Preparata da mesi, rinviata per vari motivi, finalmente è arrivato il momento di partire.
Innanzitutto voglio ringraziare il buon Dio e tutti santi del paradiso e il mio caschetto se adesso son qui a scrivere. Alle 8 siamo gia alla diga di Campo Moro in alta Val Malenco. Destinazione Rifugio Marco e Rosa maledettamente lontano a quota 3600 Mt. Torno in questi posti dopo molti anni, allora ero molto giovane e l’alta Via della Valmalenco fatta in una settimana fu un divertimento.
Siamo una buona compagnia, una ventina di amici piu o meno dello stesso paese. Si sale allegramente fin quando il sentiero non inizia ad inerpicarsi decisamente. Il Disgrazia ci fa da angelo custode per alcune ore. In breve siamo al Rifugio Carate,saliamo alla bocchetta delle forbici, proseguiamo ancora e in poco meno di 3 ore siamo al Rifugio Marinelli. Lo spettacolo si fa suggestivo. Lo scerscen inferiore, il ghiacciaio di Caspoggio con le cime di Musella.
Mangiamo qualche cosa, riposiamo un momento e ripartiamo, stavolta la meta è il Marco e Rosa, altre 3,5 ore come minimo. Saliamo la collina morenica che ci porta al passo Marinelli occidentale,e presto sul ghiacciaio di Scerscen superiore.
Ci vuole un po’ di tempo per imbragarci, legarci e calzare i ramponi. La traccia e ben visibile, percorriamo il lungo pianoro del ghiacciaio fin quando la traccia piega decisamente a destra e comincia a salire. Siamo sotto alcune pareti di roccia. Avanti a me vedo una striscia di pietre sul ghiacciaio, non faccio in tempo a rendermi conto che da quella parete il pericolo è in agguato che sento gridare sasssooooo!!
Mi volto, seguo il sasso che cade e mi rendo conto che è nella mia traiettoria. Lo schivo buttandomi a destra nella neve, mi passa a 20 cm. Sento ancora il rumore dietro di me, un altro sasso ben più grosso sta venendo giu. Voglio rialzarmi per uscire da li ma mi sento tirare indietro. La corda si è incastrata in una roccia. Cado, non riesco a seguire il percorso del sasso, non vedo dove va. Stò fermo con il cuore in gola, passano 5 interminabili secondi e vedo il maledetto sfilarmi sulla sinistra a 5-10 Cm. Stavolta è andata bene.
Siamo ormai sotto le roccette che portano al rifugio. 2 persone scendono dal Canalone tra cresta Guzza e piz Argent con cira 50° di pendenza. È un attimo e li vediamo rotolare giu, impressionante vedere il giri che fanno su loro stessi. Scavalcano fortunatamente il crepaccio terminale e si fermano quasi in fondo. Si rialzano impauriti e tremanti, tutto bene ci assicurano.
Le roccette sono interminabili. Siamo a 3400 mt. Dobbiamo salire una parete di 200 e forse piu metri. I sassi si muovono e bisogna stare attenti, In 4 optano per risalire il canale innevato. Un’ora e mezza di ferrata ci conduce ai 3600 mt del Marco e Rosa.
Lo spettacolo è impagabile, anche se per poco (il tempo sta cambiando) si vedono in tutto il loro splendore il Piz Bernina, il Piz Roseg, Piz Zupo, Piz Palù, Piz Belleviste ecc… Ci rintaniamo nel rifugio, uno dei piu accoglienti e puliti che abbia mai visto. Il gestore La guida alpina Giancarlo Lenatti detto il Bianco è di una simpatia incredibile e idem per i suoi collaboratori. Arriva ben presto l’ora di cena preceduta da fiumi di birra. Il tempo peggiora sensibilmente, sale la nebbia e comincia a nevicare. Neve finissima ma che attacca ovunque. Alle nove decidiamo di andare a letto, esco a vedere la situazione e la neve cade sempre piu forte accompagnata da qualche tuono. Qualche cm fresco è gia caduto. La notte passa insonne, forse chiudo occhi per un paio d’ore. La sveglia è alle 4,30, colazione alle 5. Esco dal rifugio, mi ritrovo almeno 20 cm di neve fresca. La nebbia copre tutto, si decide di aspettare per partire. Alle 6 un lieve schiarita ci da il via. Verso le orobie si nota qualche lampo. Saliamo rapidamente il ripido ghiacciaio, in meno di un’ora siamo nel canalino che precede le roccette. La nebbia è fitta, le roccette sono ricoperte da almeno 30 cm di neve e ghiaccio. Difficile proseguire non conoscendo la via. Tentiamo per un’ora, sono mezzo congelato li fermo nel canalino largo un paio di metri. Stimo almeno 4-5° negativi, le rocce sono uno spettacolo di stalattiti di ghiaccio.
