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  1. #3231
    Vento forte L'avatar di peppo
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    Predefinito Re: Calciopoli, nuove intercettazioni ...... minchia !

    Citazione Originariamente Scritto da Massimiliano Selvix Visualizza Messaggio
    Ma guarda un pò....


    Calciopoli, scomparse le telefonate Pairetto-Facchetti

    Giornata dedicata agli ultimi testi delle difese e al deposito di circa 300 telefonate nuove/vecchie scovate dalle difese tra le 170 mila del materiale processuale e ritenute irrilevanti dall'accusa nel 2006. Le chiamate dell'ex presidente dell'Inter vengono sunteggiate nei brogliacci dei carabinieri ma ora non se ne trova alcuna traccia

    tuttosport.

    Citazione Originariamente Scritto da Massimiliano Selvix Visualizza Messaggio
    Oibò....


    Trecento nuove telefonate, colloqui ritenuti irrilevanti o quasi dagli investigatori. Questa mattina, la difesa di Luciano Moggi, ma anche quella di uno dei due designatori dell’epoca, Pierluigi Pairetto, chiederanno al collegio giudicante della nona sezione del tribunale di Napoli l'acquisizione agli atti di altre intercettazioni fino ad ora inedite.

    Il processo penale su Calciopoli si avvia alle svolte finali: l’udienza in agenda oggi servirà per terminare l’esame degli ultimi teste delle difese, poi, il 14 dicembre, toccherà agli imputati farsi interrogare qualora lo ritenessero utile. La sentenza di primo grado potrebbe arrivare già nella prossima Primavera. Fra le nuove telefonate, il consulente tecnico di Moggi, Nicola Penta, ha ascoltato un colloquio fra l’addetto agli arbitri del Milan ai tempi di Calciopoli (Meani è imputato per frode sportiva) e il fischietto torinese Roberto Rosetti, oggi designatore per la serie B. La difesa dell’ex direttore generale bianconero si chiede come mai una telefonata di questo tenore non sia entrata a processo. Il colloquio avviene l’8 aprile del 2005, Rosetti è stato designato per LecceSiena e, il Siena, la settimana dopo sarà l’avversario del Milan.

    Meani : «...oh mi raccomando non espellerne solo uno del Siena fai due o tre».
    Rosetti : «...ma smettila và...».
    Meani : «Io ti ho madonnato quella volta che hai fatto il Livorno che hai ammonito i due Lucarelli tutti e due diffidati che la domenica dopo questi qua dovevano giocare con la Juve».
    Rosetti : «ah guarda, per quanto mi riguarda ma veramente, io non ho mai visto una roba del genere, cioè io devo essere in campo libero, tranquillo... ».
    Meani : «...io ti dico, quando a me magari sai, succede che lo stesso boss mi dica mi raccomando eh, se può, che abbiamo Maldini e Nesta diffidati...».

    LA STAMPA

    Citazione Originariamente Scritto da Massimiliano Selvix Visualizza Messaggio
    Opperbacco!


    Avv. Gallinelli: Nell’intervallo di Francia-Svizzera accadde qualcosa?
    Mitro: Sì, ci fece visita un dirigente Uefa.
    Avv. Gallinelli: Walter Gagg?
    Mitro: Sì.
    Avv. Gallinelli: E che disse?
    Mitro: Ci portò i saluti di Facchetti, a tutta la terna.

    PS: saluti dolci e severi....
    Citazione Originariamente Scritto da Massimiliano Selvix Visualizza Messaggio
    Opperdinci!

    E ora che anche la buffonata delle schede svizzere è stata smontata NEL PROCESSO, cosa resterà ai giapponesi nella foresta?


    Avv. Morescanti: È giusto identificare la scheda svizzera come segreta, non intercettabile?
    PM: Opposizione!
    Presidente Casoria: E perché? Risponda, se lo sa.
    De Falco: Il cellulare è parte della rete, quindi quando lo accendo tutti sanno dove sono. La rete vede il telefonino e se non lo ha nei database chiede al gestore straniero se può dare la linea. Non è segreta per niente. I telefonini sono tutti intercettabili se si conosce il numero del telefonino. Quando c’è una telefonata il gestore non segna solo il numero della sim ma anche il numero del telefonino. Sarebbe stato interessante vedere se questi numeri erano associati anche ad altri numeri cellulari ma non è stato fatto....

    Avv. Morescanti: Quindi chi ha effettuato l’indagine ha usato tutti gli accorgimenti per sapere da dove partissero le telefonate?
    De Falco: Si doveva fare in tempo reale e non è stato fatto, ma anche successivamente si poteva fare di più.
    Avv. Morescanti: Le celle di cui lei ha parlato sono state veramnete interessate da queste telefonate, o i carabinieri hanno visto le 60 teelfonate provenienti dal quartiere in cui abitava Fabiani e le hanno associate a lui?
    De Falco: Hanno fatto solo un collegamento logico. Se il territorio di copertura della cella fosse stato piccolo, si sarebbe potuto fare questo sillogismo. Oggettivamente non si può dire che ci sia un riscontro reale, non solo con la persona ma anche proprio con la zona.
    Avv. Morescanti: È giusto identificare la scheda svizzera come segreta, non intercettabile?
    PM: Opposizone!
    Presidente Casoria: E perché? Risponda, se lo sa.
    De Falco: Il cellulare è parte della rete, quindi quando lo accendo tutti sanno dove sono. La rete vede il telefonino e se non lo ha nei database chiede al gestore straniero se può dare la linea. Non è segreta per niente. I telefonini sono tutti intercettabili se si conosce il numero del telefonino. Quando c’è una telefonata il gestore non segna solo il numero della sim ma anche il numero del telefonino. Sarebbe stato interessante vedere se questi numeri erano associati anche ad altri numeri cellulari ma non è stato fatto.
    Avv. Morescanti: Quindi quali sono le sue conclusioni?
    De Falco: Non vi è collegamento tra zona e persona ma anche in termini di zona e abitazione della persona siamo a percentuali molto basse, al di sotto del 5%
    Avv. Morescanti: Nessuna altra domanda.


    Citazione Originariamente Scritto da Massimiliano Selvix Visualizza Messaggio
    Eccola la perla involontaria del PM Narducci!

    "PM: Quindi anche la Sua consulenza, come le indagini dei carabinieri, sarebbe potuta essere più precisa."




    Narducci ammette (inconsapevolmente?) che l'indagine dei carabinieri (su cui lui ha impostato il castello accusatorio) è fatta con approssimazione!
    Citazione Originariamente Scritto da Massimiliano Selvix Visualizza Messaggio
    Ecco, leggete che intercettazioni sono state"tralasciate" nel 2006!
    Uno scandalo insopportabile.

    CALCIOPOLI MILAN – Tra le telefonate che le difese presenteranno oggi all’attenzione del giudice Casoria anche una trascurata nei giorni caldi dell’indagine: parla Meani e dall’altro capo del telefono, prima di un Lecce- Siena ( 10 aprile 2005) l’arbitro Rosetti. Divagano sul derby di Champions con Meani che trancia giudizi pesanti suMancini, Adriano ( « ha la pappagorgia » ) , Vieri ( « pareva Chinaglia a fine carriera » ) . Poi tifa per un ribaltone di Rosetti su De Santis come arbitro al mondiale del 2006 ( « anche se Massimo è forte alla Fifa » ) .Quindi, saputo che andrà ad arbitrare Lecce- Siena e che il Siena sarà il prossimo avversario del Milan parte un “ cazzeggio” ( ascoltatela su Tuttosport. com, la telefonata) su « due o tre » giocatori del Siena da far fuori. Rosetti ci ride su ( non denuncerà la questione agli organi preposti: tempo fa per altri “ cazzeggi” qualcuno ci ha rimesso punti). Da ricordare che anche nel 2006 si parlava di telefonate scherzose e toni amicali: l’esito a livello di giustizia sportiva e accuse penali lo conoscete. Il senso dello humor non albergava in Calciopoli. In ogni caso gli inquirenti nel 2006 non ebbero la pazienza di aspettare i primi 13’ di telefonata ( 17’ in totale) e si sono persi questa parte del discorso, che ora verrà riscoperto dalla Casoria a Napoli.


