Interessante articolo pubblicato da La Stampa
La scoperta: l'oscillazione delle correnti oceaniche cambia gli scenari
GABRIELE BECCARIA
A sentire le sue previsioni gli ortodossi del clima si irritano. E soprattutto si stupiscono. Non è uno scienziato più che autorevole - si chiedono - e consulente del famoso «Intergovernmental Panel on Climate Change» dell’Onu? E allora come può intaccare la certezza più ingombrante di questo monolitico gruppo di studio, ormai convinto dell’inevitabile accelerazione delle temperature medie?
A Ginevra, alla recente conferenza mondiale sul clima organizzata proprio dalle Nazioni Unite, Mojib Latif ha dato l’ennesima conferma che, quando si butta lo sguardo del ricercatore sulla macchina del riscaldamento globale, le sorprese sono la norma. La febbre della Terra sta salendo? Niente affatto, ha spiegato il professore di origini pachistane e naturalizzato tedesco, oggi star all’Istituto Leibniz di scienze marine dell’Università di Kiel. «E non chiamatemi scettico - sottolinea adesso a “Tuttoscienze” -. Io non nego certo il “global warming”, ma si deve riconoscere che sulla scena ci sono 2 tipi di variazioni». Ed è dalle loro interazioni - spiega - che c’è da aspettarci almeno un decennio di stasi climatica. Invece di inverni sempre più miti, Latif profetizza stagioni rigide e nevose.
Se i calcoli sono per addetti ai lavori, il ragionamento si semplifica così: «Il trend del riscaldamento è di lungo termine e lo osserviamo da decenni - sottolinea -. Come si sa, è dovuto alle attività umane e perciò è stato definito antropogenico. Ma esiste anche un altro trend, legato alle fluttuazioni di breve termine, decennio dopo decennio, generato da cause naturali. Ho concentrato le analisi su queste variazioni, elaborando una serie di predizioni». Il risultato è stato stupefacente, mandando all’aria uno scenario consolidato.
Secondo le simulazioni, i trend stanno entrando in conflitto. Di qui al 2020 assisteremo a un raffreddamento naturale contrapposto al riscaldamento umano. «Si verificherà così un precario equilibrio caldo-freddo: iniziata la fase negativa, la fluttuazione di breve termine finirà per annullare la crescita dell’effetto serra. Ma sarà un fenomeno limitato nel tempo. Trascorso il decennio, il “global warming” potrebbe aumentare di colpo».
Il motore della gigantesca inversione è multiplo. Si tratta del trio «Nao», «Amo» e «Pdo», acronimi di «North Atlantic Oscillation», «Atlantic Multidecadal Oscillation» e «Pacific Decadal Oscillation». Si tratta di oscillazioni cicliche legate alle aree di bassa e alta pressione sull’Atlantico e sul Pacifico e alle variazioni delle loro temperature superficiali. Noto in termini generali, il motore abbonda di aspetti oscuri e le ricerche di Latif tentano di fare chiarezza.
E’ sicuro, però, che è in grado di scatenare conseguenze planetarie: agendo come un termosifone o un congelatore, intensifica o frena il flusso delle perturbazioni e quindi alza o abbassa la febbre della Terra. «Ecco perché è essenziale non farsi ingannare - conclude Latif con un’altra sorpresa -: anche se ci aspetta una sequenza di inverni freddi, è essenziale non indebolire la lotta contro l’inquinamento». Abbiamo 10 anni di tregua e un’occasione per farci venire in mente nuove idee.
Chi è Mojib Latif Oceanografo
RUOLO: E’ PROFESSORE DI FISICA CLIMATICA ALL’ISTITUTO LEIBNIZ DI SCIENZE MARINE DELL’UNIVERSITA’ DI KIEL (GERMANIA)
IL SITO: IFM-GEOMAR: Willkommen am IFM-GEOMAR
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