
Originariamente Scritto da
PuntaNordDelMareNostrum
Ha ragione Piotr! E' la più difficilotta, ma anche la più precisa (composta a tavolino in tempi più recenti) e quindi meno difficile da imparare (i suoni sono associati sempre agli stessi simboli).
Il problema sussiste per le lingue (italiano, spagnolo...) che hanno perso 50 % od oltre del patrimonio fonetico europeo... Lo ritengo un peccato: tali fonemi sono utilissimi nell'imparare lingue e le difficoltà italiane nascono nei primi 2-4 anni di vita, quando si impara (in modo totalmente inconscio) a gestire lingua/palato/ugola e si acquisisce la capacità (senza fatica fino ai 5 anni d'età) di formulare tanti suoni.
Il polacco ne ha una quarantina, l'italiano circa metà. Il cinese e giapponese ne hanno ancora meno (per esempio da piccoli la loro lingua non ha imparato a muoversi per fare la R / L e quindi il 99,9 % di loro non ci riuscirà mai).
La "y" in polacco è *sempre* come la "e" chiusa francese. Quella di "de" o di "deux" per intenderci.
La "sz" è *sempre* una "sh" inglese profonda. La "cz" è *sempre* una "ch" inglese profonda. Ora diventa semplice (rileggendo queste indicazioni) leggere Bydgoszcz.
C'è poi la elle col taglietto, che è *sempre* una "w" inglese (come in "which"). La "o" con l'accentino si pronuncia come una "u" molto corta. Infine, la "dz" con il taglio sulla zeta è una "gi" dolce (non profonda) come in "gita".
La città di Lodz (con la elle tagliata, l'accentino sulla o e sulla zeta) quindi si pronuncia tenendo conto di queste regole universali. Il problema è solo impararle e, per le lingue semplificate, cercare di imitare i suoni di cui la propria lingua è sprovvista (a volte, lo so, è veramente difficile, ma come insegnante di lingue vi posso dire che non è impossibile

). Partire dal polacco, una lingua impestata e ricca, mi ha permesso poi di studiarne con successo moltissime altre (sono, oltre che il mio lavoro, anche una mia grande passione e sempre un utilissimo strumento nel girare questo nostro pianeta)

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