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Vento fresco
addio al macho italiano
MISURE INTIME
Addio macho italiano:
20mila insoddisfatti
Tanti sono gli uomini che si rivolgono al chirurgo per aumentare le dimensioni dell'organo genitale. In 8 casi su dieci è solo 'sindrome da spogliatoio'. Spesso a lamentarsi sono le compagne
Roma, 19 giugno 2007 - Addio alla leggenda del 'machò italiano? Forse sì. A far traballare il mito è un dato eloquente: nel Belpaese sono infatti circa 20 mila gli uomini insoddisfatti delle proprie 'misurè, che si rivolgono agli specialisti per aumentare le dimensioni dell'organo genitale.
Soprattutto giovani, tra i 18 e i 30 anni. In 8 casi su 10, però, le richieste non vengono accolte, «poichè generalmente si tratta di pazienti con dimensioni normali. Solo nel 20% dei casi - spiega Giovanni Alei, presidente della Società italiana di chirurgia genitale maschile (Sicgem) - il pene in erezione misura meno di 7 centimetri».
Un tema, questo, che verrà affrontato all'VIII Congresso della Sicgem, in programma giovedì e venerdì al Dipartimento di Chirurgia plastica-ricostruttiva e dermatologia del Policlinico Umberto I di Roma.
«Negli ultimi anni - sottolinea Alei - il numero dei maschi insoddisfatti delle proprie 'misurè si è moltiplicato». Ma quali sono i motivi che spingono gli uomini dallo specialista? «Un handicap congenito o, come succede spesso, problemi di natura psicologica tra cui la cosiddetta 'sindrome da spogliatoio'.
In molti casi si tratta infatti di pazienti che non hanno nessun tipo di problema e una dimensione del pene nella media (12,5 cm.)».
A rivolgersi dal medico «sono soprattutto i giovani dai 18 ai 30 anni, ma negli ultimi tempi - precisa l'esperto - sono sempre di più i 40enni desiderosi di un pene dalle dimensioni 'super'. Anche se sanissimi».
Ma di quanto può essere allungato un pene? «Si può arrivare anche a un allungamento di un 20-30%», dice Alei. Molti dei 20 mila maschi italiani che si rivolgono al chirurgo sono spinti dalle proprie compagne, insoddisfatte 'sotto le lenzuola'.
«In numerosi casi, però, dopo accurate visite si scopre che ad avere problemi non è l'uomo, ma sua la compagna, che magari presenta un introito vaginale molto ampio. In questi casi - conclude lo specialista - si interviene con una vaginoplastica riduttiva».
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