    TELEFONATA MEANI- ROSETTI ORE 10.05 DELL’ 8 APRILE 2005


    Meani: Dove vai tu?


    Rosetti: A Lecce, Lecce- Siena


    M: Lo troviamo noi, noi abbiamo il Siena alla prossima. Noi abbiamo Siena, poi abbiamo Par ma in casa. Dopo andiamo a Firenze e dopo c’e la madre di tutte le battaglie R: Cioè?


    M: C’è la Juve. Lì poi si può decidere il campio nato.

    (…)


    M: Soprattutto in questi anni essere di Torino è un vantaggio, evitare la Juve che è una società chiacchierata che c’ha sempre problemi è meglio.

    R: Non ci posso far niente.



    M: Sei fuori da tante chiacchiere che ci sono, è vero ed è un vantaggio. Non poter fare Juve- Mi lan e Juve- Inter può essere una pecca, ma con questa storia qui sei stato sempre fuori dai casi ni e non sei chiacchierato. Che poi, adesso non voglio dire quante chiacchiere sono vere o false, non bisogna credere a tutto.

    R: Eh, già? Grazie di tutto, sei molto gentile.


    M: Oh, mi raccomando: non espellere solo uno del Siena, fanne un due o tre. Fai una cosa fatta bene!

    R: Ma smettila, dai ( ride)


    M: Non hanno neanche ‘ sti gran fenomeni, non so neanche dire chi, sai uno vale l’altro. Tra riser ve e titolari non c’è tanta differenza.

    R: Ti devo dire: mai una volta ho guardato i dif fidati prima delle gare.


    M: Io ti ho smadonnato dietro solo una volta, quella volta che al Livorno gli hai ammonito i due Lucarelli diffidati che andavano a giocare con la Juve. Poi alla lunga il Livorno con Lucarelli o non Lucarelli fa fatica sempre.

    R: Per quanto mi riguarda mai visto una roba del genere, devo andare in campo limpido, sicuro, tranquillo.

    M: Quando a me magari succede che lo stesso Boss ( così Meani chiamava Galliani, ndr) mi dica: mi raccomando sa, perché c’è Maldini o Nesta diffidati. Sai a lui non puoi rispondergli… Ma den tro di me dico: ma sarà un problema di Maldini e Nesta, mica io. c****, devo stare attento a non fare falli cretini. E’ un problema del giocatore, non dell’arbitro Sì, magari dice c**** è già ammoni to. La cultura sbagliata è che il problema è del giocatore non dell’arbitro. Eh, ma l’aveva già am monito, la seconda volta l’ha buttato fuori. L’arbi tro non deve neanche ricordarsi chi ha ammoni to o no, è una mala cultura nostra. Io lo dicevo quando arbitravo, è un problema del suo giocato re non il mio, che mi devo pure preoccupare di chi è già ammonito, c’è il regolamento. E invece pur troppo c’è la mala cultura, di dire che il giocato re ammonito è un problema dell’arbitro. Soprat tutto per certe squadre, le blasonate. Come quando dico ad Ancelotti, che vedi un giocatore nervoso: tiralo fuori per un quarto d’ora?

    Interessante scoprire come lo stesso Meani non creda al teorema, tanto di moda nel 2006, delle ammonizioni mirate cui invece tiene Galliani. Per la cronaca Lecce- Siena si concluse con l’ammonizione di cinque senesi, uno solo era diffidato il difensore Bruno Cirillo che saltò effettivamente Siena- Milan del 17 aprile 2005. Resta il silenzio di tomba, fino a oggi, su questa telefonata che nel 2006 avrebbe creato parecchi guai.

    fonte: tuttosport



    Anche il Milan lo vedo bene
    Tra l'altro trovo davvero grave la telefonata tra Meani e Rosetti,
    dove il dirigente del Milan dice:
    Meani : «...oh mi raccomando non espellerne solo uno del Siena fai due o tre».

    Meteo Borgomanero : www.meteoborgomanero.it/

    Stazione Meteo : Davis Vantage Pro 2 con Kit Day-Time - Webcam : Canon Powershot A510

  2. #3232
    Burrasca L'avatar di Cris1981
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    Predefinito Re: Calciopoli, nuove intercettazioni ...... minchia !

    I "giapponesi nella foresta" ahahah!

    Ho visto solo ora questa perla
    Non è bello ciò che è bello, figurati ciò che è brutto

  3. #3233
    Uragano L'avatar di Friedrich 91
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    Predefinito Re: Calciopoli, nuove intercettazioni ...... minchia !

    Citazione Originariamente Scritto da Massimiliano Selvix Visualizza Messaggio
    Ecco, leggete che intercettazioni sono state"tralasciate" nel 2006!
    Uno scandalo insopportabile.

    CALCIOPOLI MILAN – Tra le telefonate che le difese presenteranno oggi all’attenzione del giudice Casoria anche una trascurata nei giorni caldi dell’indagine: parla Meani e dall’altro capo del telefono, prima di un Lecce- Siena ( 10 aprile 2005) l’arbitro Rosetti. Divagano sul derby di Champions con Meani che trancia giudizi pesanti suMancini, Adriano ( « ha la pappagorgia » ) , Vieri ( « pareva Chinaglia a fine carriera » ) . Poi tifa per un ribaltone di Rosetti su De Santis come arbitro al mondiale del 2006 ( « anche se Massimo è forte alla Fifa » ) .Quindi, saputo che andrà ad arbitrare Lecce- Siena e che il Siena sarà il prossimo avversario del Milan parte un “ cazzeggio” ( ascoltatela su Tuttosport. com, la telefonata) su « due o tre » giocatori del Siena da far fuori. Rosetti ci ride su ( non denuncerà la questione agli organi preposti: tempo fa per altri “ cazzeggi” qualcuno ci ha rimesso punti). Da ricordare che anche nel 2006 si parlava di telefonate scherzose e toni amicali: l’esito a livello di giustizia sportiva e accuse penali lo conoscete. Il senso dello humor non albergava in Calciopoli. In ogni caso gli inquirenti nel 2006 non ebbero la pazienza di aspettare i primi 13’ di telefonata ( 17’ in totale) e si sono persi questa parte del discorso, che ora verrà riscoperto dalla Casoria a Napoli.


    TELEFONATA MEANI- ROSETTI ORE 10.05 DELL’ 8 APRILE 2005


    Meani: Dove vai tu?


    Rosetti: A Lecce, Lecce- Siena


    M: Lo troviamo noi, noi abbiamo il Siena alla prossima. Noi abbiamo Siena, poi abbiamo Par ma in casa. Dopo andiamo a Firenze e dopo c’e la madre di tutte le battaglie R: Cioè?


    M: C’è la Juve. Lì poi si può decidere il campio nato.

