31/8/2007.
Non ho mai idealizzato l'estate, certo è che da quando sono nato non sono mai voluto andare in un posto che non fosse questo.
Qui ho il fresco, qui ho l'aria pura, qui ho-malgrado tutto-il verde, qui ho la tranquillità, e a due passi i lidi e le discoteche di Capo D'Orlando e le vette dei Nebrodi, qui ho amici, qui ho ricordi che spesso incateno ai pali della memoria per non farli fuggire, e li rivivo sulla terrazza che per me non è solo un belvedere, ma anche una finestra sul mondo.
E che prendano pure in giro i miei amici di Messina, tra cui Salvo che manda sms minatori: "Torna! Che ci fai a Mirto!? Jò ddà moriria". Facile a dirsi: ma senza Mirto sarei come lui senza il mare. E so anche bene che scherza per mascherare i facili sentimentalismi a cui io invece mi abbandono. So bene che quella frase significa: "Amico mio, torna così ci vediamo".
Malgrado le apparenze, sono un "cittadino nell'anima", come mi dicono in molti.
Non sono fatto per la vita di paese, per gli spazi ristretti, per l'attitudine al pettegolezzo. Ma come non essere debitore di un posto che ha alimentato la mia(presunta?reale?)creatività, i rintocchi del cui campanile sono anche i rintocchi di un orologio fatto da un uomo che non c'è più ma che è sangue del mio sangue, di un posto che mi riporta ai ritmi arcaici di un tempo che non c'è più?
Qui a Mirto-io abituato a vivere tra i palazzi, nel fetore di smog, nel rumore dei Tir, in una città marinara, rivierasca in cui tra giorno e notte, tra estate e autunno la temperatura non varia di moltissimo-ho scoperto e apprezzato la differenza tra giorno e notte, il gusto di mettersi il maglione dopo una giornata calda, il fatto che ci si inizi ad accorgere che l'autunno si avvicini-in annate normali-già a metà agosto. Quassù, dove il mare è vicino ma non vince, si seguono i ritmi del sole, e quando non picchia più fa meno caldo.
Da questa terrazza vedo il tempo che cambia. Ieri abbiamo avuto trentasei gradi, oggi arriva il maestrale e la nebbia si addensa per qualche decina di minuti su Mirto, poi si solleva e staziona appena sopra le vanedde del borgo. Stasera, persino le case senza facciata che riempiono la parte alta del paese mi sembrano suggestive.

No, non so come i ragazzi che in questo momento si chiedono cosa si faccia stasera. Non ho questa ossessione. A me basta la nebbia illuminata dalle luci del paesino dirimpettaio, l'aria umida che segna l'arrivo imminente del fresco(al momento, a dire il vero, c'è afa, 25 gradi col 90%), una suonata con gli amici. Poi quel che sarà-una birretta, un giro in auto, una chiacchierata con la barista, altro-lo deciderò al momento, on the road. On the only road, visto che Mirto ha in buona sostanza una strada principale. Ho i capelli, si insomma quei due capelli che mi sono rimasti-bagnati. Di tanto in tanto cadono goccioline di nebbia. Il paesaggio è surreale.

Malò, dopo essere stato schiaffeggiato dalle fiamme, ora è accarezzato dalla nebbia.

Nella mente quel che è successo quest'estate: domani partirò, ma non è tempo di bilanci. Quelli sarà la storia a farli. Di certo è stata un'estate agrodolce, strana. Mirto accende le luci.

Sulla terrazza c'è odore di umido, un odore che è difficile a definirsi. Il suono delle campane segna le otto e mezza, adesso. E' da un pò che sono quassù, seduto sui miei pensieri d'argilla. Il gusto del solito caffè in bocca mi rassicura di non so cosa, mentre arrivano folate di vento che ti strattonano. Tutto si colora di luci sospese a mezz'aria.

La nebbia mi tiene compagnia, e mentre essa sale sempre più verso le alte quote, segno che la prima fase, quello della cacciata dell'aria calda, è finita, anch'io lievito in un mondo magico fatto di armonia e bellezza, dove non esiste nulla se non la musica. Stasera mi sto concedendo persino il gusto di essere banale!

La nebbia si dissolve, ma ho ancora in testa una frase che, dopo il mio concerto del 23, una persona mi disse, dopo avermi riempito di complimenti: "E comunque, sei un borghese mediocre". Detto da lei mi fa ridere, visti gli avvenimenti delle sere successive(avrà forse cambiato idea repentinamente?).
Ma non le chiederò mai il perchè di quella frase.
Forse è vero: sono un borghese mediocre, di quelli che incatenano ai pali della memoria i pensieri per non farli fuggire, in quest'ultima, umida notte d'Agosto.