Prendendo spunto da questo blog su Repubblica.it
http://franceschini.blogautore.repub...08/?ref=hpsbsx
e senza svaccare il topic, inseriamo qui qualche ricordo curioso e divertente delle nostre... "assenze particolari" dalle lezioni ???
Giovedì, 8 Maggio 2008
Quando si marinava la scuola
A Bologna, dove sono nato e cresciuto prima di diventare un emigrante, anzi un “espatriato” come si usa dire adesso, lo chiamavamo “fare fughino”. Voce del verbo fuggire: da scuola. In altre città si diceva “bigiare”. Il termine più classico era “marinare”. Comunque lo si dicesse, il significato era lo stesso: saltare le lezioni del giorno, non presentarsi in classe, andare a zonzo per la città, e poi tornare a casa, all’ora di pranzo, come niente fosse, preparandosi a nascondere l’assenza con una firma falsa sul libretto delle “giustificazioni”. Mi domando se esiste ancora, quel libretto. Probabilmente no: nella scuola in cui va mio figlio, qui a Londra, i contatti tra insegnanti e genitori sono via email, per cui la balla durerebbe poco.
Eppure in qualche modo gli studenti di oggi continuano a “fare fughino” (permettetemi di continuare a dirlo alla bolognese). Anzi, perlomeno qui in Gran Bretagna, sono sempre di più quelli che lo fanno: 40 mila studenti inglesi fanno una media di due assenze ingiustificate alla settimana, e molti di più, 300 mila, ne fanno mediamente una alla settimana. Succede, spiega il Times di Londra, prevalentemente nelle scuole statali più malmesse, dove manca la disciplina e circolano droga, armi, abusi, tanto che il ministero degli Interni aveva pensato di installare, come in certi stati americani, il metal detector all’ingresso. E, in questo quadro, il fenomeno rappresenta certamente una minaccia per la società, oltre che un elemento di diseguaglianza sociale, poichè nelle scuole migliori, statali e private, marinare le lezioni è un’eccezione, non la regola.
Mi domando come vanno le cose, da questo punto di vista, in Italia. E il pensiero mi corre ai “fughini” della mia giovinezza: quelle lunghe mattinate con i compagni di classe preferiti, gli amici del cuore, trascorse a giocare a biliardo nel retro di un caffè, a fumare tossendo una sigaretta con aria vissuta, a chiudersi nell’unico cinema di Bologna che dava spettacoli mattutini, il Rialto, che apriva i battenti, evidentemente, apposta per noi, il popolo dei bigiatori. Dava vecchi film western di cui nessuno in sala seguiva veramente la trama. A un certo punto, immancabilmente, durante lo spettacolo, una voce risuonava nel buio della platea: “Settimo cavalleggeri, ci sei?”, e tutti rispondevano in coro di sì. Poi la stessa voce ordinava, in rapida successione, “passo, trotto, galoppo, carica!!!”, e noi pestando i piedi per terra tenevamo il ritmo, scatenando un baccano tale che i gestori del cinema riaccendevano le luci finchè non tornavamo buoni.
Ricordi di scuola. Beninteso, non voglio incoraggiare i ragazzi d’oggi a saltare le lezioni per andare al cinema o a giocare a biliardo (oppure, in primavera, a correre in motorino sui colli, con la ragazza, se uno era così fortunato da avercela). Studiare è importante, oggi ancora più importante di ieri, perchè il mondo è diventato sempre più competitivo. Noi, comunque, non facevamo mica “fughino” una o due volte alla settimana: si faceva una volta ogni tanto, magari in coincidenza di un compito in classe o di un’interrogazione particolarmente preoccupanti. E così, a piccole dosi, è un dolce ricordo degli anni in cui non avevamo ancora varcato la “linea d’ombra”.
Comincio io...
Più che per sfuggire alle interrogazioni ed ai compiti in classe (tanto prima o poi bisognava farli), mi pesava tantissimo soprattutto negli ultimi due anni di liceo andare a scuola nei luminosi sabati di primavera anche perché le materie in programma erano molto pesanti anche senza lo spauracchio della interrogazione o del compito.
Allora, con un mio compagno di classe ugualmente ben disposto al "sacrificio", a meno di situazione meteo sfavorevole, da fine marzo alla fine della scuola a partire dagli anni in cui frequentavo il III^, IV^ e V^ scientifico applicavamo già la "settimana corta".
Ma non ci andavamo a rinchiudere, se non di rado, in qualche bar o altro locale bensì andavamo a prendere il sole vicino ad un campo da calcio oppure bighellonavamo all'interno della cittadina dove aveva sede la nostra scuola.
Una volta, verso le 11, incontrai mia madre che subito mi domandò per quale motivo non fossi a scuola: mi rifugiai in corner, spalleggiato dal mio amico, dicendole che l'insegnante delle ultime due ore aveva avuto un impegno familiare urgente e così ci avevano fatto uscire prima...
