Non è nemmeno questione di umidità .....è qualcosa che non so spiegare. C'è legna bellissima e secca ma che brucia male mentre quando è quella giusta brucia bene anche se di taglio recente.
Qualcuno mi disse una volta che dipende dalla esposizione di crescita. Gli alberi che si sviluppano sui versanti esposti a sud producono legna ottima al contrario di quelli che vivono sui crinali esposti verso Nord.
Non sono un botanico e non so se la storia è vera però forse il freddo e la minor luce inducono una maggiore produzione di lignina nel tronco che se l'albero vivesse esposto verso sud. Magari poi la lignina brucia peggio della cellulosa.
Scusate per l'ipotesi molto fantasiosa ma l'ultimo spacciatore mi ha dato na roba pessima.![]()
Ultima modifica di Conte; 16/12/2006 alle 02:15
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"L'uomo non ha avuto il mondo in regalo dai suoi genitori, lo ha avuto in prestito dai propri figli"
Grazie a tutti per la partecipazione!!
Interessante la teoria dell'esposizione a sud o a nord... magari, se ci fosse un botanico, potrebbe ... illuminarci
Reputo fondamentale (sempre in un caminetto piccolo; immagino che il camino di mio nonno, dove ci si sedeva addirittura dentro nelle apposite panchine di pietra, non aveva di questi problemi), il discorso dell'aria... non deve mancare, ma neanche deve essere troppa (vedi nicchietta di accensione), sia per un discorso di consumo, ma anche, credo, per una questione di dispersione del calore e di poca 'tensione' del flusso di ossigeno che alimenta la fiamma...
Un'altra domanda...
...ma è (magari ovvio ma bho!) sconsigliabile lasciare il fuoco acceso incustodito? Per esempio, ieri mi è capitato di uscire quando il fuoco era acceso... non era scoppiettante, ma più nella fase di 'macerazione' finale (molta brace, poco fuoco)... e se non si deve, bisogna spegnerlo con l'acqua?... Non mi sembra una bella cosa... quasi mi sembra di 'offendere' il fuoco...
beh, è verissimo, la legna migliore è quella che cresce lentamente,ma soprattutto all'asciutto! i faggi che crescono al solivo impiegano molto di più rispetto a quelli che vengono al vago, questa minor velocità li rende più "densi" (non sono un botanico e non so se il termine è giusto). Rimane il fatto che più sono cresciuti lentamente migliore sarà la loro qualità (=resa termica)
qualche link interessante
http://www.fuocoelegna.it/tipolegna.php
molto interessante questo
http://www.fuocoelegna.it/legna.php
riposrto il passaggio:
La legna si suddivide in legna dolce e legna dura in base al peso in kg di un metro cubo di materiale. La legna dolce che pesa circa 300 - 350 kg/m3 è quella di abete, pino, pioppo, ontano, castagno, salice, mentre la legna forte che pesa circa 350 - 400 kg/m3 è quella di olmo, quercia, leccio, faggio e frassino.
La legna dolce si accende facilmente, si consuma in fretta e sviluppa una fiamma lunga e la si usa nei forni che richiedono un lungo giro di fiamma. La legna forte invece è più compatta, la combustione è più lenta con fiamme corte, dura di più ed è più adatta al riscaldamento domestico.
La legna da ardere, ai fini del riscaldamento, presenta caratteristiche diverse a seconda della varietà di pianta dalla quale è ricavata. Non tutti i legni sono uguali e le caratteristiche circa il tempo di essicazione ed il potere calorifico variano da pianta a pianta. Il potere calorifico dipende dal tasso di umidità e dalla sua densità.
I legnami di qualità ottima sono la quercia, il frassino, il faggio, l'acero, gli alberi da frutto meno il ciliegio. Di qualità discreta sono invece il castagno, la betulla, l'ontano. Di qualità accettabile sono il tiglio il pioppo ed il salice.
Da evitare in generale i legni resinosi.
bellissmo questo
estraggo anche qui
http://www.ealp.it/menu/Curiosita/en...(biomassa).htm
IL LEGNOIl valore energetico del legno viene espresso dal suo "potere calorifico", definito come: "la somma delle unità di energia termica che si liberano durante la combustione di 1 Kg di legno".
Nel linguaggio tecnico si distinguono due tipi di potere calorifico:
• "potere calorifico" (un tempo detto "potere calorifico inferiore"): non tiene conto del calore che si libera quando il vapore acqueo prodotto durante la combustione si condensa in acqua allo stato liquido (calore latente di condensazione).
