Premessa: sto cercando di capire sempre di più sulle dinamiche atmosferiche quindi a volte domande anche stupide possono venire in mente , quindi se fosse questo il caso lasciate perdere.
Vedendo il libro di Giuliacci nella parte dedicata alla circolazione atmosferica generale si fa la conoscenza dei protagonisti delle vicissitudini climatiche. Nelle logiche circolatorie regionali facendo riferimento alla fascia climatica sopra i 60 ° N parla di un forte raffreddamento al suolo responsabile di una alta pressione al suolo che salendo in alto a quote medio-alte si sostituisce in una bassa, appunto il vortice polare. In apparenza ne parla come una struttura permanente e allora mi viene da chiedere questo: esiste una variabilità di attività del vortice polare ( ovviamente le dinamiche al suolo cambiano coll'irraggiamento solare estivo)visto che in alcuni td del forum si parla di morte del vortice polare ? Vi ringrazio già da ora per eventuali risposte e chiarimenti.
Record :Tmin -9.7°C min più alta 24,9°C Tmax 40,4°C max più bassa -1.9°C Pioggia 24 h: 69,2mm Vento:91.4 km/h Pmin 975.8 hPa Pmax 1027.3 hPa
VUE :2011 -3,4°C +40,4°C 622,2 mm 2012 -4.0°C +38.7°C 800,9 mm 2013 -2.4°C +36.4°C 735,6 mm 2014 -2.4°C +35,2°C 1168,2 mm
si era già parlato ampiamente di questo vorticeche altri non è che il flusso medio zonale che oscilla a causa di una instabilità del sistema. Si da molta enfasi xchè sulle carte si vede come una specie di vortice colmo di aria fredda, ma di certo non uguale al vortice delle ciclogenesi. In realtà è il flusso medio zonale che poi è il flusso che scorre pure da noi, solo che lì è un pò meglio organizzato...Certo che esiste una variabilità, altrimenti come si formerebbero le alte e basse pressioni?
Se fai una ricerca sul forum (Didattica) troverai altre spiegazioni...
Francesco Nucera
"Sono un tipo burbero, scontroso e permaloso ma se mi impegno so essere anche simpatico"
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meteorologo Meteosolutions S.r.l.
Ecco l'intervento cui accennava Francesco:
http://forum.meteonetwork.it/showthread.php?t=34068
Didattica anche la spiegazione di Remigio Zago su M3V:
http://forum.meteotriveneto.it/viewtopic.php?t=4333
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Probabilmente non mi sono espresso bene Francesco, ma questo è lo scotto da pagare per chi cerca di entrare nella meteorologia . Il vortice polare non l'ho mai inteso come una depressione unica con centro al polo nord che determina di per se fenomeni significativi. Nell'ambito delle dinamiche fisiche che il moto terrestre determina, e nell'ambito delle dinamiche termiche (moti convettivi) che il riscaldamento equatoriale e il raffreddamento polare determinano si creano grossolanamente 3 fasce climatiche che praticamente si assestano fino ai 30°-60°-90°. Al loro interno, le zonalità che si creerebbero senza ostacoli orografici o termici (continente vs oceano) porterebbero ad una netta divisione delle 3 situazioni climatiche, cosa che ovviamente non avviene.Dunque...il fatto descrittivamente parlando è semplice: Correnti occidentali (w verso est) sono consistenti, matematicamente parlando, col vento termico (caldo allo loro destra, freddo a sinistra). Queste correnti oscillano dal momento che, esiste una instabilità del sistema (definita baroclina dal momento che esiste uno shear verticale del vento). Le oscillazioni non solo ci stanno alle ns latitudini portando poi alla formazione dei vortici ciclonici come quello che adesso ci sta interesando ma ci stanno anche alle alte latitudini.(il sistema è instabile purelà). E' chiaro che, oscillando, si creano poi i centri ciclonici che vedi tu...e ci stanno dove gli pare loro (un pò in siberia, un pò sul canada ecc) A volte noi vediamo delle oscillazioni così pronunciate che diciamo che il vortice Polare è arrivato sull'Europa ecc.ecc. In realtà sono le correnti occidentali che oscillano. Facciamo un gioco,,,Prendi un compasso e con apertura sin sull'europa con centro sul polo, fai un cerchio attorno alla terra. Nel lato nord, hai una andamento ciclonico, ok? Se restringi sto compasso e fai girare la puntina ad esempio sull'Islanda e giri per tutto il globo fino a tornare sull'islanda, hai fatto un secondo cerchio, più piccolo del precedente.E così via restringendo sempre di più. Come vedi, stai costruendo dei vortici attorno la terra. Questo/i è il vortice Polare. Dal momento che noi vediamo un qualcosa che assomiglia ad un vortice alle alte latitudini, lo chiamiamo vortice polare. Ma un "qualcosa" che ha un asse e quattro ruote non necessariamente è una macchina...