    (…)


    M: Soprattutto in questi anni essere di Torino è un vantaggio, evitare la Juve che è una società chiacchierata che c’ha sempre problemi è meglio.

    R: Non ci posso far niente.



    M: Sei fuori da tante chiacchiere che ci sono, è vero ed è un vantaggio. Non poter fare Juve- Mi lan e Juve- Inter può essere una pecca, ma con questa storia qui sei stato sempre fuori dai casi ni e non sei chiacchierato. Che poi, adesso non voglio dire quante chiacchiere sono vere o false, non bisogna credere a tutto.

    R: Eh, già? Grazie di tutto, sei molto gentile.


    M: Oh, mi raccomando: non espellere solo uno del Siena, fanne un due o tre. Fai una cosa fatta bene!

    R: Ma smettila, dai ( ride)


    M: Non hanno neanche ‘ sti gran fenomeni, non so neanche dire chi, sai uno vale l’altro. Tra riser ve e titolari non c’è tanta differenza.

    R: Ti devo dire: mai una volta ho guardato i dif fidati prima delle gare.


    M: Io ti ho smadonnato dietro solo una volta, quella volta che al Livorno gli hai ammonito i due Lucarelli diffidati che andavano a giocare con la Juve. Poi alla lunga il Livorno con Lucarelli o non Lucarelli fa fatica sempre.

    R: Per quanto mi riguarda mai visto una roba del genere, devo andare in campo limpido, sicuro, tranquillo.

    M: Quando a me magari succede che lo stesso Boss ( così Meani chiamava Galliani, ndr) mi dica: mi raccomando sa, perché c’è Maldini o Nesta diffidati. Sai a lui non puoi rispondergli… Ma den tro di me dico: ma sarà un problema di Maldini e Nesta, mica io. c****, devo stare attento a non fare falli cretini. E’ un problema del giocatore, non dell’arbitro Sì, magari dice c**** è già ammoni to. La cultura sbagliata è che il problema è del giocatore non dell’arbitro. Eh, ma l’aveva già am monito, la seconda volta l’ha buttato fuori. L’arbi tro non deve neanche ricordarsi chi ha ammoni to o no, è una mala cultura nostra. Io lo dicevo quando arbitravo, è un problema del suo giocato re non il mio, che mi devo pure preoccupare di chi è già ammonito, c’è il regolamento. E invece pur troppo c’è la mala cultura, di dire che il giocato re ammonito è un problema dell’arbitro. Soprat tutto per certe squadre, le blasonate. Come quando dico ad Ancelotti, che vedi un giocatore nervoso: tiralo fuori per un quarto d’ora?

    Interessante scoprire come lo stesso Meani non creda al teorema, tanto di moda nel 2006, delle ammonizioni mirate cui invece tiene Galliani. Per la cronaca Lecce- Siena si concluse con l’ammonizione di cinque senesi, uno solo era diffidato il difensore Bruno Cirillo che saltò effettivamente Siena- Milan del 17 aprile 2005. Resta il silenzio di tomba, fino a oggi, su questa telefonata che nel 2006 avrebbe creato parecchi guai.

    fonte: tuttosport
    Ma dai,stava solo parlando con l'arbitro ordinandogli di espellere qualcuno
    Guarda il tono, il tono è molto meno intimidatorio di quello di Moggi

  4. #3234
    Uragano
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    Predefinito Re: Calciopoli, nuove intercettazioni ...... minchia !

    Eh si, era solo Moggi ad entrare negli spogliatoi e regalava biglietti a destrae a manca...insieme a Facchetti, Meani, Sacchi...


    Altra 'nuova' intercettazione da Napoli, Galliani chiama Collina ed è amore... "Dopo tanti anni DIAMOCI DEL TU"

    E' lo stesso ex arbitro a raccontarlo a Meani. Finora come chiamate 'dirigenti top'-arbitri si era fermi a Paparesta-Moggi e Facchetti-De Santis...

    24/nov/2010 15.04.00


    Dal mare magnum di 'nuove' intercettazioni sbobinate dalla difesa degli imputati del processo di Napoli su Calciopoli spunta ora una telefonata inedita tra Leonardo Meani, addetto agli arbitri del Milan, e Pierluigi Collina, all'epoca dello scandalo arbitro numero uno d'Italia, poi avviato alla carriera di designatore unico ricoperta negli anni successivi.

    E' lo stesso fischietto viareggino a raccontare un'altra telefonata, ricevuta a sua volta da Adriano Galliani in un giorno di grande amarezza rossonera: il lunedì dopo Milan-Juve che costò lo scudetto al Diavolo.

    Come ricorda 'TuttoSport', si tratta di un evento raro. Di chiamate dirette tra un 'dirigente top' e un arbitro finora si era a conoscenza solo di quelle Facchettie-De Santis o Paparesta-Moggi.

    Ecco il testo della telefonata:

    Collina?) Stamattina mi ha chiamato il tuo capo? È stato di una gentilezza assoluta, veramente?

    Meani: Galliani? Ieri era incazzato nero.

    [...]

    Meani: Che t’ha detto (Galliani, ndr.)?

    Collina: E’ stato carino, m’ha detto: ‘Io l’ho chiamata unicamente perchè ho letto stamattina che Lei e il Milan non sarebbero più amici”...

    Meani: Ma va’...

    Collina: ‘Volevo dirLe che queste... mi hanno fatto incazzare queste cose...’. Guardi, io non ho dubbi di questo, né da un punto di vista personale Suo di Adriano Galliani né da un punto di vista di ad del Milan, per cui... Lei... mi fa piacere che mi abbia chiamato. ‘Non voglio parlare della partita di ieri, assolutamente’. No, se vuole possiamo parlarne, ci mancherebbe altro. ‘No, no, non importa, non è... non volevo chiamarLa per questo’. Ho detto: guardi, mi fa piacere, sono quindici anni che ci conosciamo, eccetera. Fra l’altro un giorno spero di poter avere il piacere che Lei mi dia del tu perché mi danno del tu tanti altri, da Giraudo ad altri che comunque sono nel calcio e mi farebbe piacere se Lei veramente... lo considererei un punto d’arrivo, gli ho detto. Fa:‘Guarda, da oggi... da oggi facciamo così. Però, visto che io sono più vecchio di te, non voglio fare il vecchio che poi... (incomprensibile) del Lei. E allora mi devi dare del tu...”

    Il progetto era già allora di fare di Collina il designatore, "io, lei e Carraro dobbiamo parlare, non vada in Inghilterra...".


    Al termine dell'udienza del primo giugno 2010 l'avvocato Gallinelli deposita la circolare numero 7 della Lega Calcio, datata 5 agosto 2004, che regolamentava l'accesso negli spogliatoi e De Santis nella sua breve dichiarazione spontanea dice:
    "Se il colonnello Auricchio avesse chiesto copia di questo atto e letto le disposizioni, certe cose che sembriamo scoprire ora si sarebbero sapute anche durante l’indagine. Si sente parlare a sproposito delle visite di Moggi, ma tutti sapevano cosa si poteva e cosa non si poteva fare. Nessun mistero, nessuna congettura. Ora questa carta è agli atti, poteva essere lì da quattro anni".

    La difesa ha dovuto produrre quella circolare perché, ad iniziare dalla prima deposizione del 9 febbraio, il coordinatore delle indagini e firmatario delle informative aveva detto:
    Auricchio: Ora le, diciamo, valutazioni investigative sono, appunto, individuabili al di là dell’evento in sé, e quindi la discesa negli spogliatoi etc. …cosa peraltro, diciamo, comunque dal punto di vista anche della disciplina sportiva comunque non consentito, non previsto…
    Proteste delle difese in coro: "Ma non è vero!".

