Ore 14.36 - Olanda, si rompe una diga nel Limburgo
Il maltempo in Olanda ha causato la rottura di una diga lungo il canale di Juliana, vicino a Meerssen, nella provincia del Limburgo. L’acqua si sta riversando da un foro di circa un metro che però potrebbe diventare più grande, secondo un portavoce della sicurezza per la regione del Limburgo meridionale, che ha invitato la popolazione locale a «lasciare la zona e cercare un posto sicuro dove rifugiarsi».
Abbiamo il beneficio del mare, tanto che anche se un nubifragio colpisse anche aree poco avvezze come le zone costiere e subcostiere del Sud Italia (che hanno una pluviometria annuale risicata, meno di 1000 mm) alla fine tutto defluirebbe rapidamente verso il mare. Lì non c'è questa possibilità.
Oddio a da Bassano del Grappa il mare è lontanuccio, come dire
è molto riduttivo il tuo discorso, la questione è ben più complessa, passando da morfologia del territorio, composizione dei terreni e via discorrendo![]()
Nella sostanza, il nostro territorio (parlo in generale ma ovviamente le differenze tra un posto e l’altro sono tantissime) è “abituato” a quei quantitativi quasi ovunque grazie al clima che ci contraddistingue (e qui si che il mare nostrum conta parecchio, soprattutto per i quantitativi pluviometrici, insieme all’abbondanza di monti in quasi tutta Italia). Lì invece sono largamente eccezionali…
Si vis pacem, para bellum.
Molte aree a rischio sono comunque tipiche di accumuli importanti. Al contrario aree meno avvezze per fortuna sorgono vicino al mare, e ciò aiuta.
Lì invece mi sembra che la pluviometria di alcune zone sia simile a quella del Sud Italia (zona meno piovosa del Paese) ma con morfologia del territorio potenzialmente a forte rischio, come accade più frequentemente al Nord.
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Ma quanti mm sono caduti? Qualcuno riesce a ricostruire l’evento?
Progetto fantasioso…
Sono sicuramente accumuli eccezionali, dei quali non conosco i tempi di ritorno, e probabilmente abbiamo avuto la sommatoria di due effetti quali le flash flood da intense precipitazioni e lo scarico a valle di ingenti quantitativi d'acqua. E' altrettanto vero che il nostro territorio è abituato a quantitativi ben più ingenti, tuttavia questa abitudine va estesa anche alle nostre costruzioni. Ci sono centinaia e oltre di aree a rischio in Italia ad elevata cementificazione, sulle quali più volte anche io ho espresso i miei dubbi; ma questo evento mi sembra di vedere il Ponte Morandi, Sarno e il 1966 tutti insieme. Se fosse capitato in Italia, case che crollano, dighe (sostenute da terrapieni) a rischio cedimento ecc. apriti cielo, non solo per le piogge. Da alcune foto, è inoltre evidente come ampie anse fluviali e pendii collinari instabili fossero stati edificati senza particolari misure di sicurezza. Insomma, va bene il cambiamento climatico e/o evento estremo che ci sta tutto, ma le responsabilità antropiche sono a mio avviso anche altre e ben più dirette: una clamorosa sottovalutazione della situazione di rischio idrogeologico del territorio e una serie di decisioni urbanistiche e realizzazioni edili del tutto inadeguate.
Ho "mandato" mia moglie su a San Pietroburgo da fine giugno, e mi conferma che sia in città che nelle regioni intorno c'è un'ondata di caldo senza soluzione di continuità, con solo minime e brevissime pause. Per loro fortuna, dalla prossima settimana le correnti dovrebbero finalmente girare dai quadranti settentrionali (artici) e porre una brusca fine a questa prima metà estiva più mediterranea che nordeuropea.
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