Francamente sì.
Se uno dicesse che sono stati intercettati ad arte solo certi personaggi mi stupirei di meno.
Ma sapere che le intercettazioni c'erano e ne è stato usato solo un piccolo sottoinsieme è 'na roba da Zimbabwe (che è esattamente quello che siamo diventati a livello istituzionale ....).
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
" Intra Tupino e l'acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo,
fertile costa d'alto monte pende........" Dante, Paradiso XI
- In avatar, il mio mondo : Omar, Sarah, il cantiere e .... la neve!
Chi ha bisogno del codice etico?
Sette, il settimanale del CorSera, ha anticipato ieri il varo di un nuovo codice etico da parte della FIGC, che avrebbe conferito incarico all'avvocato Bruno Assumma per la stesura di un regolamento interno che fissi dei limiti in diversi ambiti riguardanti il rapporto tra le società e la Federazione: regali (verranno limitati a un valore inferiore ai 150 euro), consulenze professionali da parte di impiegati federali alle società (vietate), sconti sui biglietti, incompatibilità legate a parentele, controlli sulle note spese e così via. Il nuovo codice etico introdurrà, a quanto pare, una disciplina ferrea con l'intento di evitare sovrapposizioni, conflitti di interesse e relazioni anche economiche improprie - operare una netta separazione insomma - tra la Federazione e le società. Il presidente Abete, fautore di questa nuova via verso un calcio pulito, ancora non si è espresso a riguardo; il CorSera però abbozza una cronologia dei fatti che avrebbero portato la massima istituzione calcistica nazionale a tale decisione. Più che una storia, è una preistoria. Si parla, naturale, di Calciopoli (quattro anni fa), fino poi a tornare addirittura ai celebri Rolex di Sensi (dieci anni fa). La lentezza del processo politico in Italia è sicuramente un problema, ma non prendiamoci in giro: se ad originare tale decisioni fossero stati i fatti di Calciopoli, unico momento, per altro, in cui si è proceduto, politicamente e giuridicamente, a tutta birra, questo nuovo codice etico sarebbe già stato in vigore da un pezzo.
Nonostante la storia recente ci insegni il contrario, dobbiamo concedere il beneficio del dubbio all'azione federale: ovverosia che l'idea sottesa al nuovo codice etico sia assolutamente preventiva e indirizzata al futuro. Ci sembra altrettanto doveroso, tuttavia, prendere in considerazione la possibilità che i conflitti di interesse, le malversazioni e i comportamenti di dubbio valore etico che si intendono limitare accadano qui e adesso, e per questo necessiti una regolamentazione più stringente.
Fino a dove - ci chiediamo poi - si spingerà questo nuovo codice, nell'instaurare chinese walls tra i dirigenti federali, le loro parentele e le società di calcio? Lo stesso fratello del presidente Abete è in affari con proprietari di società di calcio, tra cui Della Valle e De Laurentiis. Affari che non riguardano le società stesse direttamente, ma che comunque costituiscono un legame economico tra i diversi soggetti. La posizione di Abete diventerà incompatibile con le sue parentele? Non crediamo sia possibile. Lo sarebbe quella di Carraro? Molto più probabilmente, sì. E quella di Guido Rossi e Paolo Nicoletti, com'era? Perfettamente scevra da conflitti, il giorno prima e quello dopo della sua assunzione a commissario straordinario della FIGC.
E' una materia, insomma, in cui il giusto contributo di regolamentazione è difficile da calcolare, e in cui, in un senso o nell'altro, si possono consumare clamorose ingiustizie: compilando liste di proscrizione per un nonnulla, ignorando invece i veri legami tra poteri forti, oppure lasciando il tutto nell'anarchia. E' un bel lavoro per l'Avvocato Assumma, esperto del settore, con molti incarichi passati di simile difficoltà, tra cui, annota svagato Sette, spicca anche una consulenza per l'Inter in merito alla società, San Siro 2000, che si occupa della vendita dei biglietti per le partite dei nerazzurri. Perché nel calcio italiano è cosa buona e giusta - etica - che, quando tocca riscrivere le regole e definire l'etica, contribuisca qualcuno che ha già lavorato con gli onesti, forgiandone l'onestà.
