Buongiorno a tutti!

Visto l'interesse, apro questo thread di approfondimento su global warming e temperature globali e su loro modellizzazioni per provare a formulare ipotesi alternative alla visione attuale puramente antropica prendendo spunto dalla discussione che si è aperta i giorni scorsi sull’omonimo td.


Questa discussione va vista come un topic aperto in cui i vari fattori o forzanti possono essere discussi e valutati insieme, dunque è solo uno spunto per approfondire e dibattere, dati alla mano, su un argomento così “scottante”!


Introduzione all’argomento

Dopo l’ulteriore aumento delle temperature avutosi dopo il 2010 e soprattutto in seguito al nino del 2016, nulla sembra più lasciar adito a dubbi: è l’uomo il principale artefice del riscaldamento globale, mentre i cosiddetti effetti “naturali” sembrerebbero via via avere un ruolo sempre più marginale...


Va precisato che almeno dal 2007 mi diletto a costruire ipotesi e modelli sulla T globale. In effetti ci sono diversi modelli da me formulati in quella data che proprio a partire dal 2020, a causa del ridotto forcing solare perdurante per oltre 30 anni vedrebbero un tracollo spettacolare delle temperature globali!
...ma come giustificare effetti di ritardo così grandi???

Per questa ragione dal 2010 ho iniziato ad esaminare altri effetti , oltre a quello solare ed ai consueti, che potrebbero condizionare l’andamento climatico su scala globale: in primis il tidal forcing di origine astronomica. Gli effetti tidali o mareali infatti, attraverso variazioni infinitesime delle forze gravitazionali dovuti essenzialmente ai moti orbitali lunari e solari di lungo periodo, potrebbero condizionare il clima attraverso la modulazione del tasso di upwelling /downwelling oceanico (vedi Keeling, 1997 e 2000).

In base ai dati esaminati da Keeling, è in atto una probabile evoluzione lenta dettata da una progressiva diminuzione dell’upwelling iniziata dall’800 e che dovrebbe culminare a metà di questo millennio e poi decrescere fino all’alba del prossimo, ovvero alla vigilia di una “nuova era glaciale” (vedi Keeling, 1997 e 2000).


Nell’”immediato” dunque, ci si attende un progressivo riscaldamento del clima. Ovviamente a tutto questo si aggiungerebbe il riscaldamento di origine antropica.

Dopo analisi preliminari su periodi di 2000 anni, con modelli più performanti costruiti su un periodo di circa 120 anni ho provato a simulare il trend delle temperature globali partendo dal 1950 utilizzando i dati di Keeling con lags molto lunghi. La simulazione vedeva la consueta impennata tra gli anni 80 e gli anni 2000 per poi arrivare a un sostanziale “flat” o leggera diminuzione nell’andamento che proseguirebbe per i prossimi decenni dovuto a un momentaneo incremento del forcing tidale e quindi dell’upwelling. Se si somma l’effetto antropico l’andamento sale abbastanza rapidamente anche dopo, anche se in modo non eclatante.


Di sicuro l’ipotesi sui "luni-solar tides" era quella che mi è apparsa più convincente, anche perchè le modellazioni hanno dato risultati impressionanti per fedeltà nelle ricostruzioni e nelle simulazioni.

Alla fine, vedendo l’andazzo generale delle temperature odierne ho un pò abbandonato le analisi sulla T globale, considerando anche il fatto che di ipotesi se ne possono fare a centinaia in questo campo. In definitiva si trattava di stabilire se l’aumento di temperatura nei prossimi decenni sarebbe stato moderato o repentineo, questione sì interessante, ma che avrei lasciato volentieri agli esperti e, comunque, non così tanto interessante da distogliermi dalle previsioni climatiche stagionali, peraltro molto meno soggette al “così è se vi pare”.



Tutto questo, fintanto chè non mi sono imbattutto in questo lavoro:


Modern solar maximum forced late twentieth century Greenland cooling
Questo si ricollega anche alla discussione avviata tra me ed elz, sulla questione dei ritardi.
https://agupubs.onlinelibrary.wiley....2/2015GL064764

Abstract
The abrupt Northern Hemispheric warming at the end of the twentieth century has been attributed to an enhanced greenhouse effect. Yet Greenland and surrounding subpolar North Atlantic remained anomalously cold in 1970s to early 1990s. Here we reconstructed robust Greenland temperature records (North Greenland Ice Core Project and Greenland Ice Sheet Project 2) over the past 2100 years using argon and nitrogen isotopes in air trapped within ice cores and show that this cold anomaly was part of a recursive pattern of antiphase Greenland temperature responses to solar variability with a possible multidecadal lag. We hypothesize that high solar activity during the modern solar maximum (approximately 1950s–1980s) resulted in a cooling over Greenland and surrounding subpolar North Atlantic through the slowdown of Atlantic Meridional Overturning Circulation with atmospheric feedback processes.

In pratica i signori in quesione (Kobashi et al.) hanno utlizzato un sistema molto fine di ricostruzione delle proxy per la stima delle temperature in Groenlandia per gli ultimi 2100 anni e sono riusciti a definire con notevole dettaglio un pattern ricorrente di raffreddamento delle temperature groenlandesi e del nord atlantico che è phase-locked con il livello di attività solare. Il meccanismo si esplicherebbe attraverso la AMOC (Atlantic Meridional Overturning Circulation).


A livello globale, questo maschererebbe inizialmente il riscaldamento operato dall’attività solare più alta, a causa del raffreddamento di tutta la zona groenlandese e artica. Il contrario invece accadrebbe quando l’attività solare decresce...

In sintesi...

Similar spatiotemporal temperature changes (e.g., multidecadal lags) in the North Atlantic Basin have been identified in coupled climate model simulations with TSI variations (first mechanism)... In these models, increasing solar activity induces a buoyancy forcing due to warming and increased freshwater inputs into the subpolar North Atlantic, which reduces deepwater formation (or AMOC strength) and lead to a reduction in heat transport from low to high latitudes. This results in a cooling in the subpolar North Atlantic (i.e., Greenland) and induces a positive North Atlantic Oscillation (NAO)-like atmospheric circulation.

Questo ha acceso la mia curiosità, ben sapendo che il vero problema nella modillizzazione degli effetti solari è la questione dei lag...Insomma, l’apice del riscaldamento operato dall’attività solare si realizzerebbe pienamente con un ritardo di circa trent’anni (che non è poco!) il che cambia notevolmente le carte in tavola per chi decida di costruire un modello sulle variazioni di temperatura globale...

...Ma per approfondire la questione e per le analisi e modellazioni vi rimando ai prossimi post!