Non mi consegnano i pacchi, li rispediscono indietro, fanno casini. Mi sono armato di pazienza e ho scritto questa lettera che spedirò, per Raccomandata, alle Poste e alla FederConsumatori per conoscenza.
Spett.le Poste S.p.A.
Scrivo in merito ad alcune piccole disavventure capitatemi di recente derivate non solo da imperizia e inefficienza Vostre, ma anche da un Regolamento e un metodo da Voi adottati del tutto in conflitto con le nuove esigenze del mercato.
Per farla breve: nel mese di settembre e nei giorni scorsi due pacchi relativi ad acquisti da me effettuati su e-bay, tramite Internet, non mi sono stati recapitati. Allego, per ciascuno dei due pacchi, il tracciato della spedizione. Si legge, in entrambi, la falsa dicitura “indirizzo errato”. L’indirizzo era ovviamente giusto, come provato dal fatto che l’incaricato ha tentato di consegnarlo diverse volte: si è accorto dell’indirizzo errato alla quinta consegna? La prima cosa per la quale eleverei protesta è questa: essere presi in giro non è mai piacevole. Ciò che è successo è di evidenza solare: lavorando io e mia moglie e non essendoci portiere nello stabile (situazione che, comunque, non credo che in Italia interessi solo me) i Vs incaricati, dopo diversi tentativi, hanno rispedito indietro il pacco con la dicitura “indirizzo errato” e senza lasciarmi nessun avviso. Almeno, quindi, si scriva “destinatario non reperibile”, “portone chiuso”, “non risponde al citofono” o qualunque formula più o meno fantasiosa possa descrivere la situazione: ma non “indirizzo errato”.
Fin qui si tratta di “normali” inefficienze, anche se sgradevoli e ripetute un po’ troppo di sovente. Ulteriori problemi nascono, invece, nel momento in cui mi accingo, nel mese di settembre, a presentare reclamo.
Una piccola spiegazione, visto che l’argomento parrebbe a Voi sconosciuto. Quando si effettuano acquisti su e-bay si paga al venditore, generalmente mediante carta di credito, sia l’oggetto sia le spese postali. Inoltre, del suddetto venditore, nulla si conosce se non l’indirizzo e-mail: se il pagamento viene effettuato tramite Paypal (un sistema largamente diffuso nel mondo) io acquirente non conosco l’identitÃ* del venditore in quanto essa è rigorosamente tenuta riservata da Paypal stessa.
Quindi, il cliente “vostro” in quel momento sono io acquirente, perché io ho pagato le spese postali di spedizione. Ciò che precede, ovvio per chiunque frequenti e-bay, pare essere invece argomento criptico ed esoterico per le Poste, il Regolamento delle quali stabilisce, infatti, che ad elevare reclamo può essere solo il mittente. Non solo, per avanzare una qualunque protesta è necessario indicare il nome del mittente stesso.
Siamo quindi al comma 22: se acquisto su e-bay non conosco il nome e l’indirizzo del venditore mittente, ma se protesto presso le Poste devo conoscere il nome del venditore. Sembrerebbe quindi che i regolamenti delle Poste siano del tutto incompatibili con e-bay o Internet.
Ho presentato formale reclamo alle Poste, come da allegato e, successivamente (n° XXXX per via telefonica) facendo presente quanto mi era successo: vale a dire che un pacco non mi era giunto. I Vostri cortesi Addetti con i quali ho avuto modo di parlare e che, in certi casi, mi hanno contattato successivamente, mi hanno ripetuto che “se non si conosce il nome del mittente non si può presentare reclamo”. E siamo quindi al punto di partenza.
Il tutto, immagino, deriva da antiche consuetudini: se il pagamento avviene (come era usanza un tempo) al momento della consegna, è il venditore mittente che si fa parte diligente per risolvere i problemi che possono derivare da un disguido. Me se, come avviene oggi su e-bay, il pagamento è anticipato, nel momento in cui il venditore spedisce la merce ha assolto i suoi “doveri” verso di me. Sono io, a quel punto, che mi faccio parte diligente per ottenere il pacco. Solo che le Poste mi impediscono qualunque tipo di azione, e quando l’ho fatto presente ai Vs addetti, mi è stato risposto che “questo è il Regolamento”.
Lascio a Voi giudicare della questione. Taccio dei pacchi mai ricevuti e spariti perché in quei casi ignoro se causa della sparizione siano state le Poste o se si sia trattato di una truffa ai miei danni da parte del venditore. Ma, di questi casi documentati, Vi pregherei di tenerne conto. Se non altro per ovviare, con un sistema tanto banale quanto risolutivo, al problema dell’assenza da casa: dato che a 50 m da casa mia c’è un Ufficio Postale, dato che (misteriosamente) la Corrispondenza e gli avvisi di Raccomandata sono sempre giunti, non potrebbe, chi consegna i pacchi, lasciare un avviso all’Ufficio Postale con la preghiera di recapitarmelo? Sarei poi io a contattare il magazzino e organizzare una nuova spedizione. L’optimum sarebbe, ovviamente, che lasciasse il medesimo pacco all’Ufficio Postale, presso il quale potrei io stesso recuperarlo, ma temo che chiedere ciò sia pretendere troppo: ignoro la mole di articoli del Regolamento contro cui si entrerebbe in collisione.
Questo per la consegna dei pacchi. Per i Vs problemi riguardanti un Regolamento del tutto inadeguato ai tempi e alle nuove esigenze della Clientela, ovviamente mi astengo da qualunque suggerimento e mi limito a farli presente.
Ultima modifica di Jadan; 26/01/2007 alle 17:29
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
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