Oggi Narducci sta utilizzando tutto il tempo della sua requisitoria sulle schede svizzere, una cosa sulla quale non è possibile portare prove certe. E in un processo penale è l'accusa che deve provare il reato. Teoria quella delle schede svizzere, tra l'altro, smontata ampiamente in fase di dibattimento. Che curisiotà di sentire l'arringa di Prioreschi.
Ecco il resoconto dell'udienza odierna in aggiornamento continuo. Considerazioni alla fine della requisitoria. Ma una chicca va sottolineata: il pm parla della scheda di Paparesta (data dal padre dell'arbitro) come cruciale per l'inchiesta. Il piccolo particolare è che Paparesta non è imputato a Napoli.
PM Narducci: Schede straniere: è tra le questioni probatorie più importanti. Ho sentito rivolgere alcune domande al consulente della difesa Fabiani che erano del seguente tenore: è stato chiesto se riteneva che queste schede potessero essere qualificate come segrete o riservate e il consulente ha fornito la risposta: "dal mio punto di vista non lo sono poiché si trattava pur sempre di schede possibile oggetto di intercettazione e dunque, essendo intercettabili, non possono essere segrete". In realtà la questione deve essere posta in termini diversi da quella affidata alle considerazioni del consulente. La dizione di schede segrete o riservate non deriva da una impossibilità di ipotetico intercettamento ma riposa su una valutazione di accadimenti che riguardano le modalità attraverso le quali esse sono state acquistate e distribuite. Tale dizione riguarda schede che sono state per la maggior parte comprate a Chiasso in Svizzera presso il negozio di De Cillis. Per il primo gruppo esse non sono state intestate a colui che si è recato nel negozio, cioè Bertolini. Una parte di esse sono state intestate al padre del rivenditore. Esse furono portate in Italia ed utilizzate rigorosamente solo per comunicazioni tra persone in possesso delle stesse schede svizzere e non a terzi. Addirittura, come ci disse De Cillis, quando avviene il passaggio dalle utenze svizzere a quelle del Lichitetstein avviene perchè queste ultime evitavano il problema di una fittizia intestazione a terzi. Non occorre che esse figurino formalmente presso al rivenditoria. Ma questa è una direttiva e un metodo utilizzato anche in altre situazioni, meno decisive ma altrettanto importanti, come nel maggio del 2005 quando ascoltiamo alcune telefonate dalle quali sappiamo che vi è una direttiva per cui le schede non devono essere intestate ma rimanere anonime. E sappiamo che nel 2003 a fronte dell’acquisto di due schede Tim, queste ultime sono state intestate a persona ignara dell’accadimento. E quindi, rispettando le indicazioni fornite, quella che viene individuata è una linea di conversazione esclusiva e quasi inattaccabile dall’ascolto esterno. Non esiste alcun dato utile all’ascoltatore per una traccia che conduca agli utilizzatori. Quello che ha permesso l'individuazione di una parte della linea esclusiva è dovuto ad accadimenti determinati dalle disattenzioni di coloro che utilizzavano la scheda o da inconvenienti che hanno permesso di risalire ad alcuni utilizzatori. Contravvenendo alle indicazioni prescritte alcuni hanno utilizzato le schede per telefonare a gestori italiani ovvero, come in un caso eclatante, sono state utilizzate queste schede per telefonate che permettessero a posteriori una loro individuazione: ad esempio la sera del 9/2/2005 quando Bergamo telefona dal fisso della sua abitazione verso utenza svizzera Sunrise di Moggi determinando un atteggiamento di sorpresa e di incredulità, e deve essere rassicurato sul fatto che non ci siano problemi ad utilizzarla in quel momento.
Quando si pensa che si sia potuta aprire una falla nel sistema si passa subito ad altro sistema: le schede di altro paese.
Altro aspetto è quello che riguarda il collegamento tra la scheda e la persona fisica che tale scheda utilizzava. Il tecnico sul punto, ha in realtà anche in maniera franca e schietta, ammesso che le obiezioni poggiavano su basi fragili. Ad esempio sulla città di Roma o di Messina, luogo di lavoro di Fabiani, quando è stato chiesto su quali basi avesse svolto il suo lavoro, ha risposto: io non so neppure quale era il luogo di lavoro di Fabiani a Messina, quando ho svolto il mio lavoro ho tenuto conto della ubicazione dello stadio ma non conosco gli altri luoghi in cui egli prestava la sua attività o viveva. E molte di queste considerazioni, si appuntano sul fatto che non vi è una prevalenza dai quali (telefonata con aggancio di una cella) poter dire che la cella impegnata da quella scheda straniera è quella che copre l’abitazione della persona in oggetto. Questo tipo di obiezione non ha alcuna consistenza per la semplice ragione che nessuno ha sostenuto che una persona che utilizza una scheda riservata lo debba fare dalla propria abitazione. Abbiamo verificato come le schede che abbiamo trovato sono state utilizzate in una pluralità di luoghi fisici che permettono a noi di riferirli a persone ed il collegamento della scheda in un determinato territorio deve essere fatto in riferimento al fatto che una persona viva o lavori in un certo luogo e che quella scheda agganci determinate celle di quel territorio ma non necessariamente il suo luogo di residenza, il suo stabile. È stato detto a Di Laroni che è mancata la verifica se una determinata persona si trovava in quel determinato posto in quel momento. Questo non poteva essere fatto dai carabinieri perché questa attività, quella dell’individuazione degli utilizzatori è un risultato di tipo investigativo che verrà portato a compimento un anno dopo la fine delle intercettazioni. Ma questa mancanza geneticamente impossibile è stata colmata da una verifica di altri dati. Si dice ancora che noi investigatori non possiamo ignorare o escludere che in una determinata cittadina vivevano altre persone che in senso generico e senza far parte dei ruoli CAN A e B, ricoprivano ruoli nel mondo del calcio. Certo, nessuno può escluderlo ma la questione è superata perché quel dato, il terrtitorio, la città, è solo il primo dei dati con cui viene fatto il collegamento con la persona e se anche la persona x o y vive in quella cittadina, esse certamente non saranno collocabili nei luoghi fisici diversi da quella cittadina rispetto ai quali risulterà certa la presenza della persona rispetto alla quale viene fatto il collegamento con la scheda.