Torniamo quindi al punto di partenza: ma in questi quattro anni come sono andate le cose? Sarà mai che le società - tranne immaginiamo la sorridente Juve che un codice etico l'aveva scritto in proprio - si affannano concorrenzialmente a garantirsi i favori della Federazione? Che la squadra A pensa che la squadra B, e allora la squadra C pensa che la squadra A, e la squadra B venuta a sapere che la squadra A e la squadra C... eccetera eccetera eccetera. Sarà mai che tuttora, qui e adesso, si calciopola? Perché, in caso contrario, un nuovo codice etico a quattro anni da Calciopoli? Non c'è una sola triangolazione sospetta che sia finita all'attenzione degli ispettori federali o di una qualsiasi Procura, ed è proprio questo che mira a combattere il nuovo codice, secondo le parole dello stesso Assumma. D'accordo prevenire, quindi, ma il problema all'apparenza non c'è.
Se si voleva guardare nei rapporti Carraro/Geronzi e rispettivi figlioli, il tempo era allora. Quattro anni dopo, c'è ancora qualcosa che non va?
Siamo tutti curiosissimi di capire.
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"We are all star people, from the dust we came and to the dust we shall return. So let's celebrate Love. Ciao Mamma.
Racalbuto fermato, Collina complimentato
La "cupola" messa in piedi da Luciano Moggi, simile a "mafia e P2", come la definì il pm Narducci nell'udienza preliminare davanti al gup De Gregorio, contava sui favori di arbitri "associati". Come venivano compensati, visto che investigatori e pm non hanno trovato la minima traccia di dazioni in denaro? Bisognava trovare una giustificazione a questa domanda, ed allora la spiegazione, invero debole, è che chi arbitrava a favore della Juventus veniva avvantaggiato, non veniva sospeso, arbitrava più partite, quindi guadagnava più soldi, mentre chi sfavoriva la squadra del "capocupola" veniva danneggiato. E' quanto sosteneva anche Nucini, l'arbitro confidente di Facchetti.
Sui forum juventini questo traballante piede dell'ipotesi accusatoria è stato segato già dal 2006, quando si appurò che con gli arbitri della presunta cupola la Juve aveva ottenuto una media di 1,8 punti a partita, mentre con gli arbitri non indagati la media era stata di 2,6 punti a partita.
Oltre a questa verifica, la difesa di Moggi, in aula a Napoli, ha messo alle corde Auricchio dimostrando che Racalbuto fu fermato per otto turni dopo un errore a favore della Juventus, mentre Paparesta, dopo la sciagurata direzione della famosa Reggina-Juventus, aveva arbitrato la domenica successiva. Un arbitro "associato" che viene punito dai due designatori, Bergamo e Pairetto, altrettanto "associati". Non regge, signor tenente. Ad ulteriore riprova abbiamo altre due telefonate, "ritrovate" dalla difesa di Moggi, nelle quali Collina, dopo aver arbitrato Fiorentina-Juventus, e non concesso un "probabile" goal di Cannavaro alla Juve, riceve i complimenti dei due designatori, che pure definiscono quella palla "più dentro che fuori". Pairetto sottolinea che non osa immaginare cosa sarebbe successo se fosse accaduto il contrario. Sì, perché, pur in presenza del forte dubbio di aver subito un torto, il "sequestratore di arbitri nello spogliatoio", Luciano Moggi, è sereno, tranquillo, e fa i complimenti a Collina. Queste telefonate nel 2006 non ce le hanno fatte sentire, ma agli investigatori, che le avevano sentite, qualcosa avrebbero dovuto pur suggerire.
Due telefonate di Pierluigi Collina con i due ex designatori, Paolo Bergamo e Luigi Pairetto, dopo aver arbitrato Fiorentina-Juventus del 9 aprile 2005, finita 3-3. Il "caso" della partita è il colpo di testa di Cannavaro respinto oltre la linea da Cejas. Il gol non visto da Collina è il tema dominante delle conversazioni.
Bergamo-Collina, 9 aprile 2005.
Collina: Paolo buonasera.
Bergamo: Allora? Contento?
Collina: Mah io sì, io credo Fiorentina-Juventus che finisce così, io credo che c'è da farci la firma.
