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  1. #1
    Bava di vento L'avatar di looss
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    Predefinito Grave siccitÃ* in Africa Orientale

    Scusate, non so se il forum di meteorologia, sia il luogo giusto dove postare queste notizie...o dovevo metterlo in AgorÃ*...

    Non ho letto molto i giornali o guardato i telegiornali, in questo periodo, ma così superficialmente, mi sembra che anche questo grande problema che sta attanagliando alcuni paesi dell'Africa Orientale, stia passando sotto silenzio, e sembra che la situazione sia davvero grave, e perlopiù solo all'inizio. Tanto per avere un idea si parla di più di 6 milioni di persone a rischio di sopravvivenza!

    E fa specie pensare allo spazio che giornali e televisioni danno agli eventi che si verificano in Italia, dalla rilevanza tutto sommato abbastanza limitata (non sto parlando di alluvioni o fenomeni estremi), si arriva il grande freddo, le temparature si alzano sopra i 30 gradi, ma tutto sommato la nostra vita continua più o meno come prima. Qui si parla di milioni di vite in pericolo.
    Si forse l'Africa ci appare lontana e anche io mi sono accorto di questa situazione, solo perchè quest'estate sono stato in Africa e quindi la sento più vicina...

    E allora volevo solamente segnalare questa situazione, a voi appassionati di meteorologia, quindi magari più sensibili a queste problematiche...visto che mi sembra di non aver visto alcun thread che parli di ciò (se non fosse così me ne scuso)

    Metto alcune notizie e commenti, presi dal sito www.misna.org (agenzia di notizie dal mondo missionario) dove se volete potete trovare altre informazioni




    Se muoiono anche i cammelli...
    "La siccitÃ* che quest’anno ha colpito gran parte dei paesi dell’Africa orientale può essere definita eccezionale e ci sono le premesse perché lo scenario peggiori ulteriormente”: parlando con la MISNA, Renee Mc Guffin, responsabile della comunicazione dell’ufficio di Nairobi (Kenya) del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam), non nasconde la sua preoccupazione per il quadro che in questi mesi si è andato delineando in Kenya, Etiopia, Somalia, Gibuti, dove siccitÃ* e carestia minacciano la sopravvivenza di oltre 6 milioni di persone. Le scarse precipitazioni dell’ultima stagione delle piogge hanno esacerbato una cronica carenza di acqua e pascoli in tutta la zona a cavallo tra le frontiere di Kenya, Etiopia e Somalia. Una carenza che nelle ultime settimane sta cominciando a far sentire i suoi effetti anche più a sud verso quella regione dei Grandi Laghi che normalmente ha ben poco da spartire con le preoccupazioni nutrizionali delle zone cronicamente aride del Corno d’Africa, ma che in questi giorni vede il governo ruandese dichiarare di avere 1 milione di cittadini (il 12% della popolazione nazionale) a rischio fame, il Burundi registrare almeno 120 morti per cause riconducili alla malnutrizione, mentre le autoritÃ* ugandesi sono state costrette ad avvertire i propri cittadini di “prepararsi a una siccitÃ* prolungata”. Basta guardare la cartina per comprendere come il fenomeno si stia allargando e come forse all’appello manchino ancora alcuni paesi dove è più difficile recuperare informazioni (Sudan e forse Eritrea). La situazione più grave per il momento sembra essere quella keniana dove secondo i bilanci ufficiali finora oltre 40 persone morte per fame e per stenti e dove la siccitÃ* e la connessa carestia stanno letteralmente falcidiando il bestiame, spesso unica fonte di sussistenza per le popolazioni nomadi e pastorali dell’area. “Le carcasse degli animali sono così numerose che neanche gli uccelli riescono a fare pulizia” commenta alla MISNA monsignor Ravasi, vescovo di Marsabit, una delle zone maggiormente colpite nel nord est del Kenya. “Le mandrie stanno diminuendo a vista d’occhio e a morire sono capre, mucche ma anche i cammelli e la morte dei cammelli è un segnale inequivocabile della gravitÃ* della situazione” gli fa eco uno dei responsabili del programma di aiuti che il governo di Nairobi ha messo a punto nelle scorse settimane quando dalle regioni di Mandera e Marsabit cominciavano a giungere le notizie delle prime persone morte per fame e sete tra le popolazioni del nord. Secondo i dati a disposizione, il bestiame in questa zone del paese potrebbe diminuire del 70%, un fenomeno che avrÃ* ripercussioni su un lungo periodo in tutta la zona. “In realtÃ* fatta eccezione per la Rift Valley, tutto il resto del Kenya è alle prese con la scarsitÃ* d’acqua e con l’assenza di pascoli e foraggio che causa la morte delle bestie” spiega alla MISNA don Mario Meggiolaro, missionario ad Isiolo, la cittÃ* che lui stesso definisce la “porta” verso la zona arida del paese. “Qui in cittÃ* la situazione è un po’ migliorata in seguito alle piogge cadute sul monte Kenya, che hanno rinvigorito il fiume che arriva ad Isiolo – aggiunge il missionario – ma sono settimane che vediamo calare inesorabilmente il livello dell’acqua nei pozzi. A nord della nostra cittÃ* le cose vanno ancora peggio”. La mancanza di acqua sta causando problemi non solo nelle aree rurali e pastorali, ma anche nelle grandi cittÃ* e non solo keniane. Se a Nairobi nei giorni scorsi è stata paventata la possibilitÃ* di procedere al razionamento dell’acqua, a Zanzibar capoluogo dell’omonima isola semi-indipendente della vicina Tanzania, il razionamento dell’acqua potabile è giÃ* una realtÃ* da alcuni giorni. Nelle ultime ore poi, anche nella capitale tanzaniana Dar es Salaam si sta valutando il razionamento del prezioso liquido dopo che negli ultimi giorni si sono verificati vari black-out a causa della diminuzione del livello dell’acqua nella diga che rifornisce di corrente la principale cittÃ* del paese"