Risultano infatti delle telefonate in entrata e in uscita a Coverciano quando le persone si trovavano lì in raduno, o anche nelle città in cui si svolgevano le partite diretta dalle stesse. Il fatto che spesso tale fatto non accada, perché non utilizzato, non può essere utilizzato per sostenere il contrario. Il dato incompleto o ambiguo dovrebbe essere desumibile da altro elemento, non dalla mancanza di telefonate, ma invece se fosse emerso che ad esempio, risultata come provata la partecipazione di una determinata persona ad un determinato evento, avessimo leggendo il tabulato individuato che quella particolare scheda era stata magari utilizzata contemporaneamente in altro luogo fisico; e dunque se avessimo una presenza certa della persona in un luogo e una presenza della scheda da tutt’altra parte. Ma questo dato non esiste, così come non esiste il fatto che, constatata l’assenza della persona, rintracciassimo una presenza della scheda in quel luogo. Ricordate quello che disse una delle prime persone il 19 maggio 2009, cioè Paparesta padre. Fece un lungo racconto circa i fatti che lo avevano portato a conoscere d incontrare Moggi e Fabiani. Il racconto di Paparesta riguarda un incontro a Napoli in via Petrarca quando incontra Moggi e Fabiani ed in questa occasione riceverà la prima delle schede individuate. In quella circostanza riceverà la scheda e il telefono sul quale vi è una stringata rubrica che è quella che comprende 4 numeri di telefono, due di fabiani (indicati come Angelo 1 e Angelo 2) e gli altri due riferibili a Moggi (Luciano 1 e Luciano 2); e Paparesta racconterà di avere avuto in quella occasione l'indicazione di utilizzare quella scheda e quell’apparecchio solo per parlare con quei 4 numeri. Ma è proprio Paparesta che da subito chiarisce una circostanza essenziale usando parole precise: la questione del rapporto che si instaura tra Moggi e Fabiani in realtà solo in parte riguarda lui, perché è lui che ha interesse a coltivare il rapporto con Moggi per aiutarlo a realizzare la sua ambizione personale. Ma in gran parte in realtà questa nascita e prosieguo di rapporto riguarda molto direttamente suo figlio e il fatto che attraverso quel rapporto egli ha ottenuto di ammorbidirlo.
Il racconto di Paparesta prosegue con il racconto delle altre occasioni in cui egli ha ricevuto indicazioni sul modo di ricaricare e su altre utenze sulle quali era possibile chiamare. Inoltre aggiunge che, avendo ottenuto un rapporto confidenziale con Moggi, questi gli parla spesso dei due designatori come suoi amici e insieme a loro lui individuava le gare che più gli stavano a cuore e gli arbitri da collocare in quelle gare. Moggi fa a Paparesta anche confidenze sul fatto che egli ha timore che nonostante questo rapporto così consolidato i due designatori possano fare una sorta di doppio gioco nei suoi confronti. Questo timore sarà il tema dominante di molte delle conversazioni quando entreremo nella fase di ansia del campionato e sul futuro dei designatori nella stagione successiva. Il racconto di Paparesta diventa rilevante in relazione all’analisi della schede telefonica. Quando i carabinieri di Roma individuano due utenze come attribuibili a Paparesta figlio, questa attività viene resocontata prima delle dichiarazioni di Paparesta padre. E Paparesta padre dirà che egli ha fatto con quella utenza telefonate verso numeri riferibili alla propria cerchia familiare o amicale, individuabile nella città di Bari, o addirittura verso numeri propri di casa, fornendo ancher i nomi delle persone con le quali ha conversato con quella scheda. Viene poi fatta un'operazione che è quella che si ricava dalla lettura incrociata delle testimonanze del padre e del figlio. Dopo aver fornito conferma al racconto del padre, il figlio dice che effettivamente ha utilizzato l'utenza ricevuta dal padre in alcune situazioni, sicuramente dopo i clamorosi fatti che accadono nel post partita della Reggina; e dice che ha utilizzato quella scheda per colloquiare con Moggi. Poi dice, così come pure il padre, che in un'occasione si è recato a Bagno di Romagna, località dove si reca da solo e senza il padre, e che in questa occasione egli conversa, cioè utilizza la scheda, per due conversazioni, una con Fabiani e una con Moggi. A Bagno di Romagna, dice Gianluca, egli utilizzerà il telefono anche per colloquiare con Bertini. Inoltre entrambi sostengono che in altra circostanza padre e figlio si sono recati a Quarto d’Altino (Venezia) e che in quella circostanza il solo Gianluca pernotta presso un hotel, mentre il padre va via. In quella circostanza egli utilizza la scheda per conversare di nuovo con Fabiani, anche se non effettua in concreto la telefonata, ma solo un tentativo. Questi dati saranno importanti e vedremo perché. Io ricordo che i carabinieri sono partiti da un primo gruppo ristretto di utenze, 9, intestate a De Cillis e di cui avevano avuto la nota passata dal rivenditore di Chiasso; partendo da questo primo gruppo vengono individuati via via altri gruppi, sulla base delle analisi dei tabulati del primo gruppo e poi un terzo e un quarto gruppo.
