Ebbene si'. E' capitato. Il nostro amico Sondriese e' stato costretto per lavoro a recarsi a Milano, dove si trattiene oggi e domani. Come ben sappiamo, mentre la vallata intera negli anni si e' aperta al resto della nazione, grazie a vie di comunicazioni piu' efficienti, diventando ben presto luogo rinomato, egli ha eletto il Tartano come confine ai suoi orizzonti, rimanendo il rude valligiano dei tempi passati, accentuando anzi ed estremizzando alcuni lati ed aspetti che caratterizzarono i suoi trisavoli.

Trasportato con molta decisione in stazione, gia' questa mattina ha avuto da dire prima di salire sul treno, in quanto il grosso bisonte d'acciaio non fumava e non faceva ciuf ciuf... Alla fine i presenti l'han cacciato sul treno ed e' partito alla volta di Milano, naturalmente vestito da sherpa...

Arrivato a destinazione ha cominciato a lamentarsi per il caldo e la mancanza della neve, dimenticandosi di indossare in quel momento vestiti non molto adatti alla situazione, tra i quali spiccava la maglia a triplo strato in pelo di pecora livignasca in amore, antica eredita' familiare tramandata nei secoli. A fatica i presenti l'han convinto a togliere i ramponi e riporre la picca nello zaino. Dopo una veloce colazione a base di caffe' nero mischiato a vino rosso ed un mezzo chilo tra lardo e cotto affumicato, decide di prendere un taxi. Impresa ardua in quanto invece di chiamare '' taxi '' si mette a gridare ''cocchiereeee'''....

Arrivato in aula dove deve seguire il corso di aggiornamento, inizia a romper le balle perche' non trova il calamaio, manca il caminetto ove lenire i geloni, e in piu' il tassista ha rifiutato di essere pagato in capponi. Si spaventa quando vengon spente le luci e rimane attonito innanzi alle voci che escono dagli altoparlanti della sala e le immagini che appaiono sullo schermo. Inizia cosi' una danza tribale per esorcizzare il pericolo.

Giunge il momento del pranzo. Risotto e cotoletta alla milanese con patatine fritte. Rifiuta tutte le portate e tira fuori una forma di Bitto ed una bottiglia di vino nero, con la quale si sfama, brontolando in continuazione. Nel pomeriggio se la dorme beato, in aula, incurante del mondo intorno a se'. Si accorgono della sua presenza per l'odore di fieno che emana il giaciglio che si e' costruito .

Lo spediscono in albergo: appena giunto in camera ciula tutta la biancheria e scambia le saponette per panetti di burro, ingoiandole con voracita'...

Lo portan a prendere un aperitivo in piazza Duomo... S'incazza perche' il barista non sa cosa sia uno spruzzato, una bicicletta, una lampadina. Alla fine si accontenta di sei birre medie.

Arriva il momento della cena: pianta un casino perche' nel ristorante Argentino non fan ne' i pizzoccheri, ne' gli sciatt. Riescono a sedarlo con una carbonara da quattro etti, tre bistecche di filetto di bue crude ed una bottiglia di genepy.

Stando alle ultime notizie, in questo momento si sta scolando da qualche parte un mojito...

Immagino che dopo importunera' qualsiasi essere umano che vagamente gli sembri una femminuccia, finendo per incappare in Aureliano, noto travione milanese e Sigfrido, un camionista olandese con la Divina Commedia tatuata per intero sul bicipite sinistro. Fortunatamente entrambi scapperanno spaventati alla vista del suo nasino e la cosa finira' li'.

Il nostro amico rientrera' cosi' in albergo, dove naturalmente sbagliera' camera, addormentandosi nel matrimoniale di un estroso artista che dorme rigorosamente assieme ai suoi due pitbull.

E domani e' un altro giorno...