    "È un’esperienza che non auguro a nessuno: ti cambia la vita, ti cambia il modo di sentire te stesso, quelli che ti stanno intorno e perfino Dio. La siccitÃ* in Africa è una delle esperienze più drammatiche e difficili da vivere perché mette a nudo la tua fragilitÃ*, la tua povertÃ*. Noi missionari, noi bianchi, così abituati a possedere, ad avere in abbondanza, a vivere di sovrappiù e a donare, offrire, dare, dare, dare… così abituati ad essere un poco più in su degli altri, anche solo leggermente, come fosse un carattere naturale, durante la siccitÃ* prendiamo atto della nostra piccolezza, sbattiamo il naso contro la nostra impotenza e ci accorgiamo che il benessere che portiamo con noi, che fa parte della nostra vita, del nostro esser lì, non è poi così abbondante da arrivare a tutti, sono troppi, hanno troppa fame e sete, sono troppo deboli, non ce la fanno, non possono farcela! È tutto secco, giallo, bruciato dal sole rovente, c’è polvere ovunque, respiri polvere, mangi polvere, sudi polvere. E la pioggia non c’è, è da mesi che non si vede ed è certo, sicuro, matematico che non si vedrÃ* ancora per mesi! Ma questa povera gente come farÃ* a sopravvivere?! Te lo chiedi quasi per stanare un dio rassicurante, che si affrettasse a dirti: “Stai tranquillo, presto pioverÃ*!”. Invece no, il tuo Dio tace, è lì davanti a te e prima di te, molto prima di te, che soffre vicino a quella giovane donna dal seno avvizzito che piange con un bimbo tra le braccia, ancor più avvizzito del seno! Se ci credevamo dei salvatori, allora bastano pochi mesi di siccitÃ* per farci cambiare idea, per rimettere a fuoco le visioni distorte. Ciascuno allora reagisce secondo la sua indole, ma nessuno si esime dal darsi da fare: qui si tratta di aiutare a sopravvivere o di lasciar morire. È proprio allora, quando l’inedia si affaccia di continuo nella tua vita, che ti accorgi di avere troppo, di possedere una quantitÃ* incredibile di cose, e cominci a pensare che non servono, cominciano a darti fastidio, ti pesano. La siccitÃ* ti costringe a fare i conti con l’essenziale, ti mette a nudo. Quando entri per la quinta, sesta, settima volta nelle solite capanne di argilla secca ricoperte di paglia, con un letto di rami intrecciati, due fili stesi sotto la volta impolverata, con appesi quattro stracci logori, e ti chiedi “ma è tutta qui casa sua?” e poi ti accorgi che la sua vita finiva lì perché era da troppo tempo che non mangiava. E quel che faceva la differenza, il peso specifico di quella vita, era la serenitÃ*, il conforto, la solidarietÃ* che aveva seminato tutt’intorno. Allora raccogli le forze che hai per spargerne il più possibile, e quanto bisogno c’è di queste sementi in tempo di siccitÃ*, fosse anche solo una goccia da condividere! Affiora così inevitabile la domanda di come fanno gli “altri”, quelli su al nord, a non capire, a non sentire, a non vedere quel che si sta vivendo qui. Come fanno ad essere così ciechi e sordi, così pieni di sè? E vorresti che la tele, la radio e le agenzie parlassero di come si soffre, di come si muore, di quest’ennesima strage degli innocenti che si sta consumando per l’inerzia, la malafede, la cupidigia di molti, al nord come al sud. Con pochi soldi gli elefantiaci organismi internazionali potrebbero prevenire e sanare queste situazioni; con pochi spiccioli i grandi stati industriali potrebbero aver debellato da tempo la piaga della fame …nossignore, non diciamolo, e soprattutto non pensiamoci..."

