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  1. #71
    Brezza tesa L'avatar di phisician
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    Predefinito Re: Clima e ghiacciai nel Medioevo alpino.

    Citazione Originariamente Scritto da ilbonardi Visualizza Messaggio
    Lascerei perdere la già affrontata questione del vino inglese. E per ora anche quella dei ghiacci del Nilo; troppo lontani nel tempo e nello spazio dal Duecento alpino ...
    A una vendemmia stile 2003 nel Medioevo giungeremo invece a breve. Al 1011, molto più in là ...

    (x simo89) I ghiacciai alpini di maggiori dimensioni non sono scomparsi neppure nel "peggior" Olocene.

    A margine: troppo caldo, e dunque troppi zuccheri, fanno male, anche al vino. E lo appiattiscono (il 2003 ha creato vini molto simili tra loro in regioni diversissime, in cui l'unica cosa riconoscibile alla fine è, per l'appunto, "il 2003" ...). Infatti in diverse regioni hanno provveduto alla dezuccherazione.
    il ghiacciaio dela Marmolada ,che non e' piccolissimo , pero'non esisteva nel medioevo: si e' formato nella peg, ed e' in sofferenza da una ventina d'anni.Pero' non so niente di glaciologia anche se leggo mercalli su nimbus , per cui potrebbe essere la classica rondine che non fa primavera
    amo i records e poco i cambiamenti di configurazione dei forum.Stay human!
    Current Weather Conditions at san martino di lupari,

  2. #72
    Uragano
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    Predefinito Re: Clima e ghiacciai nel Medioevo alpino.

    Diversi studi infatti hanno riportato come il livello delle essenze arboree sulle Alpi, nel medioevo fosse ben più alto di oggi

  3. #73
    Vento forte L'avatar di brenva'20
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    Predefinito Re: Clima e ghiacciai nel Medioevo alpino.

    faccio che riportare un intervento fatto in un altro td, è lunghetto ma forse può interessare

    Per quanto riguarda il periodo medievale posso riportare alcune leggende/storie relative alla mia regione e alcuni reperti.
    Dove attualmente è presente il ghiacciaio del Ruitor si narra ci fissero verdi pascoli...che vennero poi ricoperti di neve per castigo divino
    Stessa storia per il Lys

    Nell'archivio parrocchiale del mio paese sono presenti alcuni documenti risalenti al XIV-XV secolo che narrano la presenza di una borgata denominata Saint Jean de Pertuis in Val Veny.Secondo tali manoscritti, il villaggio doveva situarsi nella piana detta Plan Veny, oggi in parte occupata dalla morena laterale destra della Brenva e dalla lingua del ghiacciaio. La leggenda attribuisce la distruzione dell’abitato ad un castigo divino abbattutosi a causa degli abitanti del paese che non avrebbero rispettato la festa di Santa Margherita (protettrice dei borghi montani contro alluvioni, valanghe e frane).
    Il ghiacciaio, disceso rapidamente dal suo circo, inghiottì il villaggio ed i suoi abitanti.
    Attraverso il racconto tradizionalmente colorito si possono trarre alcune conclusioni e formulare alcune ipotesi degne di nota.
    Durante l'optimum climatico medievale, il ghiacciaio doveva essere tanto ridotto da permettere la costruzione di un villaggio ai suoi piedi. La piana della Val Veny si presentava quindi sgombra da ogni invasione glaciale e coperta di campi e prati.
    Possiamo ragionevolmente ipotizzare che non fu direttamente il ghiacciaio a travolgere il paese, ma piuttosto una grande frana precipitata dalle pareti circostanti precedentemente alla Piccola Età Glaciale.

    Qualche dato più preciso ci arriva dalla zona del Colle del Piccolo San Bernardo (2200m) attualmente priva di ogni genere di pianta ad alto fusto e che in epoca romana e medievale era sede di foreste di larici e abeti.
    Stesso discorso per il Vallone di Chavannes (La Thuile). Attualmente tutto il vallone si presenta privo di vegetali ad alto fusto.
    Le valaghe però ogni inverno portano a valle talmente tanta legna che ai malgari non necessita di farla arrivare dal fondovalle per scaldare il latte della Fontina.
    Ma com'è possibile che ci sia questa abbondanza di legna se lassù non c'è neanche un albero?
    Uno di questi ceppi è stato datato al C14 e in seguito è stata fatta un'analisi dendrocronologica.
    Il ceppo di pino cembro è stato rinvenuto intorno ai 2300m, trasportato da una valanga staccatasi a circa 2700m.
    La datazione ha fornito una data di "nascita" della pianta intorno al 1100 d.C (900 bp)
    Ma la parte interessante è l'analisi dendrocronologica, la pianta nei primi anni di vita cresceva regolarmente con anelli ben distanziati.
    Intorno al 1250 (con l'avvento di una delle prime fasi fresche dopo il periodo di caldo medievale) si vedono gli anelli rimpicciolirsi sempre di più segno che le condizioni di vita dell'albero erano veramente difficili, ma nel giro di un paio d'anni ha ricominciato a crescere quasi con il ritmo che ha avuto nei primi 150 anni di vita, perché?
    Dato che le piante che gli erano attorno piano piano sono morte, vuoi per le condizioni climatiche mutate, vuoi per qualche valanga, Il nostro cembro riceveva grandi quantità di luce che gli permettevano di vivere discretamente; finché anche lui non è stato vittima di quella fase fresca che segnò la fine del MWP.
    André