Può essere altra roba. Appurato il fatto che ci sta qualcosa che ruota attrono la terra ci si domanda percè debba oscillare e cosa crea la formazione dei vortici ciclonici in cui risiedono i sistemi frontali. Quello che voglio farti capire io è che il vortice polare o come cavolo si chiama, non è il vortice che vediamo formarsi alle medie latitudini ( esemio il ciclone d'islanda). E' solamente il flusso delle correnti occidentali che ruota e oscilla. e oscilla a tutte le parti, sia da noi che alle alte latitudini
Al LORO interno poi troviamo strutture fisse o quanto meno piuttosto stabili (alte e basse pressioni da intendere come azzorre, russo, islanda e aleutinica) e strutture dinamiche. Quello che mi chiedevo io era diverso. Io chiedevo semplicemente questo e spero di farmi capire.
http://forum.meteonetwork.it/showthr...anto+del+cigno.
Questo td mi farebbe pensare che da ora in avanti il vortice polare non sarà più in grado di far vedere i muscoli. Proprio perchè intendevo il vortice polare come un flusso zonale e non come una mega depressione non capivo perchè doveva morire. IN soldoni anche nei prossimi mesi il vortice polare resterà attivo e al limite potrebbe ridiventare un protagonista, o da ora a novembre inoltrato dovremo solo goderci il suo ozio ?
Ultima modifica di mmg1; 02/04/2007 alle 21:58
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In quel caso credo che Lorenzo si riferisse alla fine di un flusso perturbato alle alte latitudini, identificabile come semipermanente di islanda o come vortice canadese, entrambi figli del VPT, a favore di una configurazione bloccante atta a disaggregarne la natura permettendo l'instaurarsi di estese aree anticicloniche alle late latitudini e l'isolarsi di cut-off alle medio-basse latitudini.
Un po' come è successo l'inverno scorso (2005/06) quando il VPT appariva molto disturbato.
Forse non è lessicalmente correttissimo, ma aiuta a rendere bene l'idea (pure io ne faccio spesso uso).
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Ok e grazie per l'interessamento: mi sono anche letto gli interventi di Francesco e di Remigio
.Come ad ogni inizio di semestre freddo si comincia a parlare di Vortice Polare, Semipermanente d'Islanda e altri soggetti simili; ebbene, mi sembra doveroso, nell'ottica di una informazione meteo il più precisa e dettagliata possibile, chiarire alcune errate consuetudini ormai assunte a norma.
Sento spesso parlare, in inverno, di Vortice polare troposferico (che chiamerò per comodità VPT) in antitesi alla semipermanente d'Islanda (che chiamerò SPI) e tutti e due pilotati dal Vortice polare stratosferico (che chiamerò VPS).
Solo l'ultima affermazione è parzialmente corretta, poichè la disposizione del VPS spesso influenza, pur in condizioni di estrema baroclinicità (asse obliquo tra i due centri di minima pressione), la posizione del sottostante VPT.
Totalmente errata la contrapposizione e/o antitesi tra VPT e SPI poichè la SPI è la diretta conseguenza e rappresentazione negli strati medio-bassi (fino al suolo) del VPT. Per capirci, quando il VPT splitta (si sposta) verso l'Europa orientale è clamorosamente logico che la SPI si indebolisca o venga addirittura sostituita da un anticiclone dinamico di blocco; così come quando il VPT appare ben posizionato tra Groenlandia e Artico Canadese (baia di Baffin, Labrador) la SPI appaia in gran forma e diventi davvero il centro motore del tempo dell'Europa occidentale.
Parlare di VPT e SPI come di due entità opposte è una contraddizione in termini ancorchè una bestemmia climatologica.
Da questo intervento si desume che il SPI ( e perciò anche la stessa semipermanente aleutinica) sia figlia del VPT e che la loro dinamicità sia dipendente dall'innesco stratosferico o dalle situazioni originate da altre strutture troposferiche (forcing pressori dalle azzorre, o russi): perciò allora la domanda shifta sulle potenzialità stagionali dell VPS ( o meglio sulla variabilità del VPS). Ho inquadrato l'obiettivo oppure ancora brancolo ?
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Esatto. Nel caso ad es. di riscaldamenti stratosferici intensi può seguire lo split del VPS, la cui conseguenza troposferica è un anticiclone centrato sul Polo. Il VPT risulta quindi notevolmente disaggregato, tanto che si hanno parecchi centri di vorticità delocalizzati rispetto alla loro consueta posizione (SPI, SPA). Da qui la "morte" (figurata) del VP....ma in realtà non viene meno nè il VPT nè il VPS.
Nel caso troposferico preferisco però sempre parlare di Arctic Oscillation positiva o negativa......non si rischia di usare termini impropri e risulta tutto limpido.![]()
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Marco ha colto nel segno![]()
In realtà quel titolo lo misi perché potevamo essere all'alba di un episodio piuttosto raro, quello di un Major Stratwarming, un fenomeno che coinvolge proprio la circolazione del Vortice Polare.
