Finalmente, dopo varie sfortunate vicissitudini io, Flavio, Claudio e Roby siamo riusciti a fare questo benedetto weekend in val d’Aosta!

Dopo un lungo viaggio in compagnia del Ranzani arriviamo finalmente a Courmayeur, che – a differenza dell’ideaccia che m’ero fatta – è proprio un bel centro!

Subito il Re Bianco ci fa sentire la sua possente e minacciosa presenza, a guardarlo manco si direbbe che da dove siamo noi alla cima c’è un salto di oltre 3600 metri.

Ed ecco anche il Dente del Gigante, lo si vede dalla stanza dell’albergo.

Dopo aver scaricato le valigie, ci cambiamo velocemente e partiamo per una breve gita pomeridiana.

Raggiungiamo l’abitato di Hermitage (1500 m), da dove inizia la nostra sgambata. Il sentiero percorre un bel bosco di larici e abete rosso, il terreno è puntellato da crochi e anemoni, c’è aria di primavera. Dopo un po’ giungiamo al limite della zona boschiva e sbuchiamo su ampi e irti pascoli, di lì a poco siamo agli alpeggi di La Suche (1810 m).
Il panaroma è a dir poco spettacolare, il massiccio del Bianco è di fronte a noi e ora si vede bene anche la Grandes Jorasses.
Momento relax, divertimento e adorazione e poi ritorniamo a valle per cena.

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Mi sveglio e mi dirigo alla finestra. Giornata tersa, si preannuncia un’ottima gita.

Facciamo una buona colazione e poi c’inoltriamo in val Ferret, dove parcheggiamo l’auto all’inizio delle piste di fondo presso il Foyer de Fond di Planpincieux (1600 m circa).
Calziamo le ciaspole e cominciamo a camminare per questa bella valle, alla nostra sinistra le pareti salgono verticali fino a 4000 metri, quasi senza respiro, neve e ghiaccio, continui tonfi, i rumori delle slavine, la Grandes Jorasses è viva e in mutevole movimento.
Risaliamo la valle bagnata dalla Dora della Val Ferret, oltrepassiamo alcuni alberghi e all’altezza di Frèbouze cominciamo la nostra salita.

Il sentiero sale per un bosco abbastanza rado, si attraversano alcuni canaloni spazzati da vecchie slavine; ad un certo punto spariscono anche gli ultimi larici e si aprono vasti prati. Con un breve, ma ripido, pendio eccoci al Rifugio Bonatti (2025 m).

In alto, verso le cime e le creste, ovunque i pendii sono feriti da slavine. Impossibile anche il solo pensare di salire in cima alla Tetè Entre deux Sauts, come inizialmente si voleva fare.
Risaliamo ancora un po’ e nei pressi di alcune baite letteralmente sommerse dalla neve, mangiamo. Mondo neve. Roby ne misura l’altezza con la sonda: siamo oltre i due metri.

La giornata, come previsto, è meravigliosa. Il sole picchia implacabilmente, il riverbero della luce sulla neve è accecante, il numero delle slavine di fronte a noi aumenta con l’aumentare della temperatura. E’ un continuo frastuono. Spaventoso e al contempo maestoso.

Il Bianco è là. Immenso, grandioso, quasi divino.

Dopo aver pranzato ci facciamo un bel caffè in rifugio e scendiamo nel fondovalle. Ce la prendiamo con molta calma.. altra tappa bar.. la pista da fondo che mai finisce ed eccoci all’auto cotti a puntino dal “disco immondo”.

Un altro ottimo ed entusiasmante weekend se n’è andato.. grazie a Roby, Flavio e Claudio.

Foto del 1°giorno