994,ma senza tirarsi indietro come il texano,ha voluto provarsi su salite vere,nesusno puo'dirgli del vigliacco a indurain,ad armstrong si'.Originariamente Scritto da grigna
basso sembra o penso sia un po'superiore a loro 2 perche' gareggia di piu' e non sembra un robot
uno come Basso potrÃ* prima o poi puntare ad esempio al Giro di Lombardia o al mondiale. Quello di Mendrisio è bello duro, si adatta alle sue caratteristiche un po meno quello di Varese.Originariamente Scritto da SimoneMI
veramente Simoni e' stato prosciolto per aver dimostrato che la cocaina era nelle caramelline della zia,da questo articolo si capisce che anche lui non e' stato mai un signore,quindi che ora sia lui a fare le prediche agli altri lo trovo quantomeno inopportunoOriginariamente Scritto da Everest
Dedicata a me
19ª tappa. Simoni ''Cannibale'' si vendica dell'esclusione nel Giro 2002
Cascata del Toce 30 maggio 2003
"Questa vittoria e' per me, solo per me e nessun altro". E' un giorno da Cannibale quello di Gilberto Simoni. Come Eddy Merckx: vince in maglia rosa, divora gli avversari solo per il gusto di farlo. Colleghi di lavoro, amici niente. Il Giro Simoni lo ha vinto ieri, in Valle Varaita. Quella di oggi e' 'solo' la tappa più lunga del Giro: uno spettacolare arrivo in salita alle Cascate del Toce dopo 239 chilometri, a due passi dal confine con la svizzera. Aveva piu' di sette minuti di vantaggio, nulla da chiedere, nulla da temere, molto da restituire. Vince in maglia rosa, ed e' la terza volta dopo Zoncolan e Pampeago. "Oggi continuavo a ripetermi che non m'importava di vincere la tappa. Volevo solo arrivare con i primi, poi ho cambiato idea: posso fare di meglio, mi sono detto. Quando e' cominciata la bagarre, ho pensato di fare uno scatto anche io. Ho pensato di riprendermi quello che mi hanno tolto. E non ho più guardato in faccia nessuno. L'anno scorso sono stati i corridori a volermi mandare via dal Giro".
L'anno scorso, il 2002: l'anno terribile. Quello dell'arresto di Chesini, della fuga di Romano, della cacciata di Garzelli in maglia rosa per un diuretico. Quello della espulsione di Simoni per una positivitÃ* alla cocaina poi risultata accidentale sia per la giustizia sportiva sia per il pm di Trento Bruno Giardina. Simoni riuscì a dimostrare che quella coca era nelle caramelle che gli aveva regalato una zia. Caso archiviato. E clamorosamente riaperto dal trentino. Che l'anno scorso venne espulso dalla corsa per sollevazione dei corridori, dopo che la polizia era venuta a interrogarlo per quella coca proprio a Campitello Matese, subito dopo un trionfo. Lui li ripaga cosi', 12 mesi dopo. "Non avevo voglia di regalare niente a nessuno, perché a me nessuno ha regalato mai nulla. Io non ho mai voluto le vittorie rubate. E oggi io non ho rubato nulla, per vincere bastava andare forte".
E forte e' andato. Dopo una giornata passata a contare fughe prima dell'arrivo in salita, prima dell'attacco di Pantani. Che ieri avrebbe potuto fargli perdere il Giro, come nel 2000, se non si fosse arrotato con Garzelli. E che oggi scatta da Pirata alle 15,39, quando mancano 5 chilometri al traguardo sulla Cascata. Gli risponde Frigo, con Simoni, Belli e Rumsas, e con Garzelli che fa l'elastico. Scatta ancora dopo 600 metri, Pantani. Ed ecco che stavolta e' Simoni a piazzarglisi a ruota. Ai -4, la terza rasoiata. Ma e' in un tratto di pianura. E di nuovo e' Simoni a riportare sotto la muta: Pellizotti, Frigo, Totschnig, Garzelli, Popovych e Rumsas. Tutti li' a odorare la vittoria di tappa. Finche' a Simoni non scatta l'idea Cannibale, a 1600 metri dal traguardo, in galleria. Si alza sui pedali: una danza che fa il vuoto. Sotto il traguardo, si gira: dietro, nessuno. Lo sguardo e' quello del vincitore, del predestinato. Il sorriso gli torna quando trova la moglie Arianna alle transenne, con la figlia Sofia.
