In certi casi all'interno dei paesi i 50km/h come limite vanno benissimo. Mi viene in mente Cervasca,o anche Costigliole Saluzzo. Via principale stredda,tanti negozi e gente che attraversa,è giustissimo così. In altri casi,invece,si mettono i 50 solo perchè è considerato centro abitato: vedi per esempio San Chiaffredo di Busca! Strada statale 589,infinitamente dritta,larga come una superstrada,case distanti,pochi incroci dalla visibilità eccellente..e limite dei 50. Quel che ci vuole è un'analisi dei posti per capire dove i 50 vanno bene e dove sono ridicoli.
Lou soulei nais per tuchi
s.chiaffredo rompe le palle solo perchè è in mezzo a un rettilineo.. e continua in rettilineo.. però avendo dei locali lungo la carreggiata e dei negozi, strade stradine cortili che immettono.. 50 son sacrosanti..anche se rompon le balle.. e anche a me capita di passarli in occasione di pista libera..![]()
Revello - CN 353 m slm
diciamo che forse dipende un po' dalle zone.. nel cuneese cmq al di fuori dei centri abitati raramente trovi il limite dei 70..50 o 90... ma è anche vero che superstrade, tangenziali e cose simili ne abbiam poche...quindi quelle strade infide ne carne ne pesce nn sono cosa usuale.. l'unica cosa che a volte da noia è il persistere del limite dei 50 di centro abitato anche ben fuori da questo, per qualche centinaio di metri...
andando nel torinese allora condizioni più particolari si trovano...
Revello - CN 353 m slm
Ma i negozi sono limitati ai 100-200metri centrali del paese..per il resto ci sono solo case,e la visibilità è ottima. E' qui che dico: i 50 non sono sacrosanti! E,di fatto,non li rispetta nessuno (come hai detto tu stesso). Proprio questo non va: anzichè mettere i 50km/h che non li caga nessuno,quindi non servono a nulla se non a farti beccare qualche multa,è bene mettere magari i 50 nella parte centrale e poi magari i 70. In modo che la gente rispetti i limiti,ma che essi siano ragionevoli.
Lou soulei nais per tuchi
Lou, questa te la devo proprio raccontare.
Un sabato sera/domenica mattina, tanti anni fa (nel '92 o nel '93), faccio una serata interessante: vado in giro con un amico, fotografo di un giornale locale - quello che, per tornare alla canzoncina sopra, scattava le foto delle Audi 80 sfracellate sui platani (Cosa resterà di quest'Audi 80? / Chi la scatterà la fotografia? sulla musica della canzone di Raf...) che trovavamo sul giornale di lunedì. E' l'epoca delle stragi del sabato sera, di solito la mattina di domenica c'è da lavorare.
Ma quella è una serata tranquilla, poca gente in giro. A notte fonda al rientro lungo una strada provinciale in ingresso di centro abitato con limite di 50 km/h ci sorpassa un ragazzo in moto, con il faro anteriore che si accendeva e spegneva (sapremo poi che aveva l'interruttore guasto e doveva tenere lui il faro acceso mantenendo fermo il pulsante con una mano). Il fotografo mi dice "questo lo raccogliamo più avanti", e allunga la mano sul sedile posteriore a controllare se è al suo posto la macchina fotografica.
Un minuto e mezzo dopo incrociamo un'auto con un faro anteriore spento e ci diciamo che è la serata dei craniolesi kamikaze a luci spente. Pochi secondi dopo ritroviamo il ragazzo della moto lungo disteso a centro strada, con la moto venti metri più avanti.
Cos'era successo? Al ragazzetto si è spento il faro. Nella direzione opposta, sopraggiungeva una tipa in Panda che andava, giustamente, a 50 km/h in centro abitato. Il supergiovane di turno con la sua bella Renault 19-16V () arriva impaziente dietro la Panda, e non potendo sopportare di andare a 50 in paese in mezzo alle case davanti alla caserma dei Carabinieri, la supera e centra in pieno il ragazzo in moto a luce spenta. Nello scontro si rompe anche il faro dell'auto.
Ricordo bene i pezzi di legamenti, di tessuti connettivi, e le schegge di osso, attaccati alle lamiere della Renault.
Arriviamo sul luogo dell'incidente e per provvidenza celeste (o per fortuna smisurata), la tipa sulla Panda è un medico che soccorre subito il ragazzo. Però quello nell'urto ha subito l'amputazione di un braccio finito chissà dove. In quel momento arriva da dietro la Renault col faro rotto - si vede che ci ha messo un po' a capire cos'era successo, si è girato ed è tornato indietro.
Carabinieri, polizia, ambulanza, arrivano tutti. Flash flash flash, le foto sul giornale di lunedì: il medico soccorre il ragazzo incidentato. Flash flash flash, i segni dell'urto sulla Renault. Flash flash flash il tipo della Renault con la testa fra le mani che risponde ai Carabinieri.
