Sembrerebbe quasi paradossale (ma è una conseguenza del tutto comprensibile) che le estati che discendono da situazioni pregresse invernali connotate da profondi sconquassi a carico del vortice polare (i più intensi: inverno 2009/2010 e 2012/2013) e contraddistinti da un'avanzata antizonalità (AO molto negativa) presentino un vortice polare parzialmente ricompattato sul polo.
2010:
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2011:
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2012:
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2013:
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Ciò, ritengo, possa discendere dall'inibizione dei moti meridiani di trasporto orizzontale di calore durante la fase tardo - primaverile proprio a ragione del fatto che una forte antizonalità al pari di un'accentuata zonalità rendono impervi gli scambi termici polo/equatore.
In tal senso i mancati disturbi tendono parzialmente a ricreare una sorta di equilibrio radiativo nel quale il vortice tende a ricompattarsi (naturalmente con i limiti imposti dalla stagione).
La ripartenza dell'attività del vortice polare troposferico tende a "risparigliare" le cartemettendo in evidenza e riattivando i forcing dinamici in grado di porre in essere i primi disturbi alla sua naturale genesi.
Le proiezione offerte dai modelli evidenziano, infatti già nel medio termine, la potenziale situazione descritta:
nella quale il forcing maggiormente energivoro del disturbo illustrato dall'analisi modellistica pare provenire dal cuore delle parte occidentale del continente nord americano giusta una pregressa situazione di alta zonalità pacifica che ha accumulato molto calore nella regione dell'EPO (east pacific oscillation) scombussolando il dipolo PDO neg.
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e nel quale, in questa fase, il continente più dell'oceano, riesce ivi ad esprimere maggior apporto di calore:
In questo contesto il jet stream polare esprime comunque una modesta variabilità e il treno d'onda è finora stato poco accentuato come appare dal tratteggio dei clusters del PNA:
pna.fcst.gif
La caduta nel lungo termine del PNA index pare ascrivibile maggiormente ad una perdita di tensione zonale del Pacifico come conseguenza del disturbo proveniente dal continente americano nei confronti del vp più che ad un'oscillazione oceanica vera e propria (con conseguente caduta dell'AO).
In Atlantico, la situazione che ne discende è diretta conseguenza degli equilibri creati oltre oceano.
Ritengo quindi che la chiave dominante del pattern settembrino possa essere rappresentato dal vortice islandese che punta generalmente verso l'Europa con una direttrice prevalentemente nord occidentale.
Questo in attesa di un nuovo parziale ricompattamento del vpt verso la fine del mese e che dovrebbe preludere all'instaurazione di nuovi equilibri ove dovrebbe assumere maggiore importanza l'attività convettiva indo - pacifica.
Alcune considerazioni (che proporrò in seguenti interventi) mi fanno pensare che, nel mese di ottobre, la stagione possa prendere una brusca accelerazione verso pattern autunnali avanzati, ma ne parleremo dopo
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Ultima modifica di mat69; 10/09/2013 alle 10:12
Matteo
Sei sempre un maestro, vecchia banana![]()
Il vecio mat ci mancava!![]()
Always looking at the sky.
Ciao Mat
Interressante il crollo del dipolo artico nell'ultimo trimestre probabilmente dovuto alla crisi dell'oscillazione pacifica (partita in realtà da gennaio nel settore EPO e proseguita dopo a ridosso di tutte le coste occidentali statunitensi tanto che la PDO a giugno si è quasi neutralizzata, per ricalare a luglio ma penso che il valore di agosto e questi giorni di settembre saranno debolmente positivi. Da notare come l'accelerazione dello scioglimento dei ghiacci si è avuta proprio in corrispondenza della PDO negativa e una drastica diminuzione dello scioglimento nei mesi di giugno ed agosto...
tutto questo per sottolineare come la PDO modula le fasi del getto polare e come probabilmente (da approfondire per bene) come sono inversamente relazionati i segni della PDO con l'AD.
