Il Rifugio Berni, a 2515 metri, a 1 km dal Passo del Gavia, versante della Valfurva, è il punto di partenza per le non banali ascensioni al Tresero e alla San Matteo, ma anche per escursioni più semplici, ugualmente interessanti sia per l'aspetto panoramico che per quello storico.
Le montagne della zona sono state tutte teatro di eventi bellici nella Grande Guerra, con anche le battaglie più alte di tutta la Guerra, quelle per la San Matteo, conquistata dagli italiani il 13 agosto 1918 e ripresa dagli imperiali il 3 settembre, quando nella battaglia perì anche il capitano Berni, cui fu appunto intitolato il Rifugio.
La cresta sudest della San Matteo, m 3678, prosegue con il Monte Mantello, Cima Villacorna, il Pizzo di Vallumbrina (m 3222), la quota 3140, il Passo Dosegù (m 2999), per risalire poi a Punta Sforzellina, dove il crinale piega più decisamente verso sud, dove è sito il Passo della Sforzellina, oltre il quale è il bel profilo del Corno dei Tre Signori.
Noi siamo saliti appunto al Bivacco Battaglione Skiatori Monte Ortles, situato a 3130 metri, appena sotto la citata quota 3140. Si tratta di una baracca utilizzata dalle truppe italiane nella Grande Guerra, una delle tante della cittadella militare che appunto qui sorgeva, ristrutturata dall'ANA e trasformata in bivacco.
Il 1 settembre, giorno della nostra gita, il tempo è stat splendido. La salita presenta una significativa contropendenza poco dopo la partenza. Superato infatti il vecchio Rifugio Gavia, si sale infatti fino a un dosso, per poi perdere 100 metri buoni, avviandosi verso la valle del Rio Dosegù, con lo sfondo della cascata che il rio forma appena scaturito dal ghiacciaio omonimo.
Arivati al piede della cascata il sentiero 42 piega a destra, risalendo faticosamente un dosso morenico. Una volta terminato questo tratto ripido (che nel settembre 2007 trovammo pieno di ghiaccio vetrato, per il freddo intenso di quei giorni, che aveva anche fatto gelare la cascata, non potendo pro$seguire verso il Bivacco), si lascia la traccia che punta verso il ghiacciaio, utilizzata da chi sale alla San Matteo, risalendo la valletta che sino a pochi decenni fa era occupata dal ghiacciaio di Valle Umbrina, che ora è ridotto a una piccola lente di ghiaccio e ha lasciato nella valle un paio di laghetti.
Il sentiero prosegue a tratti tra pietraie, sempre comodo malgrado la quota elevata, arrivando finalmente al Bivacco e alla quota 3140, dove è stata posta una campana accanto alla Croce.
Bella la vista in tutte le direzioni. Sul versante sud della quota 3140 ben visibile il bel Lago di Valle Umbrina e la sua piccola cascata emissaria, con l'acqua che si getta verso il giovanissimo Noce. Dall'altra parte della valle, la cresta di Ercavallo e, ancora più a meridione, la Presanella.
20 minuti di salita fra barecche dirute, reticolati e trincee conducono al Pizzo di Vallumbrina, da cui si domina il ghiacciaio del Dosegù.
Siamo scesi per lo stesso itinerario della salita, evitando però la forte contropendenza iniziale, scendendo lungo il Rio Dosegù fino al Ponte dell'Amicizia, scavalcato dal sentiero che sale al bivacco Seveso e al Tresero, dal quale la risalita al Berni è più modesta, sia in termini di dislivello che di pendenza.
Una lettura per approfondire gli eventi del 1918 nella zona: http://www.alpinia.net/editoria/libr...san_matteo.php
1. il vecchio Rifugio Gavia, sullo sfondo il Berni e la strada per l'alto valico
2. Ghiacciaio del Dosegù, visto dal bivio per la salita alla San Matteo
3. quel che rimane del Ghiacciaio di Valle Umbrina
4. io e mio figlio al Bivacco
5. Pizzo di Vallumbrina dal Bivacco
6. la campana sulla quota 3140, sotto il piccolo ghiacciaio e sullo sfondo il Corno dei Tre Signori
7. verso la vetta del Pizzo di Vallumbrina, dietro il ghiacciaio Dosegù
8. sulla vetta, verso il ghiacciaio, sulla destra la San Matteo
9. il Lago di Vallumbrina dalla quota 3140
10. cresta Ercavallo e sullo sfondo la Presanella
Giovanni
Avatar: la grande nevicata a Peio il 20 gennaio 2009
Belle foto ! Sempre affascinanti le escursioni fatte nei luoghi protagonisti della grande guerra...........
[FONT=Times New Roman]I ricordi sono come il vino che decanta dentro la bottiglia: rimangono limpidi e il torbido resta sul fondo. Non bisogna agitarla, la bottiglia.[/FONT]
[FONT=Book Antiqua] [/FONT][FONT=Times New Roman][U] Mario Rigoni Stern.[/U][/FONT]
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[B][FONT=Book Antiqua]Saluti Francesco (solofilo, freddofilo toscano)....[/FONT][/B]
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