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Discussione: Sul petrolio...

  1. #1
    Vento forte L'avatar di Gdr
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    Predefinito Sul petrolio...

    ... copio e incollo quanto segue, a chi interessa auguro buona lettura.

    Il Rosso e il Nero

    Settimanale di Strategia

    NON E’ UNA BOLLA 22 maggio 2008

    La questione petrolifera è molto seria.

    A un certo punto della pestilenza del 1630, racconta il Manzoni, si diffonde per Milano la richiesta popolare di una grande processione che invochi la fine del flagello. Contro il parere di alcuni dottori illuminati, la curia, inizialmente tentennante, accoglie la richiesta. L’iniziativa ha un grande successo, ma il suo effetto sulla peste, lungi dall’essere positivo, è disastroso. I contagi, grazie alla vicinanza dei corpi durante la processione, si moltiplicano.

    Non fu solo la processione ad aggravare il problema. Nei mesi precedenti un grande aiuto alla peste era stato dato dagli uomini di scienza che non l’avevano presa sul serio, che l’avevano negata o derubricata a febbre pestilenziale, salvo poi morirne come Don Ferrante.
    Da tre anni una nutrita schiera di emuli di Don Ferrante ci spiega che quella del petrolio è una bolla speculativa destinata a scoppiare in breve tempo. Questa schiera, che comprende grandi esperti del settore e attira ogni tanto a sé economisti anche molto bravi, ha in realtà dato un suo contributo non del tutto marginale al rialzo del petrolio diffondendo un senso di tranquillità nell’opinione pubblica (che si traduce in passività dei policy maker) del tutto fuori luogo.

    Oltre agli emuli di Don Ferrante abbiamo anche gli emuli della curia milanese che si piega alla richiesta di organizzare una processione. Lo sono ad esempio quei candidati alla presidenza degli Stati Uniti che propongono di tassare gli extraprofitti delle compagnie petrolifere per abbassare con il ricavato la tassa sul carburante (che in America è bassissima). Per non parlare della richiesta di sospendere l’accumulo di scorte strategiche, un’altra di quelle idee geniali che risolvono i problemi negandoli.

    Ora, prima di parlare di bolla, consideriamo questo semplice problema. Se ogni giorno, sulle strade cinesi, ci sono ventimila macchine in più del
    giorno prima (otto milioni all’anno meno mezzo milione di auto esportate diviso 365, senza contare le sostituzioni perché sono ancora poche) e se la produzione di greggio è stabile, quante macchine in meno devono circolare negli Stati Uniti?

    La risposta non è esattamente ventimila, perché un’auto in America percorre (per il momento) più chilometri di un’auto cinese. Non è nemmeno corretto dire che l’offerta di greggio è stabile, perché in realtà riesce ancora a crescere, anche se sempre più faticosamente. Poi solo un terzo del greggio finisce in benzina e poi c’è però anche l’India eccetera.

    Il test non è perfetto, ma l’idea la rende. Per un cinese che passa dalla bicicletta all’automobile (progresso economico) ci deve essere qualcuno in America (e anche in Europa) che passa dall’automobile alla bicicletta (progresso civile ed ecologico). Il petrolio è come la Gioconda all’asta. Non è che aumentando il prezzo offerto saltano fuori altre Gioconde. Semplicemente il prezzo sale finché qualcuno non si ritira dalla competizione.

    In teoria ci sono tante cose. Il sole, il vento, l’uranio, il plutonio, l’idrogeno, il gas, il carbone. Ci sono l’olio e il gas non convenzionali (che stanno dando senza clamore una mano enormemente maggiore di tutto il rinnovabile messo assieme). C’è l’Irak che ha in questi giorni ricalcolato le sue riserve di greggio e ha scoperto di avere più petrolio dell’Arabia Saudita. C’è l’Artico. C’è il Brasile.

    Ma ci sono molti ma. Al nucleare e all’Irak è interessata Al Qaeda. Il Brasile ha giustamente programmi di sviluppo ambiziosi che non gli permetteranno di esportare molto (e poi per un Brasile e un’Angola che si scoprono ricchi, ci sono un Messico e un’Indonesia che hanno la produzione in caduta libera e un Venezuela e un Ecuador che producono di meno perché vogliono fare tutto da soli). L’Artico russo e groenlandese, d’altra parte, costa molto caro.

    Il rialzo del greggio è una cosa terribilmente seria, ma nel mondo si continua a dormicchiare. Dove sono i grandi programmi pubblici di ricerca di
    soluzioni alternative? Dove sono i Bill Gates in garage che inventano dal basso soluzioni brillanti? Gli esseri umani, anche quelli con il PhD, sono reattivi e non proattivi, come dice sempre Nassim Taleb. Non c’è da dubitare del fatto che il prezzo del petrolio in continua salita produrrà a un certo punto un risveglio generale. Nel trambusto non ci sarà pietà per foche monache, vita selvaggia dell’Alaska e comitati di quartiere (che non sono un’esclusiva campana, provate a parlare di un impianto di rigassificazione negli Stati Uniti).