E' anche l'unico a sorridere. Per le regole non scritte del ciclismo, il suo e' uno sgarro. "Ci sono rimasto male, perché pensavo che fosse venuto a prendermi per controllare la corsa..." dice Franco Pellizotti. E a Felice Gimondi, Gibo fa tornare in mente antichi ricordi: "Anche io ricordo un collega che non aveva niente da rivendicare su di me, ma vinceva sempre".
Non e' stato un azzardo, ma un regolamento di conti. "Mi odieranno ancora di più, ma non e' comunque che prima mi amassero tanto" dice Simoni. Si sentiva il piu' forte gia' prima di partire da Lecce. Nel primo giorno di riposo confesso' di sentirsi predestinato a vincerlo questo Giro, pronto a pareggiare i conti col destino. "Ed oggi li ho pareggiati, non solo con l'anno scorso ma con tante altre volte".
Si lascia sfuggire solo una volta un pensiero da vincitore compiuto: "Se vinco il Giro, mi auguro che il secondo sia Garzelli". Altrimenti ricorda sempre che mancano ancora 166 chilometri alla fine del Giro. Ma e' gia' tempo di bilanci: "Il Terminillo e' stata una tappa molto piu' importante di quanto non si sia visto. Quel giorno pensai a fare la differenza, senza chiedere niente a Garzelli. Quel giorno e' stato strano per molti avversari e li' si e' deciso il Giro, anche se e' quella di Faenza la tappa piu' bella per me". Prese la maglia rosa con un attacco a sorpresa: "Ho rischiato ed ho avuto ragione".Ora ha l'etichetta di scalatore piu' forte del mondo. Ci e' arrivato curando tutti i dettagli, provando tutte le salite, lavorando duro sulla posizione in bici e sulla alimentazione: "Ora sono 57 chili e la bici mi scappa da sotto, a 62 facevo fatica". Il candidato naturale al ruolo di primo avversario per Lance Armstrong al Tour. Ma lui lancia messaggi a uso Saeco: "Il Tour e' corsa difficile, piu' che dura. Serve una squadra come questa del Giro, dove ho avuto degli angeli custodi". Un modo come un altro per dire al team manager Claudio Corti: ci sara' Di Luca, ma la squadra deve essere tutta per me. Come quella di Lance Armstrong per l'americano. Ecco, e' pensando ai compagni che si addolcisce: "Da solo non l'avrei vinto il Giro, e' anche per loro che viene voglia di vincere". Anche per loro. Ma prima, per Gilberto Simoni: il Cannibale che ha pareggiato i conti col destino.
![]()
![]()
Quando ami per davvero, non ti basterà il futuro
Vuoi soltanto avere lei che vale più dell’oro nero
Vuoi svegliarti la mattina e vederla riposare
Per avere la certezza che non se ne vuole andare
riporto anche quanto detto giorni fa, notare le parole di Algeri:
SarÃ* ascoltato il prossimo 5 giugno, data che rievoca i fatti di Madonna di Campiglio: l'inizio del calvario di Marco Pantani. Gilberto Simoni sarÃ* ascoltato a Roma da Armando Forgione, presso gli Uffici Federali, per rispondere davanti alla Procura Federale in merito alle esternazioni che il corridore trentino ha fatto subito dopo l'arrivo all'Aprica sabato scorso: «Ivan non è un uomo, con me ha chiuso»; e il giorno successivo, poco prima della partenza dell'ultima tappa, quando ha aumentato la posta in palio dicendo: «Mi ha chiesto soldi in cambio della vittoria di tappa», parole subito smentite dalla maglia rosa. La situazione del corridore della Saunier Duval non è certamente delle più semplici: la sua parola contro quella di Basso. Uno schiuma di rabbia e accusa la maglia rosa di aver chiesto soldi, l'altro che nega con fermezza.
