e cosa c'entra con questo studio? Loro hanno semplicemente ri esaminato la serie storica e le incosistenze dello snowcover nel tempo...e poi c'è anche un ampia parte di ricerca con nomi di rilievo che ha sempre contestato questa idea, ha ricevuto molta visibilità mediatica ma non c'è mai stato consenso.
Personalmente non ho mai creduto nella teoria che l'amplificazione artica favorisce gli inverni freddi in eurasia (se è questo a cui ti riferisci, un aumento degli spessori in autunno a ridosso dell'oceano artico invece si ) o che influenza in modo significativo le medie latitudini, la mia idea è sempre stata che sia stata variabilità interna/ forcing tropicale a causare sia l'aumento della pressione sul nord ovest russo che gli inverni freddi in eurasia e ci sono una bella serie di studi recenti che favoriscono quest'altra idea ( non che sia nuova ne ho scritto diverse volte in passato):
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Quantifying two-way influences between the Arctic and mid-latitudes through regionally increased CO 2 concentrations in coupled climate simulations | SpringerLink
Insignificant effect of Arctic amplification on the amplitude of midlatitude atmospheric waves | Science Advances
Little influence of Arctic amplification on mid-latitude climate | Nature Climate Change
Cryospheric Sciences | Climate Change & Cryosphere – The tropical fingerprint in Arctic climate
Ultima modifica di elz; 20/02/2020 alle 20:52
Grazie per le documentazioni sempre ricche e puntuali. Ad ogni modo credo che come al solito sia vero ma solo in parte. Dipende da altri fattori che solo a volte collaborano vuoi attraverso un maggior snowcover, vuoi attraverso una incrementata BDC...ma certo non sempre, come quest'ultimo inverno ci insegna.
Ci sono anche dei limiti attraverso cui certe relationship si manifestano dimodochè si passa da uno stato ad un altro...lo switch da uno stato a quello opposto per l'AO è particolarmente sensibile a piccole variazioni di altri elementi chiave come il gradiente termico degli oceani o la differenza termica tra oceani e terraferma. Bisogna però secondo me evitare le mode del momento...prima il SAI era di gran moda, poi sono bastati 3 o 4 inverni così così per cestinare tutto lo studio, secondo me invece molto interessante. Vero è che negli anni 2000 questa relazione si è alquanto indebolita.
Quanto allo studio in questione, ripeto, mi sorprende che si accorgano delle magagne della serie storica dopo così tanto tempo...
...a proposito elz, sai se c'è qualche nuova serie sullo snowcover consultabile riveduta e corretta?
di nuovo grazie per la mole di materiale informativo...![]()
Non a caso vengono presentati articoli sempre freschi di giornata che spesso contraddicono altri di pochi anni prima e che ovviamente vengono presi per oro colato, tranne poi essere a sua volta contraddetti da altri articoli successivi l'anno dopo. Questo è un pessimo modo di fare scienza, dal momento che bisogna considerare tutta la costruzione del pensiero scientifico e non solo l'ultima gran moda.
Stessa cosa per il clima che viaggia su scale di decenni e centinaia di anni e non su una scala di 2 o 3 inverni andati "male"...![]()
Sul fatto che questi argomenti siano talvolta approcciati in modo epistemologicamente scorretto, ovviamente non da parte degli autori dei lavori, ma da parte della divulgazione "scientifica" ne convengo pure io, del resto il discrimine tra doxa ed episteme è abbastanza sottile, soprattutto se non lo si sa maneggiare o si fa finta che non ci sia...![]()
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