    Dopo Bear Stearns i mercati hanno incluso anche il petrolio nei loro festeggiamenti. E’ un segno di esuberanza della domanda, ci si è detti, e si è
    tradotto questo ottimismo in una spinta al rialzo dei petroliferi che non ha penalizzato i titoli delle società che l’energia la consumano. Abbiamo visto questa asimmetria altre quattro volte dal 2005, ma tutte le volte, invariabilmente, oltre una certa soglia di rialzo del greggio il mercato ha cambiato improvvisamente umore e ha prodotto un’asimmetria di segno inverso (discesa delle linee aeree e dell’auto e mancato ulteriore rialzo dei petroliferi).

    Questa volta il mercato ha provato a resistere più a lungo, nell’idea che se siamo sopravissuti agli altri quattro strappi rialzisti del greggio significa che siamo praticamente invulnerabili. A 134 dollari siamo però al tipping point, il punto di sovraccarico che richiede un ripensamento.

    La correzione delle borse, dopo dieci settimane di rialzi, sarà favorita anche dal sopraggiungere di dati macro non favorevoli. Dopo un primo trimestre che in tutto il mondo è andato meglio delle attese arriveranno nelle prossime settimane i dati sul rallentamento del secondo trimestre. Niente di terribile, ma certo non un grande aiuto. Nonostante tutto non pensiamo a una correzione pesante. Per quattro motivi.

    1) Il pacchetto fiscale americano è già in azione. Gli effetti positivi verranno catturati dai dati con il consueto ritardo di uno-due mesi. In questo momento il mercato non è più nello spirito di scontare in anticipo la ripresa dei consumi, in parte perché è meno liquido che in marzo e in
    parte perché teme l’effetto del petrolio. Va però ricordato che i rimborsi fiscali sono di gran lunga superiori alle maggiori spese da sopportare per la benzina.

    2) Il pacchetto americano sui mutui è in dirittura d’arrivo. Se Bush metterà il veto sarà solo per ottenere dal Congresso la certezza che il pacchetto sia a costo zero per il bilancio. Un accordo entro luglio è molto probabile. Il pacchetto non metterà termine alla discesa dei prezzi delle case, ma la rallenterà.

    3) Chi si è ritirato dai mercati tra febbraio e marzo non ha completato il rientro in aprile e maggio. Resta ancora liquidità da investire.
    Ovviamente, con il petrolio a questi livelli, le operazioni di rientro sono sospese, ma il combustibile per un ulteriore limitato rialzo, più avanti, c’è ancora.

    4) I fondi sovrani, ogni giorno più ricchi, hanno mostrato in febbraio e marzo di essere in grado di riciclare velocemente i dollari e gli euro che
    arrivano loro dalle esportazioni. Il supporto ai mercati è stato provvidenziale e non c’è ragione per pensare che verrà meno. Sui cambi la breve primavera del dollaro è già finita. Rimaniamo però dell’idea che al momento sia interesse degli Stati Uniti impedire una nuova gamba di ribasso.



    Alessandro Fugnoli ++39 02 77426.1

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  2. #2
    Uragano L'avatar di giorgio1940
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    Predefinito Re: Sul petrolio...

    Interessante!
    Mi è parso di cogliere una ventata di ottimismo....
    Amante della Natura:Monti,meteo,mare,una piccola margherita.....
    Non posso che dir grazie a tanto Artefice!

  3. #3
    Burrasca forte L'avatar di Blizzard
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    Predefinito Re: Sul petrolio...

    Come ha detto giustamente qualcuno la speculazione non è un driver, bensì un qualcosa che salta sul treno mentre viaggia a forte velocità e si butta giù prima che arrivi il burrone.
    [CENTER]--> Marco <--

    ***...Always Looking At The Sky...***

    ""[URL="http://dailymotion.alice.it/video/x3ov8b_peak-oil-how-will-you-ride-the-slid_tech"]How Will You Ride The Slide[/URL]""


    [B] Don't panic. But if you panic, be the first.
    [/B]
    [/CENTER]

  4. #4
    Vento teso L'avatar di nago
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    Predefinito Re: Sul petrolio...

    Come diceva Bennato:

    "EAA ma come andiamo forte
    eaa ormai nessuno ci può fermar

    EAA giù per la discesa
    eaa ormai nessuno ci può fermar

    EAA dritti verso il burrone
    eaa ormai nessuno ci può fermar

    EAA ho parlato col conducente
    e mi ha detto in un orecchio
    che ha i freni rotti e che non vanno più

    EAA mi hanno detto che non è sua la colpa
    ma che lui farà il suo dovere fino in fondo
    e poi si vedrà

    EAA giù per la discesa, dritti verso il burrone
    ormai nessuno ci può fermar

    EAA mi sono distratto per un momento
    e il conducente ha premuto un bottone
    e si è catapultato giù.

    EAA ma chi se lo aspettava
    che era un pullman così attrezzato
    che quello si catapultava giù

    EAA gli altri continuano a intonare cori
    non si sono ancora accorti di niente
    e continuano a cantar

    EAA vorrei prendere io in mano il volante
    però poi ripensandoci bene
    ma chi me lo fa far

    EAA qui le cose si mettono male
    quasi quasi premo anch'io quel bottone
    e mi catapulto giù

    EAA ma come vanno forte
    non si sono ancora accorti di niente
    e continuano a cantar"
    “Sopra le nuvole il meteo è noioso”

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