Le perdite economiche e dei danni dovuti alle condizioni del tempo possono essere risparmiate sfruttando al meglio l'infomazione meteorologica. Una pianificazione attenta ai fattori atmosferici consente una migliore scelta dei luoghi, dei materiali e delle decisioni da prendere. Se è previsto un periodo di freddo, ad esempio, si può decidere di ricorrere a cementi speciali; se è proprio un periodo piovoso, si può approvigionare il cantiere di pompe; il lavoro eseguito e i materiali possono essere protetti in previsione di tempo avverso, ricorrendo ad isolanti e coperture. In mancanza di prognosi a medio e lungo termine, può essere comunque utile un'informazione climatologica di massima sul corso delle stagioni. Una volta iniziati i lavori nel cantiere, sono preziose le previsioni a più breve scadenza per una più economica e rapida gestione delle opere. Tre, in sotanza, sono gli elementi atmosferici che condizionano le attivitÃ*: il freddo, la pioggia, il vento. Le temperature estreme, quelle basse, vicino allo zero o al di sotto, rallentano o arrestano la presa del cemento, creano disagi al personale e problemi all'efficienza dei macchinari. Il ghiaccio rallenta gli scavi, aumenta i rischi nel trasporto dei materiali e ostacola la verniciatura e la stuccatura. La pioggia ritarda l'asciugatura delle opere, può rovinare le superfici appena finite, rallenta i movimenti nel cantiere. I valori limite di intensitÃ* di precipitazione, oltre il quale è sfavorita la maggior parte dei lavori, è di 0,5 millimetri all'ora. Il vento forte limita o impedisce le operazioni delle gru e rende rischioso l'innalzamento di costruzioni in acciaio, delle impalcature e dei tetti. Inoltre esercita una pressione sulle pareti. A una velocitÃ* dell'aria di 40 km/h corrisponde una spinta di 60 kg per metro quadro. Per alcuni edifici molto sviluppati in altezza, come i grattacieli, il vento può rappresentare un problema per le oscillazioni e per il rumore.
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Ultima modifica di cesare francesco; 28/05/2006 alle 04:54
Ciao![]()
A questo proposito, io mi sono sempre chiesta una cosa.
Perchè gli americani, nonostante i continui danni che subiscono a causa di uragani, trombe d'aria, continuano ad ostinarsi a costruire le case in legno con strutture così leggere, in quelle zone soggette a questi fenomeni?
Tempo fa parlai con un amico che vive in Virginia e che si occupa proprio di edilizia. A suo dire il fatto di costruire le case in quel modo è una questione culturale ormai radicata e difficilmente sostitubile con altri metodi. Ricordo che lui mi disse "a me non piacerebbe vivere in una casa di cemento armato e credo a nessuno nel mio villaggio"
Che ne pensate voi?
http://www.vitton.it/Meteosauze/meteo_sauze.htm
Uno piacere ha il grande piacere ospite di avere ospite (Luca Giurato)
Sono d'accordo con il tuo amico![]()
Ciao Cesare sulla questione dei materiali, la cosa si può fare qualora i lavori sono richiesti da un privato che vede in prima persona l'impresa se il cemento lo mette veramente o fa i soliti "tagli" disonesti, se invece è un lavoro pubblico purtroppo vanno sempre al risparmio o come si dice al mio paese "au'sparagn", e le conseguenze si vedono (mi torna in mente la strage di viale Giotto a Foggia dove morirono una sessantina di persone a caiusa del crollo di un intero palazzo condominiale, era il 1999 non so se ricordate).
Sulla questione delle case di legno laddove i tornado o gli uragani vanno a fare visita, bè ci penserei bene se continuare a farle di legno. Magari si potrebbero lasciare in legno quelle dei villaggi più piccoli, dove statisticamente è scarsa la probabilitÃ* che muoia più gente di un grosso centro.![]()
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[/URL][/B]
Anch'io ho parlato con diversi americani.Originariamente Scritto da Genevris
Tutti sono del parere che sia una questione di cultura...e anch'io.
La casa (e che case!) da loro è e deve restare un bene primario che la maggior parte della popolazione (ceto medio) può comprare..
Da loro la casa non deve durare 2-3 o 4 generazioni, è sufficiente che duri la propria generazione, poi si demolisce e se ne rifÃ* una nuova a prezzi accessibilissimi. Sapevo di case piu' che dignitose si 2 piani di circa 100mq a partire dai 60-80 mila euro.
Proprieta privata con recinzioni??
I quartieri più belli (a parte le ville dei vips o di qualche sborone) sono proprio quelli aperti con 20-30 mt di verde dalle ciclabili/marciapiedi e strade.
Io non sono filo americano..tutt'altro, ma in questo campo penso abbiano molto da insegnarci.
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Per ogni cosa c'è il suo tempo (avatar del 29/02/2004)
Dati on line 24h: http://my.meteonetwork.it/station/ero064/
Sito Albineameteo: http://www.albineameteo.it
Bè ti dico solo una cosa, sia nel Vermont dove vivono tutt'ora alcuni miei parenti che in altri posti dove sono stato, per poter costruire una casa devi avere almeno 4000 metri di terra altrimenti non te la fanno fare.Originariamente Scritto da patroclo
A St Albans (Vt) dove vive mio cugino 4000 metri con su una casa di 400 metri totali su 2 piani + garage, ha pagato il tutto 450.000 ¤
Qui dove sono io non compri nemmeno un appartamento di 100 metri con quei soldi!
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facendo le dovute proporzioni 400mq= 450.000¤ sono circa 1100¤/mqOriginariamente Scritto da Genevris
Bè non è male se consideri anche 4000 mt di terra!!! 100mt di superficie sarebbero circa 110.000¤...qui in centro a Reggio ti compri un'autorimessa e poco piu'...fai un po' i tuoi conti.
Sai cosa può costare una roba di 400mq si superficie con 4000mq di terra attorno qui da noi??
Qualche vecchio miliardo delle vecchie lire nelle periferie del centro nord, al sud un po' meno ma comunque non c'è paragone
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Nella gestione forestale, gli americani sono tra gli ultimi nel mondo, intendo la gestione reale, non quella virtuale, con modellame digitale "pronto effetto".Originariamente Scritto da Genevris
Se gli americani costruiscono ancora le loro casette delle bambole in legno è soprattutto per un fattore economico. Il legno costa troppo poco per mettersi ad edificare casermoni in cemento armato, altro che cultura...
Le conseguenze di ciò si possono vedere nelle foreste americane, massacrate da lustri in modo dissennato.
A metÃ* degli anni Cinquanta gli USA avevano ancora un discreto patrimonio forestale primario (cioè vergine). Ora sono rimasti con circa 1,5% di foreste primarie e tutte concentrate nelle regioni pacifiche e quasi tutte comprese nei N. Parks o nelle Riserve....altro che grande potenza..
Non fatevi ingannare dalle immagini di propaganda che ci propinano nei polpettoni cinematografici o si vedono nei National Parks del West. La realtÃ* è fatta di milioni di ettari di boschi compromessi o ridotti in consistenza e falcidiati da dissennate opere di disinfestazioni aeree (negli anni Cinquanta e Sessanta), a mezzo di DDT, Malathion e Parathion (pesticidi ancora diffusi), stile Vietnam, che hanno inquinato falde, fauna flora e terreni per secoli e secoli.
Tenete presente che i forestali americani considerano quelli italiani più bravi e competenti..di loro![]()
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