
Originariamente Scritto da
Gigiometeo
Il romagnolo, quale io sono, si può anche lamentare, ma essenzialmente perchè siamo stati più volte ad un passo dal cogliere il jolly (che come tale, passa di rado) senza alla fine acchiapparlo. Però fin'ora l'inverno 2005-2006 è stato lo stesso buono anche sul nostro comparto per tutta una serie di motivi che possono sfuggire a chi valuta la stagione solo ed esclusivamente sotto il profilo nivometrico (e l'inverno non è solo neve, sebbene piaccia a chiunque si occupi di meteorologia). Infatti ci sono alcune particolaritÃ* che non devono passare in second'ordine:
1) le temperature massime medie si sono riportate, dopo tempo immemore, su valori più consoni alla stagione, presentando talora lievi anomalie negative. Ciò non accadeva dal lontano inverno 1991-1992, dopodichè e fino a quest'anno le anomalie positive furono un'imbarazzante costante. Sono tornate le giornate di ghiaccio di cui si era quasi persa la traccia, poche ma sono tornate. Ed un buon inverno è dato anche dalla media delle temperature massime, non solo delle minime. Un aspetto questo che molti sottovalutano.
2) Non esiste freddo inutile; il freddo invernale è utilissimo ed indispensabile, quantomeno alle nostre latitudini. Chiedere ad esempio a chi opera nel settore agricolo. Buona parte dell'insettame molesto e pernicioso tira le cuoia se l'inverno va freddo, viceversa molte forme svernano tranquillamente sedute in poltrona davanti alla tv. Certo per chi attende solo la neve un freddo senza precipitazioni può apparire effettivamente inutile, ma solo in quel caso.
3) Le giornate di gelo sono state in buon numero (anzi ottimo) e con alcune minime assolute di rilievo nonostante l'assenza di copertura nevosa al suolo (sfiorati o raggiunti i -10°C nella 3a decade di gennaio).
4) Precipitazioni poche, è vero, ma con le caterve d'acqua scese da agosto a novembre qua si tira avanti fino a maggio senza battere ciglio (salvo 60 giorni filati di garbino; improbabile).
5) Avendo più di un capello bianco, ricordo ancora con orrore le invernate 1971-1978 (salvo qualche episodico evento) quando per vedere la brina al mattino occorreva domanda in carta bollata e qualunque cosa scendesse dal cielo era invariabilmente pioggia. Oppure i penosi inverni anni '90 (1991 e 1999 a parte) quando il clima era desertico, certo con minime dignitose, ma con valori massimi ignobili (innumerevoli i giorni con massime in doppia cifra) e con escursioni termiche giornaliere che ad Atacama non si sognavano neppure.
Questo è stato fin'ora un buon inverno (non ottimo ma nemmeno ciofeca) a meno che non lo si voglia valutare da un aspetto solo, ma in questo caso non si ragiona più in termini climatologici ma solo in termini di passione personale.
Ovvio che c'è stato di meglio, ma anche molto, molto, molto di peggio.
Buona giornata a tutti
Pierluigi
Meteoromagna
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