Dietro le nostre cordate vi è una guida alpina con un paio di clienti, lasciamo passare loro, ma anche la guida si arrende, troppo pericoloso proseguire, neve e ghiaccio ricoprono tutto. Il nostro tentativo si ferma a 3930 metri, a 100 metri dalla vetta da qui in poi ci sono 1000 metri di vuoto e di cadere sul ghiacciaio del Morteratsch non ci và proprio. Riprendiamo mestamente la via del ritorno, c’è ancora l’insidia della ferrata, e proprio qui succede quello che non vorresti mai. Un’alpinista solitario mentre saliva ha fatto partire un grosso masso. Subito è partito l’allarme, io ero tra i primissimi a scendere quindi il piu lontano e il sasso prendeva velocità. Ho seguito la traiettoria e fortunatamente si è spostato sulla sinistra non colpendo nessuno. Ma lo stesso masso ne ha fatti partire altri: Uno grosso ho capito subito che veniva verso di me, non potevo spostarmi piu di tanto, ero legato con il moschettone ed ero su un pianerottolo di circa mezzo metro. Mi sono accovacciato contro una roccia, ma dopo pochi secondi ho sentito un colpo secco e un dolore fortissimo. Il sasso mi aveva colpito…. Il casco ha parzialmente attenuato il colpo perché è andato a colpirmi tra la nuca e la fine del caschetto. Un dolore fortissimo, mi sono accasciato semi intontito. Il pensiero è andato subito a mia moglie e alla mia bimba di 2 mesi. Pian piano mi sono ripreso, un compagno si è assicurato che tutto andasse bene, mi son messo un po di neve sulla botta e ho ripreso a scendere anche se non ero lucidissimo. 10 minuti dopo ero alla fine della ferrata, qui ho tirato un sospiro di sollievo, i pericoli erano finiti. Riunito tutto il gruppo, la discesa è poi proseguita senza problemi anche se la testa cominciava a farmi male e la pioggia rovinava l’ultimo tratto di questa gita spettacolare.
Alle 15 eravamo alle auto, stanchi ma contenti nonostante il fallito tentativo alla vetta, e con 4.000 metri di dislivello nelle gambe,ben sapendo di aver fatto la cosa migliore…. Mi sono dilungato troppo ecco alcune foto:
La partenza dalla diga di Campo Moro, alta Valmalenco
La diga e il lago di Campo Moro durante la salita
il Disgrazia ci fa da angelo custode per parecchie ore
Il rifugio Carate Brianza
Scerscen inf. e madonnina alla bocca delle forbici
Un paio di foto del ghiacciaio di Scerscen Inferiore
Il Bernina e la vedretta dello scerscen superiore
L'impressionante mole
Il ghiacciaio di Caspoggio e le cime di Musella
Arnica Montana
Il canalone che porta al Rifugio Marco e Rosa tra Cresta Guzza e Piz Argent
Scerscen superiore dal Marco e Rosa
Il rif. Marco e Rosa De Marchi alla Forcola di Cresta Guzza
Panorama
Io e il Bernina
Le Belleviste
Piz Zupò Argent e Cresta Guzza
L'impressionante Nord del Piz Roseg
Controsole
Di ritorno dal Marco e Rosa, il tempo è nuovamente peggioraro
Mi sfugge il nome
Phyteuma Orbiculare
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Marzio
minchia che avventura!!!
io sono stato investito da una scarica di sassi solo al Gran Zebrù, mi colpirono ad una gamba ed auna mano ma per fortuna roba piccola...
ringrazia davvero il casco" deve averti dato una bella botta lo stesso..
avete fatto non bene, BENISSIMO a rinunciare alla vetta con la cresta in quelle condizioni.
Villar Perosa, B.ta Casavecchia (TO) 630 m
Villanova C.se (TO) 376 m slm
Marzio menomale che è andato tutto bene
bellissimo il racconto letto tutto di un fiato, sei un grande!
la montagna è anche questo e lo so bene.
L'anno scorso sul ghiacciaio di indren mi è passato un masso di 1 metro a 30cm. Ho ancora quel ricordo indelebile nella mia testa.
Se non mi fossi fermato a fare una foto 30 secondi prima a quest'ora non sarei qui a parlarne![]()
Cosa dire? Che esperienza!! Le foto passano un pò in secondo piano ma sono proprio belle...
il "mi sfugge il nome" dovrebbe essere un'infruttescenza di Geum montanum
ciao
Finsty
Ho trovato questa foto in rete. E' il canalino appena prima delle roccette dove son stato fermo un ora
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Marzio
di tutti i colori ne hai viste... quel tratto sotto il marco e rosa verso il marinelli a detta di tanti è parecchio insidioso infatti...
fortunamente quel tratto l'ho sempre evitato arrivando al marco e rosa o dal diavolezza o scendendo dalla vetta italiana del bernina
il gestore del rif ( bianco) si è vero è matto schianto, ex ottimo scialpinista e quando scende da lassù gestisce un altro rifugio in valmalenco sotto ai laghi palù
ciao marzio.
complimenti per l'impresa e per il racconto.
meno male che è andato tutto bene!
per fortuna solo un grosso spavento
non preoccuparti, la cima è sempre lì.
anch'io al primo tentativo ho dovuto fare dietro front, poi una serie di 3 su 3
ciao a.
Bella impresa (e foto)!
mi spiace x la disavventura![]()
-Adoro la luna piena...e la neve :-D!!! -Odio gli insetti
mio 1°sito:www.naturalagomonti.altervista.org
sito Barby&Luca : www.balconisullealpi.it
L'importante è poterlo raccontare
belle foto Marzio
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Occorre un portafoglio molto largo, e di pazienza
Come Ponzio palato nessuno non ha la colpa, si lavano le mani.Le mie foto su Flickr:
http://www.flickr.com/photos/14667436@N02/
Il mio fotoalbum:
http://fotoalbum.virgilio.it/fabrizio.binello
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