e poi che si vada all'esercizio provvisorio per la finanziaria cosi evitiamo altri danni....


FINANZIARIA, governo battuto due volte

La maggioranza va sotto al Senato

No dell'aula all'emendamento sulla soppressione della società Stretto di Messina. L'Idv vota con l'opposizione


Di Pietro al Senato (Insiede) ROMA - La maggioranza finisce sotto al Senato sul Ponte sullo Stretto e la Scuola superiore della Pubblica amministrazione. Due emendamenti presentati in Commissione Bilancio ma su cui il governo non si era impegnato.
IL PONTE - L'aula del Senato ha respinto l'emendamento della commissione Bilancio che prevede la liquidazione della società Ponte Stretto di Messina Spa. L'emendamento aveva il parere favorevole del relatore di maggioranza Natale Ripamonti mentre il governo si era rimesso all'Aula. Italia dei Valori ha votato contro l'emendamento insieme alla Cdl.
BATTUTA - Sul Ponte la maggioranza è stata battuta dal voto contrario dei quattro senatori dell'Italia dei Valori e di Roberto Barbieri (Costituente Socialista) che avevano annunciato il voto contrario. Il risultato infatti ha registrato 145 sì, 160 no e 6 astenuti. Questi 5 voti della maggioranza si sono uniti a quelli della Cdl. Tecnicamente il governo non è stato battuto perché si era rimesso alla votazione dell'Aula dopo le difficoltà incontrate in commissione Bilancio: tra mercoledì e giovedì mattina l'esecutivo aveva provato a ritirare l'emendamento in commissione, ma l'Idv aveva premuto - insieme alla Cdl - per sottoporre la norma alla votazione del Senato. Il risultato della votazione è che la società che deve gestire la progettazione dell'opera rimane attiva.
MAGGIORANZA IN ORDINE SPARSO - A mandare la maggioranza a fondo anche i voti di astensione di Lamberto Dini, del diniano Natale D'Amico e del senatore a vita Emilio Colombo: si ricorda che al Senato l'astensione equivale al voto contrario. Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, non ha partecipato alla votazione sull'emendamento: Mastella era presente in aula, ma dal tabulato delle votazioni su questo emendamento, su cui il centrosinistra si è diviso, figura tra i non partecipanti, insieme al presidente della commissione Affari costituzionali, Enzo Bianco. Al momento del voto erano assenti anche i senatori a vita Giulio Andreotti, Francesco Cossiga, Carlo Azeglio Ciampi, Oscar Luigi Scalfaro e Sergio Pininfarina. Assente anche il senatore indipendente Luigi Pallaro. Rita Levi Montalcini ha votato a favore dell'emendamento presentato dalla commissione Bilancio.
SCUOLA SUPERIORE DELLA PA - Come detto la maggioranza è finita sotto di nuovo nell’aula del Senato, nelle votazioni sul decreto legge collegato alla Finanziaria, sull’emendamento per la soprressione della Scuola superiore della pubblica amministrazione. La sconfitta dell’Unione è maturata con 149 voti favorevoli, 160 contrari e un astenuto. Il governo non si era impegnato e si era rimesso all’aula. Oltre alla soppressione della Scuola superiore, l'emendamento prevedeva anche quella dell'Istituto diplomatico, della Scuola superiore dell'amministrazione dell'Interno e della Scuola superiore dell'economia e delle finanze. Inoltre, era prevista la contestuale costituzione di un'agenzia della formazione nella quale dovevano confluire dotazioni finanziarie e personale degli istituti di formazione da cancellare.

BOCCIATO EMENDAMENTO CDL SU DERIVATI - L'aula del Senato ha bocciato anche l'emendamento al dl collegato alla Finanziaria, presentato dalla Cdl (prima firmataria Cinzia Bonfrisco), per limitare i rischi della finanza derivata agli enti locali. I voti contrari sono stati 154, i favorevoli 152, un astenuto.

25 ottobre 2007