Cosa succede?

Quello che è sempre successo nella storia terrestre: ora però, per la prima volta ci sono 6,8 miliardi di essere della stessa specie che ne subiscono gli effetti (e li guardano con i loro 13,6 miliardi di occhi).

Se nel XIX secolo c'erano 100 terremoti M>5.0 all'anno, magari solo 10 di questi colpivano aree abitate.
Oggi lo stesso numero di terremoti colpisce 70 volte su 100 aree densamente abitate.

Lo stesso dicasi per fenomeni tempestosi come Xynthia (la tempesta che sta puntando la Francia).

Cerchiamo di fare gli anticorpi contro 'sti assurdi sensazionalismi: l'Aquila non è stato un grande terremoto, ma un medio evento in un'area particolarmente fragile.

A Santiago il megaevento di oggi non ha causato un blackout in 3/4 dell'area urbana: lì esiste un sistema che stacca la corrente in caso di grandi eventi sismici per scongiurare lo sviluppo di incendi (ricordo che in passato sono stati proprio gli incendi post-terremoto a fare più danni del terremoto stesso).
Insomma una grande efficienza è dipinta come una dimostrazione della forza del sisma. Ma i cileni sono più preparati di noi: molto più preparati di noi.

Noi costruiamo sui depositi alluvionali e sulle coltri fangose di Ischia: poi ce la prendiamo con le piogge monsoniche o chissà cos'altro.

Ecco cosa succede: che il mondo viene visto solo in chiave speculativa, tutto il resto è marginale.
E quando il danno collaterale è troppo grande, scomodiamo l'imponderabile arrivando - siccome siamo pur sempre in tempi sensazionalistici - a scomodare vaticini millenari per leggere i segni del giorno del giudizio.