    Ma gli investigatori non solo avrebbero dovuto cercare quella circolare della Lega, prima di scrivere e sostenere un'inesattezza, ma avevano anche ascoltato altre telefonate nelle quali si parlava delle visite di dirigenti negli spogliatoi, visite che non erano una "esclusiva" di Luciano Moggi. Auricchio, a proposito delle visite di Moggi e Giraudo nello spogliatoio del Granillo di Reggio Calabria, aveva anche evidenziato che l'arbitro Paparesta non aveva refertato l'accaduto.
    Ma è l'unico caso in cui si sono imbattuti gli uomini della squadra "off-side"? No!
    Oggi possiamo ascoltare una nuova telefonata inedita che dimostra come la cosa non è un unicum moggiano, perché gli investigatori ascoltano che la stessa cosa è avvenuta per Meani, solo che questa non la evidenziano. Dalla telefonata si comprende che Meani era nello spogliatoio dell'arbitro anche nell'intervallo e che l'uomo dell'Ufficio Indagini non referta le proteste di Minotti. Fosse stato Moggi al posto di Meani possiamo ipotizzare che questa telefonata sarebbe stata riportata quantomeno nel capitolo "Il controllo del Palazzo", se non in più capitoli. Nella stessa telefonata apprendiamo, "de relato", che anche per Sacchi era abitudine fermarsi a lungo negli spogliatoi dell'arbitro. Ci hanno presentato Meani come l'uomo che "curava" soprattutto gli assistenti, ma il numero degli arbitri con i quali Leo è in contatto telefonico confidenziale non è mica roba di poco conto. E Christian Brighi, giovane arbitro di soli trentuno anni (nel 2006, ndr), non è certo un "coetaneo ex collega" del Leo.

    La telefonata segue la partita Milan-Parma 3-0, giocata il 24 aprile 2005, arbitrata da Rosetti, assistenti Maggiani-Grilli, e Brighi quarto uomo.

    Meani-Brighi, 29 aprile 2005, ore 10.11.

    Brighi: Pronto?
    Meani: Pronto!
    Brighi: Sì chi è?
    Meani: Ascolta, io prendo Contini, tu prendi Minotti e facciamo la sfida.
    Brighi: Ah ah (ride)
    Meani: L’unica cosa che l’arbitro sarà un po’ a mio favore, eh…
    Brighi: Che bastardo che sei!
    Meani: Oh, hai capito?
    Brighi: Tutti mi chiedevano l’altro giorno, ma chi è quello pelato di fianco a Meani. Sul finale mi dicevano chi è quello pelato…
    Meani: Ascolta vuoi sapere l’ultima della faccenda?
    Brighi: Sì dimmi…
    Meani: Sai che il Parma ha telefonato a Galliani a scusarsi?
    Brighi: Davvero?
    Meani: Sì.
    Brighi: Bene!
    Meani: Dicendo… dicendo che Minotti è un c************e, che non doveva fare una roba del genere.
    Brighi: No, ma infatti lui ha pisciato fuori dal vaso. Ieri parlavo col Conte che stranamente sapeva già tutto e allora mi fa: "Scusami, perché non gli hai detto che, quando c’era Sacchi a Parma, era delle mezz’ore negli spogliatoi?"
    Meani: Eh, ha ragione.
    Brighi: "E nessuno ha mai detto niente e non era neanche l’addetto all’arbitro". Ho detto: "Guarda io purtroppo non c’ero, per cui…".
    Meani: Ma lui, io non ho ben capito. Lui a te… Com’è successa la faccenda?
    Brighi: Lui, prima della partita, quando tu eri lì dentro, è arrivato lì e mi ha detto: "Ma lui deve stare sempre qui?". E io gli ho detto: "Guarda, perché, che problema c’è?". Lui è andato via. Quando è venuto a fare la sostituzione del secondo tempo, ha detto: "Ma scusami, ma lui è sempre qui?". Ho detto: "Guarda che se hai dei problemi dillo con lui o fai una protesta ufficiale. Fai quello che ti pare. Guarda che a noi di fastidio non ce ne dà. Poi, ripeto, è a casa sua".
    Meani: E’ addetto all’arbitro, esatto!
    Brighi: "E’ a casa sua, per cui, se vuoi dire qualcosa, digliela, ma dillo con lui direttamente". Ha preso su, è andato via, perché bisogna poi aver le palle per dire certe cose.
    Meani: Infatti lui a me non ha detto niente, perché se mi dice qualcosa dico: "Ascolta un po’, Minotti, io sono un addetto all’arbitro, sono entrato, c’è l’Ufficio Indagini". Perché c’era dentro Greco; infatti Greco si è incazzato: "Ma tanto ci sono dentro io…".
    Brighi: Eh, ma lui è così, purtroppo, mi hanno detto che è un po’ suonato…
    Meani: Infatti… infatti… adesso gli fanno il C**O. Ma ieri mi ha chiamato Galliani, mi ha detto: "Sai che il Parma ha telefonato?". Lui non sapeva niente, Galliani. Mi fa: "Ha telefonato a scusarsi per il comportamento di Minotti che avrebbe fatto…". E lui è caduto un po' dal... (incomprensibile) "Saranno cazzi suoi, è deficiente". Ma lui veramente ha pisciato fuori dal vaso.
    Brighi: Sì, sì, no, ma infatti si è comportato male, anche perché poi ripeto fin che lo dice a me è un conto, però dopo se alla fine lo va a dire anche all’Ufficio Indagini ci fa anche una figura di m***a perché erano presenti loro... per cui…
    Meani: Ma no, ma poi infatti l’Ufficio Indagini, Greco, continuava a venir da me e mi diceva: "Ma Leo, ma questo continua a rompere il c***o. Allora scriverò che lui mi segnalava la tua presenza, ma io scriverò che io ero dentro con te".
    Brighi: Perfetto, per cui…
    Meani: Infatti…
    Brighi: Ho visto il comunicato, mi sembra che non ci sia scritto niente.
    Meani: No, niente.
    Brighi: Appunto, per cui…
    Meani: Lui ha scritto, ha scritto: "Se io lo invitavo" l’ha inculato così, "Se io lo invitavo a entrare insieme a me, per venire a chiedere qualcosa"… di qua e di là… Ma guarda che c************e che è questo...
    Brighi: Vabbè…
    Meani: Adesso gli scaravento addosso le truppe cammellate! Eh sì eh, sta' pur certo.Brighi: Quali sono le truppe cammellate?
    Meani: I miei cavalli di battaglia…


    Ora facciamo un gioco e leggiamo la seconda telefonata che proponiamo oggi sostituendo al nome Meani il nome Moggi. Come sarebbe stato romanzata la frase "Ci sono io domenica, eh. Tranquillo" detta da un uomo della Procura Antidoping a Moggi alla vigilia di Milan-Juventus?
    Lasciamo il tutto alla vostra immaginazione, che sicuramente avrà come base di partenza i titoli dei giornali del 2006. Ricordate quei giorni? Ricordate i titoli su Padovano cui si associava solo "ex juventino" e non giramondo del pallone? Ricordate la macchina del fango usata senza garantismo? Nessun direttore sentiva di dover "preservare" qualcuno, allora, nemmeno dei ragazzi, una collega, delle famiglie.
    Possiamo presumere che questa telefonata sarebbe stata riportata da Auricchio nelle informative, nel capitolo "La vicenda doping. La risposta del Palazzo", se ci fosse stato Moggi all'altro capo della cornetta.