Arrivano anche i vigili del fuoco, perché se si riesce a trovare il braccio amputato forse c'è speranza di riattaccarlo. Quindi alzano i tralicci con le fotocellule, ci distribuiscono pile per farci luce, e via tutti a cercare il braccio lungo la strada, sulle siepi, e nei cortili delle case. Io, il fotografo, VVFF, poliziotti e carabinieri tutti con la pila, alcuni a quattro zampe a cercare al suolo fra le siepi. Bisogna guardare nella cuccia di un cane da guardia, ma quello ringhia: forse è restio a mollare l'osso.
Sfortunatamente nell'urto il braccio era finito sul poggiolo di una casa, dove è stato ritrovato solo il giorno dopo, troppo tardi per recuperarlo...
Ragazzi, ma credete davvero che vada sempre tutto liscio, che tutto sia perfetto, l'auto tenga la strada, non ci si immetta nessuno, quello che viene in senso opposto sia in forma con il mezzo in perfetta efficienza eccetera eccetera? Credete davvero che chi va a 50 km/h in città sia un rimbambito? Ma ha agito più da deficiente il medico della Panda a 50 km/h o il supergiovane 16V dentro-marce-e-fuori-cavalli della Renault? E credete davvero di essere sempre e solo quello in auto illeso e mai quello in moto rovinato?
Se il ragazzetto in moto fosse rimasto dietro di noi a 50 all'ora non sarebbe arrivato a quell'appuntamento così precisamente puntuale. Se il tipo con la Renault se ne fosse stato dietro la Panda della guardia medica non avrebbe imbarcato il ragazzo in moto. Se tutti fossero passati a 50 rispettando limiti e divieti di sorpasso non sarebbe successo niente.
Naturalmente si può anche dire che se il fotografo e io fossimo passati a 90 km/h anziché a 50, il tipo in moto non ci avrebbe sorpassati, e quindi si sarebbe sfracellato dietro di noi che così ci saremmo risparmiati ore di ricerca infruttuosa del suo braccio, dipende dai punti di vista...
Ultima modifica di Borat; 19/01/2009 alle 16:09
Ora vediamo di prendere tutti quanti un qualcosa di solido
Penso anch'io che il tipo in auto non avrebbe superato. Ma il tipo in moto vedendo una panda avanzare sull'altra corsia a 50 km/h si poteva aspettare che uscisse qualcuno in sorpasso in paese accanto ai carabinieri in mezzo alle case? Avrebbe messo la manina per far accendere il faro forse se avesse immaginato che quell'altro minorato cerebrale sarebbe uscito in sorpasso lì.
Nel complesso, penso che questi se ne sono strafottuti di ogni norma (velocità, luci, sorpasso). Tutti.
Beh, la donna medico e il fotografo no, andavamo via da pensionati.
Ovvio che secondo una certa mentalità giovanilistica (ehi noi ggiovani, dentro marce e fuori cavalli, matusa via che passo io) la colpa è del medico che con la sua bassa velocità ha costretto lo scattante supergiovane a sorpassare in un punto pericoloso![]()
Ultima modifica di Borat; 19/01/2009 alle 17:48
Borat,ho letto con piacere la tua esperienza,ma sembra che continui a non capire quel che voglio dire. Ai fini dei limiti,è inutile parlare di incidenti spaventosi: quelli ci sono stati,sempre ci saranno a prescindere da qualsiasi limite. Pensi che non ci siano mai stati incidenti a 120km/h in autostrada? O in generale nei limiti? Perchè,se la pensiamo TUTTI così,allora poniamo il divieto di usare la macchina,ovunque,e si va tutti a piedi.
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Lou soulei nais per tuchi
No no, ho capito benissimo. E' che sbagli.
Quello che origina qualche dubbio sulla comprensione, infatti, è l'arroccamento sull'idea che fornire ai guidatori delle linee guida sui comportamenti da tenere in strada e fortificarle attraverso sanzioni (multe, ritiri patente ecc, incarcerazione in caso di morti o feriti ecc) che diano loro carattere coercitivo non possa incidere sui risultati.
Il principio norma-sanzione lavora sulla base teorica per la quale il timore della sanzione spinge l'agente (cioè colui che agisce) a comportarsi secondo le norme. L'assunto di fondo quindi è che se le norme prescrivono comportamento prudente, l'ottemperanza a esse riduce gli esiti negativi e fatali.
Chiaro?
L'idea non è quella dei collegi clericali dove il timore assoluto è la mano sotto le coperte perché è peccato mortale e si va all'inferno. Cioè non si emettono norme e sanzioni (se non qualche volta....) sulla base di principi puramente moralistici circa le condotte individuali più o meno "immorali" anche se non c'è nessuna conseguenza per sé o altri. L'idea al contrario è quella di dare alla gente dei motivi per non ammazzarsi su questa terra e non accoppare altri.
Sarebbe bello per tutti un mondo da fiaba dove tutti hanno sale in zucca e attraverso l'educazione hanno interiorizzato le norme di modo che non occorrano né norme giuridiche né sanzioni.
Ma non è così. Le norme ci vogliono. E, temo, anche le sanzioni.
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