Nella recente storia meteo (50 anni) si ricordano come particolarmente intensi quattro episodi molto simili tra loro, capitati tutti intorno al 20 aprile. Colpi di coda invernali che hanno interessato più o meno tutto lo stivale, anche se a risentirne maggiormente è stato soprattutto il nord e parte del centro. Le date sono in ordine cronologico: 20 aprile 1973, 20 aprile 1980, 18 aprile 1991 e 21-22 aprile 1997. Quest'ultimo episodio si distingue un po' nella sinottica, gli altri sembrano quasi fotocopia, seppure con termiche d'ingresso diverse (il più freddo è stato sicuramente quello dell'aprile 1991).
Il 18 aprile 1991 è stato spesso ricordato, forse perché più recente, con le nevicate fuori stagione al nord e i valori termici degni di febbraio. Quello è stato il colpo di coda invernale più memorabile, almeno dal dopoguerra. Ma in questi giorni a cavallo tra seconda e terza decade di aprile non è stato l'unico.
Il 20 aprile 1980 (peraltro uno degli aprili più freschi di sempre) venne giù una bordata di freddo e maltempo che colse di sopresa parecchi, perché i giorni precedenti erano stati piuttosto miti e la primavera sembrava aver ripreso il percorso "normale" dopo le incertezze iniziali. Il 20 era domenica e il peggioramento freddo fu repentino: nell'arco di poche ore iniziò a piovere a dirotto, con vento che piegò a tramontana, sempre più fredda. Nel pomeriggio molti automobilisti fiorentini di ritorno da una scampagnata in Mugello rimasero bloccati a Pratolino (400 metri circa) da un'improvvisa bufera di neve. A Prato caddero una cinquantina di millimetri quel giorno, mentre la Calvana e le colline intorno si ammantarono di bianco. La temperatura massima quel giorno fu di 10° registrati la mattina presto, mentre nel pomeriggio crollò a 4°. Pochi giorni dopo gelò nelle campagne. Anche quell'anno, come nel 1991, maggio fu molto fresco e instabile e l'Appennino oltre i 1000 metri rimase imbiancato fino a fine maggio, tanto che dovetterero cambiare i percorsi di alcune tappe del giro d'Italia (memorabile la tappa dove Visentini ipotecò la vittoria finale vincendo sotto una tormenta di neve).
Episodio analogo il 20 aprile 1973: sempre neve bassa e massima di 8°, anche se le precipitazioni furono sicuramente inferiori al 1980. In quell'occasione fu decisamente imbiancata la città di Perugia, ma anche Siena ebbe una bella spruzzata.
Infine, l'episodio tardo-aprilino più recente (si fa per dire) è quello del 21-22 aprile 1997, con 7° di massima il primo giorno e 9° il secondo, bora scura e neve sui 5-600 metri. Quell'anno gelò di brutto a metà mese, danneggiando molte colture in Toscana.
Il maestoso ingresso freddo del 20 aprile 1980
... e quello del 20 aprile 1973
La rasoiata fredda del 18 aprile 1991
Il minimo del 22 aprile 1997
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L'avvezione artico marittima del 21/22 aprile 1997 qui certo non passerà alla storia, perché fu del tutto priva di precipitazioni e favonica (il 22 aprile 2016 in alcune aree della costa tra Genova e Savona, come Arenzano o Varazze, si registratono massime fino a 20°C; nei due capoluoghi i valori diurni raggiunsero i 17/18°C, grossomodo in media per terza decade di aprile, le minime furono invece comprese tra i +7 e i +9°C, quindi fino a 3°C sotto le medie della terza decade).
L'aprile del 1991 fu ben altra cosa, visto che, nella notte tra 17 e 18 vi furono nevicate intense a quote collinari nel Genovesato e nel Savonese (sui versanti padani le nevicate raggiunsero le aree di fondovalle, con accumuli anche consistenti, come i circa 25 cm di Martina d'Olba a 480 m di altitudine). Nell'aprile 1991 tutto il periodo compreso tra il 17 e il 26 aprile fu instabile e fresco/freddo, con altri episodi nevosi a quote di media e bassa collina (e riuscì nuovamente a nevicare con accumuli dai 600/700 m nella prima domenica di maggio). Di episodi freddi, sebbene meno importanti per durata e intensità, negli anni '90 ce ne furono altri, ad esempio anche nel 1992 e nel 1998.
Il 16 o 17 aprile 1992 qua da me, a meno di 300 m di altitudine, ci fu addirittura un breve rovescio nevoso (senza accumulo) favorito da d.p. molto bassi (la temperatura effettiva non scese sotto i +3°C), al Passo del Faiallo (1050 m) caddero invece una quindicina di cm di neve in circa 6 ore di precipitazione.