Vengono individuati 54 numeri stranieri e 29 di essi sono stati utilizzati da determinate persone. Il conto è questo: 8 da Moggi, Fabiani, Bergamo, Pairetto, Bertini, Cassarà, Dattilo, De Santis, Gabriele, Paparesta, Pieri, Racalbuto e Ambrosino. I carabinieri ritengono che le utenze 41764***185 e 41764***168 sono state utilizzate da Paparesta. Si tratta della prima utenza che è stata citata prima, quella che ha effettuato quelle famose telefonate verso parenti amici e familiari ed è l'utenza che risulta aver agganciato celle che risultano ubicate in determinati luoghi fisici allorché con sicurezza l’arbitro Gianluca è stato presente determinati eventi, la stessa che aggancia la cella di Firenze il 21 ottobre 2004 in occasione dello svolgimento del raduno di Coverciano. Stessa situazione che vale per altri momenti in cui risulta presente Paparesta a questo stesso evento. Il 4 novembre 2004 per il quinto raduno, il 9 dicembre a Milano, via Brenta, perché il settimo raduno si svolse a Milano, e di nuovo il 18 dicembre e il 17 gennaio 2005 per l’ottavo raduno a Coverciano, poi a Milano per l’incontro con gli allenatori e i capitani. Ma al raduno tecnico al quale non partecipa, ed insieme ad altri arbitri è assente perché impegnato in gara internazionale, in quella giornata l'utenza non aggancia alcuna cella né qui né altrove. Così come la stessa utenza risulta impiegare celle ubicate nelle città dove Paparesta si recherà per arbitrare in quel periodo, il 31 ottobre per Siena-Bologna, a novembre per Messina-Fiorentina, a gennaio per Brescia-Bologna, a gennaio per Lecce-Reggina, come quarto uomo, il 30 gennaio per Sampdoria-Siena a Genova e il 10 aprile a Bergamo per Atalanta-Chievo. Ulteriore conferma viene offerta dalla telefonata già illustrata alla precedente udienza dopo Reggina-Juventus. Vi indicai una telefonata sul 3355443*** di Moggi alla 12.06 del 7.11.2004. Durante questa telefonata Moggi improvvisamente interrompe la telefonata e inizia a parlare con altra utenza con un certo Gianlù. La telefonata con Paparesta inzia alle 12.11 e la troverete sul tabulato che riguarda due utenze. È una telefonata in uscita che Paparesta effettua verso il 41764***194 utilizzato da Moggi. Ancora: in una conversazione, quella del 9.2.2005 all’1.04 della notte, fra Bergamo, a casa sua, e l’utenza mobile Sunrise utilizzata da Moggi vi è un riferimento che permette di confermare questa conclusione: mi limito a ricordare che in questa telefonata in cui si fa riferimento alla composizione delle griglie c’è un riferimento a paparesta. Siamo molto tenpo dopo l’episodio del novembre 2004 e i rapporti si sono ormai tranquillizzati, tanto è vero che nasce una discussione tra i due circa la utilizzazione per quella griglia proprio su Paparesta che è impegnato in un torneo internazionale in Turchia under 17 e Bergamo ritiene che non possa rientrare in tenpo utile per essere inserito nella griglia. Ma Moggi ne sa di più e dice di averlo sentito e di aver saputo che sarebbe rientrato il venerdì, quindi potrà essere impegnato per il campionato. Il sabato 5.2.2005, quindi alcuni giorni prima di questa telefonata, alle 9.40 avviene una telefonata di 3 minuti tra 185 finale di Paparesta e 194 di moggi e si tratta dunque certamente della telefonata di cui parlava Moggi con Bergamo. Altra giornata importante è quella del 17.1.2005, quando Paparesta ha soggiornato a Quarto d’Altino (Venezia). Nell'udienza dibattimentale ha dichiarato di avere utilizzato questa utenza cellulare presso quella località per conversare con Fabiani. Vi sono in quella giornata diversi contatti tra la 185 e la 194. Quando Paparesta è giunto a destinazione ci sono due telefonate, anzi due contatti, che ci permettono di dire che egli ha realmente cercato di parlare con Fabiani.
L’8 novembre del 2004 è la giornata che, secondo i testimoni, l’utenza è già direttamente nelle mani di Paparesta che da solo si reca presso una località a Bagno di Romagna. Dalla lettura del tabulato dell'utenza in uso a Paparesta 3356***202 risulta che se per la mattinata questa utenza aggancia celle di Bari, dalle 17 circa, aggancia sempre una cella ubicata a Bagno di Romagna; in quegli stessi orari l'utenza 185 effettua conversazioni e quindi traffico telefonico. La cella impegnata da questa 185 è sempre quella di Bagno di Romagna. Vi sono tre contatti.