  4. #74
    Uragano
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    Predefinito Re: Clima e ghiacciai nel Medioevo alpino.

    Citazione Originariamente Scritto da brenva'20 Visualizza Messaggio
    faccio che riportare un intervento fatto in un altro td, è lunghetto ma forse può interessare

    Per quanto riguarda il periodo medievale posso riportare alcune leggende/storie relative alla mia regione e alcuni reperti.
    Dove attualmente è presente il ghiacciaio del Ruitor si narra ci fissero verdi pascoli...che vennero poi ricoperti di neve per castigo divino
    Stessa storia per il Lys

    Nell'archivio parrocchiale del mio paese sono presenti alcuni documenti risalenti al XIV-XV secolo che narrano la presenza di una borgata denominata Saint Jean de Pertuis in Val Veny.Secondo tali manoscritti, il villaggio doveva situarsi nella piana detta Plan Veny, oggi in parte occupata dalla morena laterale destra della Brenva e dalla lingua del ghiacciaio. La leggenda attribuisce la distruzione dell’abitato ad un castigo divino abbattutosi a causa degli abitanti del paese che non avrebbero rispettato la festa di Santa Margherita (protettrice dei borghi montani contro alluvioni, valanghe e frane).
    Il ghiacciaio, disceso rapidamente dal suo circo, inghiottì il villaggio ed i suoi abitanti.
    Attraverso il racconto tradizionalmente colorito si possono trarre alcune conclusioni e formulare alcune ipotesi degne di nota.
    Durante l'optimum climatico medievale, il ghiacciaio doveva essere tanto ridotto da permettere la costruzione di un villaggio ai suoi piedi. La piana della Val Veny si presentava quindi sgombra da ogni invasione glaciale e coperta di campi e prati.
    Possiamo ragionevolmente ipotizzare che non fu direttamente il ghiacciaio a travolgere il paese, ma piuttosto una grande frana precipitata dalle pareti circostanti precedentemente alla Piccola Età Glaciale.

    Qualche dato più preciso ci arriva dalla zona del Colle del Piccolo San Bernardo (2200m) attualmente priva di ogni genere di pianta ad alto fusto e che in epoca romana e medievale era sede di foreste di larici e abeti.
    Stesso discorso per il Vallone di Chavannes (La Thuile). Attualmente tutto il vallone si presenta privo di vegetali ad alto fusto.
    Le valaghe però ogni inverno portano a valle talmente tanta legna che ai malgari non necessita di farla arrivare dal fondovalle per scaldare il latte della Fontina.
    Ma com'è possibile che ci sia questa abbondanza di legna se lassù non c'è neanche un albero?
    Uno di questi ceppi è stato datato al C14 e in seguito è stata fatta un'analisi dendrocronologica.
    Il ceppo di pino cembro è stato rinvenuto intorno ai 2300m, trasportato da una valanga staccatasi a circa 2700m.
    La datazione ha fornito una data di "nascita" della pianta intorno al 1100 d.C (900 bp)
    Ma la parte interessante è l'analisi dendrocronologica, la pianta nei primi anni di vita cresceva regolarmente con anelli ben distanziati.
    Intorno al 1250 (con l'avvento di una delle prime fasi fresche dopo il periodo di caldo medievale) si vedono gli anelli rimpicciolirsi sempre di più segno che le condizioni di vita dell'albero erano veramente difficili, ma nel giro di un paio d'anni ha ricominciato a crescere quasi con il ritmo che ha avuto nei primi 150 anni di vita, perché?
    Dato che le piante che gli erano attorno piano piano sono morte, vuoi per le condizioni climatiche mutate, vuoi per qualche valanga, Il nostro cembro riceveva grandi quantità di luce che gli permettevano di vivere discretamente; finché anche lui non è stato vittima di quella fase fresca che segnò la fine del MWP.
    Avevo letto, comunque ottimo intervento

  5. #75
    Vento moderato L'avatar di Marco P.
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    Predefinito Re: Clima e ghiacciai nel Medioevo alpino.