    Di Palma (Procura Antidoping)-Meani, 6 maggio 2005, ore 14.57.

    La telefonata avviene due giorni prima di Milan-Juve, scontro scudetto dell'8 maggio 2005.
    Meani: Pronto?
    Di Palma: Meani buonasera, Adriano Di Palma, Doping, ciao.
    Meani: Ciao, non ne ho di biglietti.
    Di Palma: A noi bastava solamente uno...
    Meani: Uno vediamo dai, uno lo recuperiamo...
    Di Palma: Uno solo, uno solo perché l'altro ha avuto un invito dallo sponsor.. uno solo.
    Meani: Lo recuperiamo, vabbè.
    Di Palma: Ci vediamo là.
    Meani: Ciao, ciao, ciao.
    Di Palma: Ci sono io domenica, eh.
    Meani: Benissimo, ciao grande!
    Di Palma: Tranquillo, ciao.

    FONTE: JU29RO
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  5. #3235
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    Predefinito Re: Calciopoli, nuove intercettazioni ...... minchia !

    Eh si, era solo Moggi ad entrare negli spogliatoi e a regalare biglietti a destra e a manca...insieme a Facchetti, Meani, Sacchi...




    Altra 'nuova' intercettazione da Napoli, Galliani chiama Collina ed è amore... "Dopo tanti anni DIAMOCI DEL TU"

    E' lo stesso ex arbitro a raccontarlo a Meani. Finora come chiamate 'dirigenti top'-arbitri si era fermi a Paparesta-Moggi e Facchetti-De Santis...

    24/nov/2010 15.04.00


    Dal mare magnum di 'nuove' intercettazioni sbobinate dalla difesa degli imputati del processo di Napoli su Calciopoli spunta ora una telefonata inedita tra Leonardo Meani, addetto agli arbitri del Milan, e Pierluigi Collina, all'epoca dello scandalo arbitro numero uno d'Italia, poi avviato alla carriera di designatore unico ricoperta negli anni successivi.

    E' lo stesso fischietto viareggino a raccontare un'altra telefonata, ricevuta a sua volta da Adriano Galliani in un giorno di grande amarezza rossonera: il lunedì dopo Milan-Juve che costò lo scudetto al Diavolo.

    Come ricorda 'TuttoSport', si tratta di un evento raro. Di chiamate dirette tra un 'dirigente top' e un arbitro finora si era a conoscenza solo di quelle Facchettie-De Santis o Paparesta-Moggi.

    Ecco il testo della telefonata:

    Collina?) Stamattina mi ha chiamato il tuo capo? È stato di una gentilezza assoluta, veramente?

    Meani: Galliani? Ieri era incazzato nero.

    [...]

    Meani: Che t’ha detto (Galliani, ndr.)?

    Collina: E’ stato carino, m’ha detto: ‘Io l’ho chiamata unicamente perchè ho letto stamattina che Lei e il Milan non sarebbero più amici”...

    Meani: Ma va’...

    Collina: ‘Volevo dirLe che queste... mi hanno fatto incazzare queste cose...’. Guardi, io non ho dubbi di questo, né da un punto di vista personale Suo di Adriano Galliani né da un punto di vista di ad del Milan, per cui... Lei... mi fa piacere che mi abbia chiamato. ‘Non voglio parlare della partita di ieri, assolutamente’. No, se vuole possiamo parlarne, ci mancherebbe altro. ‘No, no, non importa, non è... non volevo chiamarLa per questo’. Ho detto: guardi, mi fa piacere, sono quindici anni che ci conosciamo, eccetera. Fra l’altro un giorno spero di poter avere il piacere che Lei mi dia del tu perché mi danno del tu tanti altri, da Giraudo ad altri che comunque sono nel calcio e mi farebbe piacere se Lei veramente... lo considererei un punto d’arrivo, gli ho detto. Fa:‘Guarda, da oggi... da oggi facciamo così. Però, visto che io sono più vecchio di te, non voglio fare il vecchio che poi... (incomprensibile) del Lei. E allora mi devi dare del tu...”

    Il progetto era già allora di fare di Collina il designatore, "io, lei e Carraro dobbiamo parlare, non vada in Inghilterra...".


    Al termine dell'udienza del primo giugno 2010 l'avvocato Gallinelli deposita la circolare numero 7 della Lega Calcio, datata 5 agosto 2004, che regolamentava l'accesso negli spogliatoi e De Santis nella sua breve dichiarazione spontanea dice:
    "Se il colonnello Auricchio avesse chiesto copia di questo atto e letto le disposizioni, certe cose che sembriamo scoprire ora si sarebbero sapute anche durante l’indagine. Si sente parlare a sproposito delle visite di Moggi, ma tutti sapevano cosa si poteva e cosa non si poteva fare. Nessun mistero, nessuna congettura. Ora questa carta è agli atti, poteva essere lì da quattro anni".

    La difesa ha dovuto produrre quella circolare perché, ad iniziare dalla prima deposizione del 9 febbraio, il coordinatore delle indagini e firmatario delle informative aveva detto:
    Auricchio: Ora le, diciamo, valutazioni investigative sono, appunto, individuabili al di là dell’evento in sé, e quindi la discesa negli spogliatoi etc. …cosa peraltro, diciamo, comunque dal punto di vista anche della disciplina sportiva comunque non consentito, non previsto…
    Proteste delle difese in coro: "Ma non è vero!".

    Ma gli investigatori non solo avrebbero dovuto cercare quella circolare della Lega, prima di scrivere e sostenere un'inesattezza, ma avevano anche ascoltato altre telefonate nelle quali si parlava delle visite di dirigenti negli spogliatoi, visite che non erano una "esclusiva" di Luciano Moggi. Auricchio, a proposito delle visite di Moggi e Giraudo nello spogliatoio del Granillo di Reggio Calabria, aveva anche evidenziato che l'arbitro Paparesta non aveva refertato l'accaduto.
    Ma è l'unico caso in cui si sono imbattuti gli uomini della squadra "off-side"? No!
    Oggi possiamo ascoltare una nuova telefonata inedita che dimostra come la cosa non è un unicum moggiano, perché gli investigatori ascoltano che la stessa cosa è avvenuta per Meani, solo che questa non la evidenziano. Dalla telefonata si comprende che Meani era nello spogliatoio dell'arbitro anche nell'intervallo e che l'uomo dell'Ufficio Indagini non referta le proteste di Minotti. Fosse stato Moggi al posto di Meani possiamo ipotizzare che questa telefonata sarebbe stata riportata quantomeno nel capitolo "Il controllo del Palazzo", se non in più capitoli. Nella stessa telefonata apprendiamo, "de relato", che anche per Sacchi era abitudine fermarsi a lungo negli spogliatoi dell'arbitro. Ci hanno presentato Meani come l'uomo che "curava" soprattutto gli assistenti, ma il numero degli arbitri con i quali Leo è in contatto telefonico confidenziale non è mica roba di poco conto. E Christian Brighi, giovane arbitro di soli trentuno anni (nel 2006, ndr), non è certo un "coetaneo ex collega" del Leo.

    La telefonata segue la partita Milan-Parma 3-0, giocata il 24 aprile 2005, arbitrata da Rosetti, assistenti Maggiani-Grilli, e Brighi quarto uomo.