Posso comunque provare a spiegarti quello che significa "morte" del Vortice, se ho capito cosa vuoi sapere: in generale il fatto è che alla fine della stagione invernale il Sole, dopo esser stato del tutto assente per alcune settimane o mesi, torna a scaldare anche le alte latitudini a partire dalla stratosfera; questo processo, agevolato anche dalle reazioni foto-chimiche che lo accompagnano (ad esempio quella che coinvolge l'ozono, che porta all'aumento dell'energia cinetica media dei gas che si trovano a quella quota, e quindi ad un aumento della temperatura), garantisce un graduale aumento del geopotenziale.
Ora, sai che:
- il Vortice Polare sulle mappe viene individuato da una grande regione (quella artica di solito, perlomeno quando la struttura è indisturbata) racchiusa all'interno di un campo di geopotenziali bassi, molto bassi, che sostengono la rotazione del vento da ovest verso est anche a quelle quote (20-50 km).
- il geopotenziale è una misura di temperatura e pressione integrata (o media) sullo strato atmosferico al di sotto della tua quota di riferimento, per definizione.
Allora quando vai a guardare una mappa della stratosfera, vedendo che sono sempre riferite a superfici isobariche del tipo 100 hPa, 50 hPa, 10 hPa ... e così via, SAI che in quei casi la pressione l'hai FISSATA ===> ma allora la tua misura diviene dipendente dalla sola temperatura!
- Questo cosa vuol dire? Che se aumenta la temperatura ad una certa superficie isobarica, ovvero a pressione costante (e magari per semplicità assumi che mediamente in un primo momento non succede niente al di sotto), il geopotenziale a quella quota (o a quelle superiori) aumenterà, e quindi il campo geopotenziale che sosteneva la regione che cinge il Vortice Polare (sempre a quella quota ed a quelle superiori) si ridurrà.
Insomma, all'inizio della primavera il Vortice Polare Stratosferico diventa più piccolo, sempre più piccolo, fino a scomparire del tutto, mediamente tra l'ultima decade di marzo e la prima metà di aprile.
Cosa succede allora? Al suo posto, grazie ad un Sole sempre più presente alle alte latitudini rispetto a quelle basse (in termini di tempo), il geopotenziale aumenterà così tanto alle quote più alte da generare al Polo addirittura un massimo, ossia una sorta di Anticiclone Polare, che invertirà i venti facendoli muovere stavolta da est verso ovest, con un picco di velocità attorno ai 65-70° nord.
Questa figura si svilupperà fino a raggiungere il massimo della forza nella prima metà di luglio, per poi tornare lentamente a ridursi, fino a lasciare nuovamente il posto al Vortice Polare da fine settembre o ottobre, chiudendo il cerchio![]()
Quest'anno il cambio della guardia sta ritardando di qualche settimana, probabilmente a causa del fatto che fino a metà gennaio si è accumulata una massa di aria gelida nella stratosfera polare più cospicua di quella che dovrebbe esserci di norma.
Comunque qui sotto ti riporto un paio di mappe di analisi riferite ai 5 hPa: una è di metà dicembre, ed una di oggi. Come vedi rispetto a 14 settimane fa le spire che avvolgono il minimo di geopotenziale si sono ridotte di molto, sia in estensione, sia come numero; di conseguenza il valore minimo del geopotenziale che trovi al centro del "Vortice" è più alto, come se il "ciclone" si stesse colmando. E' con questo che si intende che il Vortice Polare sta "morendo"; è un fenomeno stagionale normale.
Attento però: tutto questo discorso lo puoi fare in Stratosfera. Se scendi nella troposfera non hai questo cambiamento così netto, o meglio, i geopotenziali aumenteranno comunque, ma saccature e minimi relativi potranno sempre scivolare da latitudini polari verso l'Italia (d'altra parte anche in estate piena talvolta capita di avere un peggioramento con fresco e temporali, no?)![]()
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Ultima modifica di Lorenzo Catania; 02/04/2007 alle 23:16
"La meteorologia è una scienza inesatta, che elabora dati incompleti, con metodi discutibili per fornire previsioni inaffidabili" (A. Baroni)
guarda, non lo so cosa intendeva Lorenzo xchè non ho letto il tread, forse lo intendeva...sinotticamente parlando.Ho cercato di rispondere su quello che avevo capito io sul vortice polare, cosa sia effettivamente. Ma se ci pensi, altro non è che il flusso medio zonale che oscilla con formazioni di alte e basse pressioni. Inoltre ricordo, che non esistono strutture stabili e dinamiche, sono sempre la stessa cosa, nascono per instabilità baroclina...Quelle che si intendono semipermanenti è solo un concetto climatologico, non dovete pensarlo in un breve arco di tempo...Alte e basse è chiaro sono il risultato di un oscillazione del vortice polare, ma io per vortice polare intendo tutto quanto...gira da ovest verso est, il flusso zonale dunque. Solo che alle alte latitudini i geopotenziali sono più...compatti e questo lo fa vedere come una cosa a se stante. Sul fatto stratosferico purtroppo no sono di questo avviso circa il fatto che si parte dalla stratosfera per poi giungere alla troposfera. Anzi, inizialmente è il contrario...
p.s. la L e la H sono...relative
Francesco Nucera
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