Bergamo: Io sono contento per le mie cose particolari, te, magari... Io ti dico per cosa son contento. Sono contento intanto per l'atteggiamento, perché una partita come questa, che era esplosiva e, quindi, te la conoscevi la partita, non so se ti è venuta o se l'hai ... io ti dico le mie sensazioni. Dopo ogni fischiata quando c'era necessità, che so, falli difficili, poteva nascere contestazione, te hai mantenuto un passo ed un atteggiamento che tendeva a sdrammatizzare, e questo è servito, nel clima generale della partita, a rendere in campo le cose più semplici ed i giocatori le hanno accettate bene. Poi c'è stato quell'episodio di Ibrahimovic che hai gestito bene, quel mezzo applauso... Ecco, voglio dire, certo non posso chiederlo ai giovani questo, ma da te quando lo vedo mi dà gioia, nel senso di vedere che al di là dell'aspetto tecnico che non sto nemmeno a parlare perché poi di tecnico non c'è stato niente da dire... ecco hai creato le condizioni per cui ci fosse serenità in campo
Collina: Questo mi fa piacere perché effettivamente ci ho messo di tutto da quel punto di vista lì, perché, come hai detto giustamente tu, la gara poteva essere esplosiva. Poi la Fiorentina i primi 20 minuti li ha fatti ad un ritmo veramente tosto, con a centrocampo un'aggressività che, però, non era un'aggressività fallosa ma era un'aggressività di intensità agonistica, con tutte entrate sul pallone, ma sempre al limite di far qualcosa di diverso...
Bergamo: Ma vedrai che quando ti rivedrai, vedrai che dai l'impressione che dà, specialmente in televisione, cioè, questa partita che vanno a mille all'ora, quindi, a volte, anche falli plateali, te che arrivi non con il tuo piglio solito... con quel passo, quella flemma, cioè l'interpretazione della partita che richiede...
Collina: Sì cercavo di sdrammatizzare.
Bergamo: Sdrammatizzare, sbollire, tranquillizzare, e questo ha fatto in modo di rendere un clima più sereno in campo. Secondo me questa è stata una chiave di lettura incredibile, tanto è vero che in altri tempi ad Ibrahimovic gli mangiavi il naso e, invece, l'hai lasciato, perché hai capito che non era uno scherno... e poi c'è stata un'occasione del goal di Pazzini che è venuto via in contropiede e quando calcia la palla tu sei lì che freni ed allora ho detto "Allora ci siamo". (ridono entrambi)
Collina: No, la verità è che stavo bene, è un periodo che sto bene, per cui... no, poi la partita è stata bella, intensa, sei goal, l'ambiente...
Bergamo: Bello il goal di Ibrahimovic che te l'ha...
Collina: Sì, sì, bravissimo Mitro a far giocare, no, no, proprio bravo. Il colpo di testa di Cannavaro? Non si riesce a capir niente eh...
Bergamo: No, dopo 50 volte che ce lo fanno vedere in televisione non si capisce. Probabilmente è più dentro che fuori, però non è possibile...
Collina: Besutto è stato molto deciso nel fare "Gioca" e, d'altronde, se lui non ha la certezza di vederlo dentro non può, da dove è, dare un goal in quella maniera lì.
Bergamo: Anzi, ci ripaga da tante cose il dubbio che dà la situazione...
Collina: Ho capito. Devo dire la verità, a fine partita, nel tunnel, ho incrociato Capello, il quale mi ha detto: "Mah, la televisione dice che fosse goal", dico: "Ma guarda Fabio la televisione fa presto...", fa: "No, no ma io non te lo dico mica in maniera polemica". Lui mi fa: "Era impossibile dal campo da vedere, comunque hai fatto una partita splendida", e mentre stavamo arrivando vicino alla macchina, giù nel sotterraneo, è arrivato vicino al finestrino, a salutarmi, Moggi ed anche lui mi ha detto: "Bravissimo, bravo, bravo", per cui loro erano tranquilli, poi sai, il Milan che pareggia in casa con il Brescia gli ha dato un po' più di tranquillità.
Bergamo: 1-0,1-1, 2-1, 2-2, 3-2, 3-3, insomma voglio dire...
Collina: No, se stasera avessero vinto rapinavano la partita, perché la Fiorentina il pareggio lo ha meritato al 100%.
Bergamo: La Fiorentina se mette me in porta ha vinto la partita.
Collina: Ah sicuro, sicuro, no, no ma è vero, verissimo.
Bergamo: Complimenti Pierluigi, bravo!
Collina: Ti ringrazio.
Collina-Pairetto, 10 aprile 2005.
Pairetto: A parte questa cosa difficile, non so se era dentro o fuori, nemmeno, quindi, sai... dopo questo c'è che non.. credo che anche per l'assistente non fosse così facile capire, capire eh...
Collina: Io, tra l'altro, non ho ancora visto le immagini.
Pairetto: Sembra forse più dentro che fuori, però...
Collina: Però certezza non c'è. La riflessione che stavo facendo io, però... solo le foto che fanno vedere sui giornali, per essere dentro, il pallone dentro, il polso, non la mano, perché lì lo respinge col polso, il polso deve essere 30 centimetri almeno oltre la linea di porta. Da lì, dà la sensazione, anche dalla posizione del portiere, ho dei dubbi, ché il portiere non ha il braccio... Pairetto: Comunque Gigi...