Una parte degli imputati di questo processo veniva sottoposta ad intercettazione e per essi è possibile effettuare una sovrapposizione, per cui nella maggior parte dei casi le schede straniere impegnano le stesse celle delle schede nazionali che sono conosciute. Così è stato fatto per Moggi quando i suoi cellulari agganciano nello stesso momento le celle agganciate dalle schede straniere. Sappiamo che le celle impegnate nel periodo che riguarda lo sviluppo del tabulato di questa utenza 741 risultano essere le stesse impegnate dai cellulari sotto intercettazione. Esse lo sono state dal 5.11.2004 alla fine di maggio 2005 e quando la 194 finale impegna celle ubicate in particolari località si tratta delle stesse dove svolge i propri incontri di calcio la squadra di cui è dirigente Moggi: Torino, Lecce, Milano, Bologna, Cagliari, Bergamo, Parma, sempre in coincidenza con gli incontri; lo stesso discorso si può svolgere per le utenze 41764***334 e 41764***164 e 41764***138, 41764***996 e 41764***643. Non tutte hanno analoga intensità di traffico e volume, ma per tutte con riferimento ai dati territoriali riscontriamo le stesse analoghe caratteristiche. Dicevamo che quelle che devono essere considerate utenze da attribuirsi a Bergamo sono due: 41764***284. Si tratta una di quelle tre attivate ilo 26.11.2004 e durate fino al 10.2.2005. Dopo questa data c’è ancora qualche telefonata e non è di poco rilievo sapere che da quella datai quando qualche volta questa utenza chiama qualcunoi chiama l’utenza della moglie di Bergamo. Anche per questa utenza possiamo dire che nella maggior parte dei casi, quando l'utenza sotto intercettazione di Bergamo aggancia celle, aggancia le stesse della scheda svizzera. I dati di riferimento sulla lettura del tabulato, sono i seguenti: Bergamo in quel periodo era residente in Collesalvetti (Livorno). Egli risultava socio di una società di assicurazioni ubicata a Livorno in via Cairoli. Si tratta di dati essenziali per questa e anche l’altra utenza, poiché troviamo telefonate che impegnano tante volte e con certezza, anche sulla base di certa presenza risultante dalle chiamata in chiaro la località di Collesalvetti, ma anche i casi in cui l'utenza conversa con numeri di gestori italiani, ma anche di casi in cui questa utenza fa chiamate verso utenze fisse oppure quando si tratta di certe presenze di Bergamo ai raduni arbitrali, che si svolgono sempre in quel periodo a Coverciano; e in queste situazioni aggancia proprio la cella di Firenze. Ho fatto riferimento alla telefonata del 9 febbraio. Quando inizia la telefonata all’una di notte, dalla telefonata, proprio perché non preceduta da convenevoli, ma ha il problema del fatto che Bergamo ha chiamato Moggi da casa su una utenza svizzera, emerge chiara e netta l’impressione che i due non si sentono per la prima volta, ma è come se stessero iniziando una telefonata appena interrotta su altra linea e ripresa su quell’altra. Prima di quell’orario dal tabulato si rileva una conversazione di 16 minuti tra la 741 di moggi e la 284 di cui stiamo parlando. Dopo ci sono ulteriori contatti di così breve durata che fanno pensare a tentativi di chiamata. Ma il mattino successivo alle 10 abbiamo un'ulteriore conversazione di circa 6 minuti tra le due utenze già dette.
Quindi la 284 è di Bergamo e la 741 è di Moggi, lo si desume anche da altre intercettazioni. Faremo riferimento ad una telefonata che avverà tra Bergamo e la Fazi (prog. 523) dalla quale si desume che vi è stato un colloquio riservato tra Moggi e Bergamo avvenuto sulle due utenze dette e
41764***736, altra utenza attribuibile a Bergamo. Si tratta di una scheda individuata attraverso il tabulato della utenza 164 di Moggi. Il traffico di questa scheda riguarda il periodo che va dal 5.10.2004 al settembre 2005, anche se è traffico che non ha carattere di continuità nel corso del tempo per cui da una certa data questa utenza fa rilevare contatti non più e non tanto con schede straniere ma solo con utenze fisse e mobili nazionali. Si tratta dell'utenza che viene utilizzata e dismessa il 26.11.2004 quando comincia ad operare la 284 unitamente alle altre 2 di Moggi e Pairetto. Dal tabulato emerge che proprio il 26.11.2004, giornata di sorteggio, c’è l’ultimo contatto tra questa utenza e la 164 di Moggi alle 00.19.
C’è una pausa di un quarto d’ora e poi si riprende fino alle 13.30.
Le schede di Pairetto. L’utenza utilizzata da Pairetto: durante il periodo dell’indagine risiedeva a Rivoli (To) e la sua attività veniva svolta presso il comune di Nichelino. Anche per questa utenza è stato effettuato quel lavoro: oltre all'individuazione delle celle riferibili proprio ai comuni di Rivoli e Nichelino, un elemento di certa attribuzione ci viene dalla utilizzazione del 213 finale in occasione di 5 raduni arbitrali che si svolgono 4 a coverciano, e uno a Milano nel periodo di novembre 2004 a gennaio 2005. Quello milanese è del dicembre 2004: quando Pairetto è presente ai raduni la scheda 213 aggancia celle di Firenze o di Milano. Il 6 febbraio 2005 alle 15.07 sul 3358***050 di Moggi viene ascoltata una telefonata tra Moggi e Pairetto: appena quest’ultimo risponde, Moggi lo rimprovera e Pairetto, per il fatto che Moggi stava provando a chiamarlo dalla sera prima, risoonde: 'Sai che non l’ho ancora acceso'. Sappiamo dunque che non sull'utenza di cui parliamo c’è stato un tentativo di Moggi di parlare con Pairetto. Dalla lettura del tabulato emerge che se la 741 è di moggi, il 5.2. dalle 18 alle 24 più volte la 741 ha un contatto senza che nasca conversazione verso la 213 finale; dopo questa fase ce n’è un’altra che si apre proprio a seguito di questa telefonata, di cui ho dato un breve resoconto. Pairetto viene rimproverato perché non rintracciabile. Quella è giornata di campionato e dopo questa telefonata si registra, quando le gare saranno terminate, una serie di contatti in due fasi. Alle 17.30 ci sono 2 conversazioni. La prima di 2 minuti, la seconda di 17 minuti che partono dalla 213 verso la 741 In quella serata, e dopo che in quel momento si è svolto il posticipo, Milan-Lazio, abbiamo altro traffico: alle 22.30 una telefonata di 8 minuti dalla 741 alla 213 e alle 22.45 perr 2 minuti dalla 741 alla 213. Altro elemento di prova è ricavabile da una conversazione che si svolge il 6.2.2005 alle 22.58 fra Moggi e Giraudo. Argomento della conversazione è l’atteggiamento che Moggi e Giraudo hanno con i designatori e in particolare Pairetto. Si utilizza il linguaggio allusivo: Moggi parla di “pinocchio” che sarebbe Pairetto e si concorda fra i due che il martedì successivo avvenga una chiacchierata di brutto muso con Pairetto perché così non si può andare avanti. Il giorno dopo alle 9.40 avverrà ua conversazione tra la 213 in uscita verso la 741. Altro contatto nella stessa giornata, alle 10.05 in data 8.2, giorno dell’incontro, un ulteriore contatto alle 8.45 per 15 minuti tra la 741 e la 213. È la giornata in cui avremo una prova sicura che è avvenuto l’incontro tra Pairetto e Giraudo come da conversazione intercettata alle 12.45 di quella giornata. Questa scheda 213 è quella che decolla il 26.11.2004 e avrà traffico fino al 10.2.2005 insieme alle altre. L’altra scheda telefonica attribuibile a Pairetto è 41764***135. Anche per questa scheda c’è sovrapponibilità di dati sia per le abitazioni di Pairetto che per i raduni arbitrali.