• "potere calorifico teorico" (un tempo detto "potere calorifico superiore"): tiene conto anche del calore di condensazione. Il potere calorifico del legno dipende molto dal suo contenuto di acqua (umidità relativa).
Il legno verde ha un’umidità relativa di circa il 50%; il legno seccato all’aperto per più di due anni sotto copertura ha un’umidità relativa del 15%. Con l’essiccazione il legno perde dunque circa 1/3 del suo peso.
Il potere calorifico del legno secco è di 4,3 kWh/kg. È interessante notare che il potere calorifico del legno, a parità di umidità relativa, varia pochissimo con il variare delle specie (è un po’ più alto nel caso delle conifere perché contiene resina). Come si spiega allora che nella pratica siamo abituati a parlare di "buone" specie da legna (faggio, carpino, quercia, robinia) e di "cattive" specie da legna (pioppo, salice, ontano, conifere). Ciò è collegato non tanto al potere calorifico (legato al peso) quanto alla densità (peso per unità di volume): buone sono le specie con legno denso. Visto che i nostri apparecchi termici solitamente hanno un volume limitato per contenere la legna, le specie con legno più denso offrono una legna che permette di effettuare cariche che durano più a lungo.
osservatorio meteo dei Burnigui di Andalo Valtellino www.meteovaltellina.it
http://www.youtube.com/elnibi
Concordo con quanto scritto da Conte sull'esposizione della pianta.
Utilizzo circa 100 quintali di legna ogni anno, e solo di quercia.(pochissimo faggio solo per la stufa)
Accendo il camino a fine agosto e lo spengo a giugno dell'anno successivo.
Di legna quindi ne vedo passare tanta![]()
Qui abbiamo tutti i tipi di legname, dalla quercia, al faggio, frassino, cerro, acero, pioppo, betulla, carpino, ed aghifoglie in genere.
I peggiori sono le resinose, sporcano la canna e non scaldano, poi seguono le pioppacee: pioppi e betulle.
I migliori legnami sono faggio, cerro, carpino e quercia.(in ordine inverso)
Legni più duri e meno fibrosi.
Il taglio è importantissimo, deve essere eseguito quando la pianta non ha più la foglia, quindi a preferibilmente in tardo autunno o inverno( al massimo nella tarda primavera)
una cosa molto importante è l'esposizione(come detto da Conte).
la pianta deve essere esposta al sole, e non all'ombra.
Poi c'è la Luna(alla faccia di chi non condivide le credenze popolari)
Se la pianta è tagliata a luna vecchia(calante) brucia bene , non fa il tizzone(mortizzo come diciamo noi) e rende bene,
Al contrario, se viene tagliata con luna crescente, tende a bruciare molto peggio ed a fare il mortizzo![]()
Ti garantisco che ho le prove in casa.
Due carri diversi di legna, tagliati con due lune diverse.
Poi la legna va tenuta fuori, mai tenerla in casa o cantina chiusa, deve asciugare bene.
La pezzatura conta molto poco, bruciano bene anche grossi tondelli, purchè siano stati trattati e tagliati come Dio comanda![]()
![]()
Solo per farti un esempio, metto nel camino anche pezzi di circa un metro di lunghezza e diametro di 30 cm, e bruciano benissimo.
PS
certo non puoi pretendere di accendere il camino con un tronco di un metro![]()
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aveva un maglione da comunista con le tarme che cantavano bandiera rossa!
se tu hai una mela e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno.ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea,
e ce le scambiamo allora abbiamo entrambi due idee.(g.b.shaw)
Apro posito,ai riaprito laeroporto che son tutti incazzati come dei bepponi alla festa dell'unità? (Alby)
Mi fa piacere avere la conferma di quello che avevo sentito (e sperimentato). La legna buona la riconosci solo bruciandola. Se una volta acceso il camino la combustione prosegue da sola allora la legna è valida mentre se è scadente brucia subito ma poi tende a spegnersi lasciando il ciocco tutto annerito intorno.
Rimane solo da sapere cosa accade al legno della pianta nel caso delle due esposizioni diverse.
Vorrei anche far notare il discorso della Luna. Qui alcuni pensano che certe cose siano favolette ma nella pratica sono state sperimentate così tante volte che solo uno stolto può avere dubbi in merito. La difficoltà è semmai quella di spiegare scientificamente i motivi che portano una fenomeno a prendere strade diverse a seconda dello stato lunare.
Il vero uomo di scienza fa questo e cioè indaga sul mistero apparente. Se tutti scartassimo a priori ciò che non riusciamo a spiegare cosa mai impareremmo???
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