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Notturno(poesia)

Calano ombre sul borgo.
La luce tremula del tramonto si spenge, lentamente,
mentre s'avanza mesto il buio della notte, a piccoli passi.
Parlano in vernacolo le vecchie paesane, e s'ode il brusio
dei ragazzi sulle panchine sottostanti.
La brezza umida accarezza pensieri che sanno d'altrove,
che non si fermano mai.

Il cielo è sgomento: dove sarà mai andata quella luce ora intensa, ora fioca, ora fuggiasca? Se lo chiede il volatile che s'appoggia, quieto, sul muro ancor bollente del terrazzo, se lo chiede il geco che fa capolino tra le ombre cangianti della sera.
E guardo avanti a me, a queste luci che sanno di futuro, con in bocca il gusto di esistere ancora un altro giorno.

Cosa avrà di bello questa contrada? Cosa avrà di intrigante questo terrazzo, quest'aria? Forse nulla, forse tutto.

Ripenso ieri: ai caldi abbracci, agli sguardi complici, ai campi aperti tra chiari di luna e cieli dipinti di stelle.
Ripenso a oggi: alla montonia delle ore, al mare calmo, all'azzurro scialbo del cielo che prelude all'autunno.
Penso alla notte che verrà: non uguale alla precedente, non a quella di domani, non a quella che verrà ancora dopo.
Sono attimi unici, quelli che dobbiamo vivere come fossero eterni lampioni che illuminano lo scorrere del tempo.
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