  2. #2
    Brezza tesa L'avatar di PierluigiVB
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    Predefinito Re: Grave siccitÃ* in Africa Orientale

    Citazione Originariamente Scritto da looss
    Scusate, non so se il forum di meteorologia, sia il luogo giusto dove postare queste notizie...o dovevo metterlo in AgorÃ*...

    Non ho letto molto i giornali o guardato i telegiornali, in questo periodo, ma così superficialmente, mi sembra che anche questo grande problema che sta attanagliando alcuni paesi dell'Africa Orientale, stia passando sotto silenzio, e sembra che la situazione sia davvero grave, e perlopiù solo all'inizio. Tanto per avere un idea si parla di più di 6 milioni di persone a rischio di sopravvivenza!

    E fa specie pensare allo spazio che giornali e televisioni danno agli eventi che si verificano in Italia, dalla rilevanza tutto sommato abbastanza limitata (non sto parlando di alluvioni o fenomeni estremi), si arriva il grande freddo, le temparature si alzano sopra i 30 gradi, ma tutto sommato la nostra vita continua più o meno come prima. Qui si parla di milioni di vite in pericolo.
    Si forse l'Africa ci appare lontana e anche io mi sono accorto di questa situazione, solo perchè quest'estate sono stato in Africa e quindi la sento più vicina...

    E allora volevo solamente segnalare questa situazione, a voi appassionati di meteorologia, quindi magari più sensibili a queste problematiche...visto che mi sembra di non aver visto alcun thread che parli di ciò (se non fosse così me ne scuso)

    Metto alcune notizie e commenti, presi dal sito www.misna.org (agenzia di notizie dal mondo missionario) dove se volete potete trovare altre informazioni