    Se nel periodo medioevale i ghiacciai alpini erano più arretrati di oggi, non si capisce però come avrebbe fatto la mummia di Similaun a passare indenne quel periodo
    Marco Pifferetti Albinea - Reggio E.
    http://marcopifferetti.altervista.org/index.htm

  6. #76
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    Predefinito Re: Clima e ghiacciai nel Medioevo alpino.

    Concordo, e accolgo l osservazione, sinceramente non ci avevo mai pensato, tuttavia non saprei come spiegarlo perché non ho proprio idea dell aspetto attuale del ghiacciaio, ma credo che come per il ruitor (dalla fronte emergono pezzi di torba datata a 3000 anni bp, oppure per il ghiacciaio di verra sul monte rosa dove è stato rinvenuto un tronco di cembro all interno della fronte datato al periodo medievale (controllerò la data precisa)
    di dinamiche glaciali me ne intendo un po' e posso dire che un ghiacciaio e soggetto a dinamiche molto più "particolari" oltre a quelle generali climatiche
    ma alla stesso modo come si spiegano i limiti delle essenze vegetali almeno 300 metri più alti del periodo attuale?
    André

  7. #77
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    Predefinito Re: Clima e ghiacciai nel Medioevo alpino.

    Citazione Originariamente Scritto da Marco P. Visualizza Messaggio
    Se nel periodo medioevale i ghiacciai alpini erano più arretrati di oggi, non si capisce però come avrebbe fatto la mummia di Similaun a passare indenne quel periodo
    La butto lì.. Magari é una gran cavolata, ma non può anche essere che la mummia sia stata inglobata nel ghiacciaio molto più a monte di quando é stata ritrovata e che abbia subito quei fenomeni di trasporto tipici del ghiacciaio. E che quindi nel medioevo si trovava più a monte?

    Estremi da Marzo 2013:
    Min. più bassa : - 5,1°C (31 Dicembre 2014) Min. più alta: 24,1°C (4 Agosto 2017//20 Giugno 2024)
    Max. più bassa : -1,6°C (7 Gennaio 2017) Max. più alta: 39°C (20 Giugno 2024)

  8. #78
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    Predefinito Re: Clima e ghiacciai nel Medioevo alpino.

    Citazione Originariamente Scritto da Alexios Visualizza Messaggio
    La butto lì.. Magari é una gran cavolata, ma non può anche essere che la mummia sia stata inglobata nel ghiacciaio molto più a monte di quando é stata ritrovata e che abbia subito quei fenomeni di trasporto tipici del ghiacciaio. E che quindi nel medioevo si trovava più a monte?
    Si, può essere una spiegazione possibilissima

  9. #79
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    Predefinito Re: Clima e ghiacciai nel Medioevo alpino.

    Il ghiacciaio si muove, scende a valle, poi la mummia non era integra, aveva solo pelle e ossa, questo vuol dire che ha subito il gelo e disgelo, altrimenti sarebbe stata trovata come è morta.Un esempio i mammut siberiani imprigionati nel permafrost, sono integri con intestini e tutto l' apparato muscolare, non hanno subito nessuna modifica dal decesso
    -16,1 il 6 e il 14/02/2012 +41,1 il 04/08/2017
    www.meteosystem.com/stazioni/savignanosulpanaro/

  10. #80
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    Predefinito Re: Clima e ghiacciai nel Medioevo alpino.

    Citazione Originariamente Scritto da brenva'20 Visualizza Messaggio
    Concordo, e accolgo l osservazione, sinceramente non ci avevo mai pensato, tuttavia non saprei come spiegarlo perché non ho proprio idea dell aspetto attuale del ghiacciaio, ma credo che come per il ruitor (dalla fronte emergono pezzi di torba datata a 3000 anni bp, oppure per il ghiacciaio di verra sul monte rosa dove è stato rinvenuto un tronco di cembro all interno della fronte datato al periodo medievale (controllerò la data precisa)
    di dinamiche glaciali me ne intendo un po' e posso dire che un ghiacciaio e soggetto a dinamiche molto più "particolari" oltre a quelle generali climatiche
    ma alla stesso modo come si spiegano i limiti delle essenze vegetali almeno 300 metri più alti del periodo attuale?
    magari il medio evo aveva un clima tipo quello di quest'anno con poco freddo , poco caldo e tante precipitazioni. Le piante crescono più in alto grazie al meno freddo e , comunque , i ghiacciai esistono grazie alle tante nevicate
    puntiamo ancora a 7 mesi con almeno 1 over 30°C , come nel 2011!

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