Il peggio è il
miglior alibi dei meno peggio. Piuttosto del peggio è sempre meglio il meno peggio. Meglio dell’Alitalia, di Testa d’Asfalto, della Telecom Italia, della RAI può fare chiunque. Senza il peggio chi avrebbe votato D’Alema, viaggiato Air One, ascoltato Rete 4 o telefonato con Wind? Però… c’è un però: perché si deve
scegliere tra il peggio e il meno peggio? Perché questo ricatto? Io non voglio una vita meno peggio. La pretendo normale, anzi la voglio
bella, ottima, eccellente. Forse non ci riuscirò, ma devo, ho l’obbligo, di provarci.
Il meno peggio ci ha portato l’indulto, l’inciucio, i condannati in Parlamento, gli inceneritori, la Campania-Chernobyl, Mastella ministro della Giustizia, un debito pubblico di
1630 miliardi di euro, la crescita economica più bassa d’Europa, il precariato, l’informazione imbavagliata, una legge elettorale incostituzionale, la
Forleo e
De Magistris trattati come dei
criminali. Tutto figlio del meno peggio. Il peggio e il meno peggio sono come due
fratelli siamesi. Inseparabili dalla nascita. Se uno muore, l’altro lo segue subito.
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