    Meani-Brighi, 29 aprile 2005, ore 10.11.

    Brighi: Pronto?
    Meani: Pronto!
    Brighi: Sì chi è?
    Meani: Ascolta, io prendo Contini, tu prendi Minotti e facciamo la sfida.
    Brighi: Ah ah (ride)
    Meani: L’unica cosa che l’arbitro sarà un po’ a mio favore, eh…
    Brighi: Che bastardo che sei!
    Meani: Oh, hai capito?
    Brighi: Tutti mi chiedevano l’altro giorno, ma chi è quello pelato di fianco a Meani. Sul finale mi dicevano chi è quello pelato…
    Meani: Ascolta vuoi sapere l’ultima della faccenda?
    Brighi: Sì dimmi…
    Meani: Sai che il Parma ha telefonato a Galliani a scusarsi?
    Brighi: Davvero?
    Meani: Sì.
    Brighi: Bene!
    Meani: Dicendo… dicendo che Minotti è un c************e, che non doveva fare una roba del genere.
    Brighi: No, ma infatti lui ha pisciato fuori dal vaso. Ieri parlavo col Conte che stranamente sapeva già tutto e allora mi fa: "Scusami, perché non gli hai detto che, quando c’era Sacchi a Parma, era delle mezz’ore negli spogliatoi?"
    Meani: Eh, ha ragione.
    Brighi: "E nessuno ha mai detto niente e non era neanche l’addetto all’arbitro". Ho detto: "Guarda io purtroppo non c’ero, per cui…".
    Meani: Ma lui, io non ho ben capito. Lui a te… Com’è successa la faccenda?
    Brighi: Lui, prima della partita, quando tu eri lì dentro, è arrivato lì e mi ha detto: "Ma lui deve stare sempre qui?". E io gli ho detto: "Guarda, perché, che problema c’è?". Lui è andato via. Quando è venuto a fare la sostituzione del secondo tempo, ha detto: "Ma scusami, ma lui è sempre qui?". Ho detto: "Guarda che se hai dei problemi dillo con lui o fai una protesta ufficiale. Fai quello che ti pare. Guarda che a noi di fastidio non ce ne dà. Poi, ripeto, è a casa sua".
    Meani: E’ addetto all’arbitro, esatto!
    Brighi: "E’ a casa sua, per cui, se vuoi dire qualcosa, digliela, ma dillo con lui direttamente". Ha preso su, è andato via, perché bisogna poi aver le palle per dire certe cose.
    Meani: Infatti lui a me non ha detto niente, perché se mi dice qualcosa dico: "Ascolta un po’, Minotti, io sono un addetto all’arbitro, sono entrato, c’è l’Ufficio Indagini". Perché c’era dentro Greco; infatti Greco si è incazzato: "Ma tanto ci sono dentro io…".
    Brighi: Eh, ma lui è così, purtroppo, mi hanno detto che è un po’ suonato…
    Meani: Infatti… infatti… adesso gli fanno il C**O. Ma ieri mi ha chiamato Galliani, mi ha detto: "Sai che il Parma ha telefonato?". Lui non sapeva niente, Galliani. Mi fa: "Ha telefonato a scusarsi per il comportamento di Minotti che avrebbe fatto…". E lui è caduto un po' dal... (incomprensibile) "Saranno cazzi suoi, è deficiente". Ma lui veramente ha pisciato fuori dal vaso.
    Brighi: Sì, sì, no, ma infatti si è comportato male, anche perché poi ripeto fin che lo dice a me è un conto, però dopo se alla fine lo va a dire anche all’Ufficio Indagini ci fa anche una figura di m***a perché erano presenti loro... per cui…
    Meani: Ma no, ma poi infatti l’Ufficio Indagini, Greco, continuava a venir da me e mi diceva: "Ma Leo, ma questo continua a rompere il c***o. Allora scriverò che lui mi segnalava la tua presenza, ma io scriverò che io ero dentro con te".
    Brighi: Perfetto, per cui…
    Meani: Infatti…
    Brighi: Ho visto il comunicato, mi sembra che non ci sia scritto niente.
    Meani: No, niente.
    Brighi: Appunto, per cui…
    Meani: Lui ha scritto, ha scritto: "Se io lo invitavo" l’ha inculato così, "Se io lo invitavo a entrare insieme a me, per venire a chiedere qualcosa"… di qua e di là… Ma guarda che c************e che è questo...
    Brighi: Vabbè…
    Meani: Adesso gli scaravento addosso le truppe cammellate! Eh sì eh, sta' pur certo.Brighi: Quali sono le truppe cammellate?
    Meani: I miei cavalli di battaglia…


    Ora facciamo un gioco e leggiamo la seconda telefonata che proponiamo oggi sostituendo al nome Meani il nome Moggi. Come sarebbe stato romanzata la frase "Ci sono io domenica, eh. Tranquillo" detta da un uomo della Procura Antidoping a Moggi alla vigilia di Milan-Juventus?
    Lasciamo il tutto alla vostra immaginazione, che sicuramente avrà come base di partenza i titoli dei giornali del 2006. Ricordate quei giorni? Ricordate i titoli su Padovano cui si associava solo "ex juventino" e non giramondo del pallone? Ricordate la macchina del fango usata senza garantismo? Nessun direttore sentiva di dover "preservare" qualcuno, allora, nemmeno dei ragazzi, una collega, delle famiglie.
    Possiamo presumere che questa telefonata sarebbe stata riportata da Auricchio nelle informative, nel capitolo "La vicenda doping. La risposta del Palazzo", se ci fosse stato Moggi all'altro capo della cornetta.

    Di Palma (Procura Antidoping)-Meani, 6 maggio 2005, ore 14.57.

    La telefonata avviene due giorni prima di Milan-Juve, scontro scudetto dell'8 maggio 2005.
    Meani: Pronto?
    Di Palma: Meani buonasera, Adriano Di Palma, Doping, ciao.
    Meani: Ciao, non ne ho di biglietti.
    Di Palma: A noi bastava solamente uno...
    Meani: Uno vediamo dai, uno lo recuperiamo...
    Di Palma: Uno solo, uno solo perché l'altro ha avuto un invito dallo sponsor.. uno solo.
    Meani: Lo recuperiamo, vabbè.
    Di Palma: Ci vediamo là.
    Meani: Ciao, ciao, ciao.
    Di Palma: Ci sono io domenica, eh.
    Meani: Benissimo, ciao grande!
    Di Palma: Tranquillo, ciao.

    FONTE: JU29RO
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  6. #3236
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    Predefinito Re: Calciopoli, nuove intercettazioni ...... minchia !

    Con calma, molta calma...
    Con la stessa calma del 2006, quando nelle aule dei tribunale sportivi italiani aleggiava lo spirito di Pinochet.


    CALCIO: ABETE, ESPOSTO JUVE? RISPOSTA IN TEMPI TECNICI MA CON BUONSENSO =

    Roma, 25 nov. - (Adnkronos) - "Il nostro obiettivo e' dare un
    riscontro all'esposto della Juve nei tempi tecnici compatibili con il
    buonsenso e lasciando piena autonomia all'attivita' della procura
    federale". Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio, risponde
    cosi' alle domande sull'esposto, presentato 200 giorni fa, dalla
    Juventus su Calciopoli con richiesta di revoca dello scudetto del 2006
    assegnato all'Inter.

