Mi permetto di dire che brasato e stufato non sono esattamente la stessa cosa.
Tanto per cominciare guardando l'etimologia delle due parole, salta subito all'occhio come, almeno originariamente, brasato indichi un piatto cucinato sulla "brace" mentre stufato, un piatto di carne cucinato sulla "stufa".
Per tornare alla cucina moderna, lo stufato necessita di una cottura a fuoco basso con liquidi aggiunti. La carne non viene rosolata. Di solito nello stufato si aggiunge vino come liquido con un po' di erbe e spezie. La carne è molto scura.
Nel brasato invece la carne viene rosolata e poi cuoce lentamente immersa nel vino, ma anche nel brodo oppure nel latte (e anche nell'acqua) con l'aggiunta non solo di spezie, ma di una grande varietà di prodotti fra quali verdure, pomodori, funghi.
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Lo stufato (Spezzatino) è carne di vitello cotta in un tegame con patate, spesso si usa mettere anche carne arrostita la sera prima (la rosticciana, fiorentina), i classici avanzi che altrimenti andrebbero o dati al cane o buttati via.
Il brasato è carne di vitello, cotta con vino e spezie senza patate però.
Il brasato di manzo al barolo oppure il brasato di cervo al civet con i mirtilli e chiodi di garofano; buoni !
Il gruppo brasato è un manipolo di eroi, tifosi del Milan (ho un paio di amici che bazzicano l'ambiente, conosciuti ad Harvard se non sbaglio) che passano la domenica a - per l'appunto - "brasarsi" la psiche in curva. Si fanno un'ora e mezza con le spalle rivolte al campo e, nascosti dietro il proprio striscione, maneggiano delle strane pipe dritte in terracotta, di origine indiana, ripiene di sostanze non meglio identificate, senza cagare minimamente la partita...
Inutile aggiungere che "brasato", nello slang dei giovani milanesi di periferia, è sinonimo di "scoppiato", "bruciato", etc. prima ancora che di "spezzatino".
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Filippo
Vivo a Trento città, ma la mia stazione meteo è nella campagna di fronte casa dei miei genitori, a Rovereto.
questo non lo sapevo
Di solito il brasato, per un piemontese, è un tipico piatto natalizio.
Ai primi di dicembre, infatti, si tiene a Carrù, vicino a Cuneo, la fiera del bue grasso. Il bue di Carrù è della ricercata ed apprezzata razza piemontese, e giusto una decina di giorni dopo la fiera, ovvero proprio sotto Natale, la sua carne è pronta per essere consumata e si trova nei negozi.
Di solito si procede prendendo un pezzo di carne piuttosto grande, almeno 1 kg, non troppo asciutto (deve avere la "vena" di grasso).
Lo si lascia immerso "a bagno" per almeno 24 ore nel barolo (o in altri vini, comunque rossi e "vecchi"), insieme a carote, cipolle, sedano, alloro, rosmarino (i "gusti")... Il giorno dopo lo si fa prima rosolare bene, poi lo si cuoce a lungo con il vino e le verdure sopra indicate, aggiungendo cannella, chiodi di garofano, pepe in grani ecc.. (c'è chi cambia il vino, a casa mia tale procedimento è però riservato solo alla carne di selvaggina, per eliminarne il gusto di "selvatico"). La cottura è lenta e prolungata, e ha termine solo quando la carne è divenuta morbidissima.
A quel punto lo si taglia a fette e lo si copre con una salsa ottenuta tritando tutte le vedure che sono state cotte insieme.
Secondo me il brasato al barolo è un piatto ottimo, e fa parte della cucina piemontese, in particolare di quella delle Langhe come diceva giustamente Alessio (anche perchè sia il vino che il bue sono del cuneese...)
Se proprio capiti da quelle parti, ti consiglio di provarlo, magari dopo un antipasto di carne all'albese (carpaccio di carne) con trifula (tartufo bianco), un bel piatto di agnolotti dal plin al sugo di arrosto o di tajarin burro e salvia (oppure sempre alla trifula), e chiudere con un bel bunet (budino al cioccolato)... Puo però essere che alla fine del pranzo tu abbia consumato una quantità di calorie pari a quella prodotta in un giorno dalla caldaia del tuo condominio...
Ciao!
Socio MeteoNetWork - Socio SMI
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