
Originariamente Scritto da
burian br
O come l'oggettività sottende la soggettività.
L'idea nasce da una discussione che stava animando il thread dei modelli meridionale.
Parlando di questa estate e di come fosse stata, si era aperta la solita disputa tra sensazione soggettiva e dati oggettivi.
In verità tale contrapposizione si è spesso vista nel forum. Molto spesso, specialmente in estate.
Di solito, i "puristi" della meteorologia lamentano quest'approccio soggettivo.
Nulla da eccepire, in effetti: non si può misurare il riscaldamento globale a "pelle", nè tanto meno si possono confrontare le sensazioni associate a una situazione meteorologica tra persone diverse, che a seconda della propria suscettibilità e stato psico-fisico possono avere due impressioni o ricordi diversi.
Posta questa
doverosa premessa, in realtà spesso mi accorgo che si discosti troppo (al fine di purificare i dati dallo spettro della soggettività nella scienza) il clima e la meteorologia da coloro per cui, di fatto, tentiamo di misurare e descrivere i parametri con cui definiamo queste discipline.
Ci si dimentica, cioè, che la meteorologia e la climatologia sono funzionali agli esseri viventi. A noi umani in primis. Tutte le discussioni successive partono da questo preambolo, spesso dato a priori inconsciamente, e per questo trascurato se non rinnegato.
Se si parla con tanta enfasi di global warming è proprio per le conseguenze terribili che avrà sulla biosfera. Non per altre ragioni.
Se si parla di alluvioni, nevicate, tornado, tempeste e quant'altro di estremo vi venga in mente, è sempre e soltanto in funzione di coloro che esperiscono questi eventi e potrebbero risentirne profondamente.
E' vero quindi che la sensazione soggettiva non conti nulla nella scienza?
La risposta è a mio parere un secco
no. In realtà conta, e ce ne accorgiamo dalla varie definizione di wind chill, dall'attenzione costante data all'afa, ai vari indici Humidex, di calore, di Thom e chi più ne ha più ne metta. Dalla meticolosa descrizione dei dew point associati alle temperature nella stagione estiva.
Questo thread vuole essere un esperimento, e guardare dunque al clima e alla meteo con occhio e approccio nuovi, ma nemmeno tanto, visto che già molti riflettori si dedicano (inconsciamente) all'argomento.
Il senso di questo thread è dedurre un comportamento medio delle stagioni e delle mensilità cogliendo l'oggettivo nel soggettivo. Ridando importanza alla percezione, ingiustamente maltrattata molte volte nei discorsi meteorologici. Perchè come scrivevo al di là delle moli di dati grezzi c'è un soggetto che esperisce e subisce.
Come recuperare dell'oggettività nella soggettività? Ad esempio, parlando delle estati, sarebbe interessante se noi facessimo una classifica delle estati più calde per il corpo umano. Che non necessariamente ripercorre (anche se non ci andrebbe lontanissimo) la classifica delle estati più calde come medie termiche.
Un modo ci sarebbe, ma richederebbe lavoro. Eseguire una media per ogni estate di diversi parametri:
- temperatura dell'aria;
- dew point;
- umidità relativa;
- velocità del vento;
- numero di giornate nuvolose nei giorni caldi
Dalla combinazione di questi elementi, si può in effetti delineare un andamento medio di un'estate, e del malessere (o benessere) che genera sul corpo umano (in senso lato sugli esseri viventi).
Potrei iniziare io, ma come dicevo è un lavoro tosto e che richiede tempo, perchè a parte per le temperature, nessuno tiene medie di solito di DP,
UR, velocità del vento.
Ma sarebbe molto interessante discuterne.
Lancio quindi la proposta e l'idea.
Naturalmente lo stesso discorso si può fare per l'inverno (e altre stagioni). Usando altri parametri, quali (in caso di freddo):
- temperatura dell'aria;
- umidità relativa;
- velocità del vento (da cui si ricava il wind chill);
- numero di giornate di sole
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