    "Ricordo che in realta' l'attivita' della procura su questa
    situazione e' partita quando sono state validate le perizie delle
    intercettazioni e quindi non bisogna contare i 200 giorni ma molto di
    meno", osserva Abete nella conferenza stampa dopo il consiglio
    federale. "Di certo, da parte nostra non manca la sensibilita' di
    politica sportiva, ma non possiamo invadere zone che non sono di
    nostra competenza'', conclude il n.1 di via Allegri.

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  7. #3237
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    Predefinito Re: Calciopoli, nuove intercettazioni ...... minchia !

    non vedo cosa ci fosse da provare su meani, anche lui è stato beccato con le mani nella marmellata!..dov'è la novita???

    cmq mi fate impazzire..mi sembra la storia del bue che da del cornuto all'asino!!

    spettacolo!

  8. #3238
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    Predefinito Re: Calciopoli, nuove intercettazioni ...... minchia !

    E' chiarito: Dattilo non determinò alcuna squalifica pro-Juve

    Giuseppe Rombolà Venerdì 26 Novembre 2010 00:18


    Sembra quasi che nel processo su Calciopoli in corso a Napoli vi sia stata un'inversione dell'onere della prova, che siano gli indagati a dover dimostrare la propria innocenza oltre ogni ragionevole dubbio e non l'accusa a doverne dimostrare la colpevolezza. Quasi una trasposizione del vezzo dei giornalisti di considerare colpevoli gli indagati a prescindere delle prove, dalle testimonianze e soprattutto dalle sentenze dei tribunali. Non si spiegano altrimenti tutte le falle nelle tesi dell'accusa, le telefonate dimenticate ed i testimoni non sentiti. Eppure quando vi è un fatto delittuoso la prima cosa da fare è quella di ascoltare i testimoni cercando riscontri oggettivi e dimostrabili.
    Invece ci ritroviamo con una tesi accusatoria che ad ogni udienza viene sbriciolata, frantumata dalle deposizioni dei testimoni delle difese.
    Cosa avvenuta anche nell'ultima udienza dello scorso martedì 23 novembre, con la deposizione di alcuni testimoni delle difese, tra i quali l'ex assistente Camerota.
    Camerota, convocato in quanto persona informata dei fatti dall'avvocato Pirolo difensore dell'ex arbitro Dattilo: era infatti l'assistente n.1 nella partita Udinese-Brescia 1-2 del 26/09/2004, 4° turno di campionato, arbitrata da Dattilo, uno degli indagati. Dattilo, secondo l'accusa, era un arbitro che fischiava a comando, ed anche in quella partita avrebbe agito nell'interesse della cupola, comandato da Moggi. Era uno di quegli arbitri che avrebbero decimato le squadre avversarie della Juventus con ammonizioni ed espulsioni mirate e fraudolente. Si legge infatti nell'informativa dei carabinieri del novembre 2005 alle pagine 20/21:
    “..si può scorgere un'azione - attuata con modalità pressoché sistematiche - diretta ad assicurare alla Juventus la posizione di un preventivo quanto illegittimo vantaggio ottenuto a danno delle altre squadre competitrici. Tale situazione di fatto viene raggiunta con il proditorio indebolimento delle squadre avversarie prima ancora che queste hanno gareggiato con la Juventus, conseguito attraverso l'iniquo arbitraggio del direttore di gara che sfrutta le circostanze propizie per ammonire o espellere i giocatori del club che nel turno seguente dovrà affrontare la squadra bianconera, durante le partite che immediatamente precedono lo scontro diretto.”
    A suffragare queste teorie non vi sono però riscontri oggettivi, testimonianze inconfutabili o quanto meno intercettazioni perentorie in cui Moggi o Bergamo o Pairetto ordinino l'ammonizione o l'espulsione di questo o quel calciatore. L'unica “prova” citata sono delle intercettazioni di Meani che, colloquiando con alcuni assistenti, identifica nelle ammonizioni mirate un sistema fraudolento usato da Moggi per avvantaggiare la Juventus. E gli inquirenti fanno propria questa teoria senza cercare nessun altro riscontro. Ora, alla luce delle molte telefonate ritrovate in cui l'interlocutore è Meani, il dubbio che l'ex arbitro Lodigiano millantasse ad arte i propri pregi ed ingigantisse i difetti altrui è altissima. Faceva in fondo il suo mestiere di “ufficiale di collegamento” tra il Milan ed il mondo arbitrale. Un avversario di Moggi e della Juventus, le cui affermazioni dovevano quanto meno essere riscontrate. Ma per gli inquirenti le ammonizioni e le espulsioni preventive fraudolente sono provate. E tra queste vi è certamente l'espulsione di Jankulovsky nella partita Udinese-Brescia del 26/09/2004. E Dattilo, che estrasse materialmente il cartellino rosso, agì in modo fraudolento. E tale teoria è stata fatta propria anche dal GUP De Gregorio che ha giudicato Giraudo, condannandolo anche per questa espulsione fraudolenta come si legge nel capo B delle motivazioni (pagine 122-126).
    Ma De Gregorio non basa le sue affermazioni sulle intercettazioni di Meani come hanno fatto gli inquirenti, il suo discorso è di portata più ampia.
    Per De Gregorio vi sono alcuni elementi fondamentali che gli fanno decidere che quella espulsione è fraudolenta. Vi è una cena il 21 settembre con i designatori, in cui, secondo De Gregorio, viene deciso l'arbitro del match: Dattilo. Vi è poi una telefonata tra Giraudo e Moggi alle 16.58, del 26/09/2004, a partite terminate in cui Giraudo dice a Moggi: “Dattilo è stato molto bravo ma se Dattilo è un po' più sveglio dimezza l'Udinese”. Dattilo è poi uno dei possessori di scheda svizzera, secondo le ricostruzioni degli inquirenti. Ed anche se la scheda svizzera gli viene consegnata successivamente (novembre 2004) - dice De Gregorio - tale circostanza è un sintomo di disponibilità e di vicinanza alla cupola. Infine vi è l'intervento di Moggi presso Baldas per tutelare Dattilo nel processo di Biscardi. Ma ritorneremo a breve su queste affermazioni di De Gregorio.
    Vogliamo adesso riportare quanto scritto da uno dei giornali che più di ogni altro ha individuato in Moggi e nella Juventus il male del calcio, in merito a quella conversazione tra Giraudo e Moggi: la Gazzetta.
    Scrive Galdi il 5 maggio 2006: «Se l'arbitro è sveglio, dimezza l'Udinese»

    «Se è un po' sveglio gli dimezza l' Udinese». Antonio Giraudo è al telefono con Luciano Moggi. È domenica pomeriggio, il 26 settembre 2004. L' arbitro Dattilo è incaricato di dirigere Udinese-Brescia. I due dirigenti bianconeri stanno parlando proprio di lui. L' interesse di Giraudo è palese: il 3 ottobre - la domenica dopo - è in programma Udinese-Juventus. È questa una delle telefonate più imbarazzanti...

    Peccato che Galdi dimentichi di chiarire quando questa telefonata sia stata fatta; forse qualcuno lo avvisa e corregge il tiro qualche giorno dopo: il 9 maggio infatti scrive: Quella telefonata Giraudo-Moggi parlando di Dattilo «Se è sveglio dimezza l'Udinese»

    Intercettazione di domenica 26 settembre 2004, Antonio Giraudo è al telefono con Luciano Moggi. La Juventus ha giocato in anticipo la sera precedente (1-1 in casa con il Palermo) e i due dirigenti bianconeri commentano le partite della domenica. La telefonata è delle 16.58, quindi quando le partite della giornata sono già state giocate, e non prima delle partite stesse, come erroneamente la Gazzetta aveva scritto nell'edizione di venerdì 5 maggio. Ma non è che questo renda meno imbarazzante la telefonata.

