Certo, l'aumento spropositato di emissioni di CO2 rappresenta una causa-effetto della costante attività dell'uomo, non a caso sono aumentati i valori delle ppm in soli 60 anni di 100 ppm, una forzante antropica giustifica l'aumento di immissioni da 320 ppm (1960) a 414 ppm (Maggio 2019) , con un incremento annuale di 2,5 ppm.
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Per raggiungere risultati del genere deve esserci innanzitutto un'era interglaciale, ovvero le due calotte polari (artica e antartica), devono totalmente sciogliersi poiché esse contengono enormi quantità di CO2 intrappolate nello spesso strato di ghiaccio e sarebbero in grado di far aumentare la concentrazione di CO2 nell'atmosfera di oltre 100 ppm.
I tempi di ritorno affinché si riabbiano le 400 ppm risalgono al Giurassico-Cretaceo oppure Ordoviciano- Silurano sulla base di studi da parte di ricercatori che analizzando i carotaggi riescono a ricostruire la storia climatica della terra nel passato associando dei periodi storici.
Prima dell'era industriale la percentuale di diossido di carbonio nell'atmosfera era dello 0,028% pari a 280 ppm e la radiazione solare uguale a 342 W/m2, si stima un aumento del 35% dai tempi della rivoluzione industriale e del 20% dal 1958 della concentrazione di CO2.
È corretto affermare che il vapore acqueo sia un aeriforme in grado di accelerare il warming del pianeta proprio perché rilascia il calore latente di fusione e intrappola i raggi solari (anche il metano), ma entra in gioco a seguito dell'evaporazione oceanica di mari e oceani che per rilascia energia termica devono necessariamente riscaldarsi non solo con i raggi solari ma anche con l'innalzamento complessivo delle SST medie (come stanotte ne ho parlato sull'altro tred del Golfo del Messico più caldo costantemente di 1-2°C nel 2020), quindi il fattore indiscusso resta l'anidride carbonica. L'evaporazione oceanica è inoltre essenziale e il primo step del ciclo dell'acqua, senza mari non ci sarebbero le piogge.
L'ozono troposferico è un altro gas serra che va a formarsi nelle aree urbane in estate che invece risulta fortemente inquinante e nocivo per la salute ed è totalmente diverso dall'ozono stratosferico, quello in quel caso protegge dai raggi UV e anche qui potrebbe tornare il discorso del fattore antropico se il tred non fosse L'optimum climatico medievale.
Anche nel Periodo Caldo Medievale le concentrazioni di diossido di carbonio erano inferiori a quelli di oggi e di 50 anni fa dove già era in atto un warming e un aumento delle ppm, sono pienamente convinto che se non fossero esistite le auto, le industrie e altri mezzi di trasporto tutt'ora indispensabili, sicuramente le ppm si sarebbero mantenute sui livelli degli anni '60, perché in questo caso la liberazione di CO2 sarebbe dipesa esclusivamente dallo scioglimento dei ghiacciai, quindi per cause naturali, senza considerare che non avremmo anche influito sull'aumento di +1,1°C dal 1880 ad oggi, magari un aumento della temperatura del pianeta di pochissimi decimi di grado.
Ma qui si tratta, come lo mostrano gli ultimi anni, dello stravolgimento del clima del pianeta a causa dell'avversità dei parametri atmosferici, teleconnessioni in primis, la ripetitività dell ENSO+ garantisce sempre un mondo più caldo del normale, e negli ultimi 20 anni la ciclicità è aumentata, questo è ciò che maggiormente ha condizionato il nostro pianeta. Se fosse dipeso solo dalla concentrazione della CO2, la media globale non sarebbe schizzata a +15°C ed aumentata di +0,1 °C in un solo anno (El Niño 2016).
L'intensità della radiazione solare è aumentata sì, ma qui si tratta di qualcosa di più specifico che ha stravolto il clima, a livello circolatorio qualcosa è cambiato, lo si nota anche con le correnti aumentate di potenza del 15% rispetto al passato, ad eccezione della Corrente del Golfo.
Ultima modifica di damiano23; 18/04/2020 alle 14:24
Io sono già stato quello che voi siete, ma non so se voi sarete, e dico a tutti, quello che io sono.
Be' dal 1965 c.a. , si nota benissimo una flessione dell'attivita'. Ma non delle t° globali. .
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