Quello che più mi preoccupa è questa frase di Mazza:
"Il domani non è il possesso dei contenuti, ma è il loro accesso, è la licenza per l'accesso ai contenuti che si desiderano in qualsiasi modo e momento, e indipendentemente dalla piattaforma."
Immaginate questa frase applicata a un libro. Il futuro auspicato da Mazza è un mondo in cui le persone non hanno il diritto di
possedere un libro, ma soltanto quello di
accedervi, dietro pagamento di licenza e presentazione di documento d'identità, e soltanto se e quando i titolari della licenza lo vorranno. Il giorno che non vorranno più che leggiate un certo libro perché scomodo o sgradito al governo o all'ideologia di turno, il libro non sarà più accessibile. Questo diritto eterno, imposto tramite la tecnologia, non solo va contro il diritto d'autore, che ha una data di scadenza ben precisa (anche se lunga, ce l'ha), ma ha un sapore totalitario. Forse dovrei mandare a Mazza una copia di
Fahrenheit 451 di Ray Bradbury. Anche in quel romanzo, possedere libri era un reato.
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