Le schede di Pieri e Racalbuto. C’è una scheda che ha una sua rilevanza straordinaria: si tratta di una scheda che è riferibile a Pieri, che è stato giudicato in abbreviato e, ritenuta la sua responsabilità penale, ne è stata riconosciuta l'attribuzione di questa scheda, e questo ne ha consentito la condanna come appartenente questa associazione. Faccio riferimento alla scheda perché la questione di Pieri è di tutto rilievo per il discorso dell’attribuzione. Ci riguarda non per la persona fisica, ma per le conclusioni a cui si può pervenire. Le schede attribuite a Pieri sono 2, una è la 958 e l’altra la 41764***799. Il 10 gennaio del 2005 ci sono le designazioni per la Coppa Italia. Vi è una conversazione tra Moggi e un certo Giuseppe Bozzo. Dopo i primi convenevoli, si sentono alcuni squilli di un telefono. Moggi dice di aspettare e risponde alla telefonata di altro telefono. Sentiamo quindi la sua voce e le parole sono: "Ma dove lo trovi un difensore come me, io quando le prometto le mantengo, vai tranquillo, c’hai le spalle coperte", ecc ecc.; poi si dà un appuntamento telefonico alle 3 e mezzo di notte e poi riprende la conversazione di prima. I nomi degli arbitri citati da Moggi sono quelli che risulteranno essere i nomi designati per quel turno di coppa Italia, sia quelli di cui si dice che ci saranno ,sia quelli di cui si dice che sicuramente non ci saranno; e si troverà conferma in una telefonata che avverrà alle 11 della stessa giornata. La chiamata che Moggi intrattiene con l’ignoto interlocutore è stata ritenuta, con certezza, attribuita a Pieri. Abbiamo detto che alle 14.40 inizia la conversazione. Alle 14.43, per una durata corrispondete a quella ascoltata, la **799 di Pieri intrattiene una conversazione con la 996 finale di Moggi. E' certo che il colloquio è avvenuto con Pieri. È la situazione che risconteremo nell'analisi di due cellulari di Racalbuto, nativo di Palma di Montechiari (Agrigento), ma arbitro della sezione di Gallarate (Va). La prima ha il numero 9186: questa utenza ha un grande traffico e risulta impegnare o non impegnare celle di eventi a cui partecipa o non partecipa Racalbuto. A gennaio 2004, quando è a Coverciano, aggancia celle di Firenze; stessa situazione si verifica in altre 4 circostanze, 3 sempre a Coverciano, una a Milano a dicembre.
La stessa circostanza si verifica quando Racalbuto partecipa alle gare di campionato a Messina, a Verona, a Siena, a Reggio Calabria, a Cagliari, a Pescara, a Milano, e in 3 posti che non solo non sono incompatibili ma che segnalano gli spostamenti di Racalbuto al termine delle gare. È il caso del 26.10.2004, Piacenza-Ascoli in cui la cella è agganciata a Somaglia, che è lungo una strada percorribile da Piacenza verso Varese, e il 10.11.2004 quando Racalbuto dirige Brescia-Milan e l'utenza 187 alle 23,36 aggancia una località, Gussaro (Bs), verso il domicilio di Racalbuto. E ancora: il 13.2.2005 ha arbitrato a Reggio Calabria Reggina-Milan. In questa circostanza Racalbuto soggiorna in albergo a Reggio, l’Excelsior, ubicato nelle vicinanze della cella agganciata. Il 3.12.2004 telefonata tra Moggi e Garufi. Anche questa telefonata comincia normalmente ma poi ha uno sviluppo particolare. Si sente il telefono che squilla e Moggi inizia: “Oh la peggiore che ti poteva toccà, ma fa la tua partita senza regalare niente a nessuno perché a me mi serve per la…”. In quel momento, sono circa le 12.50, dal tabulato si rileva che c’è una conversazione di un minuto e 33' circa che parte dalla 187 di Racalbuto e la cella da cui parte è una cella ubicata a Lonate Pozzolo (VA) e quella che la riceve è a Torino. Se leggete il tabulato vi convincerete che l’interlocutore è proprio Racalbuto e il 4 dicembre si può riscontrare che vi sono diversi contatti, in particolare a partire dalle 9.44, tra la 187 e la 194 di Moggi; e la cella impegnata da questa utenza è la cella di Gallarate, mentre la 194 sta a Torino.
Racalbuto non arbitrerà la Juventus, Pieri va a fare il Milan, e la peggiore è una partita con un'alta posta in palio, Reggina-Brescia, che sarà diretta proprio da Racalbuto. Inoltre, anche per Racalbuto si può fare lo stesso discorso dell’aggancio delle celle durante i raduni a Coverciano e con le celle delle città dove arbitrerà. Inoltre il giorno di Roma-Juventus vi è una conversazione con una scheda che aggancia una cella alla periferia di Roma adiacente alla Borghesiana, dove si effettuavano i ritiri della Juve, nella stessa data e nello stesso momento dell’aggancio della scheda privata di Moggi intercettata. L'utenza 187 ha un traffico costante e regolare fino al 18.2.2005, da quando, mentre quella non ha più traffico, si sviluppa quella della 081, che ha un suo traffico abbastanza intenso.
