
Originariamente Scritto da
Sandro58
Seondo me una cosa saggia sarebbe quella di scindere i due fattori, Clima e Uomo in termini politici.
Ossia, non deve essere lo "spauracchio" su "eventuali" cambiamenti climatici la leva per consentire un cambio delle politiche energetiche e comportamenti moralmente migliori nei confronti dell'equilibrio ambientale.
Non serve lo spauracchio del clima per capire che:
- non si puo' depredare le risorse della Terra in modo disequilibrato
- non si puo' costruire un modello di sviluppo basandosi su "combustibili fossili" che finiranno presto o saranno talmente costosi da prendere da non valerne piu' la pena
- non si puo' distruggere l'equilibrio naturale in cui viviamo
- non si puo' inquinare cio' di cui noi stessi ci dovremo nutrire e vivere.
Una volta stabilito che produrre energia rinnovabile e' possibile, economicamente la scelta migliore x il futuro, per l'equilibrio ambientale e umano ecc.. ecc.. ci possiamo quindi tranquillamente occupare del Clima.
Che l'Uomo impatti sul clima non c'e' alcun dubbio (inquinanti atmosferici come gas e polveri, black-carbon sulle nevi e i ghiacci, urbanizzazione selvaggia, deforestazioni ecc.. ecc..) e quindi una certa percentuale di cambiamenti climatici (anche forti localmente) e' da imputare ai suoi comportamenti. Ma determinare quale percentuale non deve essere una questione politica altrimenti non si fara' mai SCIENZA sullo studio del Clima e i suoi meccanismi.
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