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I tramonti di casa mia
Mirto, un giorno qualsiasi.
Si, perchè in qualsiasi giorno,
purchè ci siano sprazzi di sereno, riesce a fare tramonti così. Il vento muove le palme,
che fanno l'amore con lui.
L'odore del terriccio bagnato, che
a toccarlo sembra sabbia del mare,è forte.
I colori a migliaia, in questo tramonto come tanti, che crea un prisma divino.
Ed eccola, la Chiesetta, mentre la luna appare, prepotente.
Mirto a volte mi fa paura.Perchè ti costringe a
farti domande,con quel silenzio.
Perchè ti costringe, ti invoglia,a star da solo.
Lancette di orologi immaginari che non ho mai visto scandiscono ore improbabili,
sembra di essere in un dipinto impressionista,e mi sento osservato
dai turisti di un museo che non esiste.
Il vento strepita, urla, corrompe il volo degli uccelli che
planano, esausti,dopo un giorno.
Mirto: luogo della mente, forse,
ma anche luogo della memoria.
Chissà quanti posti come questo,chissà quante persone che pensano che il loro tramonto sia il più bello.
Ma solo qui, tra ulivi e palme e fichi d'india
e piante rigogliose riesco a essere me stesso,
mentre il rumore di qualche auto fende l'aria
già sbattuta dalla furia di Eolo.
E proprio Eolie si chiamano quei puntini che vedo all'orizzonte,sospesi nel mare, galleggianti,
eternamente immobili.
Calerà la notte, fra poco, ma questi attimi, ogni sera quando sono qui, sono imperdibili.
Mirto: terra di confine,colline che si fondono
con montagne che si gettano nel mare,
a ricordare che la vita è caos, un insieme di
luci suoni odori
che coesistono.
E quel mare lontano e vicino,
mosso e calmo,
furioso e silente,
ci accompagna verso l'eterno
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