    Ci tiene ovviamente a sottolineare che tale piccola circostanza non la rende meno imbarazzante. Sarà, se lo dice lui...
    Ma, si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio, e la Gazzetta ricade nello stesso errore a distanza di ben tre anni, dopo pochi mesi dalla sentenza di condanna in primo grado di Giraudo. In uno speciale su Calciopoli, sull'edizione cartacea in edicola il 13 aprile 2010, a pagina 13 è riportata in un riquadro ben visibile l'intercettazione tra Giraudo e Moggi relativa ad Udinese-Brescia: " Se è un po' sveglio gli dimezza l'Udinese", ma la Gazzetta non resiste ed aggiunge: "Settembre 2004: Giraudo parla con Moggi in vista di Udinese-Juventus".
    È ancora ignoto quale sia il sistema di misurazione del tempo per cui alla Gazzetta classifichino una telefonata avvenuta alle 16.58 prima di una partita giocata alle 15.00, ma tant'è.
    Ma ritorniamo alla sentenza di De Gregorio ed all'espulsione fraudolenta di Jankulovsky ad opera di Dattilo. Il GUP assume come provato che i sorteggi fossero truccati, che quindi Dattilo venne designato in modo fraudolento e che fosse veramente possessore di una sim svizzera, anche se ricevuta in epoca successiva alla partita Udinese-Brescia.
    Signor Giudice, rimarrebbe da capire, e soprattutto da provare, chi, come e quando avrebbe detto a Dattilo di espellere Jankulovsky, Le pare poco?
    Ma dalle successive testimonianze rese nel processo celebrato con rito ordinario, sembra che le convinzioni di De Gregorio siano errate: i sorteggi sono regolari, le designazioni corrette e delle schede svizzere si sa molto poco o nulla. Ma l'ultimo e definitivo colpo mortale alle affermazioni degli inquirenti di Auricchio ed alla sentenza di De Gregorio sull'espulsione fraudolenta di Jankulosky l'ha data la testimonianza di Camerota. Il quale in pochi minuti di interrogatorio ha detto che l'espulsione di Jankulovsky l'ha decisa lui, Dattilo non aveva notato un gesto violento del giocatore dell'Udinese contro un avversario ed lui lo ha segnalato, al che Dattilo, applicando il regolamento, non ha potuto fare altro che espellere Jankulovsky.

    Audio deposizione Camerota 3 minuti circa:

    (per ascoltare andare direttamente sul sito)
    http://www.ju29ro.co...a-pro-juve.html

    In pochi minuti Camerota ha demolito tutta la teoria di Auricchio e De Gregorio su quell'espulsione pilotata. Eppure agli inquirenti sarebbe bastato poco per appurare la verità, bastava convocare Camerota ed interrogarlo, o anche consultare il referto di fine gara dove vi era l'indicazione che era stato il guardalinee ad indicare che Jankulovsky andava espulso. A volte, dottor De Gregorio, colonnello Auricchio, leggere i documenti ufficiali: ascoltare i testimoni è più utile che leggere la Gazzetta dello sport. E questo si che è imbarazzante, caro Galdi.
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  9. #3239
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    Predefinito Re: Calciopoli, nuove intercettazioni ...... minchia !

    Citazione Originariamente Scritto da rjk Visualizza Messaggio
    non vedo cosa ci fosse da provare su meani, anche lui è stato beccato con le mani nella marmellata!..dov'è la novita???

    cmq mi fate impazzire..mi sembra la storia del bue che da del cornuto all'asino!!

    spettacolo!
    A ridaje con sta marmellata!
    Se un ladro viene arrestato dopo che ha fatto una rapina al supermarket , non si dovrebbe indagare su di lui per altri ipotetici 3 furti sempre nello stesso paese, magari compiuto con la stessa metodica?
    Meteo Borgomanero : www.meteoborgomanero.it/

    Stazione Meteo : Davis Vantage Pro 2 con Kit Day-Time - Webcam : Canon Powershot A510

  10. #3240
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    Predefinito Re: Calciopoli, nuove intercettazioni ...... minchia !

    Calciopoli, Napoli avanti
    e i silenzi di Palazzi...


    L'ex arbitro Paolo Bertini


    Il presidente Maria Teresa Casoria va avanti decisa e nella primavera del prossimo anno ci potrebbero già essere le sentenze per Calciopoli. Il prossimo martedì si chiude con i testimoni delle difese, il 14 dicembre si vedrà se ci saranno imputati (Moggi, Bergamo, Pairetto, eccetera) che vogliono essere interrogati: ma è molto improbabile. Da gennaio due udienze a settimana: probabile sentenza verso aprile-maggio. L'ex arbitro aretino Paolo Bertini, quasi sempre presente alle udienze a Napoli, martedì scorso ha rilasciato una dichiarazione spontanea: assolto dalla giustizia sportiva, Bertini ha negato con decisione di essere mai stato un arbitro pro-Juve. ''Ho commesso degli errori (e li ha ricordati) anche a danno dei bianconeri, e non ho mai fatto parte di un'associazione a delinquere''. Il processo, come detto, è quasi alle battute finali: negli ultimi mesi si è scoperto che le indagini dei carabinieri di Roma, dirette dal tenente colonnello Attilio Auricchio, sono state piuttosto lacunose. Molte intercettazioni si sono perse per strada, o sono state (incredibilmente) trascurate: il quadro d'insieme che ne è venuto fuori ultimamente è ben diverso da quello di quattro anni fa. Chissà che idea se ne è fatto il collegio che deve giudicare, lo si scoprirà al momento delle sentenza. Il pm Narducci andrà avanti sulla sua linea, ovviamente: con richieste di condanna per associazione a delinquere. Ma le certezze del passato forse non esistono più. Se Napoli accelera, ecco che Roma frena:
    da maggio scorso la Superprocura Figc ha un esposto dettagliato della Juventus, con richiesta di revoca dello scudetto 2006, assegnato dai 'saggi' all'Inter. Ora Stefano Palazzi ha avuto tutte le carte (comprese intercettazioni, trascrizioni, eccetera) per poter agire con una certa velocità: da valutare, come detto, la posizione dell'Inter, cioè le intercettazioni che riguardano Moratti e Facchetti. Si difendevano soltanto contro lo strapotere Juve? Materia delicatissima: ma prima o poi la Figc dovrà pur prendere una posizione. Non è possibile che la giustizia sportiva diventi più lenta di quella ordinaria, come sembra succedere adesso. Tra l'altro, Palazzi ha un'altra grana da risolvere: Premiopoli (vedi Spy Calcio del 10 ottobre). E' dalla primavera il magistrato napoletano che indaga: ha fatto fuori anche due suoi sostituti, avocando l'inchiesta. Ma prima o poi Palazzi dovrà dire cosa ha scoperto, e soprattutto se ci sono reati: anche se di mezzo ci fossero calciatori importanti... Abete aveva promesso celerità e trasparenza della giustizia sportiva: stiamo aspettando con fiducia.

    Da Repubblica.it


    "Le certezze del passato forse non esistono più" scrive Fulvio Bianchi di Repubblica. Per tutti, tranne che per qualche nord-coreano che si aggira patetico sul forum.
    Ciao Peppo.
    "We are all star people, from the dust we came and to the dust we shall return. So let's celebrate Love. Ciao Mamma.

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