Collina: Sì, no, stiam parlando di niente.
Pairetto: Stiam parlando del ***** degli angeli, non val nemmeno la pena su una cosa del genere.
Collina: Dispiace quando c'è qualcuno che poi è bravo a fare determinati tipi di commenti, cioè io ho scoperto che il goal era nettamente entrato secondo un giornale, lì è questione di malafede.
Pairetto: Chi è che dice questo?
Collina: Tuttosport, di poca onestà intellettuale.
Pairetto: E' come quando il Corriere dello Sport parla della Roma, ecco, o della Lazio, non c'è chance di discussione.
Collina: Ti dico la verità, all'entrata in campo, all'inizio del secondo tempo, ero vicino a Capello che mi ha detto: "La televisione ha detto che era goal"...
Pairetto: Sì, è vero, la televisione ha detto che era goal, però, sai...
Collina: Ed io gli ho detto: "Mah, Fabio, io non lo so se era goal o no, comunque in televisione sono bravi a dare dei giudizi definitivi, tanto a loro non costa niente"; e lui fa: "No, no, hai ragione". Devo dirti la verità che l'episodio non ha minimamente alterato, al punto che hanno fatto goal su contropiede, cioè, palla dall'altra parte e goal.
Pairetto: Sì, combinazione sì...
Collina: Non c'è stato uno della Juve che...
Pairetto: Fosse stato il contrario, io non oso immaginare oggi, eh..
Collina: Sì, no, sicuramente, sicuramente, però in campo, in campo...
Pairetto: Sì, sì, ho visto, non c'è stato uno che...
Collina: Poi alla fine della partita, eravamo di nuovo, casualmente, di fianco io e Capello, che mi ha salutato, mi ha ringraziato e gli ho detto: "Oh, credo che capire cosa fosse era impossibile"; e fa: "No, no, guarda, secondo me avete, hai arbitrato molto molto bene, noi siam contentissimi, è andato tutto molto bene". Son episodi in cui si può parlare, ma fino a quando non ci sarà qualche strumento che ce lo faccia vedere, dal campo non si potrà mai giudicare. Alla fine l'unico che ho visto della Juve, io ero già in macchina che stavo uscendo dal piazzale di sotto, erano arrivati tutti loro dentro il pullman, sia Giraudo, che Bettega, che Moggi; si è avvicinato al finestrino, dalla mia parte, Moggi, io ho tirato giù il finestrino, mi ha dato la mano e mi ha detto: "Benissimo, grazie, benissimo" e, dico la verità, non mi pigliava per il culo
Pairetto: Hai fatto una buona partita, non vedo perché doveva ... non avrebbe avuto motivo.
Poi parlano della partita in termini tecnici e del risultato del Milan.
Pairetto: Aho, sono riusciti a dire, Pistocchi che non sapeva veramente dove sbattere la testa, (parlano di una valutazione moviolistica su un calcio d'angolo ad un minuto dalla fine, con palla appena sfiorata)... cioè a dire siamo qui apposta per questo, cioè con quel sorriso sarcastico, che io Dio bono se lo avessi davanti gli tirerei una...
Infine, Collina racconta del coro "Uccidiamoli, uccidiamoli" partito dopo il minuto di raccoglimento.
Collina muove critiche al giudizio di Tuttosport, che asseriva che il goal di Cannavaro fosse buono. Ma non era fantascienza, come possiamo leggere dalla rubrica "La moviola"di altro giornale:
FIORENTINA-JUVENTUS 3-3 (Collina: 3 ammoniti) All' 8' Ibrahimovic applaude ironicamente Collina: l'arbitro lo riprende mettendo in chiaro (allo svedese in primis e per estensione a tutti i giocatori) che non è il caso di prendersi troppe libertà. Pochi minuti dopo un episodio che avrebbe potuto creare un sacco di problemi: colpo di testa di Cannavaro e smanacciata di Cejas, non si sa se dentro o fuori porta. Niente gol, proteste minime e neanche il tempo di un replay che la Fiorentina passa in vantaggio con Pazzini. Successivamente le immagini proporranno l' azione del gol-non gol da prospettive diverse: la sensazione che la palla avesse oltrepassato la linea di porta c'è, la certezza no.
Quale giornale abbiamo consultato e scriveva questo? La Bibbia di Auricchio, per uniformarci al metodo d'indagine, la Gazzetta del 13° "magnifico", Maurizio Galdi.![]()
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