Un'altra volta invece incrociammo la prof di lingua straniera e a Lei non potemmo certo raccontare bugie: fummo onesti a dirle che non ci andava di entrare a lezione.
Le giustificazioni ???
Imparai presto ad imitare un paio di firme...![]()
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fino alla terza superiore ero uno studente modello, nessuna assenza a parte qualche malattia, poi mi si deve essere iccepato il cervello (a tutt'oggi ho ancora dei problemi a farlo andare) e li' salvati cielo, le prime berne (cosi' le chiamavamo noi) quando c'erano i compiti, poi via via l'escalation fino ad arrivare anche a tre giorni consecutivi, si andava in centro a Verona in giro per la citta' oppure sul Lago di Garda,le motivazione nelle giustificazione erano le piu' disparate, dalla malattia infettiva, alla morte di un parente, raggiungendo l'apice con la seguente: eczema purulento ai genitali.![]()
10/11/2008- ciao Alessandro sarei sempre nei miei ricordi.Ciao Tubolare
http://www.temiprimari.it/kelvin/gio...008/x_cris.htm
Io avevo un motto: al minimo dubbio taglia (qua a TO si dice "tagliare"). E visto che nel triennio non avevo proprio voglia di studiare di minimi dubbi ne avevo in continuazione. A fine anno tutti gli anni abbiamo sempre contato le assenze per fare le classifiche e io mi sono sempre piazzato in top 5, anche se mai - sigh - al numero uno.
I mega centri commerciali, Le Gru per quelli di Torino sud, non esistevano ancora, e quindi mi sbattevo a fare il solito giro in centro oppure andavo a casa di una mia compagna di classe (la mia attuale coinquilina tra l'altro) che tagliava quanto me ma i suoi le davano il permesso di stare a casa. La firma di mia madre la facevo meglio io che mia madre stessa
Una volta sono stato malamente beccato: ho tagliato con 3 compagni di classe e siamo andati a Praly, 2 sciavano mentre io e un'altra ci siamo presi il sole. Era marzo ed eravamo lontani dal paese, avevamo preso una seggiovia per andare in quota e quando si sono fatte le 13.20 sono andato al bar per telefonare a casa dei miei per dire che mangiavo fuori e una volta entrato nel bar... ho scoperto che non c'era il telefono. Il tempo di scendere e telefonare da una cabina ed era passata un'ora, i miei terrorizzati avevano già telefonato a 3 compagni di classe. 2 avevano detto che ero in classe per coprirmi, una ha detto che non c'ero e poi ha iniziato a balbettare. Fatto sta che gli ho detto che ero al colle della maddalena e avevo perso il pullman, sono tornato a casa con la faccia ustionata (a marzo, sulla neve, senza un minimo di crema protettiva) ma pare se la siano bevuta...
io le sto vivendo ora le mie marinature....hihihih..!!
ricordo solo che andavAMO a Linate dove nel campetto sportivo vicinissimo all'aereoporto spesso si allenava il milan...
l'anno dei 18 anni... mamma mia
noi andavamo a Rimini, passavamo la mattina dentro un enorme negozio di dischi ..![]()
Fino al penultimo anno mai bigiato, l'idea di falsificare la firma dei miei mi angosciava e poi la scuola era a 10 minuti da casa mia, troppo rischioso.
Compiuti i 18 qualche bigiatina al parco vicino casa me la son fatta, ma mai per evitare interrogazioni o compiti, sempre in giornate smorte o che si preannunciavano noiose... d'altronde io al liceo mi divertivo un sacco![]()
always looking at the sky
Ciao Tub!
Mai bigiato in vita mia.
Mi bastavano i vari scioperi e autogestioni x starmene a casa. Ovviamente prendevo e andavo in montagna...
Il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Qualche volta è capitato, ma poche veramente, ne ricordo in particolare una....credo ci fosse qualche compito in classe particolare, ora non ricordo, alla mattina, prima di uscir di casa, presi le chiavi di casa di nonna e invece di andare a scuola andai direttamente a casa sua, lei in quei anni viveva praticamente sempre sul lago di Garda, però sapendo che nel suo condominio son peggio della Cia, specie una signora che stava al piano terra, e che era perennemente sul balcone a guardare chi andava e chi veniva facesse pure -10°C con blizzard a 100km/h....arrivai di soppiatto, fortuna volle che la sciura era andata a far la spesa, entrai in casa, non alzai neanche le tapparelle e mi misi sul divano a guardare la TV, dopo però essermi fatto una bella dormita.
Poi mi scocciai e altrettanto di soppiatto me ne andai, ripresi la metropolitana, feci un giro in centro e poi me ne tornai a casa, ero un pò in anticipo però!, e sfiga volle che come scesi dal tram chi beccai....mia mamma, che con fare sospetto mi disse....che fai qui a quest'ora....io pronto le dissi....eh la prof di italiano era assente e ci han fatto uscire un'ora prima.
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