
Originariamente Scritto da
Jadan
Innanzitutto mi sembra di capire che tu non abbia letto l'articolo di Israel.
Secondo poscia Ratzinger, in quel discorso (cioè nell'articolo da TE linkato parte da questa frase, che è l'architrave di tutto quel che segue:
"La domanda circa i limiti della scienza e i criteri cui essa deve attenersi si è fatta inevitabile. Particolarmente significativo di tale cambiamento del clima intellettuale mi sembra il diverso modo con cui si giudica il caso Galileo."
D ce Ratzinger: la scienza stessa ha cominciato a porsi domande sui suoi limiti. UN esempio di questo interrogativo è come è mutato il giudizio nei confronti del caso Galilei.
In un primo tempo "venne -già nel secolo successivo- elevato a mito dell'illuminismo. Galileo appare come vittima di quell'oscurantismo medievale che permane nella Chiesa. Bene e male sono separati con un taglio netto. Da una parte troviamo l'Inquisizione: il potere che incarna la superstizione, l'avversario della libertà e della conoscenza. Dall'altra la scienza della natura, rappresentata da Galileo; ecco la forza del progresso e della liberazione dell'uomo dalle catene dell'ignoranza che lo mantengono impotente di fronte alla natura. La stella della Modernità brilla nella notte buia dell'oscuro Medioevo (1)"
(Parentesi: ma visto che andate di taglia e cuci, tu e i 67 illustri, perché non avete tagliato e cucito QUEStA frase?)
Dopodiché, continua Ratzinger, è mutato atteggiamento. Cita Bloch secondo cui, alla fine fine, dentro un'ipotesi di relatività parlare di eliocentrico VERO e geocentrico FALSO è riduttivo. : «Dal momento che, con l'abolizione del presupposto di uno spazio vuoto e immobile, non si produce più alcun movimento verso di esso, ma soltanto un movimento relativo dei corpi tra loro, e poiché la misurazione di tale moto dipende dalla scelta del corpo assunto come punto di riferimento, così ?qualora la complessità dei calcoli risultanti non rendesse impraticabile l'ipotesi? adesso come allora si potrebbe supporre la terra fissa e il sole mobile»
Ma Bloch, dice ratzinger, ha ancora una visione più "tranquilla". Molto più in là, nella rivalutazione del caso Galilei è andato Feyerabend. "Egli scrive: «La Chiesa dell'epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo, e prese in considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina galileiana. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta, e solo per motivi di opportunità politica se ne può legittimare la revisione» (4).
Ma c'è stata una visione ancora più radicale che è andata ancora più avanti nel processo di rilettura del caso Galielei:
"Dal punto di vista delle conseguenze concrete della svolta galileiana, infine, C. F. Von Weizsacker fa ancora un passo avanti, quando vede una «via direttissima» che conduce da Galileo alla bomba atomica."
Per non parlare dei casi limite:
Con mia grande sorpresa, in una recente intervista sul caso Galileo non mi è stata posta una domanda del tipo: «Perché la Chiesa ha preteso di ostacolare lo sviluppo delle scienze naturali?», ma esattamente quella opposta, cioè: «Perché la Chiesa non ha preso una posizione più chiara contro i disastri che dovevano necessariamente accadere, una volta che Galileo aprì il vaso di Pandora?».
Ma tutto questo discorso non aveva ruoli di glorificazione (apologetica) del passato della Chiesa. La fede non è rifiuto della ragione. E la ragione (scienza) stessa non va contrapposta ad una fede irrazionale, in quanto, come abbiamo visto sopra sul caso Galielo, la scienza stessa ripensa su se stessa e mostra dei dubbi. O, come dice Ratzinger:
Sarebbe assurdo costruire sulla base di queste affermazioni una frettolosa apologetica. La fede non cresce a partire dal risentimento e dal rifiuto della razionalità, ma dalla sua fondamentale affermazione e dalla sua inscrizione in una ragionevolezza più grande. [...] Qui ho voluto ricordare un caso sintomatico che evidenzia fino a che punto il dubbio della modernità su se stessa abbia attinto oggi la scienza e la tecnica".
Ora, un discorso del genere si può condividere o meno. A me, per esempio non convince del tutto. Nel senso cioè, che non basta, per la fede, osservare eventuali ripensamenti o errori altrui, come colui che aspetta l'avversario lungo il fiume, senza uscire con un dibattito in positivo. Ma, ripeto, sono considerazioni mie.
Almeno, però, si capisca di cosa stiamo parlando.
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