Visto che un leit-motiv degli ultimi inverni (ad eccezione in parte dello scorso) è la presenza di un anticiclone azzorriano molto difficile da sradicare sull'Europa occidentale, mi chiedo se il motivo di questo pattern sia in effetti dovuto proprio al riscaldamento globale. Il GW infatti tende a far aumentare la forza degli anticicloni sub-tropicali (africano e azzorriano), quindi anche in inverno la bolla anticiclonica è più gonfia e con geopotenziali più elevati del normale e quindi, se si impianta su Spagna e Inghilterra, diventa più difficile da erodere, la radice è particolarmente solida. Di conseguenza se ci sono irruzioni fredde queste, trovando la barriera anticiclonica, sono costrette a sfogare il loro carico di neve sull'Europa orientale o al limite sull'adriatico, con crollo della nevosità in Valpadana (deficit del 95% negli ultimi cinque anni). Se è così, dovremmo abituarci a molti altri inverni secchi ed anticiclonici su settori ovest dell'Italia, salvo eventi particolari non certo prevedibili. Secondo voi la mia ipotesi è credibile o è troppo "catastrofica"?
Se ben ricordo un paper di Cohen non aveva trovato un legame tra GW ed aumento del GPT su Europa sud occidentale.
Io sinceramente non riesco a capire la logica di questo discorso, così come di diversi altri qui nel forum, che vedono nel GW una specie di nuovo indice teleconnettivo che determina delle tendenze al posto di altre.
Piuttosto, il riscaldamento lo vedo come conseguenza della reiterazione di configurazioni rispetto ad altre.
Oltre al fatto in sé, cioè che siamo in GW da ben oltre 100 anni, salvo inasprimenti in una direzione o nell'altra, di inverni perturbati e/o assolutamente privi della tendenza da te nominata ce ne sono stati anche in un passato recentissimo (2012-2013, 2013-2014, ma anche i terribili febbrai 2016 e 2017, o anche lo scorso inverno, in cui la Spagna era perennemente tartassata da depressioni e gocce varie).
Ultima modifica di DuffMc92; 06/01/2019 alle 14:29
Difficile imputare queste cose al GW.
Anzi, aggiungo di più: per me è difficile imputarle a qualsiasi cosa.
Ci sono testimonianze nel passato (anche durante la piena PEG) di inverni alpini caldissimi e secchissimi, con pochissima pioggia e pochissima neve: 1285/1286, 1288/1289, 1291/1292, 1300/1301, 1420/1421, dal 1499 al 1502, 1504/1505, 1528/1529, 1531/1532, 1529/1530, 1537/1538, 1537/1538, 1539/1540, 1571/1572, 1603/1604, 1606/1607, 1610/1611, 1612/1613, 1616/1617, 1658/1659, 1679/1680, 1681/1682, 1682/1683, 1691/1692, 1733/1734, 1743/1744, 1746/1747, 1748/1749, 1778/1779, 1780/1781, 1796/1797 e in genere gli inverni dal 1790 al 1799, 1803/1804, 1806/1807, 1807/1808, 1810/1811, 1814/1815, 1816/1817, 1821/1822, 1839/1840, 1841/1842, 1861/1862, 1865/1866, 1868/1869, 1872/1873, 1876/1877, 1877/1878, 1883/1884, 1885/1886, 1898/1899, 1891/1892, 1898/1899, 1921/1922.
Come si vede bene, anche nel Cinquecento e nel Seicento, nel cuore della PEG, ci sono stati inverni molto caldi e molto secchi. Eppure lì non c'era GW, anzi, direi un raffreddamento (forse locale, non si sa con certezza).
Alcuni di questi inverni sono stati terribili, che in confronto il 1989/1990 o il 2006/2007 fanno ridere![]()
Lou soulei nais per tuchi
In generale sono applicabili all'area alpina: sono cronache provenienti dalla Svizzera (MeteoSvizzera aveva fatto un gran lavoro in merito), dalla Valle d'Aosta, dalla Valtellina e dalle valli cuneesi.