Il 5.1.2005, alle 9.47, vi è una telefonata tra Moggi e un collaboratore che si chiama Girotto. È un giorno successivo ai sorteggi. Mentre Moggi inizia questa conversazione si inserisce una telefonata, Moggi lascia Girotto e conversa con qualcuno. "Mi sa che domenica hanno paura a farti uscire, tu rassicurali, poi vedo io", dal tabulato emerge che intorno alle 9.50 dalla 247 di Racalbuto parte una telefonata alla 284 di Moggi. La telefonata è questa, anche perché è ben comprensibile che si tratti dell’arbitro sulla base delle parole che Moggi pronuncia: "Non ti senti bene, è meglio a Cagliari, ma che te frega della Coppa Italia". Siamo al 5 gennaio. E la conversazione non sta prendendo in considerazione soltanto quello che accadrà la domenica successiva, ma anche nei due turni successivi, 18a e 19a di andata. Dove troviamo Racalbuto? Non è inserito nelle griglie del 7 gennaio e non dirige gare della 17a e 18a giornata e compare in prima griglia per il sorteggio del 14 gennaio 2005 per la 19°, e quale arbitrerà Racalbuto? Cagliari-Juventus!
Ho fatto riferimento a Fabiani: che ci sia una connessione è un fatto che abbiamo detto più volte ma è provato anche senza le testimonianze. Il 16.8.2004, alle 22.55, dalla utenza 335****** parte una telefonata verso il numero di Fabiani; in quella telefonata vi è anche un'ambientale in cui Moggi dice ad un interlocutore di dire ad altra persona di accendere quell’altro telefono. "Quello svizzero?", dice l’altro, "Sì", risponde Moggi.
Anche la scheda di Fabiani aggancia le celle delle città dove si trova lui, impegnato con la squadra di cui è dirigente, il Messina.
Si passa all’esame delle schede attribuite a Bertini. Per esse è possibile fare lo stesso ragionamento delle altre circa l’aggancio delle celle nella città di Arezzo, nelle città dove egli arbitra e ai raduni di Coverciano. Inoltre in quel campionato Bertini è stato chiamato a dirigere incontri di calcio internazionali, partite di squadre di club o nazionali. Sono 5 eventi ed è certo che quando Bertini dirige questi incontri all’estero non esiste traffico di questa utenza sul territorio nazionale. La utenza 155 farà qualcuna delle telefonate verso utenze di gestori italiani e non è un caso che fra queste vi siano anche alcune dirette verso numeri di Arezzo e che, in una circostanza, risulta un contatto con un cellulare intestato allo stesso Bertini.
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Ultima modifica di Pisky; 10/05/2011 alle 13:13
"We are all star people, from the dust we came and to the dust we shall return. So let's celebrate Love. Ciao Mamma.
da tuttosport
TEOREMA NARDUCCI E LE ZERO AMMONIZIONI - Narducci prosegue nello snocciolare gli incroci che lui ritiene certi tra le sim attribuite ai vari arbitri come Pieri, Racalbuto e De Santis. Il problema è sempre nell'effetto provocato dalle ipotesi accusatorie di Narducci, un esempio: è dicembre e Racalbuto viene inviato a dirigere Reggina-Brescia, per Narducci è già gara «drammatica per la lotta per non retrocedere», beh il campionato deve quasi cominciare per quelle zone, in realtà... Eppoi nello stesso turno Moggi si augura ammonizioni (e augurarselo non è reato) per qualche milanista impegnato a Parma: la settimana successiva si gioca proprio Juve-Milan. Perfetto, secondo il teorema Narducci-Auricchio, si dirà. Peccato che uno degli associati e "simmati", Pieri, sia inviato a dirigere Parma-Milan e che alla fine del match le ammonizioni a carico del "nemico" rossonero siano ZERO
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E intanto l'inviato di Sky parla delle numerose telefonate tra Moggi e Paparesta il giorno dopo che l'arbitro era stato rinchiuso nello spogliatoio.
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"We are all star people, from the dust we came and to the dust we shall return. So let's celebrate Love. Ciao Mamma.
da tuttoaport.com Alvaro Moretti
LA CONCLUSIONE DI NARDUCCI - Narducci conclude la parte relativa alle schede sim parlando delle rare ammissioni sull'utilizzo delel schede. «Bergamo ne ammette l'utilizzo e di aver ricevuto il telefono svizzero da Moggi», su Pairetto resiste il dubbio visto che Bergamo a riguardo dice e poi rivede. In realtà era stato lo stesso Pairetto in aula a parlare di molte schede staniere da lui acquistate, anche svizzere, avendo svolto il lavoro di vicedesignatore all'Uefa: «Mai però l'ho ricevuta da Moggi». Narducci prova poi ad afondare il colpo parlando della trasmissione Matrix in cui lo stesso Moggi parla delle schede: «Alla cena di Natale del 2004 avevo saputo dello spionagigo Telecom e dissi a tutti, c'erano presenti anche gli arbitri e i designatori. Io mi uso le schede svizzere, qui c'è spionaggio e vengono a scoprire i segreti del calciomercato. E Bergamo e Pairetto mi dissero: daccene una pure a noi», riferisce Narducci sulla trasmissione tv. Per Narducci la tesi della volontà di sfuggire allo spionaggio Telecom in piedi dal 2002 è «inconsistente»: «Perché le schede non le ha date pure a Giraudo e ai suoi collaboratori di mercato? E agli agenti? L'ha date solo ai desingatori con cui si deve parlare solo si arbitri e non di mercato». Piccolo particolare: tra le utenze "monitorate" dagli spioni Telecom dagli atti di MIlano risultano anche quelle di Bergamo, Pairetto e De Santis. Narducci va verso la conclusione parlando degli incontri e delle cene, partendo però dallo scontro tra Bergamo e Pairetto sul ruolo della Fazi.
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Da Tuttosport con aggiornamento di A.Moretti
LA SIM DI DE SANTIS - Narducci chiude la rassegna sulle schede con l'unica attribuita a Massimo De Santis. Su questa c'è stata forte contestazione durante gli interrogatori dei carabinieri e di Auricchio. Narducci non ritiene veritieri i certificati del ministero della Giustizia che attestavano la presenza di De Santis ad un corso, mentre la sua presunta sim agiva a Coverciano. Una confutazione, quella del pm, che non convince fino in fondo: le circostanze riferite non colimano con gli orari di presenza ai corsi di De Santis.
