Ciao!
Avrei bisogno di aiuto su un quesito:
perchè alle alte quote la vegetazione è sempre più bassa fino a sparire? Dipende dalla Temperatura, dalla Pressione o altro?
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Sintesi nella sintesiOriginariamente Scritto da Alo
Sono le condizioni ambientali che impediscono alla vegetazione di raggiungere dimensioni e/o altitudini maggiori.
La diminuzione progressiva della temperatura con l'aumentare della quota impedisce alle piante di svolgere pienamente i cicli fisiologici indispensabili per la sopravvivenza. In pratica, la stagione vegetativa diviene talmente breve che il 99% delle piante non ce la fa.
Le precipitazioni, che oltre una certa quota diminuiscono invece di aumentare, che sono costituite per una grossa % di neve e quindi distribuite sul suolo in modo molto difforme ed irregolare.
Ad esempio, le creste sono dei piccoli deserti poiché la neve non ci si deposita o dura poco; il vento ci soffia con regolaritÃ* e intensitÃ* notevole e quindi la quantitÃ* di acqua utile per le piante è spesso ridicola.
La radiazione solare, molto intensa alle alte quote
I licheni riescono a raggiungere notevoli altitudini (oltre i 4000m) e qualche specie erbacea riesce nell'intento, se non ricordo male il ranunculus glacialis, che è stato trovato sulla parete sud del Cervino a 4400m.
Le specie legnose sono le prime a fermarsi perché la formazione del legno richiede parametri ambientali che oltre una certa quota non possono essere soddisfatti, anche se i salici nani ed altri generi riescono a salire a 3000m prostrandosi al suolo in modo da evitare i fenomeni distruttivi del vento, della neve e del ghiaccio.
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Wow,Originariamente Scritto da Alo
risponderti in modo rigoroso sarebbe una bella gatta da pelare...
Intuitivamente, puoi capire che la quantitÃ* di carbonio fissata dalle piante ogni anno sarÃ* minore a causa dell'accorciamento della stagione vegetativa e di tutte le altre condizioni caratteristiche dell'alta montagna che ti ha elencato Enrico. Meno biomassa accumulata = piante più piccole.
Riguardo alle piante legnose, sebbene non si sia ancora riusciti a capire esattamente quali sono i meccanismi che governano la formazione della linea del bosco, mi sento di aggiungere che le piante di piccola taglia, a differenza degli alberi, vivendo vicino al suolo soffrono di escursioni termimiche molto maggiori, il che oltre a rappresentare un problema può essere di aiuto: sapendo che in prossimitÃ* del suolo le temperature in una giornata soleggiata possono facilmente indurre temperature della superficie fogliare inotrno ai 30 gradi, con ovvie ripercussioni positive sulla fotosintesi - sempre assumendo una sufficiente disponibilitÃ* idrica e una temperatura fogliare non eccessiva (in alcuni casi estremi le temp. fogliari possono raggiungere i 50 gradi, il che ovviamente è troppo...).
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Un'idea banale banale riguardo l'oscillazione del limite forestale superiore me la sono fatta nel corso degli anni, durante le ricerche forestali e l'osservazione degli effetti dei cambiamenti climatici nell'ecosistema bosco.Originariamente Scritto da Cornour
Correlando le fluttuazioni climatiche con il limite superiore dei boschi, naturalmente laddove questo raggiunge il suo livello potenziale (molto raro a dire il vero..) ho notato che le oscillazioni del limite sono sempre molto ma molto smorzate dall'inerzia dei cicli di nascita e morte dei singoli alberi che lo compongono. Questo comporta che la velocitÃ* di spostamento del limite è sempre inferiore a quella del tempo che occorre al clima per mutare la fase (in +/-), sicché visivamente quello che appare non è detto sia quello che dovrebbe esserci in quel determinato contesto.
Questa potrebbe essere la risposta al perché il limite superiore del bosco reale non è sostanzialmente mutato durante la PEG, almeno sull'Appennino.
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Ultima modifica di Enrico_3bmeteo; 11/07/2006 alle 10:32
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