Se ne sono sentite di tutte le salse in questi giorni!
Faccio la lotta quotidianamente contro l'inquinamento dell'aria e non sono certo qui a nascondere "strani" fenomeni- Riporto ciò che ho scritto a caldo l'altro giorno dopo aver sentito l'ennesima baggianata (ovvero che le precipitazioni avvenivano senza nubi).


Alcune zone della pianura padana in questi giorni sono interessate da brinate, galaverna e debolissime nevicate.

I media ne stanno parlando riferendosi al fenomeno con il nome di "neve chimica".
Il termine è alquanto infelice in quanto non esiste alcuna reazione chimica alla base del fenomeno nè tantomeno è l'inquinamento la causa scatenante.
Si parla di precipitazioni senza nubi ma anche questo non è corretto. La nebbia infatti è una nube con base al suolo.
Al suo interno ci sono particelle che fungono da nucleo su cui si formano minuscole goccioline di acqua (e vengono appunto definite nuclei di condensazione) che rimangono allo stato liquido (acqua sopraffusa) finchè non vengono in contatto con oggetti che hanno temperatura sotto lo zero.
Succede quindi che queste goccioline condensino su oggetti e formino galavernaed anche minuscoli aghi di ghiaccio che poi precipitano al suolo dando luogo a deboli nevicate. Il fenomeno non è raro e si può osservare nelle zone fredde in cui sono presenti nebbie dense.

Gli ingredienti essenziali sono: nebbie dense (elevata umidità), temperature dell'aria sotto lo zero, prensenza di un numero sufficiente di nuclei di condensazione.


Foto di Alessandro Raimondi: situazione ieri mattina a Nerviano (MI)
Ovviamente nelle vicinanze delle zone industriali dove vi sono grandi quantità di vapore e di polveri che possono fungere da nucleo di condensazione le probabilità di avere questo fenomeno aumentano.

Ma il fenomeno è naturale. E chiamamola neve. Al massimo neve da nebbia.
ing. Gianluca bertoni
MeteoVarese
co-autore del libro "La Neve"