    Se muoiono anche i cammelli...
    "La siccitÃ* che quest’anno ha colpito gran parte dei paesi dell’Africa orientale può essere definita eccezionale e ci sono le premesse perché lo scenario peggiori ulteriormente”: parlando con la MISNA, Renee Mc Guffin, responsabile della comunicazione dell’ufficio di Nairobi (Kenya) del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam), non nasconde la sua preoccupazione per il quadro che in questi mesi si è andato delineando in Kenya, Etiopia, Somalia, Gibuti, dove siccitÃ* e carestia minacciano la sopravvivenza di oltre 6 milioni di persone. Le scarse precipitazioni dell’ultima stagione delle piogge hanno esacerbato una cronica carenza di acqua e pascoli in tutta la zona a cavallo tra le frontiere di Kenya, Etiopia e Somalia. Una carenza che nelle ultime settimane sta cominciando a far sentire i suoi effetti anche più a sud verso quella regione dei Grandi Laghi che normalmente ha ben poco da spartire con le preoccupazioni nutrizionali delle zone cronicamente aride del Corno d’Africa, ma che in questi giorni vede il governo ruandese dichiarare di avere 1 milione di cittadini (il 12% della popolazione nazionale) a rischio fame, il Burundi registrare almeno 120 morti per cause riconducili alla malnutrizione, mentre le autoritÃ* ugandesi sono state costrette ad avvertire i propri cittadini di “prepararsi a una siccitÃ* prolungata”. Basta guardare la cartina per comprendere come il fenomeno si stia allargando e come forse all’appello manchino ancora alcuni paesi dove è più difficile recuperare informazioni (Sudan e forse Eritrea). La situazione più grave per il momento sembra essere quella keniana dove secondo i bilanci ufficiali finora oltre 40 persone morte per fame e per stenti e dove la siccitÃ* e la connessa carestia stanno letteralmente falcidiando il bestiame, spesso unica fonte di sussistenza per le popolazioni nomadi e pastorali dell’area. “Le carcasse degli animali sono così numerose che neanche gli uccelli riescono a fare pulizia” commenta alla MISNA monsignor Ravasi, vescovo di Marsabit, una delle zone maggiormente colpite nel nord est del Kenya. “Le mandrie stanno diminuendo a vista d’occhio e a morire sono capre, mucche ma anche i cammelli e la morte dei cammelli è un segnale inequivocabile della gravitÃ* della situazione” gli fa eco uno dei responsabili del programma di aiuti che il governo di Nairobi ha messo a punto nelle scorse settimane quando dalle regioni di Mandera e Marsabit cominciavano a giungere le notizie delle prime persone morte per fame e sete tra le popolazioni del nord. Secondo i dati a disposizione, il bestiame in questa zone del paese potrebbe diminuire del 70%, un fenomeno che avrÃ* ripercussioni su un lungo periodo in tutta la zona. “In realtÃ* fatta eccezione per la Rift Valley, tutto il resto del Kenya è alle prese con la scarsitÃ* d’acqua e con l’assenza di pascoli e foraggio che causa la morte delle bestie” spiega alla MISNA don Mario Meggiolaro, missionario ad Isiolo, la cittÃ* che lui stesso definisce la “porta” verso la zona arida del paese. “Qui in cittÃ* la situazione è un po’ migliorata in seguito alle piogge cadute sul monte Kenya, che hanno rinvigorito il fiume che arriva ad Isiolo – aggiunge il missionario – ma sono settimane che vediamo calare inesorabilmente il livello dell’acqua nei pozzi. A nord della nostra cittÃ* le cose vanno ancora peggio”. La mancanza di acqua sta causando problemi non solo nelle aree rurali e pastorali, ma anche nelle grandi cittÃ* e non solo keniane. Se a Nairobi nei giorni scorsi è stata paventata la possibilitÃ* di procedere al razionamento dell’acqua, a Zanzibar capoluogo dell’omonima isola semi-indipendente della vicina Tanzania, il razionamento dell’acqua potabile è giÃ* una realtÃ* da alcuni giorni. Nelle ultime ore poi, anche nella capitale tanzaniana Dar es Salaam si sta valutando il razionamento del prezioso liquido dopo che negli ultimi giorni si sono verificati vari black-out a causa della diminuzione del livello dell’acqua nella diga che rifornisce di corrente la principale cittÃ* del paese"