Non è da escludersi che il corridore trentino possa andare incontro ad una squalifica molto pensante, anche sei mesi, qualora la Procura federale decidesse di mandarlo davanti alla Disciplinare e a tale riguardo il team di Basso (la Csc) sta anche valutando l'ipotesi di querelare e dare mandato al proprio ufficio legale per un sontuoso risarcimento danni. Intanto Pietro Algeri, direttore sportivo di Simoni, ci aiuta a comprendere meglio il finale convulso di questo 89° Giro d'Italia. «È un peccato che sia finita così, perché Basso non se lo meritava e anche Gibo ha solo da perderci in tutta questa vicenda – dice il tecnico bergamasco -.
Ma lo conosciamo come è fatto il Gibo: ha una testa che non lo sposti di un centimetro». E aggiunge: «L'altra mattina, poco prima del via, Ivan è venuto all'ammiraglia quasi a scusarsi dell'accaduto. E mi ha confidato: “Pietro, se non avessi avuto questo aggeggio – facendo segno dell'auricolare – le cose sarebbero potute anche andare diversamente”. Io conosco Ivan, è un bravissimo ragazzo, è un galantuomo, e so anche che in gruppo tutti gli vogliono bene, compreso Simoni: fino a sabato scorso. Il problema è che dall'ammiraglia sono arrivati ordini precisi: vincere, vincere a tutti i costi. Poi sapete tutti cosa ha detto Simoni dopo il traguardo. Era fuori di sè. Siamo andati in albergo e il suo umore era nero, ma di soldi non ci ha mai parlato. Il mattino seguente, dopo aver letto i giornali e valutato che il caso era montato a dismisura, io e Mauro Gianetti, il team manager, siamo andati da Gilberto e gli abbiamo detto: “Gibo, adesso basta, chiudiamola qui”. Lui ci ha guardato con un sorrisino di sfida e ci ha risposto: “Io non ho intenzione di chiudere un bel niente, anzi stanotte ho pensato che ho altre cosette da dire”. Noi non sapevamo cosa sarebbe andato a riferire. L'abbiamo scoperto solo in seguito e siamo rimasti senza parole».
Fonte Il Giornale.
Ehi luca, Miguelon credo sia ancora l'unico uomo sulla terra ad aver vinto giro e Tour per 2 anni di fila. Non mi sembra corresse solo 1 mese.Originariamente Scritto da grigna
![]()
io non son tifoso di indurain,anzi, non mi piaceva. pero'bisogna ammettere che facili o no,due doppiette le ha fatte.nel 92 era un giro duretto e un tour basato solo su due tapponi.nel 93 giro alla saronni-moser ma tour un po'piu duro. mancavano gli avversari,chiappucci era un combattente ma non era un fuoriclasse. bugno era un fuoriclasse ma non era combattente,rominger aveva l'allergia estiva che lo limitava, e manca la controprova se poteva o no battere indurain se lui era sano. virenque un chiappucci piu raffianto,ma insomma ,non c'erano sti gran avversari....... fino al 90 c'erano i fignon,lemond,delgado,roche,hinault.....spettacolari i tour anni 80 mentre i primi anni 90 solo indurainOriginariamente Scritto da Viscardi
Ma perchè quando parli di ciclismo parli normale...Originariamente Scritto da SimoneMI
![]()
L'alba del 29 Dicembre 2005...
...questa meraviglia della natura, colori che sembrano dipinti da una mano divina...questa alba è un soffio che ti entra nell'anima e non può che farti respirare felicità.
Segnalibri