Il Pm dà del bugiardo ad Ancellotti, "suo" testimone al processo.
Accusa di falso il Ministero di Grazia e Giustizia, di cui è dipendente.
Alla prossima requisitoria dirà di se stesso:" Narducci, piaccia o non piaccia, lei ha mentito spudoratamente".
Un mito in continua evoluzione.
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Questa è bella! Da un paio di utenti di "tifosibianconeri.com"
Narducci: "Ritieniamo per certo che il Moggi dalle utenze fosse in contatto anche con Bin Laden e grazie all'attivazione della cella pakistana messa sotto controllo da Auricchio abbiamo potuto fornire la sua posizione al Pentagono!"
"La certezza la desumiamo dalla totale mancanza di contatti tra i due! Perché non è certo tale mancanza che può costituire prova contraria alla tesi accusatoria ma è altresì invece certo che i tabulati fornitici siano fasulli inquantoché, come dal sottoscritto più volte sottolineato e quindi dato per certo, nella fase dibattimentale reputata veritiera e non comprovante uno scappellamento a sinistra, il Nucini ha ammesso, come se fosse antani, che Bin Laden fosse juventino!"
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Intanto, il vigile.....
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Juve, l'esposto contro l'Inter "Ormai è passato un anno..."
Incapace di dare battaglia in campo (l'ultima figuraccia col Chievo), la Juventus ora va all'attacco del Palazzo del calcio. E ricorda con una nota sul suo sito che è passato un anno esatto (10 maggio 2010-10 maggio 2011) da quando ha presentato un esposto a Giancarlo Abete, n.1 della Figc, contro l'Inter. Perché di questo si tratta: la Juve chiede che venga revocato lo scudetto 2006 assegnato dai "saggi" (si fa per dire...) del commissario Guido Rossi al club nerazzurro. La nota oggi infatti ricorda come ''il decorrere del tempo non ha minimamente affievolito l'attenzione della società per le vicende dell'esposto''. E così conclude: "'Al rispetto per l'autonomia degli organi di giustizia sportiva fa da contrappeso il senso di responsabilità nei confronti di milioni di tifosi che da troppo tempo attendono una semplice risposta. La parità di trattamento deve sempre essere prerogativa della giustizia, in ogni sede, ordine e grado di giudizio''. Già Andrea Agnelli era stato a Roma a sollecitare l'inchiesta ad Abete, mossa che non era piaciuta affatto a Massimo Moratti. Ora questa nota ufficiale nell'anniversario, appunto, dell'esposto. La Figc per ora non ha replicato, e potrebbe anche non farlo. Il club bianconero, a pagina 8, chiedeva un anno fa di "revocare la decisione assunta..., con ogni consequenziale pronuncia ripristinatoria dello status quo ante", Insomma, la Juve vuole non solo che sia tolto il titolo all'Inter ma che le venga restituito quello scudetto cancellato dalla bufera di Calciopoli. Chiede
anche, la Juve, di "deferire tutti i tesserati e le società coinvolti nei comportamenti antisportivi...". Ma se ci sono stati davvero comportanti antisportivi dovrà stabilirlo adesso il superprocuratore Figc, Stefano Palazzi (in scadenza: ma lui spera di restare). Abete gli ha chiesto di chiudere l'inchiesta entro la fine della stagione sportiva: l'ultima parola, a meno di un'archiviazione, spetterà poi al consiglio federale della Figc. Una decisione politica: fra Moratti e la Famiglia Agnelli qualcuno ci rimarrà di sicuro male. Ma la decisione ormai è (abbastanza) vicina: Palazzi sta a buon punto con l'indagine, ha in mano le intercettazioni (da un paio di mesi) e ha fatto alcuni interrogatori (fra cui quello di Moratti). Perché non si è mosso prima? Perché il magistrato militare di Napoli è uno molto prudente, accentratore sul lavoro, ma attentissimo a rispettare le leggi e i regolamenti dello Stato (e su questo, fa benissimo). Non voleva insomma forzare la mano, col rischio di andare incontro a cause risarcitorie di milioni di euro. Ma ora ha tutto, e deve accelerare (altrimenti Abete la prende male...): di sicuro si è già fatto un'idea.
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Ecco la Cazzetta!
I pm contro De Santis
"Era lui il leader"
Piccioni (GaSport.it 10-05-2011)
Al processo di Napoli, Narducci attacca l'ex arbitro ritenuto referente dell'associazione a delinquere. Assente oggi in aula Moggi. La requisitoria dell'accusa continuerà, a meno che il 20 maggio non sarà ricusata la presidente del collegio giudicante, Casoria
NAPOLI, 10 maggio 2011 - Le schede telefoniche straniere. "Una linea di comunicazione esclusiva e quasi inattaccabile" se non fosse stato per alcuni "inconvenienti". Il pubblico ministero Giuseppe Narducci ha speso tutta la seconda puntata della sua requisitoria al processo Calciopoli all`argomento. Cinque ore e mezzo di parole per dimostrare che le schede, al di là della loro intercettabilità tecnica, erano uno strumento fondamentale dell'associazione.
sovrapponibilita' scede — Narducci ha cercato di evidenziare la cosiddetta sovrapponibilità fra l'uso dell'utenza italiana e di quella riservata, che "agganciano le stesse celle" e quindi sono per i pm riferibili allo stesso possessore-imputato anche se i nomi sono ufficialmente diversi, anzi "fittizi". Narducci utilizza poi le telefonate intercettate in cui Moggi interrompe per alcuni momenti la conversazione per rispondere su un'altra linea, per il pm un'utenza riservata. Cita il caso per esempio di una conversazione in cui Moggi parla con un arbitro convalescente e gli consiglia un riposo di due turni citando poi un successivo incontro a Cagliari. Per Narducci dall'altra parte della linea c'è l'arbitro Racalbuto che arbitrerà poi Cagliari-Juventus.