    "È un’esperienza che non auguro a nessuno: ti cambia la vita, ti cambia il modo di sentire te stesso, quelli che ti stanno intorno e perfino Dio. La siccitÃ* in Africa è una delle esperienze più drammatiche e difficili da vivere perché mette a nudo la tua fragilitÃ*, la tua povertÃ*. Noi missionari, noi bianchi, così abituati a possedere, ad avere in abbondanza, a vivere di sovrappiù e a donare, offrire, dare, dare, dare… così abituati ad essere un poco più in su degli altri, anche solo leggermente, come fosse un carattere naturale, durante la siccitÃ* prendiamo atto della nostra piccolezza, sbattiamo il naso contro la nostra impotenza e ci accorgiamo che il benessere che portiamo con noi, che fa parte della nostra vita, del nostro esser lì, non è poi così abbondante da arrivare a tutti, sono troppi, hanno troppa fame e sete, sono troppo deboli, non ce la fanno, non possono farcela! È tutto secco, giallo, bruciato dal sole rovente, c’è polvere ovunque, respiri polvere, mangi polvere, sudi polvere. E la pioggia non c’è, è da mesi che non si vede ed è certo, sicuro, matematico che non si vedrÃ* ancora per mesi! Ma questa povera gente come farÃ* a sopravvivere?! Te lo chiedi quasi per stanare un dio rassicurante, che si affrettasse a dirti: “Stai tranquillo, presto pioverÃ*!”. Invece no, il tuo Dio tace, è lì davanti a te e prima di te, molto prima di te, che soffre vicino a quella giovane donna dal seno avvizzito che piange con un bimbo tra le braccia, ancor più avvizzito del seno! Se ci credevamo dei salvatori, allora bastano pochi mesi di siccitÃ* per farci cambiare idea, per rimettere a fuoco le visioni distorte. Ciascuno allora reagisce secondo la sua indole, ma nessuno si esime dal darsi da fare: qui si tratta di aiutare a sopravvivere o di lasciar morire. È proprio allora, quando l’inedia si affaccia di continuo nella tua vita, che ti accorgi di avere troppo, di possedere una quantitÃ* incredibile di cose, e cominci a pensare che non servono, cominciano a darti fastidio, ti pesano. La siccitÃ* ti costringe a fare i conti con l’essenziale, ti mette a nudo. Quando entri per la quinta, sesta, settima volta nelle solite capanne di argilla secca ricoperte di paglia, con un letto di rami intrecciati, due fili stesi sotto la volta impolverata, con appesi quattro stracci logori, e ti chiedi “ma è tutta qui casa sua?” e poi ti accorgi che la sua vita finiva lì perché era da troppo tempo che non mangiava. E quel che faceva la differenza, il peso specifico di quella vita, era la serenitÃ*, il conforto, la solidarietÃ* che aveva seminato tutt’intorno. Allora raccogli le forze che hai per spargerne il più possibile, e quanto bisogno c’è di queste sementi in tempo di siccitÃ*, fosse anche solo una goccia da condividere! Affiora così inevitabile la domanda di come fanno gli “altri”, quelli su al nord, a non capire, a non sentire, a non vedere quel che si sta vivendo qui. Come fanno ad essere così ciechi e sordi, così pieni di sè? E vorresti che la tele, la radio e le agenzie parlassero di come si soffre, di come si muore, di quest’ennesima strage degli innocenti che si sta consumando per l’inerzia, la malafede, la cupidigia di molti, al nord come al sud. Con pochi soldi gli elefantiaci organismi internazionali potrebbero prevenire e sanare queste situazioni; con pochi spiccioli i grandi stati industriali potrebbero aver debellato da tempo la piaga della fame …nossignore, non diciamolo, e soprattutto non pensiamoci..."
    Come ex volontario in Africa, per quanto laico, conosco bene il sito missionario MISNA e la sua affidabilitÃ*.
    Ritengo giusto estendere la visuale meteorologica agli altri continenti, sepcialmente in caso di calamitÃ* naturali, senza limitarci alla siccitÃ* sul nostro Nord-Ovest italiano.