Ora ho un po' di difficoltà a linkare le fonti, ma se digiti su Google uno di questi inverni troverai i link...![]()
Lou soulei nais per tuchi
Me li immagino quegli inverni molto caldi e secchi, sono simili a questo che si sta profilando ora da noi se le cose non cambiano, appunto sicuramente il 1989/1990 fa ridere in confronto a questo gennaio che sembra profilarsi, con temperature massime di 17 gradi (da me oggi) e continue phonate, molto ma molto più che nel 1989/1990 (niente phon a dicembre e a gennaio, anzi episodi di nebbia con galaverna!), mentre adesso la nebbia te la sogni e l'aria è davvero secchissima. Siamo già a 6 episodi di favonio a dicembre e 3 in questo gennaio.
E' niente, credimi, rispetto a quanto avuto in passatoNel 1529/1530 inverno eccezionalmente caldo in Svizzera, neve del tutto assente e a fine gennaio fiorirono gli alberi, i prati e i giardini, vicino al 1537/1538, quando in Valle d'Aosta ci furono fioriture a gennaio e in Svizzera le fragole maturarono addirittura a febbraio.
Uno dei mostri sacri è stato il 1539/1540: da febbraio fu caldo eccezionale, in Svizzera le ciliege maturarono addirittura a marzo, e fu caldissima tutta la primavera, tutta l'estate e tutto l'autunno fino a dicembre 1540. In tutta Europa ci furono dieci mesi di clima siccitoso, anticiclonico e caldissimo, e il numero dei giorni di pioggia fu il più basso mai registrato anche nei periodi successivi: in Valtellina è riportato non essere mai caduta nè pioggia nè neve dal 7 novembre 1539 al 7 aprile 1540: in tutte le Alpi i fiumi si prosciugarono, la terra fu ridotta in polvere, le coltivazioni bruciarono e vi furono immensi incendi forestali. Le cronache italiane parlano di inverno "caldo come luglio", con persone che crollavano a terra colpite dal calore diurno. Gli alberi analizzati bloccarono il loro anello di crescita proprio nel 1540 a causa del caldo. Cronache di Milano e di Piacenza riportano anche qui nè pioggia nè neve per tutto l'inverno, fiumi e pozzi asciutti.
Nel paradiso dei freddofili e dei nivofili c'è l'inverno 1607/1608: gelido, nevosissimo, passato alla storia. Ebbene, non si nomina mai cosa fece giusto l'inverno precedente, il 1606/1607, un altro "mostro sacro" del caldo: in Svizzera definito "caldissimo", fiorirono i ciliegi a gennaio e a febbraio le cicogne fecero già ritorno. Gennaio e febbraio definiti "caldi come maggio", la gente non si vestiva, e il terreno non fu mai gelato nè coperto di neve; a inizio marzo i peri e la vite fiorirono e l'erba potè già essere falciata. Proprio in Svizzera era conosciuto come "l'anno senza inverno", e fu registrata una sola nevicata in alta quota il 15 marzo.
L'unico inverno simile può essere il 1989/1990 (freddo inversionale in basso ma molto molto mite in quota, con una sola passata perturbata tra il 17 e il 19 dicembre e poi quasi niente fino a fine marzo) e almeno la prima parte del 2015/2016, con tutto il comparto alpino occidentale totalmente privo di neve fino ai ghiacciai e praticamente nessuna precipitazione consistente dal 27 ottobre al 6 febbraio.
Questo inverno in corso, seppur molto secco, anticiclonico e caldo, al momento non può competere con i menzionati, poichè a ottobre e a novembre in montagna ha nevicato, e per quanto i pendii a S siano pelati, in quota oltre i 2000 metri c'è della neve, poca ma c'è... Poi certo, se andrà avanti così fino a febbraio e oltre allora potremo entrare nella storia![]()
Lou soulei nais per tuchi
durante la PEG altro inverno molto mite/caldo in Europa e in Italia risulta l inverno 1825/1826 , dicembre 1825 in assoluto tra i piu ' caldi '
e alcuni anni dopo , il gelido e nevoso inverno 1829/1830 , estremi rilevanti anche durante e in seguito il periodo Dalton .
Inverni molto miti risultano anche dopo il gelido inverno 1708/1709 in particolare gennaio 1709 Glaciale .
dal 1710 al 1739 inverni in prevalenza miti o relativamente freddi ,
dopo circa 30 anni altro inverno molto freddo/gelido nel 1740 .
Estati molto calde in Europa e in Italia tra il 1760 e 1780 .
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