le accuse a de santis — Il pm ha poi contestato all'arbitro De Santis il documento in cui l'ex direttore di gara risultava presente a un corso ministeriale a Roma mentre la scheda a lui attribuita agganciava una cella di Firenze: "La stessa cella era agganciata in quelle ore dalla sua utenza cellulare". Inoltre Narducci ha concentrato le sue accuse sull'arbitro: "Da quella scheda, in dotazione a De Santis risultano chiamate verso il cellulare della moglie dello stesso". Per il pm De Santis era il leader di un gruppo di arbitri e aveva un ruolo molto significativo nell'associazione. E alle accuse, ai margini del processo, ribatte De Santis: "Non ho mai negato di aver raggiunto Firenze in quell'occasione, soltanto che sono arrivato in ritardo per partecipare al corso per vice-commissario della polizia penitenziaria a Roma".
moggi assente — In aula stavolta non c'era Luciano Moggi. Si era sparsa voce che stesse preparando una nuova dichiarazione spontanea dopo le requisitorie. Ma in realtà il suo consulente Nicola Penta ha precisato che si tratta di una normale indisposizione lo ha trattenuto a casa. Le eequisitorie dell'accusa non si chiuderanno alla prossima udienza del 24 maggio. E' probabile che le richieste dei pm arrivino solo il 31. Sempreché il processo continui e non si fermi il 20 maggio per l'accoglimento dell'istanza di ricusazione della presidente Casoria da parte dei pm.
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Cazzetta bis.
CALCIOPOLI PROCESSO DI NAPOLI
«Le schede svizzere? Tutto provato»
Il pm Narducci: «Moggi le diede ai designatori e il mercato non c’entra. . . »
V.PICCIONI (GaSport 11-05-2011)
NAPOLI Sono le carte svizzere il cuore del secondo atto della requisitoria del
pm Giuseppe Narducci, al processo di calciopoli. «Utenze che non sono state
intestate a chi le ha acquistate» . Questo per il pm le rende segrete e
riservate. Narducci mette insieme un festival dei numeri delle 54 sim censite
e delle 29 utilizzate, per concludere che sì, «è tutto provato» . Secondo il
pm le schede erano di Moggi, che le diede ai designatori Bergamo e Pairetto;
ma ce le avevano anche gli altri, gli arbitri De Santis, Bertini, Racalbuto,
Dattilo, Pieri, l’altro dirigente imputato, Mariano Fabiani.
Cagliari e Racalbuto Il pm evidenzia le «sovrapponibilità» . Fra le città
delle «celle» agganciate dalle schede e gli spostamenti dell’arbitro fra le
sedi delle partite dirette e raduni a Coverciano. Poi ci sono le «telefonate
di rimbalzo» . Si sente sulla linea intercettata l’ex d. g. juventino che
risponde su un altro telefonino. Qualcuno è stato poco bene e Moggi sembra
consigliare un turno o due di sosta alludendo a una gara a Cagliari. Per
Narducci, quel «qualcuno» è l’arbitro Racalbuto, «che saltò le successive due
giornate e arbitrò poi Cagliari Juventus» . Finita 1-1.
Le schede ai designatori «Bergamo disse in istruttoria che Moggi consegnò le
schede sia a lui sia a Pairetto precisando di aver commesso una leggerezza» .
Quanto a Moggi, ne parlò in tv. «Disse di una difesa delle operazioni di
mercato dallo spionaggio industriale della Telecom. Ma che c’entrano i
designatori con il mercato?» .
Attacco a De Santis Poi Narducci passa alla scheda attribuita a Massimo De
Santis. Cita le telefonate partite dall’utenza riservata verso il numero della
moglie dell’ex arbitro. E avanza dubbi sulla «genuinità» del documento in cui
si attestava la presenza di De Santis a Roma, a un corso del ministero di
Grazia e Giustizia, mentre la scheda riservata aveva agganciato una «cella»
fiorentina. «Anche il suo numero di cellulare italiano agganciava la stessa
cella» . «Ma non ho mai negato di aver raggiunto Coverciano, ho detto soltanto
di averlo fatto più tardi dopo il corso» , ribatte l’arbitro.
Si va avanti Martedì 24 ancora parola a Narducci. Poi all’altro pm Capuano
toccherà l’analisi di calciopoli partita per partita. Sempreché il 20 la Corte
d’Appello non accolga la richiesta di ricusazione della presidente Casoria. In
quel caso tutto da capo. Ma i pronostici vanno in direzione contraria.
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Prioreschi: Tutto come previsto: replicheremo
In un’intervista rilasciata a Sky Sport 24 al termine dell’udienza di ieri, dedicata alla seconda parte della requisitoria del Pm Narducci, l’avvocato Maurilio Prioreschi, difensore di Luciano Moggi, ha definito assolutamente prevedibile l’insistenza dell’accusa sulla difesa del sistema delle schede svizzere, di cui in effetti ha fatto “il suo cavallo di battaglia”; ma, ha fatto notare, il Pm non ha evidenziato nessuna di tutta quella serie di contraddizioni e incongruenze nell’elaborazione dei dati che il dibattimento viceversa ha fatto emergere e che la difesa metterà opportunamente in luce nella sua arringa.
Per Prioreschi quello che l’accusa non è riuscita a dimostrare è l’esclusività dei rapporti; quanto al fatto che nelle intercettazioni non compaiano chiamate verso i collaboratori di mercato e di lavoro di Moggi (cosa che il Pm sostiene sarebbe dovuta accadere se lo scopo delle schede riservate fosse davvero stato quello di sfuggire allo spionaggio industriale), la difesa in tribunale fornirà le opportune motivazioni.
da ju29ro
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