L'ultimo "colpo di coda invernale" di una certa rilevanza qui risale al 19 aprile 2014 con circa 25 cm di neve caduti sulla dorsale sommitale del Beigua (1286 m) e accumuli scesi fin verso i 600-700 m nel Voltrese (lato marittimo).
Ci furono nevicate a bassa quota anche nella terza decade di aprile del 1989 (tra il 22 e il 26/4 fu imbiancata diverse volte la dorsale tra il Monte Reixa e il Monte Beigua, con accumuli che scesero anche in quei giorni sui 700 m), ancora più rilevante la fase artico marittima del 18-22 aprile 1990, che vide due episodi nevosi con un paio di cm di accumulo a Masone (400 m) e abbondanti furono le nevicate lungo la dorsale montuosa Reixa/Beigua con accumuli finali che al Faiallo toccarono i 40 cm (e quasi a 30 cm di spessore massimo del manto nevoso), quelle furono anche le uniche nevicate degne di note di tutto il primo semestre del 1990.
Nel periodo 1981/1986 invece non mancarono importanti fasi fredde nel mese di aprile, ma furono piuttosto asciutte, quando non secche (come quelle del 1983).
Ultima modifica di galinsoga; 19/04/2016 alle 15:36
Le seconde parti di aprile 1989 e 1990, come quelle del 1978 e 1998, furono qui molto piovose (e nevose in montagna, ma non sotto i 1000 metri, specie nel '90), ma non particolarmente fredde: solo massime un po' sottomedia. L'episodio di metà aprile 1992 invece è proprio saltato, non mi sovviene nulla di particolare per quelle date.
Invece discese fredde di una certa consistenza, seppure molto meno di quelle che ho citato, ci sono state a metà aprile nel 1981, 1982 e 1986, oltre naturalmente al 1995 quando prese in modo clamoroso alcune regioni centrali come Lazio e Abruzzo (neve a Frosinone). L'ultima in ordine di tempo, 14 aprile 2001 quando riuscì a cadere qualche fiocco svolazzante e ventato fino al piano. Ma anche se sembra poco lo scarto temporale di calendario, in questo scorcio di stagione già dieci giorni fanno la differenza.
Il quadro non è completo senza citare la fine aprile 1972, con la neve a Torino proprio il 25 aprile: ho un ricordo preciso del tg e della citazione di Bernacca durante il "Che tempo fa" che trasmettevano poco prima delle 8 di sera.![]()
Ultima modifica di albedo; 19/04/2016 alle 16:49
5 cm a Vercelli con questa
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Grandissima reanalisi, amico toscano.
Fabri93
Niente male, non sapevo di quell'episodio, non osavo andare oltre il ricordo. Però mi sono incuriosito e in effetti ho trovato per quel giorno una minima di 6.2° e una massima di 11.8° (dati Firenze Peretola), non eccezionali ma sicuramente ben al di sotto della media, specie la massima. Più freddi però il 20 aprile 1959, con 10° di massima e, soprattutto, l'anno successivo, 1960, ma il 27 aprile, quando la massima si fermò a 9.2° e la minima a 3.2°. Negli anni '60 i giorni più freschi furono quelli del 1965, 10° di massima sia il 20 che il 21 aprile, con precipitazioni abbondanti che mi fanno pensare a discrete nevicate già a quote di bassa montagna. E per finire il 19 aprile del 1969, estremi 1°/10° con neve sul monte Morello (questa me la ricordo, ero un bimbetto e andai a vedere Fiorentina-Inter.Nei giorni precedenti minime di -1,1° e - 0.2°. Più o meno come in questi giorni, insomma...
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In questo caso la mia zona è stata più "europea" che "italiana". Il 1956 risulta l'anno più freddo de dopoguerra, appunto, sia a Prato che a Firenze. L'aeroporto fiorentino riporta una media aritmetica di 13.62°, - 1.2° di anomalia di fronte alla media sessantennale 1951-2010 (non parliamo delle ultime due medie trentennali di riferimento). A seguire c'è proprio il 1954 con 13.69°, poi il 1965 e il 1963. Il 1980 chiude il ciclo degli anni con media under 14°, impresa non più ruscita neppure al 1984. Sicuramente c'è una componente urbanistica, di effetto serra cittadino che va sommata al riscaldamento globale progressivo. E questo vale, ovviamente, per tutte le grandi aree urbane, aeroporti compresi.
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