    Pierluigi

  3. #3
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    Predefinito Re: Grave siccitÃ* in Africa Orientale

    Probabilmente è frutto dell'anomala piovositÃ* invece nell'Africa del Nord-est.
    - Luca -

    "Ne la casa dei galantomini, nase prima le done e dopo i omini"

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  4. #4
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    Predefinito Re: Grave siccitÃ* in Africa Orientale

    Citazione Originariamente Scritto da icecube
    Probabilmente è frutto dell'anomala piovositÃ* invece nell'Africa del Nord-est.
    Infatti bisognerÃ* vedere come si comporterÃ* la flora sul NE dell'africa...il deserto dove finira?
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  5. #5
    Enrico_3bmeteo
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    Predefinito Re: Grave siccitÃ* in Africa Orientale

    Citazione Originariamente Scritto da luan
    Infatti bisognerÃ* vedere come si comporterÃ* la flora sul NE dell'africa...il deserto dove finira?
    Se l'attuale assetto geoclimatico dovesse essere confermato anche nei prossimi decenni, appare inequivocabile che il Sahara dovrÃ* subire un "riassestamento", non penso un ridimensionamento, per le quali servono dinamiche molto più incisive.
    C'é da verificare dove avverrÃ* la contrazione e se ci sarÃ* la traslazione verso oriente.
    C'è da aggiungere, senza voler sminuire ciò che sta accadendo, che l'impatto che ha avuto il pascolo in quelle aree, ma non solamente in quelle, é stato ed é devastante, e questo è tanto più incisivo quanto più il clima si discosta da parametri più "usuali".
    Purtroppo, quell'ecosistema mal si abbraccia con il pascolo...

  6. #6
    Bava di vento L'avatar di looss
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    Predefinito Re: Grave siccitÃ* in Africa Orientale

    Citazione Originariamente Scritto da Enrico_3bmeteo
    C'è da aggiungere, senza voler sminuire ciò che sta accadendo, che l'impatto che ha avuto il pascolo in quelle aree, ma non solamente in quelle, é stato ed é devastante, e questo è tanto più incisivo quanto più il clima si discosta da parametri più "usuali".
    Purtroppo, quell'ecosistema mal si abbraccia con il pascolo...
    Sicuramente...ad ingigantire la gravitÃ* della situazione è sicuramente l'arretratezza tecnologica e strutturale di quei paesi...e anche della gestione e organizzazione delle risorse ambientali
    E' difficile e impossibile fare un paragone, ma se una tale situazione di siccitÃ* si verificherebbe da noi (e in parte sta succedendo, in maniera ovviamente diversa, qui al nord-ovest) la ripercussione sulla nostra societÃ*, sul rischio di morte, sarebbe certamente diverso...
    Bisogna pensare che quei milioni di persone sono quotidianamente a rischio di sopravvivenza e basta poco, davvero poco per oltrepassare il confine tra vita e morte...



    “La siccitÃ* non è una novitÃ* per i popoli dell’Africa orientale. È un fenomeno climatico naturale. Ciò che è drasticamente e drammaticamente cambiato negli ultimi decenni è la capacitÃ* della natura di fornire il minimo essenziale di acqua e umiditÃ* anche nei periodi peggiori. Questo perché gran parte delle risorse naturali d’acqua sono state danneggiate, distrutte o esaurite” (Klaus Toepfer direttore del Programma dell'Onu per l’ambiente, Unep).

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