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La pdo è ben negativa anche in agosto, la ragione è semplice, in questi mesi nel nord pacifico abbiamo anomalie positive sia dove di norma sono positive in pdo- sia dove di norma sono negative in pdo-, dato che di norma in pdo- sono più estese le anomalie di segno + il valore della pdo è ancora negativo; ovviamente è solo una questione matematica, l'attuale pattern semplicemente non ricalca quello tipico della pdo.
Il nord pacifico si è riscaldato sopratutto in luglio, il motivo percui l'oceano si è riscaldato in questo modo anomalo è legato proprio alla circolazione artica, la presenza di un potente anticiclone centrato a sud dell'Alaska ha ridotto i venti zonali nel nord pacifico e di conseguenza l'oceano ha perso meno calore latente e sensibile del solito e si è così scaldato a livelli record.
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Ultima modifica di elz; 11/09/2013 alle 08:54
Matteo da quello che posso intuire e visto qualche elemento che abbiamo a disposizione il VPT dovrebbe subire forti disturbi sin da subito come nel 2009-2010 e avere forti dislocamenti dei suoi lobi.
Con un alta atlantica così pimpante potremmo avere fasi meridiane con anomalie negative di GPT su scandinavia e WR e hp forte in atlantico.
Sappiamo, per esperienza vissuta negli ultimi anni, che dislocamenti intensi del VPT nei mesi autunnali favoriscono un rapido incremento dello snowcover su Eurasia.
Se così fosse avremo già in mente il "tassello" cardine dell'inverno. Ossia l'hp termico siberiano che, come spiegato perfettamente da Even e cloover l'anno passato, inficia le dinamiche del VP.....
La storia si ripete in successione?
Sulla base di quali elementi si pensa che l'hp oceanica mantenga intatta la sua forza nel mese di ottobre ?
La dislocazione del VPT ottimale per frequenti colate colate in Siberia in autunno si ottiene con blocchi non troppo occidentali (di sicuro non con blocchi in centro Atlantico...). Per esempio in ottobre un signor HP sulle nostre teste sarebbe ottimale![]()
Andrea
Non è un caso infatti che spesso e volentieri a mesi di ottobre ( e talvolta anche novembre) miti e anticiclonici dalle nostre parti siano stati seguiti da inverni molto freddi quantomeno a livello europeo o comunque con un orso bello forte ed esteso.
é il caso ad esempio del 1978-1984-1985-1986-1990-2009-2011.
Sono tutti anni questi in cui i mesi di ottobre ed in parte novembre sono trascorsi dalle nostre parti con delle forti hp sopra le nostre teste![]()
e fu cosi che con mia grossa sorpresa il 26-27 febbraio 2018 mi accorsi che la meteo era ancora VIVA!
Sestriere 8/12/14
Fede http://webgis.arpa.piemonte.it/webme...DTOT=001191902
E proprio da qui andiamo sul prosieguo della nostra disamina.
L'attuale situazione delle SSTA nei suoi effetti che si diluiranno nel mese di ottobre evidenzia, nelle regioni dell'ENSO un panorama alternativo ma pur sempre simile con un'area di massima convezione avanzata nei meridiani centro occidentali del Pacifico tropico-equatoriale (reg. 4)
Stando alle proiezioni ENSO potrebbe tradursi in una probabile fase con effetti assimilabili ad una Nina est o ad un Nino Modoki.
Per questo motivo penso che la nascente onda planetaria pacifica che troverà peraltro ulteriori motivi di rinforzo nelle attuali anomalìe positive presenti nel nord Pacifico, potrà gradualmente ricreare quel caratteristico dipolo +/- spezzando definitivamente il regime alto zonale presente fino a ieri nell'artico pacifico.
L'intensa variabilità del patten ottobrino penso possa dipendere da una forte oscillazione del treno d'onda che produrrà l'effetto di traslare l'atttuale centro motore della depressione d'Islanda verso la penisola scandinava con la possibile genesi di blocchi atlantici a ridosso del continente europeo.
Per cui sommariamente ad oggi penso, rispondendo quindi ad uno specifico quesito, che il mese di ottobre possa essere caratterizzato mediamente da temperature al di sotto della media del periodo (centro est Europa centrale) e da un moderato deficit pluviometrico specie a ridosso della parte più occidentale dell'Europa centrale.
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Matteo
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