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Ancora l'Orso, però...
...che porta soldi.
Un bell'articolo tratto da Repubblica
Piacciono i luoghi dell'orso bruno
ma è turismo da cartone animato
SETTANTA milioni di euro. È la cifra che, a giudizio della Doxa, "vale" l'orso nel Trentino. Tanto costerebbe, alla pur generosa Provincia autonoma, una campagna promozionale equivalente su giornali e televisioni, in Italia e all'estero. La reintroduzione del plantigrado, a partire dal 1999, è stata dunque un grande affare. Tutto il contrario di quanto periodicamente viene sottolineato da chi vuole approfittare del ritorno dei grandi animali - l'orso sulle Alpi e Prealpi centro orientali, il lupo su quelle occidentali - per altri vantaggi economici, stavolta a proprio beneficio. È la sconfessione, da una fonte non sospettabile di "simpatie" animaliste, delle teorie economiche di imprenditori e amministratori di molte aree turistiche di montagna. Val più la presenza pacifica di un placido orsone, peraltro quasi invisibile agli occhi dei più, dei continui progetti di supposta valorizzazione che gonfiano ad esempio un'offerta sciistica giÃ* molto sopravvalutata.
Se davvero gli andirivieni di una ventina di animali pelosi hanno un tale appeal sui visitatori, perché continuare a spingere sull'acceleratore di un'industria turistica che l'ambiente non sa nemmeno dove stia di casa? Un'inchiestina sulle pagine dell'edizione torinese di Repubblica, qualche giorno fa, ha confermato la tendenza. Tra i pacchetti più richiesti, accanto ai soliti mari esotici e montagne sovraffollate, ci sono quest'anno le Dolomiti di Brenta e il Parco d'Abruzzo. Il merito - la colpa - va alla crociata austriaca e poi tedesca contro Bruno, l'orso che dal Trentino ha sconfinato e si è fatto ammazzare in Baviera. Forse non è maturitÃ* naturalistica, quanto piuttosto curiositÃ* da cartone animato: in Trentino e sul Gran Sasso come a Yellowstone. Ma pazienza, anche l'orso se ne farÃ* una ragione. In fondo è un malinteso accettabile.
Adesso attendiamo che per la prossima stagione i depliant del Trentino e del Piemonte - in Abruzzo l'orso è una sorta di simbolo della regione giÃ* da tempo - puntino finalmente sulla natura. Sarebbe bello vedere che si crede nella presenza dell'orso, del lupo, dell'aquila, per convincere i turisti che una montagna è gradevole da frequentare, invece di inventarsi sciocchezze come il nordic walking, saltellare su un prato con due bastoncini e un paio di scarpe da ginnastica, un occhio al contapassi per calcolare quante calorie andiamo perdendo. Sarebbe bello insomma se l'ambiente servisse per attirare i turisti e quindi si cercasse di preservarlo, piuttosto che distruggerlo giustificandosi con la stessa motivazione. Quando sarÃ* completamente ricoperto di impianti, disseminato di edifici, tagliato da strade asfaltate che arrivano in quota, perché mai i frequentatori dovrebbero aumentare, anziché andarsene lÃ* dove la natura è ancora intoccata?
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